C'è un tempo per ogni cosa

"Migliori pers. IC" a "L'ora del té" contest - 10 Capitoli

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  1. Aresian
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    Manga che passione

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    CAPITOLO 9



    - Tenuta Takamiya -
    - Capisco. La ringrazio per avermi avvertita, Sig.na Mizuki -.
    Shiori depose il ricevitore con un senso d'ansia crescente, come un presentimento. La Dea Scarlatta, sapeva quanto Masumi e suo padre tenessero a quello spettacolo, era come un'ossessione per loro. ^Gli affari vengono prima di tutto^ le aveva detto solo qualche sera prima. Perchè ora quella frase la spaventava così tanto?

    - Villa Hayami -
    Il crepuscolo era già calato ad ammantare la città e le luci del piano terra erano tutte accese. Parcheggiando la macchina davanti alla depandance Masumi si preparò mentalmente al confronto con il padre. Dopo anni di attesa poteva prendersi la sua rivalsa su Eisuke ma, per il bene di Maya e per il suo futuro, non avrebbe affondato il coltello fino in fondo. Era più imperante liberarsi, in modo indolore, dei vincoli con i Takamiya. Non appena messo piede nell'ingresso di casa si imbattè nel maggiordomo che, senza mezzi termini, lo invitò a raggiungere immediatamente il padre in salotto.
    ^Quanta fretta, neanche il tempo di cambiarmi mi concedi?^ pensò quasi divertito. In un altro frangente si sarebbe risentito alquanto per quella prevaricazione di ogni sua necessità ma in quel momento non gli importava.
    - Capisco. Lo raggiungo subito - rispose in tono distaccato entrando in quel salotto che qualche settimana prima aveva dato inizio a tutto.
    Eisuke era seduto sulla solita poltrona, il cipiglio altero e l'incarnato cinereo, segno evidente della sua tensione e frustrazione. L'attesa, durata due ore, per il suo rientro doveva averlo disturbato alquanto.
    - Scusa il ritardo - disse con fare indifferente, andando verso il mobile bar e preparandosi un drink.
    Eisuke studiò l'atteggiamento del tutto tranquillo e rilassato del figlio con palese fastidio. Era il caso che si decidesse a rivelargli il piano che aveva in mente, era stufo di giocare a rimpiattino.
    - Allora, si può sapere come pensi di sistemare la questione? Ho fatto un giro di telefonate pure io, Masumi, e quel tizio, quell'Ishikawa, non è l'ultimo arrivato. La Sig.ra Tsukikage si è rivolta ad un pezzo grosso con notevolli capitali alle spalle. Persino il sostegno dei Takamiya potrebbe non essere un deterrente sufficiente ad ammorbidirlo - sbottò Eisuke non appena il figlio si accomodò sulla poltrona di fronte a lui.
    Masumi centellinò il contenuto ambrato del bicchiere per qualche istante poi si decise a rispondere.
    - Non ho alcun bisogno di ammorbidire il Sig. Ishikawa. E' vero che la Sig.ra Tsukikage ha firmato il contratto con lui ma ignora che io e Ishikawa siamo in società e che pertanto quel contratto la vincola anche con me e non solo lei ma anche l'erede della Dea Scarlatta e per ben un anno -.
    Eisuke osservò per un attimo il figlio a bocca aperta. Che il cielo lo fulminasse, Masumi era decisamente diabolico. A quella consapevolezza sbottò in una sonora risata.
    - Perchè diamine mi hai fatto stare in ansia per tutto questo tempo, potevi dirmelo direttamente al telefono - disse poi tornando serio.
    - Semplice, perchè io e te dobbiamo ora discutere ... d'affari -.
    Il tono di Masumi era pericolosamente calmo. Eisuke aguzzò immediatamente lo sguardo.
    - Di cosa stai parlando? - chiese confuso.
    - Circa un mese fa, in questa stanza, tu mi ha ordinato, è il termine preciso, di smettere di continuare a ,come dire, sostenere Maya Kitajima in quanto l'affare Takamiya ti stava particolarmente a cuore - esordì Masumi in tono sempre calmo e pacato.
    - Che diavolo c'entra questa storia? -.
    Il tono di Eisuke si era fatto guardingo e quasi minaccioso.
    - Un attimo di pazienza, padre, e tutto ti sarà chiaro - fu la risposta altrettanto dura di Masumi. - In questi anni ho fatto sempre tutto per la Daito Art Production, ho sempre seguito alla lettera tutti i dettami e gli ordini che mi impartivi sulla gestione degli affari degli Hayami, sono arrivato ad accettare che tu mi combinassi un matrimonio che non volevo e tutt'ora non voglio con Shiori Takamiya, ho annulato me stesso per troppo tempo padre. Ora sono stanco ed ho deciso di fare di testa mia, ecco che cosa significa -.
    Eisuke si agitò sulla poltrona preoccupato. Masumi non lo avrebbe affrontato direttamente senza avere della buone carte da giocare.
