Frankestein, o il moderno Prometeo

di Mary Shelley

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  1. dezda26
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    Nelle prime pagine del volume n. 21 di GnK viene menzionata l'opera Il Primo Amore di Frankestein, spettacolo portato in scena dalle compagnie Tsukikage e Unicorno (ma a cui Maya non partecipa). La storia é chiaramente inventata ma esplicitamente ispirata, almeno per quanto riguarda il protagonista, alla celebre Creatura nata dalla mente della scrittrice inglese Mary Shelley (figlia di un politico e filosofo rivoluzionario, William Godwin, e di un'intellettuale e filosofa sostenitrice delle donne e antesignana del femminismo, Mary Wollstonecraft), diventata mitica grazie anche alle numerosissime trasposizioni cinematografiche.






    FRANKESTEIN, O IL MODERNO PROMETEO




    Frankestein, o il moderno Prometeo (titolo originale Frankestein: or, the modern Prometheus), comunemente conosciuto semplicemente come Frankestein, é un romanzo in lingua inglese, di genere horror-gotico, fantascientifico ma anche e soprattutto drammatico, scritto dall'autrice inglese Mary Shelley (vero nome Mary Wollstonecraft Godwin: Londra, 30 agosto 1797 - Londra, 1 febbraio 1851) tra il 1816 e il 1817, pubblicato nel 1818 e modificato dall'autrice per una seconda edizione del 1831, ambientato nel XVIII secolo. Struggente, drammatico, crudele, sicuramente un capolavoro della letteratura classica, un romanzo horror-drammatico entrato a pieno merito tra i classici di ogni tempo.
    Questo é il romanzo che dà origine al nome del dottor Victor von Frankestein e al personaggio della Creatura, spesso ricordata come Mostro di Frankestein, i quali a livello popolare sono erroneamente ricordati sotto lo stesso nome. Un romanzo gotico carico di significati che vede protagonista un uomo nell'intento di sfidare le leggi della vita e della morte. Ma é probabilmente proprio grazie alla figura del mostro, espressione della paura (a quei tempi diffusa per lo sviluppo tecnologico di quegli anni) che il romanzo é divenuto immortale. E' uno dei miti della letteratura proprio perché affonda le sue radici nelle paure umane. La Creatura é l'esempio del sublime, del "diverso" che in quanto tale causa terrore. Molteplici i temi trattati, primo fra tutti proprio quello del diverso.
    Dalla pubblicazione del libro, il nome di Frankestein é entrato nella cultura popolare in ambito letterario, cinematografico e televisivo. Il terribile mostro che condanna la falsa onniscenza dell'uomo é in assoluto la pietra miliare che viene posta in letteratura a creare la genesi di tutta una serie di filoni destinati ad avere in seguito grandissima fortuna, dal gotico al noir, dall'horror al thriller. Questo romanzo é infatti l'antesignano di tutti i generi "neri". Inoltre é spesso usato in quello bioetico, per estensione, come esempio negativo alludendo al fatto che il suddetto dottore compisse esperimenti illeciti o eticamente discutibili.
    Oggi, a quasi due secoli di distanza, continua ad essere fonte di ispirazione per film, fumetti, parodie, spettacoli, ed é sempre una delle opere più lette in tutto il mondo. Numerosissimi sono stati gli adattamenti teatrali e le versioni cinematografiche del romanzo (particolarmente celebre é quella del 1931, diretta da James Whale e interpretata da Boris Karloff, nei panni del Mostro) tra le quali non mancano le variazioni in forma di parodia (Frankestein Junior, del 1974, di Mel Brooks con Gene Wilder, é la più famosa e la più riuscita).

    Oltre al merito di essere uno dei più agghiaccianti romanzi neri o gotici, il Frankestein della Shelley ha quello di aver iniziato il tipo di favola fantascientifica che al nostro secolo - il Novecento - si é talmente diffuso che é diventato un genere letterario a parte. (Mario Pratz)








    Trama



    Ginevra, Svizzera, XVIII secolo.
    Il giovane brillante apprendista scienziato e chimico ginevrino Victor Frankestein, protagonista della storia, é un ragazzo che ha sempre vissuto nell'agio e nell'amore della sua famiglia. Ha due fratelli, Ernest e William, e una sorella-cugina adottiva, Elisabeth Lavenza, quasi sua coetanea, da anni affidata alle cure della sua famiglia a Ginevra, e di cui si innamora fin da giovanissimo. E' appassionato di scienza e medicina.
    A diciassette anni, Victor rimane sconvolto dalla morte della madre, contagiata dalla scarlattina contratta proprio da Elisabeth. Caduto in un trauma psicologico, il giovane, affascinato dalle nuove possibilità della scienza, per superare il dolore della grave perdita, studia con impegno i testi di Paracelso, Cornelio Agrippa e Alberto Magno, e, nello strenuo tentativo di superare sè stesso e di raggiungere vette sulle quali mai la scienza prima di allora si era spinta, coltiva segretamente un sogno impossibile per chiunque: la creazione di un essere umano perfetto, più intelligente dell'uomo, dotato di salute perfetta e lungavita, che non abbia punti deboli e che sia utile agli altri.
    Pensando sempre con affetto a Elisabeth e ai fratelli, si reca all'Università di Ingolstadt, in Germania, dove frequenta corsi di scienze, chimica e biologia, seguito successivamente dal caro amico Henry Clerval. Giunto all'università, Frankestein diviene il pupillo dei professori Krempe e Waldman, che ne stimano le incredibili capacità e dai quali impara i segreti dell'etica scientifica e della biologia. Il giovane si appassiona tantissimo agli studi e, assimilate conoscente mediche insperate, tenta numerosi esperimenti, tra i quali la creazione della vita. Passando notti insonni, il giovane si reca nottetempo nei cimiteri, dove, per portare avanti le sue ricerche, apre le tombe e studia la decomposizione e il percorso degenerativo dei cadaveri, acquisendo così la conoscenza che gli permetterà di generare, durante un folle esperimento con un'intensa attività da "macellaio umano", una creatura vivente (l'intenzione era di dare vita a un essere umano) da materia inanimata e senza vita, assemblandolo e "tessendolo" con pezzi di cadaveri trafugati nel cimitero. Portato a compimento il suo incredibile esperimento (che segnerà la fine per Victor la cui vita sarà gradualmente annientata proprio dall'essere che lui stesso ha forgiato e a cui ha dato vita) riuscendo a infondere la vita nell'essere appena plasmato, la Creatura (di sesso maschile) però, appena "resuscitata", appare sia fisicamente che psicologicamente deforme e sgraziata alla vista, esteticamente si ha una creatura decisamente di brutto aspetto: un essere più grande del normale, orrorifico e incompleto, più alto e robusto, dalla pelle color mummia, gli occhi vacui e giallastri, la fronte alta e spaziosa, con una forza sovraumana, smisurata e ingestibile. Insomma, Victor alla fine si trova di fronte a un essere completamente diverso rispetto al progetto iniziale. In quella notte, la gigantesca e terrificante Creatura fugge con il diario personale del suo creatore che, appena l'essere prende vita, inorridito e spaventato dalla mostruosità della sua stessa creazione, scappa abbandonandola a sè stessa, alla sua esistenza e al suo destino colmo di disgusto e difficoltà. Infatti, a causa del suo aspetto mostruoso, questa subirà il rifiuto della gente e, nel momento stesso in cui capirà che per le orribili fattezze del suo corpo gli sono preclusi l'amore e l'amicizia, la sua bramosia di vita si ritorce in odio verso l'umanità in genere e deciderà di vendicarsi. E chi colpire se non colui che gli ha donato questa esistenza infame e inutile? La Creatura, che per tutta la storia non avrà un nome (altro diritto che gli viene negato, altro motivo di dolore e rabbia), si trasformerà in seguito in un assassino violento, crudele e spietato, uccidendo uno ad uno tutti gli amici e i parenti del proprio "padre", ma dietro a tanto odio si nasconderà sempre il desiderio impossibile di essere amata da qualcuno. Rimasta sola, essa si allontana alla scoperta del mondo, tentando di trovare una sua via.
    Terminati gli studi medici, Frankestein torna a Ginevra, dove anche la Creatura si reca in segreto e uccide William, il fratello minore di Victor, strangolandolo e facendo ricadere i sospetti su Justine Moritz, la governante e cara amica della famiglia Frankestein che, ingiustamente colpevolizzata, rinchiusa in prigione, morirà rassegnata alla sua falsa colpevolezza e al suo destino.
    Le vicende che seguono sono un intreccio di fatti che porteranno Frankestein e il mostro da lui creato a rincontrarsi. Durante una breve vacanza distensiva lungo i passi sul confine con la Francia, in un parco infatti, il giovane scienziato rincontra la Creatura che confessa il suo crimine (ma Victor non potrà parlarne con nessuno) e gli racconta di averlo seguito grazie alle indicazioni del diario e di aver imparato la lingua francese osservando di nascosto la famiglia di De Lacey, un ricco francese caduto in disgrazia e ritiratosi a Ingolstadt, la quale si dedicava all'agricoltura e all'allevamento. La Creatura li osservava e li aiutava in segreto, portando loro di notte legna per l'inverno e ortaggi nei periodi di magra. Quando però aveva deciso di mostrarsi a loro, essi lo avevano scacciato violentemente, disgustati dal suo aspetto esteriore, dandosi immediatamente alla fuga.
    Victor comincia così da allora un'esistenza tormentata da rimorsi, disperazione e follia. La Creatura, dotata quindi di sentimenti, fà al suo creatore una richiesta insolita: la creazione di un essere femminile simile a lui, in modo che, disprezzato dagli uomini, egli avesse una compagna con cui stare per non vivere in eterna e completa solitudine, promettendogli in cambio di ritirarsi poi entrambi nelle terre sconosciute dell'America del Sud. Inizialmente Victor accetta e decide di recarsi in Gran Bretagna con lo scopo di rimettersi a studiare per sviluppare le proprie conoscenze, sempre insieme al fedele Clerval. La Creatura, in segreto, continua a seguirlo. Ritiratosi su un'isola delle Orcadi, il giovane scienziato crea, "cucendolo", un altro "essere" di genere femminile, ma poi però lo distrugge ancor prima di dargli vita, colto dal pensiero che potesse nascere una progenie di mostri. Scoperto dalla Creatura, che gli minaccia odio e vendetta eterna, Frankestein tenta la fuga ma, approdato in Irlanda a seguito di un burrascoso viaggio, viene arrestato con l'accusa dell'omicidio di Clerval, ucciso in realtà dalla Creatura. Dopo essere stato rilasciato in seguito all'intervento politico del padre, Frankestein torna in Svizzera e accetta di sposare Elisabeth che però viene uccisa poco dopo dalla Creatura. Il padre di Victor morirà per l'immenso dolore poco dopo nel suo letto. Victor, rimasto solo perdendo i suoi cari ad uno ad uno, decide di andare sino al Polo Nord per inseguire la Creatura e vendicare tutti i morti innocenti, diventati vittime a causa sua per mano del mostro. Ma da qui si instaura così l'inesorabile tema dell'inseguimento tra creatore e creatura che prosegue poi nel resto della trama: parte infatti una doppia caccia della Creatura in cerca del suo creatore per vendicarsi e del creatore in cerca di essa per liberare l'umanità dalla sua fastidiosa presenza, in una rocambolesca fuga attraverso i ghiacci, in cui non si sa chi sia in realtà preda e chi cacciatore, chi vincitore e chi vinto, chi il bene e chi il male. Questo dualismo in realtà é il filo conduttore di tutta l'opera. Poi però, dopo estenuanti ricerche, Victor rinuncia a causa del freddo glaciale che non gli permette di andare avanti. Stremato e in fin di vita, verrà recuperato dall'equipaggio del capitano inglese Robert Walton, un uomo da sempre affascinato dall'ignoto e che, con mezzi di fortuna e spendendo l'eredità di famiglia, ha messo in piedi una ciurma di avventurieri con lo scopo di battere le ignote terre dei ghiacci settentrionali del Polo Nord. Lo scienziato fa appena in tempo a raccontare la sua storia, prima di morire per la troppa tensione emotiva e l'eccessiva fatica accumulate nella fuga.
    La sua Creatura, che acquisisce sempre più un animo che si avvicina a quello umano, appare un'ultima volta e, lanciando abominevoli grida di agonia, dichiara di volersi dare la morte, provando ancora una volta un senso di colpa per tutte le persone che ha ucciso e per il dolore arrecato a suo "padre".








