A san Simone il ventaglio si ripone

commedia degli equivoci

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +5   +1   -1
     
    .
    Avatar

    (rosa gialla)

    Group
    Fan
    Posts
    2,435
    Reputation
    +167

    Status

    Titolo: "A san Simone il ventaglio si ripone"

    Autore: Sayaka

    Protagonisti: Maya Kitajima, Masumi Hayami, Karato Hijiri e due guest star

    Breve Descrizione: crossover, commedia degli equivoci

    Numero di Capitoli: 8

    Contiene Spoiler: no

    Contenuti Erotici: naaah



    – Pronto? Hayami-san…? – era una vocina titubante che mal celava l’ansia.
    – Sì? Questa volta che cos’è? – rispose lui con quell’aria di studiata incredulità. Chiuse la carpetta dei documenti sulla scrivania e si distese sullo schienale di pelle, profumata come fosse appena conciata, naso all’insù mentre lo sguardo seguiva meccanicamente il monotono e pigro ruotare del ventilatore da soffitto. All’altro capo del telefono seguì qualche secondo di pausa di troppo.
    – Perdonami, perdonami, non ti dovevo disturbare più! – le parole di Maya rotolavano giù come palle da bowling sulla pista – Ma no – fece lui per replicare ma…strike! La linea era caduta. Il poveraccio non credeva alle proprie orecchie, allontanò la cornetta dall’orecchio e gettò un’occhiata allo schermo del telefono prima di richiamare. – Maya, perché hai riagganciato? –
    – Mi dispiace, ma ho pensato che forse stavolta ti saresti arrabbiato –
    – Sììì? (come le era venuto in mente?) Che ti ho risposto quando mezz’ora fa mi hai chiesto qual era l’indirizzo della sala prove? –
    – Mi hai detto che è al settimo piano Nakamura-ku Meieki 4 choume 5 banchi – rispose prontamente lei mentre le guance si increspavano di cremisi.
    – E quando un quarto d’ora fa mi hai chiesto se ricordavo dove avevi riposto i biglietti omaggio per Rei e le altre? –
    – Libreria del salotto, secondo ripiano dal basso a sinistra, dopo l’atlante geografico. Ma che credi, che lo abbia già dimenticato? – fece lei sentendosi presa per i fondelli e dimenticando in un batter d’occhio quanto prima si sentisse mortificata per aver richiamato. Quell’uomo non perdeva occasione per rigirare la frittata con lei, anche se ora vivevano sotto lo stesso tetto. Sentì la risata cristallina di lui dall’altro capo del telefono, tirò un sospiro e disse: – Hayami-san siamo seri per favore, ero sicura di aver lasciato il ventaglio sopra il copione ieri prima di andare a letto ma non lo trovo… –
    – Quale, quello nero con le piume? Ah, colpa mia. L’ho portato con me stamane. –
    – Ma io devo portarlo alle prove questo pomeriggio! –
    – Che dici se ci vediamo da Iulius café alla pausa pranzo? Così te lo restituisco. –
    – Va bene, ma per me niente crêpe o non entrerò nel costume di scena. – Ora che l’ansia era passata Maya non poté fare a meno di fare due più due – Come mai avevi tu il m– ma lui la interruppe dicendo semiserio – Se ora non vuoi che mi arrabbi davvero, sarà il caso di riagganciare. Il lavoro prima di tutto, amore mio. Mi raccomando, dodici e mezza da Iulius, ok? – e chiuse la comunicazione al primo flebile suono d’assenso che Maya, presa in contropiede, espresse d’istinto. Masumi spense il cellulare. Ma l’immagine di un ventaglio, che fendeva l’aria come una freccia Ainu, sbatteva contro la parete e ricadeva a terra perché la sua signora aveva deciso di condurre le sue prove nel disimpegno, accompagnò Masumi ben oltre e infatti passò qualche minuto prima che la sua mente tornasse a concentrarsi sul bilancio consuntivo dell’azienda.
    Maya ingurgitò un altro bicchiere di tè seguito da un boccone di riso e semi di sesamo nero, poi aggredì una porzione di tamagoyaki e sottaceti boforchiando tra sé “la mia Kyoukai, la mia Kyoukai”. Il natto con lo scalogno proprio non le andava quel giorno a colazione, perciò lo ripose in frigo e rigovernò la tavola non appena ebbe svuotato le altre ciotole. Non aveva ancora colto l’essenza del suo nuovo personaggio. Kyoukai è una ragazza molto agile, addestrata fin dalla primissima infanzia, tramite il controllo del respiro, all’esecuzione di una danza sacra, bella quanto letale. Vuole vendicare la morte della sorella avvenuta durante il torneo ad eliminazione tra le danzatrici delle tribù di assassini di cui faceva parte anche la loro. La vicenda si svolge in Cina al tempo degli Stati Combattenti. Come capire il respiro di Kyoukai? Come ragionava Kyoukai? A Maya sembrava di essere lì lì per capirlo, ma poi ricordava la scena della danza col ventaglio e non era più sicura di nulla. Maya raccolse un libricino da terra, saltò un paio di scene iniziali del copione e riprese a leggere: – Quando insieme a un uomo forte si scala una montagna e si arriva in cima avviene un’esplosione: così nascono i bambini. (Era seria qui, vero? Perché un uomo forte poi? Dovrei enfatizzare quella parola o no?) Per un paio d’ore Maya non fece altro che saltellare su una gamba e sincronizzare le battute con la respirazione, sentiva bene che Kyoukai doveva avere una voce profonda e pacata, perché era una donna di poche e misurate parole che non tradiva quasi mai l’eccitazione, neppure sul campo di battaglia. Quelli non erano, quindi, come i salti di Puck accompagnati da uno scampanellio fatato, ma dal cupo boato dei tamburi di guerra che insinua il panico nel cuore del nemico. Quegli stessi tamburi immaginari risucchiarono Maya nel mondo dell’arcobaleno, per cui nessuna meraviglia se, quando con lo guardo Maya intercettò nuovamente l’orologio e lo riconobbe per quell’oggetto moderno che ha reso il tempo un costante rimprovero alla nostra ritarditudine, capì di avere i minuti contati per raggiungere Masumi al Iulius café.