    - Non intenderai mandare a monte la fusione con i Takamiya per quella ragazzina? Non te lo permetterò e lo sai. Non è necessario che tu sia innamorato di Shiori perchè il matrimonio funzioni - sbottò esasperato.
    Un lampo freddo, quasi spietato, attraversò le iridi azzurre di Masumi.
    - Oh, lo so anche troppo bene. Ho visto il tuo con mia madre - ribattè gelido.
    Il patrigno lo guardò sconcertato per un istante, non gli si era mai rivoltato contro in quel modo.
    - Esattamente che cosa hai intenzione di fare - sondò preoccupato.
    - Rilassati, non ho intenzione di mandarti in rovina, anche se per lungo tempo ho accarezzato l'idea. Voglio solo che tu, e tu solo, ti esponga per scindere l'accordo con i Takamiya e di conseguenza mandi a monte il matrimonio con la Sig.na Shiori -.
    Eisuke reagì a quella imposizione con una sonora risata.
    - Non sei assolutamente nella posizione di impormi niente, Masumi. Tutto quello che sei lo devi a me, basterebbe una mia parola per ridurti al nulla o meglio usare le foto di te e Kitajima sull'Astoria - sentenziò in tono duro.
    - Non ne sarei così sicuro, padre. Quando hai controllato le uscite di cassa per la ristrutturazione della Sala Ugetsu avresti fatto meglio a controllare anche le migrazioni finanziarie dalle società satellite ma, dall'espressione del tuo volto, ne deduco che non lo hai fatto - disse Masumi in tono compiaciuto. - Con quei fondi, unitamente all'accordo in società con il Sig. Ishikawa, che come hai già rilevato possiede ingenti capitali ed investimenti prevalentemente all'estero tanto da essere fuori dalla tua portata e dei Takamiya, ho messo su una Casa di Produzione parallela alla Daito Art Production che, guarda caso, avrà l'esclusiva della Dea Scarlatta e l'entrata del 35% dei diritti di rappresentazione per un anno intero. Senza contare che, indipendentemente del fatto che si tratti di Ayumi Himekawa o di Maya Kitajima, l'accordo prevede che in ogni caso la Daito Art Production sia esclusa dalle trattative di produzione teatrale dell'opera. Quindi, padre, l'unico modo che tu hai di poter vedere rappresentata la Dea Scarlatta in uno dei teatri Daito è che io decida di ricorrere ad uno di essi. Riguardo le foto sai che è una minaccia vana, non danneggerebbero solo lei ma anche il sottoscritto trascianando la Daito in uno scandalo e facendo saltare egualmente il matrimonio e la fusione - spiegò in tono freddo e cinico in modo che il padre comprendesse bene e sino in fondo la portata della trappola che gli aveva teso.
    - Non te la farò passare liscia. Posso anche aspettare un anno e sopportare che sia tu a gestire per quel periodo le rappresentazioni e poi te la porterò via. Tu sposerai la nipote di Takamiya e questo è quanto - ribattè in tono duro Eisuke alzandosi faticosamente in piedi, sostenendosi con il bastone.
    Masumi non si mosse dalla poltrona e si limitò a dire serafico.
    - Sarai costretto a cedere, questa volta, perchè non sarò io a fare marcia indietro. Riflettici padre la Daito e il gruppo Hayami non perderanno niente, anche senza fusione con i Takamiya. Ishikawa ha investito nella mia società secondaria ma dipende da me se i capitali che lui investirà saranno solo miei o se verranno inglobati nelle attività delle imprese Hayami. Tutto quello che chiedo è di essere lasciato libero da un matrimonio che non voglio, di sposarmi solo quando e con chi andrà bene a me e che stai lontano da Maya Kitajima. Non ti ostacolerò nella messa in scena della Dea Scarlatta. Non verrà prodotta direttamente dalla Daito è vero, almeno per un anno poi dipenderà dagli accordi che verranno presi con Ayumi o Maya, ma la tournée sarebbe ospitata dai teatri Daito per tutto il paese con il relativo ritorno d'immagine. Se ti ostini invece a non volermi dare retta sono disposto a rinunciare al cognome Hayami pur di far saltare la fusione con i Takamiya e il matrimonio e tu perderai anche i fondi che potrebbero invece entrare dal nuovo socio Ishikawa. Per completezza d'informazione ho già provveduto a fare registrare allo stato civile unitamente al cognome Hayami quello di mia madre, sai sono previdente, ed il contratto con Ishikawa l'ho siglato usando entrambi i cognomi e pertanto resterà valido, anche se non sarò più un Hayami, così come la Casa di Produzione, come vedi qui l'unico a rimetterci saresti tu -.
    Eisuke impallidì visibilmente, lo aveva allevato perchè diventasse un Hayami e lui gli si rivoltava contro come una serpe in seno. In un barlume di auto-ironia considerò che aveva fatto realmente di lui un perfetto Hayami.
    - Tutto per poter sposare quella Maya Kitajima - disse alla fine, con un sospiro rassegnato, tornando a sedersi.
