Il Destino

e le tecniche di Grotowski in GnK

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  1. dezda26
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    IL DESTINO





    Quest'opera, presente nel volume n. 4 di GnK, é lo spettacolo presentato dalla Compagnia Unicorno, di Hokkaido, al Concorso Nazionale di Recitazione. Inizialmente classificatosi al terzo posto, dopo la squalifica della Compagnia Tsukikage e il conseguente primo posto delle Ondine, la Unicorno conquisterà il secondo posto.
    La recitazione della Compagnia Unicorno stupisce fin dall'inizio in quanto, usando i corpi per rappresentare gli oggetti naturali dello sfondo, riescono molto bene a esprimere il mistero della vita e suggeriscono nello stesso tempo in maniera inquietante gli avvenimenti futuri.
    L'unica ragazza del gruppo, Keiko Ninomiya, recita in ben tre ruoli.
    Il successo é tale da far chiedere il bis dal pubblico, cosa insolita in un concorso nazionale di recitazione.
    Durante questo concorso, i membri delle Compagnie Tsukikage e Unicorno diventano amici e in futuro inizieranno una lunga collaborazione lavorativa, recitando insieme.






    Trama



    Hans, un ragazzo di campagna in cerca di successo in carriera, lascia il suo villaggio per andare in una grande città, Ekundra, abbandonando i genitori e la fidanzata Maria. La ragazza, disperata, ricorda al fidanzato che lui ama il suo villaggio e la sua natura meravigliosa e che anche loro, il villaggio, le montagne, i fiumi, i prati, lo amano; non potrà mai sfuggire a quest'amore perché é il suo destino. Ma Hans é irremovibile nella sua decisione, la povera Maria gli dice che lo aspetterà per sempre.
    Nel suo cammino Hans arriva in un punto in cui si incrociano tre vie: quale sarà la strada che porta a Ekundra? Compare uno strano vecchio che dice ad Hans che le tre strade lo porteranno tutte a Ekundra ma nel contempo nessuna lo condurrà lì, quindi gli consiglia di scegliere con prudenza il suo destino.
    Il ragazzo decide di prendere la strada di destra: é un'autostrada; il giovane si sente fortunato perché potrà fare l'autostop fino a Ekundra. Si ferma un gruppo di centauri il cui covo si trova proprio nella città in cui é diretto il giovane. Hans sale in moto e, ad una velocità di almeno cento chilometri orari, il gruppo parte. Giunto al termine della strada a destra, una vita da killer coperta di sangue attendeva il ragazzo che si pente di aver scelto quella via e vorrebbe tornare indietro.
    Come destatosi da un sogno, si ritrova davanti alle tre vie del destino. Sceglie la strada a sinistra. Ma anche la seconda via conduce a una vita dissoluta in compagnia di una contessa che lo avrebbe condotto alla rovina e ad un epilogo tragico.
    Il destino che lo attende invece percorrendo la via di mezzo, é la gloria di una star. Ma per la ricchezza e per la fama, il prezzo da pagare é quello della libertà, dell'amore e della serenità. Passano giorni vuoti tra stanchezza e ira, tra lacrime, sorrisi, canzoni e balli, tra facezie e momenti seri. Hans vorrebbe ancora cambiare il suo destino e tornare indietro.
    Ancora una volta si ritrova di fronte l'incrocio del destino.
    Erano tutti sogni quelli vissuti dal ragazzo, che finalmente comprende il significato delle parole del vecchio e decide quindi di tornare a casa, al suo paese dove sa che trascorrerà una vita felice con la sua Maria, in mezzo alle montagne, ai fiumi e ai prati da lui tanto amati. La felicità é una vita vissuta nell'amore e nella serenità. Nel suo mondo Hans può superare qualsiasi difficoltà.
    All'alba il giovane imbocca la via che lo riporterà al suo amato villaggio.






    Note



    Questo si tratta di un dramma recitato con uno stile molto particolare in cui gli attori insistono particolarmente sul loro corpo, usato come strumento per costruire scenografie o oggetti: gli alberi sono resi da alcuni ragazzi in piedi con le braccia stese, il trivio da ragazzi accucciati a mò di rocce, le moto sono solo immaginate, e così via.
    Questo tipo di recitazione, concentrata sul corpo, molto all'avanguardia per il tempo in cui scrive l'autrice (siamo nel 1977), si rifà alle correnti sperimentali diffuse soprattutto nell'Europa dell'Est. Una delle massime figure del periodo é senza dubbio Jerzy Grotowski, un regista innovatore che propone un teatro povero, nel quale non esistono scenografie e tutte le ambientazioni e le atmosfere sono giocate con e sul corpo degli attori.





    QUI trovate la biografia di Grotowski e il suo Teatro Povero.





    Suzue Miuchi e le tecniche di Grotowski in Glass no Kamen



    E' interessante osservare le pure tecniche di allenamento e recitazione di Grotowski (che mirava a plasmare l'uomo prima che l'attore) che, in maniera molto schematica ed essenziale, la Miuchi propone all'interno della Compagnia Unicorno.

    Per Grotowski, il corpo dell'attore é uno strumento dal quale bisogna rimuovere qualsiasi blocco, sia fisico che mentale. Bisogna quindi procedere attraverso una via negativa: nel momento in cui si sperimenta una data posizione o un dato gesto, bisogna cercare di togliere, eliminare, sfrondare tutti quegli altri elementi gestuali che non rendono il gesto puro e diretto.