    (continua...ma sarà breve!)

    Edited by sayaka - 1/7/2018, 15:28
     
    Top
    .
  2.     +4   +1   -1
     
    .
    Avatar

    (rosa gialla)

    Group
    Member
    Posts
    2,572
    Reputation
    +634

    Status
    Come inizio non è niente male. Ironico e divertente il siparietto del telefono tra Maya e Masumi.
    Me la vedo Maya smemorata che non ricorda dove mette le cose e telefona al marito per farsi aiutare a ritrovarle.
    L'antefatto fa capire che siamo ben oltre la Dea Scarlatta in un ipotetico futuro, dove i nostri hanno finalmente superato tutte le loro difficoltà... il crossover m'incuriosisce.
    Scritta ottimamente, complimenti.
     
    Top
    .
  3.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    (rosa rosa)

    Group
    Moderatrici
    Posts
    2,119
    Reputation
    +1,395
    Location
    Lazio

    Status
    Bell'inizio,Sayaka. Mi piace sia il contesto scelto per la tua storia,che il nuovo personaggio di Maya. Attendo il seguito. :bye:
     
    Top
    .
  4.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    (rosa viola)

    Group
    Daito Art Production
    Posts
    7,528
    Reputation
    +9
    Location
    Sol Levante

    Status
    Piacere Sayaka, mi pare che non ci siamo ancora incontrate.
    Letta la prima parte: è divertente, specie quando Maya dimostra un forte appetito :yea: ansia, tensioni... :cici:
     
    Top
    .
  5.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Fan

    Group
    Daito Art Production
    Posts
    2,060
    Reputation
    +262

    Status
    Che bel siparietto...aspettiamo il continuo :lol:
     
    Top
    .
  6.     +5   +1   -1
     
    .
    Avatar

    (rosa gialla)