    Masumi sorrise lievemente.
    - Perchè, padre, tu cosa non hai fatto per Chigusa Tsukikage? - chiese con una vena di comprensione nella voce.
    Eisuke chiuse per un attimo gli occhi. Già, cosa non aveva fatto?
    - D'accordo, Masumi. Non è il caso che rinunci al nome, hai dimostrato fin troppo bene che sai come trattare un buon affare. Sei certo che Ishikawa non ci darà problemi? - chiese poi in tono rassegnato.
    - Fidati, non ce ne saranno e neanche con la Sig.ra Tsukikage. Ho in mente di proporle qualcosa che sicuramente ammorbidirà la sua intransigenza nei nostri confronti, ma devi lasciarmi carta bianca, e che al contempo ci frutterà altro denaro - lo rassicurò con fermezza.
    Eisuke annuì, ormai in quel frangente non aveva più voce in capitolo. Masumi non minacciava a vuoto. Se era riuscito a crearsi una società esterna al gruppo Hayami non ci avrebbe messo cinque minuti a piantarlo in asso rinunciando al nome. A quel punto considerò che forse gli conveniva tifare per Maya Kitajima nella corsa alla Dea Scarlatta. A ben vedere nel caso che Masumi fosse riuscito ad impalmarla i Diritti di Rappresentazione sarebbero a quel punto entrati direttamente a far parte del patrimonio degli Hayami, decisamente un ottimo affare.
    - Adesso levati dai piedi, devo risolvere la questione con i Takamiya e non sarà una cosa piacevole - borbottò poi considerando che doveva recuperare le forze per affrontare quella faccenda spinosa. Masumi, inaspettatamente, scoppiò a ridere, una risata franca e liberatoria. Da quanto non gli capitava di vedere il figlio così? Sorpreso si rese conto.. da sempre.
    - Non fingerti preoccupato, padre. Quello che ho imparato sul mondo degli affari l'ho appreso da te. Sono sicuro che alla fine il vecchio Takamiya si convincerà che l'idea dell'annullamento del fidanzamento l'ha avuta lui. Comunque - soggiunse poi raggiungendo la ventiquattr'ore che aveva posato vicino al mobile bar - questi documenti potrebbero tornarti utili se dovessero opporre resistenza o tirassero in ballo la foto di Shiori sul molo - spiegò estraendo un fascicolo piuttosto corposo con i bilanci, passaggi finaziari, rendiconti fiscali del gruppo Takatsu tutto materiale scovato dal fido Hijiri.
    Eisuke si lasciò sfuggire un sorriso compiaciuto suo malgrado.
    - Preparato nei minimi dettagli. Sì decisamente sei mio figlio - disse poi in tono quasi ammirato lasciando Masumi sinceramente sorpreso.
    - Al vecchio penso io, a te tocca ammorbidire la botta dell'annullamento alla Sig.na Shiori. Mi sa che il compito più facile ce l'ho io - concluse poi il vecchio Hayami prima di allontanarsi.
    Masumi considerò che, in fondo, suo padre aveva ragione. Ora gli rimaneva Shiori, la viariabile più complessa del problema.

    - Un paio di giorni dopo... -
    Shiori avvertì un sordo dolore al petto mentre il suo mondo perfetto andava in frantumi.
    - Non capisco nonno, cosa significa che devo dimenticarmi del Sig. Masumi? - chiese scioccata osservando il volto severo dell'avo che le faceva cenno di sedersi, preoccupato dal suo improvviso pallore.
    - Shiori, cara, mi spiace ma ho avuto una lunga riunione d'affari con Eisuke Hayami. Pare essere venuto a conoscenza di alcuni gravi falsi di bilancio di almeno tre consociate del gruppo, di cui ovvio non ero a conoscenza, e in ragione del rischio di inglobare le grane fiscali dei nostro gruppo ha deciso di rescindere l'accordo preliminare di fusione e anche il coinvolgimento del figlio con la nostra famiglia è stato ritenuto, a questo punto, fuori luogo. Il fidanzamento verrà annullato, non ho scelta è la condizione che ha posto per non richiedere i danni, e pertanto passare al fisco gli incartamenti che ci metterebbero seriamente nei guai, e accettare una risoluzione consensuale del contratto - il tono dell'uomo era grave ma anche fermo.
    ^Gli affari vengono prima di tutto^ quella frase di Masumi tornò a ronzarle nelle orecchie, impietosa. Ecco cosa aveva voluto dirle, che lui sapesse già cosa aveva in mente il padre? Che in qualche modo l'avesse voluta mettere in guardia?
    - No. Non è possibile. La data delle nozze è già stata fissata, io amo il Sig. Masumi, non potete considerare il mio matrimonio un affare - riuscì a dire in tono quasi isterico, scattando repentinamente in piedi tanto da provare una lieve vertigine che decise, proditoriamente, di ignorare.