    Analisi dell'opera



    Genere e corrente letteraria: horror-gotico, drammatico, ma anche fantascientifico, genere di cui la Shelley é la prima esponente e fondatrice. Il suo capolavoro può essere considerato anche un romanzo epistolare.


    Fabula e intreccio: i narratori della storia sono tre:

    - Walton, l'esploratore dell'Artico, che raccoglie nelle lettere scritte alla sorella le confessioni ricevute dallo scienziato e dal mostro, incontrati durante il suo viaggio;
    - Victor, che racconta la sua storia dolorosa;
    - la Creatura stessa, che con le sue parole riesce comunque a conquistarsi la simpatia del lettore.

    La storia inizia da parte di Walton che riporta fedelmente, sulla carta, la storia dell'amico Victor Frankestein, conosciuto durante la sua impresa (la spedizione al Polo Nord). Quindi la narrazione e l'io passa a Victor che ricorda le sue vicende raccontandole in prima persona. La storia é narrata principalmente in flashback da Victor, quindi necessariamente il tempo degli avvenimenti e quello della narrazione non coincidono. La vicenda copre l'intero arco della vita di Victor, dall'infanzia alla maturità. Inoltre é presente una numerosa serie di pause descrittive e anticipazioni degli eventi futuri.


    Contestualizzazione: la vicenda si svolge nei territori europei del 1750/1800 circa, quando ancora le monarchie dominavano l'Europa, tranne in Svizzera, dove il Signor Frankestein, padre di Victor, era sindaco di Ginevra. I viaggi di Victor e della Creatura si spingono prima in Germania (a Ingolstadt), poi in Svizzera (a Ginevra), poi in Olanda, in Inghilterra, in Scozia e in Irlanda. Nella fase finale del racconto, i due protagonisti si spingono fino in Russia per arrivare in Siberia e nei territori gelidissimi e artici del Polo Nord dove Victor muore.
    L'università di Ingolstadt é la stessa del Faust di Christopher Marlowe, dove si studiavano testi alchemici riguardanti la ricerca della vita eterna e della pietra filosofale (la leggendaria sostanza capace di tramutare il ferro in oro).

    Osservazioni linguistiche: il testo é una traduzione da un originale inglese del 1818, quindi le scelte linguistiche della Shelley sono sicuramente state tralasciate, considerando anche che l'inglese dell'Ottocento era molto diverso dall'attuale.

    Sintassi e stile: in una narrazione di questo tipo la sintassi é assai complicata. I periodi sono lunghi per dare spazio alle descrizioni e al racconto.
    Superbo ed elegante lo stile descrittivo della scrittrice, con forme appropriate e curate.

    Forma: l'opera può anche intendersi come un romanzo epistolare. Apprendiamo infatti da delle lettere di questa straordinaria e impossibile storia. E' proprio tramite queste lettere che il primo narratore, Walton, racconta a sua sorella, e quindi a noi, queste terribili vicende. Un romanzo in forma epistolare quindi, studiata e usata per aumentare la suspense e il pathos. Questa proviene direttamente da Samuel Richardson, primo sfruttatore di questa tecnica applicata al romanzo (Clarissa, Pamela, Sir Charles Grandison).

    Personaggi principali: Victor Frankestein; la Creatura; Henry Clerval; Elizabeth Lavenza.

    Personaggi secondari: Justine Moritz (Giustina); il padre di Victor, Alfonso; la famiglia De Lacey; Walton.


    Caratterizzazione dei personaggi principali:

    Victor: é un giovane pieno di entusiasmo e vitalità, appassionato agli studi e circondato dall'amore della sua famiglia. Gli studi lo spingono a Ingolstadt, dove comincia il suo incubo. Dalla famosa notte della creazione del "mostro", la vita di Frankestein si trasforma in un'esistenza carica di drammaticità, di tragedie, di pene, afflizioni, rimorsi e sensi di colpa. La disperazione, il rimorso e il travaglio non abbandonano mai i pensieri del giovane scienziato che non riuscirà più a trovare pace, anche perché il "demone" lo priva, una ad una, delle persone a lui care, familiari in primis. Ma é proprio l'ambizione del giovane a portarlo alla distruzione, non solo propria, ma anche di tutta la sua famiglia.

    La Creatura: é un personaggio particolare, orribile d'aspetto poiché costituito con avanzi di corpi morti, di statura molto più grande rispetto a un uomo e molto più forte. Victor l'ha creato con un cuore, che lo porta a compiere poi una serie di atti sconsiderati. Forse il suo cuore non é in grado di distinguere i sentimenti gli uni dagli altri, forse non ha temperanza, ma la Creatura, assai sofferente per la sua solitudine, si macchia di delitti orribili ed é spinta da una cattiveria e una sete di vendetta esasperate.

    Henry Clerval: é il miglior amico di Victor, i due si conoscono dall'infanzia e continuano la loro amicizia nel tempo. E' fidatissimo e fedele al compagno, non lo abbandona mai, e lo assiste anche nei momenti più duri della sua vita. Carico di voglia di fare e di entusiasmo, é come Victor prima della famosa notte, spensierato, allegro, con tanta voglia di vivere, vedere, sapere, conoscere. La sua esistenza viene purtroppo stroncata dalla mano assassina della Creatura.

    Elizabeth: giovane cugina di Victor, adottata dalla sua famiglia in seguito alla perdita della madre, vive in casa Frankestein come una sorella per tutti. Fin dalla giovinezza innamorata di Victor, corona il suo sogno d'amore che si tramuta in un omicidio terribile da parte del mostro che la uccide durante la prima notte di nozze. E' una ragazza dal cuore tenero, gentile, amorevole, altruista e sempre disposta ad aiutare gli altri: l'immagine dell'innocenza.

    Alfonso: é il padre di Victor. Un martire per tutti gli omicidi che subisce. La perdita di tutti i suoi cari lo abbatte fino a stroncarlo definitivamente con la morte di Elizabeth. E' un uomo maturo, intelligente, un gran signore e un padre di famiglia affettuoso, tenero e molto preoccupato per i figli.


    Extratesto: certamente Victor ha qualcosa della Shelley giovane, che pure cercava di carpire il segreto delle leggi della natura. Ma qui l'autrice non si spinge molto oltre con la fantasia, né si spreca in dettagli tecnici sulla creazione del mostro. Le sue descrizioni sono sommarie e prive di dettagli appunto, forse perché lei stessa negli studi non si era spinta oltre e non aveva quindi basi per tali descrizioni.








    Genesi dell'opera



    Influenzato dalla rapida successione di incredibili scoperte scientifiche e tecnologiche e dai primi studi evoluzionistici a firma di Erasmus Darwin, vede la luce nel 1817 il Frankestein di Mary Wollstonecraft Shelley, nel tentativo di spiegare un universo in pieno mutamento e di rappresentare la falsa onniscienza in cui l'uomo all'epoca si cullava.
    Questo romanzo rappresenta la genesi del genere fantastico frutto di una perfetta fusione di elementi gotici e fantascientifici. Incredibile come Mary, a soli diciotto anni, abbia potuto scrivere un romanzo intramontabile e attuale come questo.
    Come molti sanno, il concepimento di quest'opera, primo romanzo della Shelley, ebbe inizio durante un incontro, la cui storia appartiene ormai alla leggenda. Sembra infatti che all'autrice l'ispirazione le sia venuta nel 1816 durante un ritrovo sul Lago di Ginevra con altri promettenti scrittori, tra cui Lord George Gordon Byron.

    Maggio 1816: Lord Byron si trova sul Lago di Ginevra in una suggestiva villa, Villa Diodati, che aveva preso in affitto per la stagione. La sorellastra di Mary Shelley, Claire Clairmont, diventata l'amante di Lord Byron, convince i coniugi Shelley a seguirla a Ginevra. Il tempo piovoso confina spesso i dimoranti in casa e questi, per ingannare la noia di una lunga serie di quei giorni piovosi, davanti al caminetto, occupano il tempo libero leggendo racconti horror e storie di fantasmi tedesche tradotte in francese, facendo a gara per raccontare la storia migliore. Una sera Byron propone allora di comporre loro stessi un racconto dell'orrore, che fosse il più terrificante possibile. Gli ospiti eccellenti di quel soggiorno decidono quindi di dar vita a una gara di scrittura con l'idea di preparare ciascuno una storia attinente al genere gotico-orrorifico. I presenti sono il padrone di casa, Lord Byron, il poeta Percy Bysshe Shelley, accompagnato dalla sua giovanissima moglie Mary Wollstonecraft, e il medico scrittore John Polidori. Quella fu una notte memorabile per la storia della letteratura. Tutti cominciano a scrivere, Mary non ha però subito l'ispirazione. Byron e Shelley composero due brevi racconti, The Burial e The Assassin, Polidori ideò un romanzo breve Il Vampiro, poi dato alle stampe nel 1819, anch'esso antesignano di uno specifico filone letterario di indiscussa fortuna sopravvissuto fino ai giorni nostri. Mary stese una novella ispirata al mito di Prometeo, intitolata Frankestein, pubblicata poi nel 1818 e destinata alla consacrazione eterna nella storia della letteratura mondiale.
    Bisogna tener presente che in quell'occasione le lunghe conversazioni degli uomini vertono, oltre che alle letture dei racconti di fantasmi, sulla natura dei principi della vita, su Darwin e i suoi esperimenti per animare la materia inorganica e sulla possibilità di ridare vita ad un corpo già cadavere, sul galvanismo, sulla possibilità in genere di assemblare una creatura e infondere in essa la vita. Tali pensieri e riflessioni si imprimono nella mente di Mary sino a scatenare la sua immaginazione tanto da portarla allo spaventoso incubo che é all'origine dell'ispirazione del grande mito gotico che sfocierà poi nella composizione del romanzo: uno studente che si inginocchia di fianco alla creatura che ha assemblato, che, grazie ad una qualche forza, comincia a mostrare segni di vita. Mary inizia il racconto decisa a ricreare quel terrore che essa stessa ha provato nell'incubo: il successo dello scienziato nell'animare la Creatura l'avrebbe terrorizzato ed egli sarebbe scappato dal suo "lavoro" sperando che, abbandonato a sé stesso, l'essere sarebbe morto; ma la Creatura rimane sconcertata dal suo aspetto e dalla sua solitudine e avrebbe voluto delle spiegazioni. Difficilmente si riesce a immaginare una trama simile concepita da una mente femminile, ed era certo più semplice trovare riparo nel facile espediente di un evento onirico (leggi "note" sotto). Infatti, pur non essendosi mai cimentata con il genere, l'opera di Mary risultò talmente carica di orrore inespresso, che ella sentì in realtà il bisogno di celarsi dietro un immaginario sogno "ad occhi aperti" che, disse, le aveva ispirato il racconto, rivelandosi forse la prima esperta di marketing letterario nella storia.
    Il marito spinge Mary a sviluppare maggiormente la storia che viene continuata poi in Inghilterra. Fondendo quindi gli elementi più tipicamente gotici con un vivido realismo supportato da nozioni di biologia e galvanismo, la scrittrice diede vita così al genere fantascientifico.