    Group
    Fan
    Posts
    2,435
    Reputation
    +167

    Status
    2

    Davanti l’ingresso del Iulius cafè c’erano due grossi vasi di cosmee rosa Barbie in piena fioritura, che spandevano nell’aria una fragranza simile all’odore di mela verde. Tratti di gesso rosso e bianco sulla lavagnetta affissa di fianco alla porta reclamizzavano il menù del giorno, il prezzo cerchiato da baloon dentellati. Un giovanotto occhialuto colse l’entusiasmo negli occhi della giovane che, accanto a lui, sembrava rapita da quei nomi esotici su sfondo nero e commentò dicendo: – Anche per me è la prima volta qui. Entriamo? – lei rispose con un sorriso disarmante, di quelli che ti fanno aprire il portafogli senza rimpianti e lui allora reagì scostando la tendina dell’ingresso e precedendola dentro il locale. All’interno il locale non era meno pittoresco che all’esterno: era uno pseudo francese dal soffitto alto, le pareti che alternavano poster e attaccapanni. I lampadari al neon erano delle gigantesche molle penzolanti, tavoli e sedie in acciaio laccato erano apparecchiati con la tovaglietta all’americana, mentre sotto i tavoli c’era l’immancabile cesta poggiaborse per le signore, così che non dovessero impegnare delle sedie vuote a questo scopo. La coppia occupò un tavolo vicino alla vetrina e iniziò a civettare allegramente commentando l’abbigliamento dei passanti per strada, la razza dei loro cani, la smorfia sul loro volto o il taglio dei capelli, mentre attendevano le portate che avevano ordinato. Anche il proprietario – giapponese! – dedicò loro uno sguardo compiaciuto, davanti a quella che riteneva una manifestazione della forza della gioventù, e intanto serviva loro gli stuzzichini. Direttosi nuovamente al bancone, non mancò di salutare la coppia di clienti appena entrati: i signori Hayami erano solo da poco diventati degli abitué ma erano, a suo dire, delle persone squisite. Lei minuta e ordinaria era un’attrice rinomata per aver conteso all’Himekawa il ruolo principale ne La dea scarlatta; aveva ereditato i diritti dell’opera ma rinunciato al ruolo in favore della rivale. Lui, presidente della Daito Art Production, pare fosse stato costretto dalla crisi finanziaria a smembrare l’azienda privandola delle tante attività accessorie, ma girava anche voce che fosse stato tutto un suo piano per dedicarsi unicamente alla promozione del teatro e, nel tempo libero, al circolo degli astrofili di Tokyo. E in quella discreta giornata d’ottobre, nelle loro mise dimesse, nessuno dei due tradiva la propria identità “eccezionale”. Però quel giorno al proprietario era accaduto qualcosa per cui dei dubbi sul signor Hayami lo aveva impensierito.
    – Ma quindi al presidente dell’Associazione Nazionale dello Spettacolo cosa rispondiamo? – stava chiedendo Masumi mentre infilzava con lo stecchino un oliva al bancone, proseguendo la conversazione che dovevano aver intrapreso per strada.
    – Ayumi mi ha scritto poco fa su Line che verrà con Hamil, quindi se non ci fossimo si noterebbe troppo la nostra mancanza. – poi aggiunse abbassando la voce in tono cospiratorio – Lo sai che i giornali continuano a malignare che tra noi non scorra buon sangue per via de La dea scarlatta. – e tornando al tono usuale – La cena per il giorno della Cultura è l’occasione ideale per smentire quelle voci, non trovi? – e ammiccò in direzione di Masumi.
    – Felice di sentirtelo dire. – approvò lui – Credo sia un’ottima pensata, con due buone dritte alla stampa dovremmo ottenere l’effetto voluto. Un attimo, prendo un appunto, altrimenti lo dimentico. – e compilò un memo sullo smartphone.
    – Che ne dici di quel tavolo in fondo? Dovremmo essere al riparo anche dagli sguardi più indiscreti… – fece Maya, palmo in su proteso verso il tavolo più interno del locale.
    – Dove vuoi tu cara. Prendi posto che tra un momento ti raggiungo. – fece lui con noncuranza, riponendo lo smartphone in tasca. Solo dopo si voltò per capire quale fosse il tavolo e mentre vide allontanare la sua signora, i capelli raccolti in uno chignon malfermo e grossolano che ondeggiava come un’imbarcazione di fortuna ad ogni suo singolo passo, non poteva fare a meno di notare che era cresciuta proprio tanto, non in altezza per carità! Ma aveva iniziato a leggere le situazioni e a pensare alle ripercussioni di ogni suo gesto, dacché aveva preso coscienza di essere un personaggio pubblico. Poi si rivolse al proprietario del locale dandogli le spalle:
    – Ce l’ha? –
    – Me lo ha portato un tizio col ciuffo, dicendo che era per lei – rispose quello, passandogli un ventaglio nella mano a cucchiaio che Masumi schermava col suo stesso corpo.
    – Grazie –
    – Signor Hayami, se mi ha immischiato in qualcosa di losco io…–
    – Signor Higurashi, ma le pare che io… –
    – Io non lo so, anzi, non lo voglio sapere! – ribatté il proprietario tra i denti – Non accetto oggetti in custodia, sia chiaro, non si deve ripetere più – il tono era perentorio.
    – Ma no, non si ripeterà, – cercò di addolcirlo Masumi – mi lasci dire che è stata un’emergenza. Mia moglie, sa come vanno le cose… –
    – Ah, sua moglie? – lo interruppe Higurashi preso ora all’amo dalla curiosità.
    – Si è accorta che mancava, mi ha telefonato. – riprese Masumi, ansioso di escludere qualsiasi coinvolgimento della yakuza nella mente del suo interlocutore.
    – Eeeh, le donne perspicaci! Una spina nel fianco! – rise l’altro e Masumi fu confortato che l’avesse presa subito bene, non desiderava entrare nei particolari di come il ventaglio si fosse rotto o sul perché lo avesse portato a riparare di soppiatto.
    – Non potevo andarlo a ritirare e così.. – proseguì Masumi.
    – Ma certo, sarebbe stata una scortesia e poi… –
    – Ma no, è che ero impegnato –
    – Quella giustificazione è un passepartout, bravo! – commentò il proprietario del locale e gli diede una pacca sulle spalle – Non deve aggiungere altro. Ho capito tutto. Vada, vada! – lo incoraggiò infine con un sorriso complice. Masumi non era poi così convinto di cosa avesse capito, ma non volle approfondire. Maya stava guardando nella sua direzione, il viso che era un grosso punto interrogativo in corsivo. Si diresse verso di lei e non udì il commento sottobanco di Higurashi:
    – Regalare all’amante un oggetto della moglie è un errore da principianti. Gli dovrei dare qualche consiglio la prossima volta –
    (continua)