    - Shiori io non posso rischiare una indagine fiscale che metterebbe in ginocchio il gruppo, facendone crollare le quotazioni in borsa, perchè tu ti sei invaghita del giovane Hayami - ribattè tuttavia, in tono secco il vecchio Takamiya, per poi riprendere in tono più coprensivo - Mi rendo conto che per te è un duro colpo ma non posso fare altrimenti, il matrimonio è sempre stato parte integrante di un accordo d'affari -.
    Shiori si sentì svuotata dentro. Affari, affari... iniziava ad odiare con tutta se stessa quella parola.
    - Ne parlerò con il Sig. Masumi. Non posso accettarlo, lui trovera una soluzione - disse facendosi forza.
    Lo sguardo rassegnato sul volto del nonno stava a significare che non avrebbe ottenuto niente ma lei non volle dargli credito.

    Masumi osservava le stelle dalla terrazza della villa di Izu. Era stato avvertito da Mizuki che Shiori stava arrivando, il momento del confronto tra loro due era alla fine giunto. Doveva muoversi con fermezza ma cercando di non ferirla. Doveva assolutamente evitare che Shiori sospettasse che c'era lui dietro alla decisione presa dal padre di scindere il contratto matrimoniale. Quando sentì suonare il campanello chiuse per un istante gli occhi rammentando a se stesso che ora stava lottando per Maya, per se stesso e in fondo, ne fosse consapevole o meno, per la stessa Shiori. Con passo deciso andò ad aprire. C'era il vento quella sera, aria fredda che penetrava i vestiti e faceva rabbrividire. Il volto pallido di Shiori, al chiarore della luna, i lunghi capelli a danzare selvaggi intorno al suo viso e gli occhi colmi di lacrime. La fine dei suoi sogni era riflessi in essi.
    - Vieni, entra - le disse semplicemente facendosi da parte.
    Shiori sembrava un fiore di serra, bello e fragile, quasi spaesata in mezzo alla sala illuminata.
    - Masumi... - iniziò a dire chiaramente sconvolta.
    - Mi spiace che tu ne sia venuta a conoscenza in questo modo. Avevo pregato mio padre di darmi il tempo di parlartene in privato - disse in tono gentile - Ti prego, siediti - proseguì poi temendo che potesse essere colta da uno svenimento, era talmente pallida da preoccuparlo.
    La donna acconsentì e si accomodò sul divano mentre Masumi le porgeva un bicchiere d'acqua. Con un paio di respiri profondi cercò di calmarsi.
    - Sapevi delle sue intenzioni già dalla festa, vero? - lo accusò poi, appena ripreso il controllo. Era arrabbiata, frastornata e ferita e non sapeva in quale ordine questi sentimenti prevalessero nel suo animo. Il volto di Masumi si rabbuiò mentre le si sedeva accanto.
    - Avevo qualche sospetto. Ho cercato di metterti in guardia. Sapevo che erano state sollevate delle perplessità, mio padre è un tipo sospettoso e stava facendo delle indagini accurate, non è stato d'aiuto neanche il tuo assegno a Maya Kitajima in quanto lo ha notevolmente contrariato per le possibili conseguenze di cui abbiamo già discusso e soprattutto per le ripercussioni sulla Dea Scarlatta. Per Eisuke Hayami gli affari vengono prima di tutto - disse in tono pacato approfittando di quella mossa falsa della donna che poteva palesare di avere scoperto. La vide trasalire.
    ^L'assegno? Mi stai dicendo che sto pagando tutto questo per quel solo errore?^ pensò sgomenta la donna. Si sentì opprimere dalla consapevolezza che aveva sottovalutato l'importanza che per gli Hayami aveva quella dannata Dea Scarlatta, come rimediare ora?.
    - Masumi, ti ho spiegato che l'ho fatto per te. Non può essere solo per quello. Ti prego, la data è già fissata. Io ti amo, noi ci amiamo dovrà pure contare qualcosa - ribattè in tono concitato cercando di convincerlo a non rinunciare a tutto.
    L'uomo a quel punto si alzò in piedi e si allontanò di qualche passo facendo scorrere la mano tra i folti capelli biondi con aria sofferta.
    - No, ovviamente non è per solo per quello, la faccenda delle gravi irregolarità fiscali è stata fatale. Shiori mi rendo conto solo ora di avere commesso un gravissimo errore con te e mi scuso per questo anche se non servirà a lenire il tuo dolore - si sforzò di spiegare con calma. Era palese che lei quella faccenda non riusciva a comprenderla. Vedeva solo l'aspetto dal suo punto di vista. Come farle capire?
    - Errore? - domandò Shiori con gli occhi dilatati dalla confusione. Di cosa stava parlando adesso?