    Pubblicazione dell'opera



    L'edizione definitiva dell'opera più nota di Mary Shelley, pur essendo stata pubblicata per la prima volta l'11 marzo 1818, uscirà solo nel 1831. Infatti la novella iniziale era molto più breve, e furono necessari anni di rielaborazioni per portarla a compimento nella forma attuale. Sia la trama che la struttura narrativa sono particolarmente ardite, ardimentose e innovative, prospettando dei modelli nuovi per l'epoca e dei contenuti che furono a suo tempo aspramente criticati.
    Il primo editore a cui si rivolse la Shelley, facendo passare il suo manoscritto per quello di un giovane autore, rifiutò il libro che venne poi pubblicato da Lackington, Allen and Company nel marzo 1818, non conoscendo un successo immediato se non dopo innumerevoli discussioni e polemiche che non fecero altro che alimentarne il mito, definitivamente consacrato con la realizzazione in seguito delle prime trasposizioni cinematografiche (senza contare tutta la produzione minore).
    All'uscita anonima, nel marzo 1818, le critiche sono sfavorevoli. Dicono che il romanzo non insegna nessuna condotta morale e che affatica i sentimenti senza coinvolgere la mente. Walter Scott però scrive che l'autore é dotato di buona capacità d'espressione e di un buon inglese. L'unico indizio che porta all'autore é la dedica a William Godwin, che i critici attribuiscono a Percy Bysshe Shelley, il suo più famoso discepolo nonché genero. Ma Frankestein non é una celebrazione dei razionali principi godwiniani, ma una lezione morale e forse anche politica su quali azioni possano essere difese come ragionevoli (nella parte centrale, quando la Creatura narra la sua storia). I critici tuttavia preferiscono non badare a questo evidente sottofondo e catalogano il romanzo come un'orribile storia movimentata.
    In ogni caso Frankestein, come Dracula, é subito un best-seller: il successo, alla seconda pubblicazione, é immediato e anche inaspettato. Il fatto che l'autrice fosse una donna era un punto decisamente a suo sfavore. Invece il pubblico apprezzò subito questo romanzo così innovativo per l'epoca, e già nel XIX secolo iniziarono le prime rappresentazioni teatrali.
    I critici rimangono spiazzati quando nella seconda edizione scoprono che a scriverlo é stata una donna e per giunta molto giovane (21 anni). Essi scrivono: ...per un uomo era eccellente ma per una donna é straordinario.






    Confronto tra le edizioni

    Nell'edizione del 1831 vengono ridotti i termini e le spiegazioni scientifiche.
    Nell'edizione del 1818 Elizabeth veniva presentata come la cugina di Victor (figlia della sorella di suo padre); sebbene nell'edizione del 1831 venga mantenuto il termine "cugina", la ragazza non é più legata biologicamente al futuro marito in modo da allontanare l'idea di incesto.
    La destinazione del viaggio di nozze degli sposi viene cambiata da Colonia (residenza di Byron nell'estate 1816) al Lago di Como, dove Percy e Mary avevano pensato di stabilirsi nella loro fuga nel Continente.
    Dopo la morte di Percy, la nuova edizione dell'opera della moglie risente di una maggiore influenza della provvidenza nella vita degli esseri umani. Se già nel '18 é chiaro lo scopo ossessivo di creare qualcosa senza pensare poi alle conseguenze, nel '31 questo diventa ancora più esplicito.








    Influenze, reminiscenze e intertestualità



    Mary Shelley ha letto Rousseau, da cui proviene l'idea di una condizione d'innocenza in cui vive la Creatura prima di essere corrotta dalla società e dalle persone. La ragazza araba si chiama Safie, similmente alla Sophie dell'Emile di Rousseau. Agatha potrebbe invece aver preso il nome dall'omonimo personaggio de Il Monaco di Matthew Gregory Lewis.
    Forte é poi l'influenza del padre William Godwin, in particolare della sua opera Political Justice, in cui l'autore sostiene che le istituzioni come il governo, la legge o il matrimonio, seppur positive, tendono a esercitare forze dispotiche sulla vita della gente. Egli aspira a un nuovo ordine sociale basato sulla benevolenza universale, contraddicendo la visione seicentesca di Thomas Hobbes di una società essenzialmente egoista. Non c'é da stupirsi quindi se la Creatura, completamente estraniata dalla società, si consideri come un demone malefico e chieda giustizia proprio in senso godwiniano (Do your duty towards me). La Creatura desidera infatti che lo scienziato gli crei una compagna. In un primo compassionevole momento Victor accetta la richiesta, ma successivamente distrugge la nuova creazione, temendo che una razza di diavoli si possa propagare sulla Terra. La Creatura si vendica uccidendo l'amico di Frankestein, il fedele Clerval, e sua moglie Elizabeth. C'é comunque nell'opera, più in generale, una reminiscenza di stile e personaggi del repertorio godwiniano.
    Altra influenza nell'opera della Shelley é quella de La ballata del vecchio marinaio di Samuel Taylor Coleridge, che Mary e la sorellastra Claire ebbero la fortuna di sentir recitare dal vivo nella casa paterna: come il marinaio, Walton parte per la terra of mist and snow (di nebbia e neve) ma assicura alla sorella che non ucciderà nessun albatross. L'intento della narrazione di Victor é quello di dissuadere Walton dalle sue pericolose ambizioni.
    Anche il Don Chisciotte della Mancia dello spagnolo Miguel de Cervantes Saavedra, libro che Mary lesse durante una vacanza sulle Alpi, fa sentire la sua influenza: sia Don Chisciotte che Frankestein partono con l'intenzione di aiutare i loro simili ma giungono pian piano ad un tragico personale epilogo.
    Negli anni successivi all'uscita di Frankestein, la critica letteraria ha creduto di rintracciare nell'opera, dichiaratamente ispirata al mito di Prometeo, influssi e connotazioni comuni con le opere di John Milton ne Il Paradiso Perduto (in particolare quando la Creatura chiede spiegazioni simili a quelle di Adamo che compaiono all'inizio del testo di Milton: Ti chiesi io, Creatore, dall'argilla di crearmi uomo, ti chiesi io dall'oscurità di promuovermi...?), di Omero nell'Iliade, di Ovidio nelle Metamorfosi, di William Shakespeare ne La Tempesta e nel Sogno di una notte di mezza estate, di Robert Louis Stevenson nel celeberrimo Lo strano caso del Dottor Jekyll e del Signor Hyde, e di Oscar Wilde ne Il ritratto di Dorian Gray. E' la stessa Shelley a citare nella sua opera alcuni di questi testi come libri letti dal mostro per ingannare la noia, ad esempio il suddetto Paradiso Perduto, le Vite Parallele di Plutarco e I dolori del giovane Werther di Goethe.
    Ma, come vediamo dal titolo stesso, é nel mito dell'antico Prometeo che Mary trova la maggiore ispirazione. La giovane autrice infatti, con un chiaro richiamo alla mitologia classica, sottotitola l'opera ...il moderno Prometeo: come Prometeo, che ha voluto sfidare gli dei, anche Frankestein é condannato a condurre una vita di continue sofferenze e dolori. In ogni caso la Shelley non sembra "rubare" elementi specifici di altri autori, ma piuttosto sembra sfruttare le sue numerose conoscenze letterarie.
    Anche le teorie di Darwin e di Galvani hanno assai influenzato l'opera.
    Presenti anche alcuni fattori personali che hanno inciso nella stesura del romanzo. Mary durante la sua vita é influenzata da alcuni fattori che possiamo collegare alle vicende narrate nel suo romanzo: prima di tutto i suoi genitori per lei sono stati un esempio, hanno mostrato alla figlia, tramite le loro opere, i loro valori di giustizia, educazione e uguaglianza (il romanzo é inoltre dedicato al padre). Inoltre, durante il soggiorno a Villa Diodati, quando scrive appunto il racconto, Mary si sentiva abbandonata dal padre e aveva un forte desiderio di amore, proprio come il mostro.
    Alcuni critici hanno voluto vedere nel talento della scrittrice il riflesso delle doti del marito, il poeta Percy Shelley. Non é esattamente così ma certo c'è molto del consorte nell'opera di Mary. Shelley aveva fede nei poteri creativi degli uomini, ma Mary dimostra fino a che punto questi possano spingersi se liberati in un contesto scientifico. Percy Shelley sembra così essere il modello iniziale per l'ambizioso scienziato Victor Frankestein, con cui ha in comune la passione per la scienza (il poeta, da giovane, utilizzava strumentazioni chimiche, specialmente elettriche). Victory - come Victor é il protagonista del romanzo - era per giunta il nome che Percy aveva scelto per sé stesso. Mary parla di una doppia esistenza di suo marito: un aspetto superficiale afflitto da sofferenze e delusioni, ma all'interno uno spirito celeste; questa sorta di sdoppiamento é comune anche a Frankestein, il quale sente a un certo punto di essere immerso in una tranquillità interiore come non gli succedeva da tempo. In un suo componimento Percy esalta la bellezza della morte e il suo potere tetro; Victor dichiara che per esaminare le cause della vita bisogna far ricorso alla morte, osservare il naturale decadimento del corpo umano recandosi presso tombe e crematori.
    Il sensazionalismo sviluppato da John Locke e portato avanti dai filosofi francesi Denis Diderot ed Etienne Bonnot de Condillac, viene sfruttato dalla Shelley: la Creatura dichiara così di distinguere between the operations of his various senses e nel suo ultimo discorso, al capitano Walton, si dispiace del fatto che non potrà più vedere il sole o le stelle e sentire il vento sulla pelle. Mary piega la trama alle teorie lockiane facendo imparare alla Creatura lingua, storia e morale dell'uomo, origliando le conversazioni dei De Lacey e leggendo (come detto sopra) il Paradiso Perduto di Milton, le Vite Parallele di Plutarco e i I dolori del giovane Werther di Goethe.
    Nel quadro di una società che sembra talvolta valutare l'apparenza prima dei sentimenti e dei bisogni, la luce assume un ruolo importantissimo. Dal ruolo centrale che assume con i pittori e poeti romantici, diviene, con Humphry Davy, dispensatrice di organizzazione e movimento nell'universo, in quanto possiamo immaginare le stelle come soli di altri mondi. Strettamente connesso con la luce é il fenomeno dell'aurora boreale che si può osservare al Polo Nord, una delle grandi ambientazioni del romanzo. La luce è poi sinonimo di divinità, di un Dio sconosciuto e della sua manifestazione attraverso la natura.