    * grazie a ScarLett Blu, anica44, LUCE 5 e Terry 73 per le vostre parole! Forse ci vorranno un paio di capitoli in più del previsto, ma come potete vedere più che capitoli le mie sono scene da una pagina e mezzo/due pagine. Il prossimo capitolo svelerà i personaggi del crossover, uno in verità è già sulla scena...

    Edited by sayaka - 1/7/2018, 15:47
     
    Top
    .
  7.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Fan

    Group
    Daito Art Production
    Posts
    2,060
    Reputation
    +262

    Status
    Bene, questa storia del ventaglio si fa interessante! Come ha fatto il ventaglio a rompersi? Scrivi presto, puoi impiegarci anche dieci capitoli! La storia si fa interessante. :dubb:
     
    Top
    .
  8.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    (rosa viola)

    Group
    Daito Art Production
    Posts
    7,528
    Reputation
    +9
    Location
    Sol Levante

    Status
    Mi piace e si fa davvero interessante. Alla prossima :lol: :bara:
     
    Top
    .
  9.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    (rosa gialla)

    Group
    Fan
    Posts
    2,435
    Reputation
    +167

    Status
    Grazie ragazze per il supporto! Oggi mi sono dedicata a stilare il canovaccio della storia e ho visto che mi servono ancora sette scene per chiuderla. Questo mi dovrebbe aiutare a non perdere il filo di qui in avanti. A domani per il terzo capitolo.
     
    Top
    .
  10. Tonya82
        +1   +1   -1
     
    .