    - Ascoltami, il nostro è sempre stato un "matrimonio combinato" e come tale io sono sempre stato consapevole che se mio padre o tuo nonno avessero cambiato idea sulla fusione finanziaria tutto sarebbe andato a monte. Quando mi sono reso conto che prendevi troppo sul serio il nostro rapporto ho provato a metterti in guardia, cercando di tenerti un po' a distanza e mettendo sempre le riunioni d'affari prima di te. I sentimenti, in un matrimonio combinato, non contano. Questa è la dura verità. Consapevole dei rischi io ho avuto cura di non lasciarmi coinvolgere troppo ma nessuno a quanto pare ha preparato te a fare la stessa cosa e ora è troppo tardi e di questo sono sinceramente addolorato, non mi piace vederti soffrire - la donna lo guardò sgomenta.
    - Vuoi dire che la tua gentilezza nei miei confronti era studiata, che non sei mai stato sincero con me mentre io mi fidavo di te? - chiese ferita nel profondo, mentre lacrime copiose inondavano ormai il suo viso.
    La consapevolezza che in parte le accuse di Shiori fossero fondate gli rese il compito più difficile, ma non era stato sempre così c'erano stati momenti in cui l'aveva realmente sentita vicina.
    - No. Non fraintendermi, non mi è mai costato essere gentile con te Shiori perchè sei una persona sensibile e che ha saputo vedere oltre la facciata dell'uomo d'affari in me, e di questo ti sono grato. In più di un'occasione hai dimostrato di capire i miei comportamenti anche quando avresti potuto giudicarmi freddo e cinico ma io sono un uomo complesso Shiori, e tu in realtà non mi conosci che superficialmente. Ami una parte di me, la sola che ho avuto cura di mostrarti ma io sono ben altro - iniziò a dire salvo essere interrotto dalla rabbiosa replica della donna.
    - No, non è vero. Io ti amo per quello che sei, sii onesto almeno adesso, sei tu che sei invaghito di quella ragazzina, quella Maya Kitajima. Cos'ha lei che io non ho? Sono certa che se al mio posto ci fosse lei tu andresti anche contro tuo padre - gli urlò contro non curandosi più di nascondere la gelosia per quella ragazza, del resto lo stava perdendo perchè continuare a mentire, non avrebbe avuto senso.
    Masumi scosse la testa.
    - Continui a non capire - mormorò in tono basso e dispiaciuto prima di proseguire dicendo - Rammenti che un giorno mi hai chiesto perchè nelle foto da ragazzo non sorridevo mai? - chiese poi in tono pacato vedendola trasalire, confusa.
    - E adesso questo cosa c'entra? - chiese in tono perplesso.
    - E' da quando ho l'età di quindici anni che mio padre mi educa a mettere gli affari, gli interessi della famiglia, prima dei sentimenti. Il diploma andava conseguito a pieni voti per il prestigio degli Hayami. Vincere una competizione ippica portava il nome Hayami in alto, altro prestigio. Convogliare a nozze con la pupilla dell'"imperatore" Takamiya voleva dire denaro e prestigio per gli Hayami e la Daito Art Production quindi un affare delicato da gestire. Tenere lontane madre e figlia, che si cercano da anni, perchè la pubblicità che se ne può ricavare al momento giusto farà guadagnare denaro e prestigio alla Daito è necessario, salvo poi mandare fiori a quella ragazza perchè la madre è morta per causa tua, anche questo è il prezzo da pagare per essere un Hayami. L'ho resa orfana a quindici anni Shiori, se veramente sei convinta di conoscermi dovresti sapere che la proteggerò per tutta la vita a qualsiasi costo, anche da te - concluse poi, calcando sull'ultima parte.
    Shiori lo fissò turbata dalla fredda compostezza di quella confessione rendendosi conto che mai come ora lui le rivelava il suo "vero" volto. C'era nascosta tanta sofferenza e solitudine dietro a quelle parole da sentirsene soppraffatti. Per la prima volta lo vedeva aperto, franco ed onesto fino in fondo con lei. Senza remore le stava confessando l'invio delle rose scarlatte a Maya Kitajima, che realmente la ragione di tutto quell'interesse di Masumi verso la ragazza fosse legato al senso di colpa per essere stato concausa della morte di sua madre? Dal tono ferito e sofferto sembrava proprio fosse così e anche se così non fosse stato ora, finalmente lo comprendeva, non aveva più importanza perchè non aveva più armi da giocarsi con un uomo che non l'aveva mai amata ma solo, al massimo, stimata. Ormai persino suo nonno le era contro e per cosa? Per salvaguardare gli interessi dell'azienda di famiglia, ora il prezzo del prestigio dei Takamiya, ironia,... lo pagava lei.
    - A chi verrà imputata la responsabilità dell'a rottura del nostro fidanzamento? - chiese a quel punto sconfitta, rendendosi conto che l'avere attaccato la ragazza era stata la sua condanna in tutti i sensi.
    - Non preoccuparti, verrà affrontato direttamente nelle dichiarazioni riguardo alla risoluzione consensuale del contratto e sarà fatto in modo da non recarti danno. Entrambi ne usciremo senza strascichi, farò in modo che la stampa non abbia di che spettegolare. E' mio dovere farlo per proteggerti da qualsivoglia scandalo - spiegò Masumi, il tono fermo rendendosi conto che alla fine aveva piegato la sua resistenza.