    Prometeo

    Nel titolo della sua opera, l'autrice ricorda la classicità e l'antica mitologia greca, rievocando un mito dimenticato: Prometeo.
    Il sottotitolo del romanzo, ...o il moderno Prometeo (...or, the modern Prometheus), allude all'aspirazione degli scienziati di poter fare tecnicamente qualsiasi cosa. Vi sono due versioni di Prometeo che la Shelley cerca di unificare:

    - il Prometeo della mitologia greca, un titano ribelle che ruba il fuoco dall'Olimpo per salvare l'umanità, da cui viene tratto il tema della ribellione contro il destino;

    - la rielaborazione romana della leggenda di Ovidio (tratta dalle Metamorfosi), in cui Prometeo plasma gli esseri umani dalla creta.

    Il titano Prometeo, insieme al fratello Epimeteo, ebbe il compito di creare gli esseri umani e gli animali, conferendo loro le doti necessarie per sopravvivere. Epimeteo procedette di conseguenza, concedendo agli animali i doni del coraggio e della forza, insieme a piume, pellicce e altri rivestimenti protettivi. Quando venne il momento di creare un essere superiore a tutte le altre creature viventi, Epimeteo scoprì di non avere più nulla da donargli. Fu costretto a chiedere aiuto al fratello, e Prometeo lo sostituì nel compito della creazione. Per rendere gli uomini superiori agli animali, egli li plasmò più nobilmente e li abilitò a camminare eretti, poi salì in cielo e accese dal sole una torcia infuocata: il dono del fuoco che elargì all'umanità era più prezioso di tutti i doni ricevuti dagli animali.
    Il giovane Frankestein, esattamente come Prometeo, supera il limite impostogli da un'entità superiore, un limite che umanamente é impensabile violare e che rappresenta un qualcosa di più grande e insormontabile della stessa realtà. Victor si macchia di hybris (leggi "note" sotto) nei confronti della natura poiché nessuno oltre alle forze che governano il mondo dovrebbe essere in grado di creare o distruggere la vita in laboratorio; Prometeo si macchia invece di hybris nei confronti degli dei dal momento che accede al loro mondo, sacro e inviolabile, e ruba un qualcosa di altrettanto sacro e inviolabile come il fuoco, che fino ad allora era stato unico privilegio divino, e lo dà in dono agli uomini. Entrambi, all'interno delle loro società e della loro cultura, osano sfidare forze considerate superiori e intangibili; entrambi vincono su queste ma pagano il prezzo della loro empietà (leggi "note" sotto) con un castigo quasi "divino". Frankestein agisce come Prometeo quindi, ma la sua impresa é dettata dall'ambizione, dall'orgoglio, dalla voglia di superarsi e superare i confini imposti.






    Galvanismo

    Nel 1803, Giovanni Aldini, nipote dello sperimentatore anatomico Luigi Galvani, pubblica a Londra An account of the late improvements in Galvanism, che include il resoconto di alcuni interessanti esperimenti. Tramite l'uso di archi elettrici si é riusciti a infondere il movimento in un cadavere tanto da dare l'impressione di rianimazione. Aldini aggiunge che con determinate condizioni forse si sarebbe potuta ripristinare anche la vita stessa.








    Frankestein e il suo genere



    Per l'autrice di quello che é generalmente considerato il più grande mito gotico di tutti i tempi, la presenza di alcune opere come retroterra letterario é scontata. La Shelley infatti ha letto I misteri di Udolpho e L'italiano di Ann Radcliffe, Il Monaco di Matthew Gregory Lewis, e Vathek di William Beckford, il quale si rifiuta di inserire l'opera della Shelley all'interno del genere gotico, per lo stile realistico delle sue descrizioni, che producono un effetto molto più potente dello stile rifinito dello stesso Beckford. In effetti Frankestein é diverso dal tradizionale romanzo gotico in cui gli elementi naturali rimangono intatti. Quella natura che ci circonda, tanto amata nel Settecento, viene fortemente invasa. E' Victor stesso a dichiarare di voler sconfiggere ogni malattia e debolezza umana.
    Ci sono alcuni punti però che possono accostare Frankestein al genere gotico, come l'ansia data per la mancanza di una via d'uscita ed il fatto che entrambi i protagonisti (lo scienziato e la Creatura) vogliano perseguitarsi fino alla morte di uno di loro. Man mano che si procede verso la fine della storia, i loro percorsi si fanno sempre più intrecciati, fino a ricordare un Doppelganger Motiv. Il romanzo può dunque rientrare in un tipo di gotico moderno che illustra l'aspetto più importante di questo genere, ossia la mancanza del rapporto tra causa ed effetto o comunque la sua debolezza.
    Successivamente l'opera é stata anche considerata il primo romanzo di fantascienza.
    Testo simile al Frankestein é L'isola del dottor Moreau di Herbert George Wells, dove il protagonista crea ominide.








    Temi, interpretazione e significato



    Il nome di Frankestein ha sempre suscitato l'orrore e le paure più cupe, è sempre associato all'immagine di un mostro, a un'aberrazione umana creata con resti e membra di cadaveri rubati nei cimiteri. Il suo nome é per noi legato a un fantascientifico laboratorio in cui un pazzo scienziato, aiutato da un servitore, riporta in vita un mosaico di carne umana instillando in quelle fredde membra la scintilla vitale grazie alla corrente e all'energia provenienti da un fulmine. Questa iconografia relativa a Frankestein deriva dalle numerosissime trasposizioni cinematografiche che nel corso della storia del cinema si sono succedute, una dietro l'altra, nel vano tentativo di rendere visibile e vivo il capolavoro della Shelley. Ma i registi, trasformando e realizzando in celluloide le loro stravaganti idee, così facendo hanno offerto al pubblico un'immagine errata della storia. Sin dal primo cortometraggio (Frankestein del 1910, di James Searle Dawley), totale riscrittura dell'opera, le varie pellicole realizzate negli anni contengono elementi del romanzo talvolta modificati e adattati alla sceneggiatura, ma mai totalmente fedeli. Forse quella di Kenneth Branagh, film del 1994 con uno strepitoso Robert De Niro nei panni della Creatura, contiene una percentuale maggiore di fedeltà al romanzo, ma la fantasia del regista ne ha comunque modificato molti aspetti. E' un luogo comune quindi ritenere l'essere creato da Victor Frankestein l'incarnazione del male, la quinta essenza dell'odio e della violenza, la personificazione di quanto di più oscuro e meschino ci sia sulla faccia della Terra. In realtà l'anima della creatura forgiata nel laboratorio del chimico è originariamente buona, innocente e sensibile, il primo sentimento che l'accompagna non é l'odio o la vendetta, bensì l'amore: per la natura, per la bellezza, per la conoscenza e per l'arte, per la vita e per l'essere umano. Essa é infatti mossa dal desiderio di integrazione con il genere umano, più volte cerca il contatto e il dialogo, ma ad ogni gentilezza verso l'uomo é sempre ripagato con il disprezzo che la razza umana prova verso quello che ai suoi occhi appare sotto le sembianze di un abominevole ed orribilante mostro. Così, nonostante tutti i tentativi di ridurre le distanze tra sé e l'uomo, rifiutata dalla società per la sua mostruosità esteriore (la Shelley sottolinea il tema dell'apparenza), la Creatura é costretta a fuggire nei boschi, dove impara a sopravvivere ma anche a leggere e a scrivere come autodidatta, finendo per crearsi un vuoto intorno a sé fatto di terrore e di odio che la spinge prima ad allontanarsi da tutti i luoghi abitati e poi a uccidere gradualmente quei tanto odiati uomini che più volte avevano cercato di uccidere lei. L'amore nascosto negli anfratti del suo cuore però é talmente dirompente che a volte prende il sopravvento e lo induce un giorno al bisogno di raccontare la sua storia al suo creatore e "padrone". La Creatura così fa l'ultimo gesto di tornare dal suo creatore e incontra Victor implorandolo di creare un suo simile, di sesso femminile, una compagna con la quale possa vivere e sfuggire alla solitudine, sulla quale riversare tutto quell'amore e quella solidarietà che il genere umano aveva tanto vilmente rifiutato. Al rifiuto (l'ennesimo ricevuto nella sua esistenza) dello scienziato di ripetere quello che ormai ritiene un errore, la collera si impadronisce nuovamente di lui e lo spingerà ad ultimare la vendetta che sarà completa solo dopo la morte del giovane scienziato, trasformandolo così in un crudele killer. Nell'epilogo di questa vicenda però riemerge tutta l'umanità di quell'essere emarginato e disprezzato dalla società, e il compianto che si prova verso questo é massimo. Scopriamo quindi che la vera vittima non é Frankestein - che, nella sua ambizione, sete di conoscenza, desiderio di superare tramite la scienza le limitazioni umane e di raggiungere l'assoluta perfezione, vuole emulare Dio infondendo la vita nella materia inanimata, producendo invece un mostro che riempie Victor stesso di orrore e disgusto e che lo porterà a perdere a poco a poco tutto ciò di cui più caro ha al mondo per aver voluto oltrepassare il limite del consentito (qui é palese il riferimento a Prometeo) - ma la Creatura da lui plasmata dal momento che viene considerata da subito come diversa e non le si dà la benché minima possibilità di riscatto. L'orrore in Frankestein é da ricercare non nel mostro ma nell'uomo e nelle sue azioni, nei suoi intenti, non nell'essere senza nome che egli ha creato.
    Non é giusto categorizzare Frankestein come storia dell'orrore, né come storia di fantasmi che non appaiono minimamente nel romanzo. E' un romanzo gotico, poiché contiene alcuni elementi del genere, é una storia romantica dalle intense passioni (odio, disperazione, fallimento, vendetta, annientamento), ma é soprattutto una storia drammatica, una storia di dolore e di sciagure che nascono per le eccessive ambizioni e speranze di Victor von Frankestein. Nell'opera non c'é posto per il laboratorio fantascientifico dell'ambizioso scienziato ormai noto a tutti grazie alle versioni cinematografiche. Un laboratorio certamente c'é ma l'autrice parla più spesso di strumenti chimici, di duro lavoro, di galvanismo, senza mai però spingersi in approfondite descrizioni perché non é quello il punto centrale della storia, non é la fantascienza né l'horror che si vuole narrare, bensì uno degli aspetti della natura umana: l'infinita ambizione umana. Non c'é posto per Igor né per nessun altro servitore che accompagna Victor nelle "visite" notturne al cimitero per rubare cadaveri, così come non c'é posto per passionali scene d'amore, inserite solo per allungare il tutto, per consumare pellicola. Frankestein va ben oltre. E' un romanzo di riflessione, una tragedia che comincia lentamente sin dalle prime pagine, che lentamente si forma e si delinea fino ad aumentare d'intensità, fino a raggiungere l'apice per poi consumarsi nell'inevitabile fine. Certamente é un incubo perché Frankestein rappresenta le paure umane, il terrore di perdere ciò che ci é più caro, di vedere infranti i propri sogni e il proprio futuro. Ma il romanzo rappresenta anche i limiti a cui può spingersi l'uomo e la sua brama di manipolare la natura e le sue leggi, rappresenta i limiti che impongono all'uomo di abbandonare la sfida al normale corso dell'esistenza. Forse è giusto associare il nome di Frankestein alla figura del mostro, ma il mostro in realtà non é da ricercare nell'essere a cui lo scienziato non dà neanche un nome (prima umiliazione da egli subita), bensì nel creatore stesso, colui che "mette al mondo" qualcosa che doveva essere lasciato sottoterra, qualcosa che non avrebbe dovuto essere riportato in vita. E' Victor von Frankestein quindi il vero mostro, l'artefice del proprio destino e di quello dei suoi familiari, é lui stesso l'immagine della rovina, del crollo della sua "casa", intesa come famiglia e luogo di affetti; Victor piange sé stesso perché causa del suo male.
    Frankestein é quindi un romanzo psicologico e in pieno stile romantico per i temi trattati: l'aspirazione all'assoluto, il desiderio di affermare sé stessi e di creare dimenticando completamente i limiti umani, diventando come Dio. L'autrice, tramite il suo romanzo, si chiede se l'uomo é malvagio per natura. Per la Shelley non é così e infonde nella sua Creatura, nata da un blasfemo esperimento, umanità, delicatezza e amore. In una sorta di reminiscenza pirandelliana, la Creatura di Frankestein, dopo aver tentato invano di trasmettere il calore del suo cuore al mondo, si rassegna a rientrare nel "ruolo" che gli é stato assegnato dal destino, quello di mostro spietato, e dopo aver conosciuto nient'altro che disprezzo e abbandono, crudeltà e rifiuto, inizia ad agire come tutti si aspettano, diventando un terribile e vendicativo assassino. La Shelley vuole indicarci attraverso la figura della Creatura, diventata violenta solo quando non accettata, che è la società a corrompere gli uomini, per natura di buoni sentimenti. Il romanzo attacca l'orgoglio smisurato dell'uomo, che diventa vittima della sua stessa ambizione e, invece che in Dio, si trasforma egli stesso in un mostro. Questo é infatti l'intrinseco interrogativo che la scrittrice sembra voler lasciare al lettore: quale dei due protagonisti é il vero mostro?
    C'é da dire che uno degli ospiti di casa Godwin é Humphry Davy, famoso chimico sperimentatore. Mary si avvicina ai suoi trattati che portano lo stesso messaggio del professor Waldman di Ingolstadt (insegnante di Victor Frankestein all'università), ovvero che la scienza ha fatto molto per l'umanità ma può fare ancora di più. Così Victor dichiara di voler esplorare nuove vie, nuovi poteri fino ad arrivare ai misteri più profondi della creazione. L'autrice non ambisce però a spingersi tanto oltre, come dimostra la morale dell'opera. Secondo alcune interpretazioni cerca invece di avvertire il mondo dal pericolo del manipolare forze più grandi dell'uomo. Non va dimenticato che la Shelley vive nell'era del nascente capitalismo. Già il padre, William Godwin, aveva ravvisato il pericolo di anteporre gli scopi scientifici alle responsabilità sociali, dichiarando che la conoscenza sarebbe divenuta presto fredda senza la coerenza con l'umanità.
    La Creatura odia in primo luogo suo padre, che ritiene responsabile della sua infelicità, decidendo di privarlo di tutto ciò che egli ama e della sua stessa vita. Tutte le morti causate direttamente o indirettamente da Victor Frankestein sembrano assumere quindi un significato simbolico: William, il fratello minore di Victor, simboleggia l'innocenza; il padre di Victor rappresenta il simbolo della famiglia; Elizabeth, la moglie di Victor, é il simbolo dell'amore. La Creatura desidera che lo scienziato provi quel senso di vuoto e solitudine a cui egli stesso é stato costretto con il dono della vita e il rifiuto da parte degli uomini che lo reputano non solo diverso ma anche un mostro. I due si confrontano tra i ghiacci dell'Artico dove Victor, inizialmente all'inseguimento della sua creatura, si era rifugiato poi cercando di sfuggirgli, e dove, dopo aver narrato la loro storia con una lunga serie di flashback, entrambi muoiono.
    Il romanzo vuole sottolineare diversi temi che uniscono e caratterizzano sia il mostro che il genio:

    - le conseguenze dell'ambizione umana;
    - gli eccessi a cui porta la ricerca scientifica;
    - il bisogno primario di ogni essere di comunione, amore e accettazione;
    - la solitudine.

    Basterebbero da soli questi parallelismi così eccelsi e tanto complessi per proiettarci in quella che é la reale dimensione di quest'opera fondamentale ed unica, anche al di fuori del suo genere.
    A tutti gli effetti Mary Shelley fu considerata la vera madre dell'intero filone fantascientifico e il suo capolavoro continua ad avere un grande successo, tanto che vanta il maggior numero di tentativi d'imitazione, ristampe e trasposizioni sia teatrali che cinematografiche.








    Commento



    Frankestein é la creazione che distrugge, ma é anche un amore vissuto a metà.
    Dietro questa storia spettrale e coinvolgente, c'é la mano di una scrittrice che ha rivoluzionato la morale dell'Ottocento ed è riuscita a dar vita ad un romanzo che pone il desiderio dell'uomo alla pari con la possibilità dell'essere divino attraverso la creazione, che mette in risalto l'esigenza dell'uomo di sentirsi un Dio riuscendo a generare un essere che tenda alla perfezione. L'uomo però non é in grado di controllare un progetto tanto ambizioso e complicato come la creazione, e alla fine riesce a forgiare un mostro spaventoso che però, nonostante la sua apparenza, nasconde dentro di sé un'anima nobile.
    Superbo lo stile descrittivo della scrittrice.
    In questo splendido libro, accanto a immagini crude e violente, troviamo passaggi di una dolcezza e di una tenerezza da mozzare il fiato, momenti in cui la Creatura si "confonde" con lo splendido paesaggio naturale di boschi e pianure, rimanendone incantata.
    Un romanzo godibile dalla prima all'ultima pagina, con un crescendo di pathos e di dolore, di angoscia e di miseria, fino alla stasi finale, quando le tenebre inghiottono per sempre ogni traccia di ciò che fu.
    La parte iniziale dell'opera nulla anticipa, prepara o avvisa del sommesso fremito orrorifico che presto pervaderà il lettore. Sarà l'ambientazione tra i ghiacci, sarà la sensazione che il co-protagonista non é altro in realtà che la "spalla" dell'orrida Creatura, vera, indiscussa e incontrastata "stella" dell'intera narrazione, sarà che la vicenda si snoda in una serie di falsi piani temporali e narrativi, ma la magia di questo testo difficilmente é riproducibile, ed effettivamente mai é stata riprodotta, neppure in parte, nelle centinaia di tentativi di imitazione che si sono succedute nei secoli seguenti. Il romanzo infatti é stato definitivamente consegnato al mito della storia della letteratura, essendo in assoluto il capolavoro che vanta il maggior numero di imitazioni.
    Un romanzo insolito e sorprendente per il periodo, una storia indimenticabile sull'uomo e sulla vita.








    Interpretazione politico - civile



    Il fatto che la Creatura sia senza nome e sia comunque priva di individualità, può farla apparire, in un'ottica marxista, come il simbolo dell'emergente proletariato industriale. Fatto sta che i Tories radicali sfruttarono il mito letterario della Shelley come strumento di propaganda contro le tendenze ateiste e rivoluzionarie del tempo, ad esempio dichiarando che uno Stato senza una religione é come un corpo umano senz'anima. Del resto i conservatori avevano preso a modello la figura del Mostro, paragonata all'insurrezione sin dai tempi della Rivoluzione Francese.
    Per comprendere la Rivoluzione ed il successivo periodo napoleonico, Mary e Percy Shelley non rimasero chiusi negli ambienti radicali a cui erano abituati, ma lessero anche opere conservatrici e anti-giacobine come quelle di Edmund Burke, pervase dal senso di minaccia maligna legato alla Rivoluzione. Mary comunque dichiarò espressamente di sentirsi ben fiera di essersi schierata tra i riformatori, ma di non volere aver nulla a che fare con i radicali.








    Dibattito critico



    Certo é che nel Settecento e nell'Ottocento la scienza e la curiosità si spingevano a chiedere imitazione di corpi umani, dell'apparato circolatorio, della voce umana. Il problema della creazione artificiale della vita era centrale al tempo.
    Ma anche oggi non si può dire che ciò si sia concluso: la pecora Dolly e tutti gli esperimenti che vennero condotti sugli animali per tentare la clonazione, non sono eventi di secoli fa. Come nel romanzo Frankestein supera i confini umani posti dalla divinità ed é costretto ad un'esitenza travagliata e disperata, così anche attualmente, due secoli dopo, il problema e il dibattito Chiesa - clonazione sussiste e non é stato certamente abbattuto (sappiamo che la Chiesa condanna tali esperimenti).