    User deleted


    Ciao sayaka la tua storia e molto intrigante continua cosi
     
    Top
    .
  11.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    (rosa viola)

    Group
    Fan
    Posts
    22,732
    Reputation
    +1,127
    Location
    palermo

    Status
    Molto carina questa FF,mi sta mettendo molta curiosità... complimenti e al prossimo capitolo👏👏👏🌹🌹🌹
     
    Top
    .
  12.     +3   +1   -1
     
    .
    Avatar

    (rosa gialla)

    Group
    Fan
    Posts
    2,435
    Reputation
    +167

    Status
    3

    – Ho ordinato quello che mi avevi detto. Ci hai messo un secolo! Che voleva il proprietario del locale? – chiese Maya non appena la sua voce fu a portata d’orecchio per Masumi. – Niente di ché – fece lui – una ciancia di qua e una di là. Piuttosto, eccoti il ventaglio. – e le porse l’oggetto sfiorando con le piume il mento di lei. – Così mi fai il solletico! – commentò lei divertita – ma perché lo avevi tu? – la domanda andava schivata con arguzia o tanta segretezza non sarebbe servita a nulla. – Perché, perché, perché – rispose lui come se adesso lei stesse facendo troppe domande – ultimamente passi più tempo alle prove con lui che con me! Te lo devo proprio dire? – quando lei fece cenno col capo, come se fosse la cosa più naturale del mondo ottenere spiegazioni a riguardo, lui aggiunse, inclinandosi e sussurrandole all’orecchio – Volevo con me qualcosa impregnato del tuo sudore da poter stringere senza imbarazzo. Se mi fossi portato un indumento…–
    – È sufficiente, Hayami-san! Non ne parliamo più! – lo bloccò lei distanziandosi un po’ come capita a chi nuota pacifico in uno specchio d’acqua marina finché si ritrova improvvisamente circondato da meduse marroni. – Sono una bella coppia, non trovi? – chiese lei alla ricerca di un diversivo innocuo per stornare l'imbarazzo e indicò la coppia vicino alla vetrina. La giovane lì aveva ordinato un frappé di fragole in tinta con l’intelaiatura quadrettata della sua gonna che componeva l’uniforme scolastica di chissà quale istituto, lui un omurice. Maya osservò quindi - di udirli non avrebbe potuto udirli tanto erano distanti – il susseguirsi di una serie di sfortunati eventi: prima il cameriere rovesciò sul giovane la salsa di soia, poi quello stesso giovane si alzò e gesticolò come se avesse inghiottito una pianta di peperoncino e, infine, inciampò nella stessa sedia in cui voleva tornare a sedersi. Perse pure una lente degli occhiali dopo aver sbattuto contro lo spigolo del tavolo. Lei, al principio, non si era scomposta punto, gettò uno guardo fuori dalla vetrina, poi mentre lui stava lì a tossire vistosamente fu palese come a lei fosse venuto un coccolone, si alzò ma, inspiegabilmente, invece di avvicinarsi a lui che stava bevendo bicchieroni, corse in bagno, mentre il giovane iniziava a tastare il pavimento alla ricerca della lente che era schizzata via. La trovò quando un uomo in camicia rosa fece capolino nel locale.