    Shiori annuì. L'unica cosa che le restava da fare era uscire di scena a testa alta, con dignità. Si era abbassata anche troppo per elemosinare un amore che lui non aveva mai provato, ora le era chiaro.
    - Questo allora è un addio. Non intendo più vederti e sono certa che tu comprenda il perchè. Quello che ti auguro è di non dover mai rimpiangere la scelta di obbedire a tuo padre per l'ennesima volta - disse solo, con una punta di cinismo nella voce prima di avviarsi verso la porta.
    Masumi abbassò il capo, annuendo. Che vivesse pure con quella convinzione se ciò implicava essersi liberato di lei. Quello che era certo, non avrebbe mai rimpianto di avere... disobbedito a suo padre, ma Shiori questo non lo avrebbe mai saputo.

    La notizia della risoluzione degli accordi di fusione tra il gruppo Takatsu e il gruppo Hayami fece tremare gli affari in borsa e sollevò un polverone di pettegolezzi nel settore. Riguardo Ishikawa, invece Masumi aveva insistito con Eisuke per lasciargli gestire la cosa personalmente ed Eisuke aveva acconsentito, anche perchè a dire il vero era il solo Masumi ad avere espliciti rapporti d'affari con Ishikawa. Questa mossa sarebbe stata resa pubblica a tempo debito e comunque non prima che Masumi avesse parlato personalmente con la Sig.ra Tsukikage. Mizuki ebbe il suo bel da fare, in ogni caso, a stare dietro a tutte le richieste di informazioni da parte sia della stampa che degli addetti del settore finchè, nel giro di un paio di settimane, la situazione non si stabilizzò. Del fidanzamento annullato, per paradosso, non si interessò quasi nessuno se non le riviste di gossip abilmente messe a tacere da una conferenza stampa organizzata appositamente da Masumi per spiegare come alla decisione fossero pervenuti di comune accordo sia lui che la Sig.na Takamiya. Al dil à della questione meramente finanziaria tra le famiglie i due si erano trovati a convenire che le tensioni derivanti dagli eccessivi impegni di lui, che sfociavano sempre più in liti, non avevano fatto altro che minare il rapporto e la risoluzione del contratto aveva di fatto sollevato entrambi da un vincolo che inziavano a considerare sempre più scomodo. L'ufficio stampa dei Takamiya aveva poi rilasciato uno scarna dichiarazione della Sig.ra Shiori che di fatto confermava quanto dichiarato da Masumi.
    Maya aveva appreso la notizia a casa di Sakurakoji. Il ragazzo a breve avrebbe avuto l'autorizzazione a riprendere l'attività teatrale, anche se a piccole dosi, e Maya lo stava aiutando a riprendere il ritmo recitativo alternandosi con il regista e Tobe. Stavano chiacchierando del più e del meno, con il televisore acceso, quando la notizia venne data al telegiornale. Maya incredula rimase a fissare lo schermo dove una foto di Masumi e di Shiori accompagnava la scritta "L'imminente matrimonio tra il Presidente della Daito Arto Production e l'erede della famiglia Takamiya è stato annullato" mentre il giornalista raccontava come si erano svolti gli eventi.
    - Sig. Hayami ... - sussurrò soltanto, mentre le lacrime le inumidivano gli occhi. Non riusciva a crederci. Il Sig. Hayami non avrebbe più sposato la Sig.na Shiori. Quella consapevolezza si faceva strada lentamente in lei. Il suo cuore tremava, perchè ora non ci sarebbe più stata la fidanzata a dividerli anche se non era ben certa di quello che sarebbe accaduto in futuro, ora sapeva che poteva esserci veramente una possibilità per loro.
    Sakurakoji, al suo fianco, notò la vivida emozione che animava la ragazza e un sorriso triste si delineò sulle sue labbra. Così Hayami era tornato un uomo libero. Ora aveva veramente perso. ^Spero che almeno tu possa essere felice, Maya^ pensò, nonostante tutto, con sincerità. Al momento per lui era ancora impossibile, era ancora maledettamente presto.

    - continua -

    ***

    CAPITOLO 10


    Aveva lasciato passare circa un mese, perchè le acque si calmassero e la stampa del settore smettesse di interessarsi della sua vita privata, era stato difficile ma necessario pazientare ancora. Stava fremendo, non vedeva l'ora di poter incontrare nuovamente Maya, di chiarirsi con lei ma prima doveva ancora affrontare la Sig.ra Tsukikage. Per questa ragione ora si trovava, insieme a Ken, nel salotto della villa di Yamagishi innanzi al volto pallido e tirato della donna che, ovviamente, aveva capito di essere caduta in trappola non appena li aveva visti insieme. Doveva cercare di essere molto attento con lei, non voleva causarle un nuovo attacco.