    Adattamenti




    Cinematografia:

    Immensa la produzione cinematografica che trae spunto dal mitico "Mostro" dell'opera della Shelley. Il cinema infatti ha attinto a piene mani ai personaggi di quest'opera, tanto da produrre una quantità assai sostanziosa di film, dai riscontri molto diversificati di critica e di pubblico.
    Qui di seguito potete leggere la filmografia in ordine cronologico:

    - Frankestein, cortometraggio muto del 1910, di James Searle Dawley, prima versione cinematografica del romanzo della Shelley; (leggi sotto)

    - Life without soul, film di Joseph W. Smiley del 1915;

    - Il mostro di Frankestein, film del 1920 di Eugenio Testa;

    - Frankestein, del 1931, diretto da James Whale, primo film con Boris Karloff nei panni del Mostro, rimane uno dei più famosi; (leggi sotto)

    - La moglie di Frankestein, film del 1935, diretto sempre da James Whalee con Boris Karloff, seguito del precedente;

    - Il figlio di Frankestein, film del 1939, diretto da Rowland Vance Lee, terzo e ultimo film con Boris Karloff nei panni della Creatura e con Bela Lugosi nelle vesti di Ygor, assistente del dottor Frankestein;

    - Il terrore di Frankestein, film del 1942, diretto da Erle C. Kenton, con Lon Chaney jr e Bela Lugosi;

    - Frankestein contro l'Uomo Lupo, film del 1943, diretto da Roy William Neill, sempre con Bela Lugosi (questa volta nei panni della Creatura) e Lon Chaney jr (che reinterpreta il suo ruolo più famoso, l'Uomo Lupo);

    - Al di là del mistero: la casa di Frankestein (House of Frankestein), diretto da Erle C. Kenton nel 1944, dove tra i protagonisti troviamo anche Dracula, l'Uomo Lupo e un gobbo assassino;

    - La maschera di Frankestein, film del 1957, diretto da Terence Fisher;

    - La strage di Frankestein, film del 1957, diretto da Herbert L. Strock;

    - Frankestein 1970, film del 1958, diretto da Howard W. Koch, con Boris Karloff questa volta nel ruolo del dottore;

    - La vendetta di Frankestein, film del 1958, diretto da Terence Fisher;

    - La figlia di Frankestein, film di Richard E. Cunha del 1958;

    - La rivolta di Frankestein, film del 1964, diretto da Freddie Francis;

    - Frankestein alla conquista della Terra, film del 1965, diretto da Inoshiro Honda;

    - Jesse James meets Frankestein's daughter, film di William Beaudine del 1966;

    - La maledizione di Frankestein, film del 1967, diretto da Terence Fisher;

    - Distruggete Frankestein!, film del 1969, diretto da Terence Fisher;

    - Gli orrori di Frankestein, film del 1970, diretto da Jimmy Sangster, con Christopher Lee e Peter Cushing;

    - Lady Frankestein, film del 1971, diretto da Mel Welles e Aureliano Luppi;

    - Dracula contro Frankestein (Dracula vs Frankestein), del 1971, diretto da Jesùs Franco e Al Adamson, con Lon Chaney jr nel suo ultimo film;

    - Lady Frankestein, film di Ernst Von Theumer del 1971;

    - Il castello della paura, film di Robert H. Oliver del 1973;

    - Frankestein 1980, film di Mario Mancini del 1973;

    - Frankestein: the true story, film di Jack Smight del 1973;

    - Frankestein e il mostro dell'inferno, film del 1974 diretto da Terence Fisher;

    - Frankestein: Il mostro é in tavola...Barone Frankestein, film dell'italiano Anthony M. Dawson (vero nome Antonio Margheriti) e di Paul Morrisey del 1974, con Dalila di Lazzaro;

    - Blackenstein, film di William A. Levey del 1974, con John Hart, Ivory Stone e Joe De Sue;

    - Victor Frankestein film di Calvin Floyd del 1977;

    - L'isola del Dottor Frankestein, del 1981;

    - Frankestein 90, film di Alan Jessua del 1984;

    - Transylvania 6-5000 - Una notte in Transylvania, film di Rudy Di Luca del 1985;

    - La sposa promessa, film del Franc Roddam del 1985, con la partecipazione del cantante Sting;

    - The vendicator, film di Jean-Claude Lord del 1986;

    - Lo strano caso del Dottor Frankestein, film di Deborah Roberts del 1988;

    - Frankestein oltre le frontiere del tempo, film del 1990 diretto da Roger Corman;

    - Frankestein 2000, film di Joe D'Amato del 1991;

    - Frankestein di Mary Shelley, film del 1994 diretto da Kenneth Branagh, che inoltre interpreta il ruolo di Victor Frankestein, con Robert De Niro nei panni della Creatura, forse il più fedele alla trama originale del romanzo; (leggi sotto)

    - Vampire Girl vs Frankestein Girl, film di Yoshihiro Nishimura del 2009.






    Parodie:

    - Il cervello di Frankestein, film del 1948 diretto da Charles T. Burton, in cui Gianni e Pinotto, ovvero gli attori Bud Abbott e Lou Costello, si scontrano con la Creatura;

    - Frankestein Junior, parodia di Mel Brooks del 1974, girata in bianco e nero, con Gene Wilder; (leggi sotto)

    - Frankestein all'italiana - Prendimi, straziami che brucio di passione, una brutta copia del 1975, creato sulla falsariga di Frankestein Junior da Armando Crispino;

    - Frankenweenie, cortometraggio di Tim Burton del 1984.






    Animazione:

    - Kyofu densetsu: Kaiki! Furankenshutain, film tv del 1981 diretto da Yugo Serikawa;

    - La famiglia Addams, versione animata del celebre telefilm dove il personaggio del maggiordomo Lurch é chiaramente ispirata alla Creatura;

    - Carletto, il principe dei mostri, dove c'è una simpatica versione del Mostro chiamata Frank che dice sempre Me-he-he.






    Adattamenti vari:

    - Frankestein: an Adventure in the Macabre, adattamento teatrale del romanzo della Shelley, di Peggy Webling, del 1927 (a cui si ispira anche il film Frankestein di James Whale del 1931);

    - The Rocky Horror Picture Show, celebre musical del 1975 diretto da Jim Sharman, reinterpretazione musicale del mito di Frankestein;

    - Gothic, film del 1986 diretto da Ken Russell, che racconta della notte nella villa di Byron durante la quale la Shelley avrebbe "pensato" il suo Frankestein;

    - Demoni e Dei, film del 1998 di Bill Condon, in cui si racconta la vita di James Whale e il suo rapporto con il film Frankestein da lui diretto nel 1931;

    - Lo spirito dell'alveare, film del 1973 diretto da Victor Erice, in cui due bambine guardano in un cinema il film di Frankestein e si convincono che la Creatura esista;

    - Frankestein, miniserie televisiva del 2004;

    - Alvin Superstar, film del 2007, dove c'é l'incontro tra il protagonista e la Creatura;

    - Young Frankestein, divertente musical ideato da Mel Brooks e diretto da Susan Stroman, autrice anche delle coreografie, ispirato al celebre film-parodia omonimo Frankestein Junior (1974) dello stesso Brooks. Lo spettacolo é tutt'oggi in scena;

    - la sceneggiatura del film La pelle che abito (2011) del regista spagnolo Pedro Almodovar, presentato al Festival del Cinema di Venezia del 2011, con Antonio Banderas ed Elena Anaya, pellicola tra toni thriller-horror, ricorda per certi aspetti la trama di Frankestein. Tante sono le citazioni, più o meno volute, di classici e altri registi, a partire proprio dal film Frankestein di James Whale (1931):
    Trama: Il dottor Robert Ledgard é uno stimato chirurgo plastico che, da quando sua moglie é morta in seguito alle bruciature patite in un incidente d'auto, ha uno scopo unico: inanellando anni di ricerche e sperimentazioni, ottenere una pelle nuova, sensibile alle carezze ma non attaccabile da fuoco e/o altre aggressioni esterne. Ma il dottor Ledgard é un uomo completamente amorale, tanto elegante quanto mostruoso, e non si pone il minimo scrupolo ad utilizzare per i suoi studi una cavia umana, sulla quale impianta pezzi di pelle come se fosse il suo Frankestein. Ma la "creatura" che ne viene fuori é tutt'altro che mostruosa, ha femminee ed avvenenti sembianze e viene chiamata Vera, paradosso almodovariano visto che dagli angoli della bocca al mignolo del piede é tutt'altro che vera...
    Inoltre il film racconta anche l'orribile vendetta del cinico chirurgo che punisce il ragazzo che gli ha violentato la figlia.


    - Tutte le storie di Frankestein, antologia curata da Stephen Jones nel 1994, che racchiude racconti che hanno come tema la Creatura del dottor Frankestein e le sue varie interpretazioni;

    - Scrivere come Frankestein. Elementi di chirurgia testuale, di Vittorio Caratozzolo, (Molfetta, La Meridiana, 2007).








    Alcuni degli adattamenti cinematografici più famosi in dettaglio



    Frankestein (1910)

    E' un cortometraggio muto del 1910 prodotto dalla Edison Studios, scritto e diretto da James Searle Dawley. Fu il primo adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo della Shelley, girato in tre giorni negli studi della Edison a New York, nel Bronx. La trama é abbastanza simile all'opera letteraria tranne che per il finale. Anche se alcune fonti vedono come regista del film Thomas Edison, in realtà lui non diresse mai uno dei film prodotti dalla sua compagnia.
    Per molti anni il film si credette perso, si possedeva solo un'immagine di Ogle (l'attore che interpretò il ruolo del Mostro) in costume e una descrizione della trama prese da un catalogo di film della Edison. Negli anni Cinquanta una copia del film fu acquistata da un collezionista del Wisconsin, Alois Dettlaff (1921-2005), che non comprese la rarità del film sino a molti anni dopo. La sua esistenza fu rivelata solo verso la metà degli anni Settanta e, nonostante la pellicola fosse leggermente deteriorata, era in condizioni di essere proiettata.
    Nel 2003 questo particolare adattamento del romanzo ispirò la realizzazione di un romanzo illustrato di 40 pagine scritto da Chris Yambar e illustrato da Robb Bihun. Per mantenere l'atmosfera del film, i disegni furono realizzati in bianco e nero e senza dialoghi, e la storia fu raccontata attraverso una narrazione.


    Trama

    Frankestein é un giovane studente di medicina, rappresentato come una sorta di alchimista, che crea una specie di essere umano in una densa nube di fumo e che, dopo aver visto la sua creazione, sviene. La Creatura sparisce misteriosamente per poi ricomparire alla vigilia delle nozze del dottore per tormentarlo. Ma in quest'occasione si guarda allo specchio e sconvolto dalla sua immagine scappa per poi ritornare e insidiare la promessa. Il dottore però lo affronta e il Mostro, commosso dall'amore tra i due giovani, fugge, svanendo definitivamente nello specchio della camera del suo creatore. Durante tutto il film il povero scienziato viene inseguito dalla creatura che però non sembra voglia ucciderlo ma solo divertirsi spaventandolo. Questo happy end adottato dal regista risulta in netto contrasto con i toni cupi dell'intera pellicola.



    Credits

    Titolo originale: Frankestein
    Paese: USA
    Anno: 1910
    Durata: 13 minuti
    Colore: bianco e nero, colore
    Audio: muto
    Rapporto: 1,33:1
    Genere: horror
    Regia: James Searle Dawley
    Soggetto: Mary Shelley (romanzo)
    Sceneggiatura: James Searle Dawley
    Produttore: Edison Studios
    Interpreti e Personaggi: Augustus Phillips (Dottor Frankestein); Charles Ogle (la Creatura); Mary Fuller (Elizabeth). Il cast non é accreditato.