    Mentre Maya seguiva con lo sguardo la donna che si dirigeva alla toilette si ricordò di non essere ancora andata a lavarsi le mani. Si scusò con Masumi, ficcò il ventaglio nella borsetta mentre faceva l’inchino e si diresse a passi svelti verso quell’abitacolo che non si sarebbe mai sognato di ospitare in contemporanea niente poco di meno che due dee. O meglio, se avesse potuto sognare. L’uomo che aveva appena fatto il suo ingresso era Daikoku, lo strumento divino di Bimbougami. Gli strumenti divini sono anime di defunti che vengono accolte al servizio di una divinità shinto. E a Daikoku era toccata una dea temibile che, a dispetto del nome con cui si spaccia in pubblico – Kofuku* – è la dea della povertà. Portare sul lastrico le persone era la sua specialità e lui cercava di non perderla d’occhio per evitare che rimorchiasse qualche malcapitato. La vittima di oggi era Wataya-kun. Daikoku si avvicinò al giovane sventolandogli sotto il naso una fotografia che ritraeva inequivocabilmente chi la mostrava insieme alla giovane che era seduta dove ora sedeva l’uomo con la foto. Masumi notò che di qualsiasi cosa avessero cominciato a parlare, il giovane con gli occhiali si mostrava restio a cedere fino al momento in cui risuonarono per tutto il locale le parole dell’uomo:
    – Stai lontano dalla mia signora, ti dico! –
    Al che fu chiaro a tutti che era stata scoperta una tresca. Il proprietario del locale aveva intenzione di intervenire temendo che potessero venire alle mani, ma alla fine non ce ne fu bisogno: il giovane si alzò, pagò e uscì. La signorina alla cassa, guardandolo negli occhi, pensò che l’avevano scampata bella. Anche Daikoku allora si diresse verso la toilette prima che a chiunque fosse venuto in mente di fermarmarlo e si incontrò, o meglio scontrò con Kofuku che ne usciva. Solo un separè di canapa divideva l’ambiente coi tavoli dalla zone dei servizi e in questo spazio seminascosto avvenne questo scambio di battute:
    – Kofuku! Bel modo di sparire! Ti ho cercato dappertutto! – Daikoku era sollevato e spazientito insieme.
    – Sono mesi che non mi lasci uscire, uffà, – replicò lei – e lasciami divertire! Wataya-kun è tanto caruccio, ha anche promesso di portarmi a visitare Fukui questo fine settimana –
    – L’ho già mandato via. Non voglio immaginare quanti incidenti tu gli abbia procurato oggi! –
    – Per tua informazione – fece allora lei con l’aria più seria del mondo – niente di strano è sbucato oggi dall’asfalto, le tubature dell’acqua sono integre e il tempo fuori è ancora buono –
    – Quando parli così mi preoccupo – disse lui portandosi una mano alla fronte. – Andiamo a casa – aggiunse e l’afferrò al polso.
    – Stavolta hai esagerato e non ci sto – riprese lei irritata – Kokki!! – invocò prima che Daikoku potesse ribattere e l’uomo si trasformò all’istante nel suo aspetto da strumento: un ventaglio piumato.
    – Adesso te ne stai buono qui sul lavandino mentre io recupero Wataya-kun. – e con un gesto smorfiosetto della mano lo salutò – Bye bye! – Maya non la sentì: le divinità e gli strumenti divini passano inosservati a meno che non facciano qualcosa per attirare l’attenzione, vivono in una sorta di punto cieco della visuale, negli interstizi del mondo. Per questo dopo aver tirato su lo sciacquone alla ricerca dei fazzoletti non fu per antipatia che rovesciò il contenuto della borsetta sul lavandino, e su Kokki.
    Pur essendosi precipitata fuori Kofuku non riuscì a trovare Wataya-kun da nessuna parte, pur cercandolo per ore. Tornò sconsolata al Iulius cafè. Nessuno la vide entrare, nessuno la vide dirigersi a testa bassa alla toilette, nessuno la vide sgranare gli occhi alla scoperta che Kokki non c’era più. Ma si accorsero più tardi che in bagno la conduttura dell'acqua era saltata.