    - Buon giorno, Sig.ra Tsukikage - disse in tono controllato notando la smorfia contrariata della donna. - So che lei il Sig. Ishikawa vi conoscete già - proseguì sempre nello stesso tono indicando Ken che sostava fermo al suo fianco. Quella era la parte che Ken odiava di più di tutta la faccenda. Sotto lo sguardo irato della donna, Masumi lo sapeva, suo cugino si sentiva un verme.
    - Il giorno era buono prima che arrivasse lei, Masumi - disse duramente Chigusa, pur facendo cenno ai due di accomodarsi.
    Masumi non fece una piega a quell'aperta manisfestazione di insofferenza nei suoi riguardi e Ken rimase in silenzio, come d'accordo avrebbe lasciato gestire la cosa direttamente a lui.
    - Prima che venga fraintesa la mia presenza qui, al fianco del nuovo sponsor della Dea Scarlatta, la prego signora di lasciarmi parlare, se possibile mettendo da parte i pregiudizi che da anni nutre nei confronti della mia persona. E' importante - iniziò a dire in tono calmo e pacato.
    La Sig.ra Tsukikage si sentiva stanchissima ancor prima di iniziare il dialogo. Con un lieve e forzato cenno della mano lasciò intendere che lo avrebbe ascoltato, tanto non le era rimasto altro da fare ne era consapevole. Masumi si rilassò.
    - Signora Tsukikage non ho mai fatto mistero di voler mettere in scena, personalmente, la Dea Scarlatta. Il Sig. Ishikawa non l'ha ingannata. Il detentore del contratto in esclusiva è lui, io ho semplicemente una prelazione per la produzione degli spettacoli della Tournée e non attraverso la Daito ma con una compagnia nuova che ho appositamente creato per la messa in scena della Dea Scarlatta. Mio padre è tagliato fuori dall'accordo. Il massimo che può ottenere è che io mi appoggi a qualche teatro Daito niente di più. - precisò, calcando sull'ultima parte, porgendo alla Sig.ra Tsukikage la copia del contratto e un biglietto da visita ove capeggiava come logo la figura stilizzata di un ramo di susino in fiore e la scritta "Scarlet Art Production - società di produzione teatrale" -
    Confusa Chigusa levò lo sguardo a studiare il volto dei due uomini, non per conto della Daito?
    - Non capisco - disse alla fine la sensei, decisamente spiazzata.
    - Sig.ra Tsukikage so che le sarà difficile credermi, ma le assicuro che non sono mai stato onesto con lei come ora. La mia priorità riguardo la Dea Scarlatta è mutata nel corso degli anni. Ora non ambisco più a detenere i diritti di rappresentazione, mi basta poter mettere in scena lo spettacolo, poter riportare sul palco la "vera" Dea Scarlatta. Per questo non ho interferito con la scelta dell'attrice ed ho fatto sempre in modo che entrambe le candidate avessero pari opportunità. In questo modo, per altro, che sia Ayumi Himekawa o Maya Kitajima a vincere per almeno un anno ho tolto all'erede di dosso la pressione di mio padre, sono certo che con l'aiuto di Ishikawa essa avrà, inoltre, modo di imparare a gestire l'onere che accompagna quel ruolo - concluse facendo un cenno verso Ken che si limitò a confermare con il capo.
    Stranamente Chigusa, alla luce di quelle spiegazioni, non avvertiva più un reale senso di sconfitta tanto che riuscì a considerare l'aspetto ironico della situazione.
    - Così ha giocato suo padre - constatò infatti con un mezzo sorriso.
    - Almeno per ora, in effetti l'ha presa con una certa sportività - rispose Masumi sorridendo a sua volta rendendosi conto che la donna aveva incassato abbastanza bene lo smacco subito.
    All'idea di Eisuke Hayami messo in scacco dal figlio la Signora Tsukikage si lasciò andare in una sincera risata.
    - Avrei voluto assistere alla scena - disse alla fine, tornando seria. Masumi sogghignò al ricordo del lungo diverbio avuto con il padre.
    - Non ne dubito. In ogni caso oggi non sono qui solo per metterla al corrente delle implicazioni del contratto che ha firmato con il Sig. Ishikawa. Siamo venuti, entrambi, per proporle un affare che spero sinceramente vorrà valutare, non tema non è obbligata ad accettarlo - soggiunse poi tornando serio.
    - A questo punto mi sa che non ci perdo niente ad ascoltarla - disse la donna anche se dubitava che una proposta di Masumi Hayami potesse in qualche modo interessarla.
    - Avremmo a cuore di creare una mostra itinerante, che girerà per tutto il Giappone al seguito delle rappresentazioni della tournée, dedicata interamente alle opere ed al genio di Ichiren Osaki, per rendere omaggio al creatore di quest'opera straordinaria. Sono sicuro che, con il suo aiuto, sarebbe possibile allestire qualcosa di speciale e che rispecchi realmente lo "spirito" e l'amore per il teatro di Osaki - spiegò in tono pratico Masumi, iniziando a "vendere" il prodotto com'era usueto fare.