    Frankestein (1931)

    Film horror-fantascientifico del 1931 diretto da James Whale, tratto dall'omonimo romanzo della Shelley e dal suo adattamento teatrale del 1927 Frankestein: an Adventure in the Macabre di Peggy Webling. Considerato il capolavoro di Whale (insieme a L'Uomo Invisibile del 1933), nel 1991 la pellicola é stata scelta per essere preservata nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. Nel 1998 l'American Film Institute l'ha inserita all'87° posto della classifica dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi.
    Collaboratore alla prima stesura del soggetto e primo candidato regista fu il franco-americano Robert Florey, a cui si deve il permanere, nell'edizione finale, di un evidente debito nei confronti dell'Espressionismo tedesco. Fu poi scelto invece Whale, regista di origini inglesi, a cui si devono le scelte di Boris Karloff, del tormentato Colin Clive, che aveva già diretto nel lavoro teatrale Journey's End) e di Mae Clarke, che aveva interpretato la parte di una prostituta nel suo film Waterloo Bridge.
    Alla Universal Pictures, casa di produzione del film, naturale candidato al ruolo del Mostro, dopo il successo nel film Dracula, era Bela Lugosi, attore di origini magiare che, pur avendo effettuato dei provini, ritenne che un personaggio muto - nonostante gli effetti comici prodotti dal suo inglese - e che avrebbe reso irriconoscibile il suo volto, non rendesse sufficiente giustizia alla sua recente fama.
    Il trucco del Mostro, anche se i meriti devono essere divisi con Whale, si deve a Jack Pierce, mago del trucco Universal, poi creatore anche dei make-up per L'Uomo Lupo e La Mummia: a lui si debbono infatti la testa piatta, troncata alla sommità, l'osso frontale e le sopracciglia del Mostro, ottenute con la sovrapposizione di strati di mastice, cotone e collodio. Per esaltare le fosse sulle guance, Karloff dovette sottoporsi anche all'estrazione di un ponte dentale. Le operazioni di trucco e strucco richiedevano quotidianamente quasi quattro ore. Le due appendici metalliche ai lati del collo, comunemente ritenute chiodi, sono in realtà elettrodi da cui il Mostro doveva ricavare l'energia vitale.
    Oltre all'introduzione iniziale, voluta dal produttore Carl Laemmle Jr., per vincere la resistenza canadese alla diffusione del film sul proprio territorio (divieto che si ebbe anche in Svezia, Cecoslovacchia e Australia), altri elementi aiutano ad illustrare l'audacia del film per quei tempi: dal 1937, improvvisamente, le scene in cui il Mostro lancia in acqua la bambina, provocandone la morte, e in cui il Dottor Frankestein, dopo aver dato vita alla sua Creatura, esclama Ora so cosa significa essere Dio, scomparvero dalle pellicole proiettate nelle sale e successivamente anche da quelle trasmesse in televisione.
    La pellicola fu seguita da una serie di film cominciando da La moglie di Frankestein del 1935, considerato da alcuni il miglior film della serie (anche per il fatto che qui la Creatura parla), dove Elsa Lanchester interpreta la sposa di Frankestein. Nel 1939 fu prodotto il secondo sequel, Il figlio di Frankestein, dove Karloff interpreta il Mostro per l'ultima volta. La serie continuò e si concluse nel 1948 con Il cervello di Frankestein di Charles Barton, con Bela Lugosi nei panni di Ygor, assistente del dottor Frankestein. Il film di Mel Brooks Frankestein Junior (1974) é la parodia dei primi tre film della serie (quelli con la regia di Whale).


    Trama

    L'ambizioso Dottor Henry Frankestein, aiutato dal fedele servo gobbo Fritz, inizia a recuperare resti di cadaveri umani da cimiteri per cimentarsi nel folle progetto di ricreare la vita in un corpo di sua creazione. La fidanzata Elizabeth, preoccupata per lo stato mentale dell'amato, chiede aiuto al migliore amico di Henry, Victor Moritz, e al suo ex insegnante, il Dottor Waldman, per farlo tornare alla ragione. Ma é ormai troppo tardi: infatti Frankestein porta in vita la Creatura fatta di pezzi di cadavere attraverso l'elettricità dei fulmini di una tempesta. Presto però lui e Waldman scoprono con orrore che il cervello, rubato da Fritz e inserito nella Creatura, é in realtà quello di un criminale omicida. Infatti essa diventa subito aggressiva appena vede il fuoco della torcia di Fritz, costringendo il suo creatore a rinchiuderla in una stanza. Fritz continua però a stuzzicarla finché questa si ribella e lo uccide. Waldman e Frankestein l'addormentano drogandola con un siero. Elizabeth e il padre di Frankestein decidono di tenere lontano Henry dal suo laboratorio, mentre Waldman si sarebbe occupato di dstruggere il Mostro e le creazioni del giovane scienziato. Ma il Mostro si risveglia e lo uccide strangolandolo, per poi fuggire dal laboratorio e seminare il panico nel villaggio, dopo aver annegato per sbaglio una bambina. Poi si reca al matrimonio di Frankestein ed Elizabeth, mandando in stato di shock quest'ultima. Henry si prende le proprie responsabilità e decide di distruggere la sua Creatura alzando una folla di abitanti infuriati. Durante la caccia il Mostro cattura Frankestein e lo porta in un mulino a vento abbandonato, dove la folla li raggiunge ma non riesce ad entrare all'interno. Lo scienziato si confronta così con il Mostro che lo butta giù dal mulino, ma incredibilmente sopravvive. La folla inferocita allora dà fuoco al mulino, dove la Creatura viene apparentemente inghiottita dalle fiamme.



    Differenze tra romanzo e film

    Nel romanzo la crudeltà della Creatura é il risultato dei maltrattamenti subiti, il film invece aggiunge come motivazione il fatto che Fritz ha fornito al dottore un cervello imperfetto.
    Cambiano alcuni nomi: nel film Victor diventa Henry e Henry Clerval diventa Victor Moritz. Nel romanzo c'è una donna che lavora per la famiglia Frankestein, Justine Moritz.


    Credits

    Titolo originale: Frankestein
    Paese: USA
    Anno: 1931
    Durata: 71 minuti
    Colore: bianco e nero
    Audio: sonoro
    Genere: horror
    Soggetto: Mary Shelley (romanzo), Peggy Webling (opera teatrale), John L. Balderston (adattamento)
    Sceneggiatura: Francis Edward Faragoh, Garrett Fort
    Produttore: Carl Laemmle Jr.
    Casa di produzione: Universal Studios
    Fotografia: Arthur Edeson
    Montaggio: Clarence Kolster
    Effetti speciali: John P. Fulton
    Musiche: Bernhard Kaun
    Scenografia: Herman Rosse
    Trucco: Jack Pierce
    Interpreti e Personaggi: Colin Clive ( Dr. Henry Frankestein), Boris Karloff (la Creatura), Mae Clarke (Elizabeth), Edward Van Sloane (Dr. Waldman), Frederick Kerr (Barone Frankestein), Dwight Frye (Fritz), John Boles (Victor Moritz), Lionel Belmore (Herr Vogel, il sindaco), Marilyn Harrs (la piccola Maria).






    Frankestein Junior (1974)

    Capolavoro comico (divertentissimo e non pauroso) sul mito di Frankestein, quarto film diretto da Mel Brooks, che é anche autore della sceneggiatura insieme a Paul Oxon e al protagonista Gene Wilder, e campione d'incassi nel 1975, la pellicola é ispirata al racconto della Shelley e ai celebri film in bianco e nero dell'epoca, in particolare a Frankestein di James Whale (1931) e al suo seguito La moglie di Frankestein, ma in generale a tutte le altre pellicole dedicate alla famosa Creatura. E' interamente girato in bianco e nero, adottando una fotografia e uno stile anni venti, giocando anche sulle transizioni tra una scena e l'altra proprio per riprendere anche esteticamente i toni del film di Whale, intento raggiunto utilizzando perfino gli identici studi di ripresa e le attrezzature di scena del film originale, ricollocate nelle stesse posizioni.
    Nel 2000 l'AFI lo ha inserito al tredicesimo posto nella classifica delle migliori cento commedie americane di tutti i tempi, e nel 2003 é stato scelto per la preservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. In Italia, con 500.000 copie vendute, risulta essere il dvd classico di maggior successo nella storia dell'home video. Splendide le interpretazioni di Marty Feldman nei panni di Igor, qui in una delle sue più celebri e riuscite interpretazioni, e di Gene Hackman nei panni di un eremita.
    Parodia meglio riuscita su un classico dell'orrore, é probabilmente anche il più bel film di Mel Brooks (sceneggiato con Wilder). La critica ha intravisto le somiglianze con i film di James Whale affermando che non si tratta di una reale parodia, ma di una rivisitazione critica della storia scritta dalla Shelley.




    Trama

    New York, Stati Uniti, 1900.
    Il giovane medico e celebre professore universitario Frederick Frankestein, nipote del tristemente noto Barone Viktor von Frankestein, eredita dal nonno il castello di famiglia in Transilvania. Frederick, che ha modificato la pronuncia del proprio cognome in Frankestin per distinguersi dal suo antenato - del quale rigetta le teorie mediche considerandole assurde - nonostante un forte scetticismo e il disprezzo per gli esperimenti del nonno, si reca in Romania, nell'antica dimora, dove incontra l'imprevedibile aiutante gobbo Igor, nipote del vecchio assistente del nonno, la procace assistente Inga e la sinistra e misteriosa Frau Blucher, un tempo amante del barone che, tramite un sotterfugio, fa ritrovare a Frederick il laboratorio, teatro di terribili esperimenti, e gli appunti del nonno. Frederick, ricredendosi sulle proprie idee, con l'aiuto di Igor e Inga, tra una gag e l'altra, cerca anche lui di dar vita a una nuova creatura, riuscendoci. Ma il risultato non sarà quello sperato: infatti, a causa di un errore di Igor, le viene impiantato un cervello anormale invece di quello dello "scienziato e santo" Hans Delbruck e la situazione sfugge al controllo di Frederick. In seguito a varie peripezie la Creatura fugge dal castello, incontrando prima una bambina e poi un eremita cieco che gli dice di chiamarsi Abelardo e che, credendo di avere a che fare con un muto, tenta maldestramente di offrirgli la cena e di accendergli un sigaro, ma il Mostro, spaventato dal fuoco, scappa. Alla fine Frederick riesce a recuperarlo e lo convince di essere una creatura buona e, per dimostrarlo anche alle altre persone, organizza un'esibizione teatrale in cui lui e la Creatura si esibiscono in un numero di tip tap davanti a un pubblico di scienziati scettici. Lo spettacolo inizia perfettamente ma la Creatura, spaventata da un inizio di incendio sul palcoscenico, fugge di nuovo e viene catturata dalla polizia ed incatenata in carcere. Dopo esser stata tormentata da un secondino sadico che la terrorizza col fuoco, la Creatura s'infuria e scappa nuovamente, rapisce la fidanzata di Frederick, Elizabeth, arrivata in Transilvania per un'inaspettata visita al fidanzato, e la possiede. Questa non se ne dispiace affatto anzi, s'innamora della Creatura per la sua disumana resistenza sessuale e per il suo enorme organo genitale (citato come Schwanstucker o Schwanzstuck, un gioco di parole yiddish da Schwanz - che significa "coda" e che é anche il termine gergale tedesco per l'organo genitale maschile - e Stuck - pezzo). Intanto i paesani, guidati dal rigido ispettore Kemp, danno la caccia al Mostro. Frederick, nel disperato tentativo di riavere la Creatura e correggere i suoi errori, suona la magica musica dei Frankestein, che ammalia il Mostro e lo fa tornare al castello. Proprio nel momento in cui la folla guidata da Kemp irrompe nel laboratorio, Fredrick trasferisce parte del suo intelletto stabilizzatore nella Creatura con un'ardita operazione di "travaso" della personalità dal creatore alla sua creazione. Questa riesce così con il suo eccellente ragionamento a discutere e poi a placare la folla.
    Il film ha un lieto fine, con la cessata minaccia per gli abitanti della zona da parte della Creatura e con due felici storie d'amore: Elizabeth si sposa con la Creatura, diventata erudita e dai gusti sofisticati, mentre Inga sposa Frederick, scoprendo con gioia ciò che il suo neo-marito ha avuto in cambio dal Mostro durante la procedura di trasferimento...lo Schwanzstuck.