    Grotowski allena gli attori alla respirazione, alla creazione di figure antropomorfe (a "gatto") e non (a "ponte"), per sciogliere il corpo, a saltare e a fare capriole, e così via. Uno degli esercizi consigliati dal regista é la fioritura ed appassimento del corpo: il corpo é un elemento vegetale, un fiore, oppure un albero, con rami e foglie, che deve muoversi di conseguenza. Questa stessa figura viene proposta dalla Compagnia Unicorno, che rappresenta gli alberi spogli, e soprattutto dalla misteriosa Dea Scarlatta, che é proprio un albero.

    La voce e la dizione, unita alla corretta respirazione, contribuiscono a creare suoni e rumori, senza alcun altro accessorio fonico esterno. Il viso é una delle parti del corpo maggiormente allenata, per poter creare con i muscoli facciali tutta una serie di espressioni, senza ricorrere a trucco o a maschere.

    La Miuchi, grande conoscitrice del mondo del teatro, molto probabilmente ha riscoperto questo grande artista che é Grotowski, e ne ha proposto alcune tecniche anche nel suo manga.





    QUI trovate una scheda dettagliata su Stanislavskij (di cui Grotowski é considerato un suo "erede") e il suo Metodo. :bye:

    Edited by dezda26 - 22/7/2011, 00:20
     
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  2. cariddi71
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    Che bello!
    Da quattro anni studio all'accademia il metodo di Grotowski attraverso il metodo Teatrovita con il mio maestro di recitazione (che ha studiato con il Grande maestro). Proprio in questi giorni, dovendo sostenere l'esame di fine anno, mi sono accorta rilegendo gli appunti sul teatro povero che rimandavano alla Miuchi e alla Compagnia Unicorno.
    E adesso trovo questo topic...
    Sempre più mi convinco che sono sulla strada giusta :yea:
     
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  3. dezda26
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    Brava Cariddi!!! :yea: E ancora in bocca al lupo per il tuo percorso. Il tuo maestro ha studiato con il grande Grotowski? Ma é splendido!!! :lol: Mi raccomando, metticela tutta! :olèè:
    Quindi tu conosci e comprendi molto bene lo studio e l'insegnamento di Grotowski e, di conseguenza, anche lo stile e le tecniche di recitazione della Compagnia Unicorno. :cici:
     
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  4. scarletmaya
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    Io adoro lo stile di Grotowski. L'ho studiato all'università e mi affascina molto la sua tecnica. Dare importanza al corpo e al linguaggio dei gesti piuttosto che all'apparenza. Un teatro se vogliamo pedagogico e riflessivo, per chi lo fa e per chi lo segue. Allievo di Grotowski e diretto erede delle sue idee è l'italiano Eugenio Barba, fondatore dell'Odin Teatret. Barba è considerato, insieme a Peter Brook, l'ultimo maestro occidentale vivente, che ha il pregio di aver rivoluzionato il concetto del lavoro dell'attore portandolo ad una propria ricerca interiore, seguendo e rivoluzionando le direttive già avviate da Grotowski.
     
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  5. cariddi71
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    Grazie ragazze.
    Il mio maestro si chiama Mazzullo Francesco. Ha girato diverse scuole di teatro (come quella di Proietti) ma è rimasto affascinato da Grotowski che ha seguito a Pontedera dove poi è morto. C'è da dire che il metodo Grotowski è uno dei metodi attoriali più duri e coercitivi che io abbia studiato: l'attore doveva spogliarsi completamente da se stesso, mettersi a nudo e per farlo doveva liberarsi di ogni limite interno che lo bloccava e credetemi non è una cosa così facile. L'attore diventa quasi un terapeuta, perchè deve riuscire a scatenare nel pubblico una reazione positiva o negativa che sia; deve lasciare un segno nell'anima di chi lo guarda, la deve graffiare. La compagnia dell'Unicorno si rifà al Parateatro che ha sempre come base quello grotowskiano, quindi molto duro e con al centro l'attore e non quello che ha attorno, ma rivalutando quello che in passata aveva rifiutato cioè una minima scenografia, le luci e i costumi, tutto in funzione dell'attore.
    Il metodo del mio maestro (teatrovita) nasce da quello grotowskiano ma se ne distacca perchè meno duro anche se siamo costretti sempre a rivedere i nostri limiti, le nostre debolezze sia fisiche che personali. Per dirvene una durante il mio primo anno volevo andarmene e mollare tutto, troppa introspezione, venivano fuori cose che non riuscivo a gestire e che non volevo riconoscere. Poi mi sono messa in gioco completamente...e adesso sono arrivata all'ultimo anno. Bel traguardo alla mia veneranda età.
     
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    Complimenti ragazze per la vostra preparazione e la passione che avete per questo mondo... ci permettete di scoprire aspetti che non conosciamo... ovviamente grazie a Dezda che ci fornisce sempre questi precisi resoconti :)
     
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  7. dezda26
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    Grazie a te Rossella, :arigato: lo faccio volentieri. :lol: Mi fa molto piacere vedere la partecipazione di voi ragazze. Vedo che Grotowski piace molto. :cici:
    Questo metodo di recitazione della Compagnia Unicorno (stile Grotowski) é effettivamente molto interessante, ma in GnK, per capirlo e percepirlo realmente, bisogna assolutamente leggere il manga, perché nel primo anime non é molto approfondito questo tipo di lavoro fatto dai ragazzi della compagnia.
     
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6 replies since 8/6/2010, 09:14   534 views
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