    (continua)

    * Kofuku significa "piccola fortuna".

    Grazie anche a Tonya e a Kamitora!
     
    Top
    .
  13.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    (rosa viola)

    Group
    Daito Art Production
    Posts
    7,528
    Reputation
    +9
    Location
    Sol Levante

    Status
    La tua storia mi ha fatto ricordare la mia passione per i ventagli! :cici:
    Si fa ancora più interessante :languo:
     
    Top
    .
  14.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    (rosa viola)

    Group
    Fan
    Posts
    22,732
    Reputation
    +1,127
    Location
    palermo

    Status
    Bene bene...si va sul fantastico... interessante👏👏👏
     
    Top
    .
  15.     +3   +1   -1
     
    .
    Avatar

    (rosa gialla)

    Group
    Fan
    Posts
    2,435
    Reputation
    +167

    Status
    4

    Nessuno avrebbe potuto preparare il signor Higurashi alla tempesta che si stava per scatenare contro di lui. La tempesta aveva assunto le forme di una ragazza dagli occhi azzurri e felini che indossava una cravatta rosa su una camicia bianca e una minigonna scozzese anch’essa in tinta rosa. Una ragazza che si avvicinava al bancone al suono di “Lei, lei, dico a lei!”. Quando il proprietario mise a fuoco bene era già a un palmo dal suo naso.
    – Vuole ordinare, signorina? (Ma questa qui quando è entrata?) – le chiese spaesato.
    – No che non voglio ordinare. Mi dica immediatamente chi ha preso il mio Kokki! –
    – Mi scusi, il suo cosa? – fece Higurashi confuso.
    – Il mio ventaglio nero. – fece lei mani a fianco.
    – Signor Higurashi, mi scusi, hanno appena telefonato i signori Natsume per disdire la prenotazione…–
    – Dopo Akane, dopo. Non vedi che parlo con una cliente? –
    – Mi perdoni – fece la cassiera accorgendosi solo in quel momento di Kofuku.
    – Kokki è il nome del ventaglio? – riprese lui (che cosa stramba).
    – Sì – rispose lei fissandolo negli occhi.
    – Un ventaglio nero con le piume nere, dice? –
    – Nero con le piume nere – replicò Kofuku, proprio non capiva l’incredulità del suo interlocutore.
    – (Pensa sia suo, quindi non sa niente dell’altra? Che pasticcio!) Io non ho visto nessun ventaglio, signora mia! – fece Higurashi sulla difensiva. Kofuku in un primo momento ristette, poi disse con una vocina da micio che si struscia tra le gambe:
    – Ma guarda! E chi le avrebbe detto che il ventaglio aveva le piume? – e intanto giocherellava col pizzetto della barba di Higurashi.
    – (accidenti alla mia lingua!) Ma lei, cara mia. – rispose lui sperando di salvare la situazione.
    – Io ho detto che era nero, non che aveva le piume. – puntualizzò lei pericolosamente.
    – Che vuole che le dica, signora…ecco, avrò tirato a indovinare! – provò ancora a giustificarsi Higurashi, mal celando tuttavia l’imbarazzo e per le acque pericolose della conversazione e per la prossimità di lei. Kofuku capì che doveva cambiare strategia, anche se non comprendeva cosa lo rendesse così restio a collaborare.
    – Vuole vedere che indovino? Ce l’ha una donna! (l’ho lasciato nel bagno delle signore quindi…) – Il proprietario distolse lo sguardo e si tradì inconsapevolmente. – Bene. – proseguì lei – non me ne vado finché non mi dice nome e cognome di quella donna! – sentenziò infine incrociando le braccia e piazzandosi su uno sgabello.
    – Faccia come crede – le rispose il proprietario del locale credendo di liquidare così la questione, ma aveva fatto male i conti con la dea della povertà. Kofuku si era messa a giocare col cellulare. Il telefono nel locale intanto non ebbe un momento di tregua: in breve tempo i Takamiya, gli Elric, i Tendou, i Kamiya, gli Iki e molti altri telefonarono per disdire le prenotazioni. Sembrava il giorno dell’apocalisse: le giustificazioni dei clienti erano le più diverse e il signor Higurashi non si capacitava di quale congiuntura astrale avesse provocato una simile ondata di disdette. Allora Kofuku gli rivolse le seguenti parole:
    – Se non mi dice che fine ha fatto il mio ventaglio, prima di sera non le sarà rimasto nessun cliente. Le do la mia parola. – Il signor Higurashi la guardò come se la vedesse per la prima volta, poi mormorò: – È opera sua? – tra l’incredulo e il terrorizzato, fissando prima lei e poi il cellulare, poi il cellulare e poi lei. – Ci può giurare, non mi occupo d’altro. – gli rispose Kofuku con un sorriso diabolico. A conti fatti, pensò il signor Higurashi, il signor Hayami era solo uno dei suoi tanti clienti e non erano poi così intimi da giocarsi l’attività per coprire le sue malefatte da marpione. Maledì interiormente in un colpo tutti coloro che non sanno gustarsi le gioie del letto coniugale come se si trattasse di un’offesa personale fatta a lui medesimo e in secondo luogo se la prese particolarmente col signor Hayami per aver scelto tra tutte le donne di questo mondo, per trastullarsi alle spalle della moglie, proprio quella capace con due righe sui social di scatenare il finimondo nel suo locale.