    Scene tagliate

    Alcune scene realizzate, anche per scelta del regista e autore, vennero tolte dalla pellicola, ma sono state comunque conservate anche se risultano poco note a molti:

    - Il testamento: il testamento del Barone Frankestein, alla cui lettura sono presenti, oltre al notaio, diversi familiari, prevede che i beni del defunto siano divisi tra i parenti presenti solo nel caso non vi sia alcun nipote medico che si sia distinto nel campo. Con gran dispiacere dei possibili eredi, l'improbabile clausola si avvera e il notaio certifica che il nipote é l'unico erede.

    - Il mendicante: Frederick passeggia con il notaio che cerca di persuaderlo ad accettare l'eredità. Passando a fianco di un mendicante che suona con il violino il motivetto dei Frankestein, Frederick prende il violino in prestito e lo rompe in due, negando di averlo fatto, quindi accetta di andare in Transilvania. In tutto ciò il notaio con gioia riconosce il "vero spirito dei Frankestein".

    - L'arrivo dell'ispettore Kemp: l'ispettore di Polizia si presenta al castello del Barone Frankestein e viene accolto da un'innervosita Inga e dall'apparentemente calmo, ma maldestro, Frederick che lo invita ad accomodarsi nello studio.

    - L'incontro con il bandito Jack Sprat: un bandito (interpretato da Mel Brooks) cerca inutilmente di rapinare la Creatura. La scena, quasi demenziale, si discosta dalla comicità della pellicola.

    - Discussione intellettuale: breve discussione tra Frederick e la sua assistente Inga, che segna l'inizio della loro relazione. In questa scena si sottolinea come Frederick metta la scienza davanti ai propri sentimenti.

    - Visita a tarda notte: nel cuore della notte Frederick, che per tutta la scena sta in ginocchio, bussa alla porta di Inga dicendole che passava di lì e che ha pensato di fermarsi per fare una discussione filosofica.

    - La parata degli attori: gli attori e le comparse del film scendono una scalinata e sfilano davanti alla cinepresa. Per ultimi Gene Wilder e Mel Brooks.



    Riconoscimenti


    Premio Oscar 1975:

    - nomination Miglior sceneggiatura non originale a Mel Brooks e Gene Wilder;
    - nomination Miglior sonoro a Richard Portman e Gene S. Cantamessa.


    Golden Globe 1975:

    - nomination Miglior attrice in un film drammatico a Cloris Leachman;
    - nomination Miglior attrice non protagonista a Madeline Kahn.


    Saturn Award 1976:

    - Miglior film horror;
    - Miglior regia a Mel Brooks;
    - Miglior attore non protagonista a Marty Feldman;
    - Miglior scenografia a Robert De Vestel e Dale Hennesy;
    - Miglior trucco a William Tuttle.


    Credits

    Titolo originale: Young Frankestein
    Paese: USA
    Anno: 1974
    Durata: 106 minuti
    Colore: bianco e nero
    Audio: sonoro
    Genere: commedia, parodia
    Regia: Mel Brooks
    Soggetto: Mary Shelley (romanzo), Gene Wilder, Mel Brooks
    Sceneggiatura: Mel Brooks, Gene Wilder
    Produttore: Michael Gruskoff
    Fotografia: Gerald Hirschfeld
    Montaggio: John C. Howard
    Effetti speciali: Hal Millar, Henry Miller Jr.
    Musiche: John Morris
    Sonoro: Richard Portman, Gene S. Cantamessa
    Scenografia: Robert de Vestel, Dale Hennesy
    Trucco: William Tuttle
    Interpreti e Personaggi: Gene Wilder (Frederick Frankestein), Marty Feldman (Igor), Peter Boyle (la Creatura), Madeline Kahn (Elizabeth), Cloris Leachman (Frau Blucher), Teri Garr (Inga), Kenneth Mars (Hans Wilhelm Friederich Kemp), Richard Haydn (Hell Falkstein), Liam Dunn (Hilltop), Danny Goldman (studente in medicina), Gene Hackman (eremita), Oscar Beregi (carceriere, Arthur Malet (cittadino anziano), Michael Fox (giovane del villaggio), Rolfe Sedan, John Dennis, Norbert Schiller, Lou Cutell (abitanti del villaggio).






    Frankestein di Mary Shelley (1994)

    Film del 1994 diretto e interpretato da Kenneth Branagh. Ultima trasposizione cinematografica sul mito di Frankestein, decisamente fedele al libro della Shelley, a differenza delle altre trasposizioni cinematografiche. La pellicola fa parte di una serie di classici horror che furono prodotti negli anni novanta dalla Tristar Pictures, tra i quali figurano Dracula di Bram Stoker (1992), Wolf - la belva é fuori (1994) e Mary Reilly (1996). I due protagonisti, Victor Frankestein e la sua Creatura rianimata, sono rispettivamente interpretati dallo stesso Branagh e da un grande Robert De Niro.


    Trama

    Il giovane Victor Frankestein, studente di medicina, sconvolto dalla morte di parto della madre, approfondisce i suoi studi e crea un essere vivente tessuto con pezzi di cadavere. Questo, colto dall'ira e dal dolore per essere stato abbandonato dal suo creatore e poi scacciato da una famiglia contadina che aiutava, perseguita Victor uccidendo quelli che ama e poi spingendolo sino al Polo Nord, dove muore nonostante sia stato soccorso dall'equipaggio del Capitano Robert Walton.



    Differenze tra romanzo e film

    - Nel romanzo la Creatura ha occhi acquosi bianco-grigiastri e capelli neri fluenti; nel film gli occhi non potevano essere resi cadaverici, inoltre essa é calva o quasi.

    - Robert Walton, al Polo, nel romanzo vede prima la Creatura e poi Victor, mentre nel film avviene il contrario.

    - Caroline Beaufort Frankestein, madre di Victor, nel romanzo muore di scarlattina trasmessa dalla nipote Elizabeth Lavenza (futura moglie di Victor), invece nel film muore di parto mentre dà alla luce William.

    - Victor Frankestein ed Henry Clerval nel romanzo sono amici di vecchia data, mentre nel film si conoscono all'università di Ingolstadt, in Germania.

    - Nel film si sostiene che il Professor Waldman sia stato il primo a creare una creatura tessuta e "cucita" da pezzi di cadavere, in seguito defunta, mentre nel romanzo non c'è traccia di ciò.

    - Victor, sia nel romanzo che nel film, promette alla Creatura un esemplare femminile. Nel romanzo lo costruisce e poi lo distrugge prima di animarlo mentre si trova in territorio inglese insieme all'amico Clerval, ufficialmente per motivi di studio; nel film invece esegue il lavoro a Ginevra "tessendo", in preda alla disperazione per la morte della propria amata, pezzi di Elizabeth con quelli di Justine Moritz, figlia della domestica della famiglia Frankestein, entrambe morte per mano della Creatura. L'esemplare femminile é un richiamo al film La Moglie di Frankestein.

    - Elizabeth, uccisa dalla Creatura, contrariamente al romanzo, viene "svegliata" da Victor dopo esser stata "cucita" alle parti di Justine Moritz che, sia nel libro che nel film, viene ingiustamente accusata di essere l'assassina del piccolo William e perciò condannata a morte.

    - Nel romanzo Victor ha rapporti cordiali con il Professor Krempe, mentre nel film i due hanno continui e aspri conflitti.

    - Il padre di Victor, Alfonso Frankestein, nel romanzo é un influente uomo politico di Ginevra, che esercita un vasto potere su tutto il cantone svizzero, mentre nel film é rappresentato come un medico quasi in ritiro.

    - Il film ignora la figura, seppur marginale del romanzo, di Ernest Frankestein, il secondo dei figli di Alfonso Frankestein e primo tra i fratelli minori di Victor.

    - Nel film vengono tralasciati diversi aspetti riguardanti la famiglia dei contadini presso i quali si rifugia la Creatura, come il fatto di essere in realtà degli esiliati, e la figura di Safie nella versione cinematografica non compare.

    - Nel romanzo Victor ha creato la compagna della Creatura all'estero, quindi il film non accenna alla morte di Clerval e alla convalescenza di Victor in una prigione irlandese.

    - Nel romanzo la Creatura piange sulla tomba di Victor e giura il suicidio, nel film invece si dà la morte dando fuoco alla pira (leggi "note" sotto) del suo creatore, abbracciandosi al cadavere di suo "padre".


    Credits

    Titolo originale: Mary Shelley's Frankestein
    Paese: Gran Bretagna, Giappone, USA
    Anno: 1994
    Durata: 123 minuti
    Colore: colore
    Audio: sonoro
    Genere: drammatico, horror
    Regia: Kenneth Branagh
    Soggetto: Mary Shelley
    Sceneggiatura: Frank Darabont, Steph Lady
    Produttore: Francis Ford Coppola, James V. Hart, John Veitch
    Fotografia: Roger Pratt
    Montaggio: Andrew Marcus
    Musiche: Patrick Doyle
    Interpreti e personaggi: Kenneth Branagh (Victor Frankestein), Robert De Niro (la Creatura), Tom Hulce (Henry Clerval), Helena Bonham Carter (Elizabeth), Aidan Quinn (Robert Walton), Ian Holm (Alfonso Frankestein), Richard Briers (De Lacey), John Cleese (Professor Waldman), Robert Hardy (Professor Krempe), Cherie Lunghi (Caroline Beaufort Frankestein), Trevyn McDowell (Justine Moritz).








    NOTE

    Onirico: relativo al sogno, che ha le caratteristiche del sogno.

    Ybris: nell'antica Grecia, presunzione di forza, di potenza, propria dell'uomo che offende gli dei e ne provoca la vendetta.

    Empietà: mancanza di venerazione e di rispetto verso ciò che é ritenuto sacro e l'atto conseguente; mancanza di rispetto e di pietà verso gli uomini e atto conseguente.

    Pira: catasta di legna per cremare i cadaveri; anche, rogo come strumento di morte.











    (Fonti delle notizie: Wikipedia; Libri da leggere di D. Imperi; SherlockMagazine; laFeltrinelli.it; I Classici; Skuola.net; RecensioneLibro.it; Studenti.It; Sololibri-net)

    Edited by dezda26 - 16/10/2011, 16:47
     
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