    Al settimo piano in uno dei tanti edifici del distretto Nakamura si trovava una di quelle sale polivalenti affittata a ore alle associazioni culturali, alle aziende o alle troupe teatrali come quella per cui Maya recitava la parte di Kyoukai per la riduzione teatrale di Kingdom che sarebbe andata in scena con l’ingresso dell’anno nuovo. Era un ambiente spoglio in pavimento di tatami con delle porte-finestre. Quel giorno c’erano state prima le prove costumi, animate dal cicaleccio che accompagna tutte le novità, un via vai di specchi e un “stringi di qua”, “tira su il braccio” con gli spilli a far da protagonisti. Poi era toccato alle prove vere e proprie. – Hayami, proviamo la scena del ventaglio – fece il regista. – D’accordo – rispose lei con un attimo di esitazione: trovava ancora strano che sul lavoro non la chiamassero più Kitajima. Ed eccola pronta al centro della sala a danzare, ancora inconsapevole di stringere tra le mani un oggetto sacro. Daikoku era a dir poco sbalordito. In genere gli abitanti della riva vicina dovrebbero attraversarlo come se fosse trasparente, ma Maya era riuscita ad afferrarlo e riporlo nella borsetta insieme agli altri oggetti. Si stava un po’ stretti là dentro, se proprio doveva dirla tutta. Aveva provato a protestare ma, evidentemente, la sua voce non giungeva alla mente di Maya, non poteva instaurare con lei, insomma quel legame psichico tra un dio e il suo strumento, che permetteva loro di dialogare. Maya Hayami era una persona normalissima della riva vicina e Daikoku, che non poteva tornare alla sua forma umana se Kofuku non invocava il suo nome da umano, si ritrovò impotente nelle sue mani. Ma il colmo dello stupore fu scoprire di essere capitato tra le mani della sua beniamina dai tempi de Lo splendore del cielo. Ripensò con un pizzico di senso di colpa a quando, per fargli una sorpresa, la sua Kofuku lo portò a vedere Frutto d’oro. Visto che la rappresentazione della Dea scarlatta per decretare il cast ufficiale – ne aveva seguito gli sviluppi sui giornali – si era svolta all’aperto, lui e Kofuku si erano muniti di binocolo e seduti a debita distanza dal palcoscenico per vedere la sua attrice del cuore. E non era neppure certo che con queste precauzioni non ci fossero state ripercussioni di qualche sorta, ma tant’è che avevano visto lo spettacolo. Doveva essere stato proprio lo sforzo profuso per impersonare la dea scarlatta ad aver consentito a Maya una liminare e inconsapevole interazione con la riva lontana. Daikoku era giunto a questa conclusione: non c’era altra spiegazione al fatto che fosse riuscita ad afferrarlo. Ad un certo punto però fu richiamato dal suo stato d’estasi dalle parole del regista:
    – Così non va, Hayami. Kyoukai ha appena vendicato sua sorella. La tua danza sembra una banale esultanza. Questa è la loro danza, il pubblico deve percepire il loro legame. No, no, basta! – il regista avanzava verso di loro, afferrò Maya per il polso della mano in cui teneva il ventaglio – questa non è la presa giusta. Da’ qui! – girò il ventaglio e glielo ricollocò correttamente – per oggi finiamo qui e tu, Hayami, studia il personaggio invece di scarabocchiare sugli oggetti di scena – concluse il regista congedando la troupe. Maya non capì cosa volesse dire, osservò quindi più da vicino il ventaglio e notò due piccoli caratteri bianchi su una stecca: 小福*. Andò quindi a rovistare nella borsetta e si ritrovò magicamente un ventaglio nella mano destra quasi identico a quello che teneva nella sinistra.
    – Che scherzo è questo? – si disse stupita. Daikoku avrebbe voluto spiegarlo ma non era nella posizione per farlo. Dal momento che l’unica volta che aveva aperto la borsa quel giorno era stato al Iulius cafè, decise di passare di là prima di tornare a casa per cercare di risolvere il mistero.

    (continua)

    * kofuku

    ** @Terry per scoprire come si è rotto il ventaglio dovrai attendere un pezzo.
    ** @ kamitora il crossover è con i miei due personaggi preferiti di Noragami, ma l'ambientazione, salvo questa anomalia, resterà realistica.
     
    Top
    .
42 replies since 24/6/2018, 11:45   3454 views
  Share  
.
Top
Top