    - Una mostra dedicata ad Ichiren? - chiese Chigusa colta totalmente in contropiede mentre un lampo di spontaneo interesse le illuminava lo sguardo.
    - Sì signora. Le ho detto che investo sempre sull'arte e da quello che mi è stato detto dal Sig. Hayami, se allestita come si deve, sarebbe un omaggio notevole e attirerebbe sicuramente il consenso di molti che non hanno avuto modo di fruire del genio creativo del maestro Osaki - si intromise Ken a quel punto, rendendosi conto che era il momento di dare man forte a Masumi.
    - Dove sta la trappola? - chiese la donna in tono diffidente scatenando l'ilarità di Masumi.
    - Giuro, nessuna trappola questa volta. A lei spetterebbe il ruolo di consulente sovra partes, Ken si farebbe carico della parte finanziaria ed io mi occuperei di tutta la parte burocratica e dell'allestimento nelle mostre del paese. Il tutto organizzato dalla Scarlet Production. Una compagnia nuova ha bisogno di farsi le ossa e un nome, io ne trarrei vantaggio dal ritorno d'immagine e lei potrebbe dare, dopo tutti questi anni, un giusto riconoscimento al suo maestro - il tono saudente, rendendosi conto di avere aperto uno spiraglio nel riserbo della donna.
    Alla fine, dopo una trattativa durata più di un'ora Chiugusa si era convinta ad accettare la proposta. Quando lasciarono la casa, Masumi, si allontanò con la netta sensazione che ci sarebbe voluto del tempo perchè la Sig.ra Tsukikage smettesse di vederlo con legittimo sospetto ma si poteva dire che almeno l'ascia di guerra era stata sotterrata. Ora poteva realmente pensare solo a Maya.

    - Izu - sabato mattina -
    Il cielo era terso, come non accadeva da qualche giorno, neanche una nuvola all'orizzonte. Nonostante i caldi raggi del sole faceva freddo, ormai l'autunno era inoltrato, i capelli mossi dall'aria assaporò l'odore salmastro che sospinto dalla brezza gli giungeva alle nari e seguì il volo delicato di un gabbiano. Le mani a serrare la balaustra di legno del balcone attendeva, con un misto di ansia e aspettativa , l'arrivo di Maya. Quando il mattino precedente aveva confessato ad Hijiri di avere intenzione di invitare la giovane alla Villa lui gli aveva suggerito di non tergiversare oltre, di rivelare alla ragazza la sua identità di Donatore delle Rose Scarlatte.
    - Si riveli per quello che è, l'Ammiratore Segreto, è il momento giusto Sig. Masumi. Non può instaurare un qualsivoglia rapporto con Maya se non sarà sincero con lei sino in fondo - aveva detto il ragazzo in tono convinto.
    Per questo era nervoso, sapeva che Hijiri aveva ragione, che non poteva più nascondersi ma al contempo temeva la reazione della ragazza. Doveva trovare il modo giusto per rivelarle la verità senza rischiare di ferirla o essere frainteso.

    Rei aveva osservato perplessa l'evidente agitazione di cui era preda Maya che saltellava frenetica in giro per casa tirando fuori da cassetti ed armadi ogni sorta di vestito, maglietta e borsa che le capitasse a tiro continuando a mugugnare - Questo non va bene e neanche questo... -.
    - Maya, si può sapere cosa sta succedendo? - aveva chiesto alla fine spazientita e vagamente preoccupata.
    La ragazza si era bloccata di botto in mezzo alla stanza, gli occhioni scuri confusi, prima di dirle lasciandola basita - Emh, mi daresti una mano? Non so cosa mettermi. Vedi oggi è una giornata speciale, conoscerò il mio Ammiratore Misterioso - la voce carica di emozione.
    Rei aveva impiegato qualche istante a riprendersi dallo shock di quella notizia. Niente di sorprendente se Maya era così agitata ma era certa che dietro a tutta quella confusione la giovane provasse una gioia immensa, sapeva da quanto tempo ambiva ad incontrare il suo misterioso benefattore per non parlare di tutta la parte che ignorava. Maya avrebbe voluto indossare quello della crociera sull'Astoria ma era troppo leggero, si sarebbe beccata un gran bel raffreddore così, con praticità, Rei l'aveva aiutata a rimettere in ordine magliette, felpe, vestiti e le aveva proposto di indossare uno degli abiti che il suo ammiratore le aveva regalato, cercando tra i diversi uno adatto alla stagione. Si era così optato per una un combinazione tra il vestito che l'Ammiratore le aveva regalato dopo Lande Dimenticate, un tubino mini-gonna di viscosa bianco e lilla corredato dal cappotto in tinta, da abbinare con le scarpe, la borsa e la paroure che il Sig. Hayami le aveva regalato. Maya aveva acconsentito con entusiasmo, Rei non poteva sapere che in realtà erano tutti regali del Sig. Hayami.
    La giovane, era giunta ad Izu da sola. Masumi aveva spiegato che era più prudente, troppi pettegolezzi intorno alla sua persona erano stati consumati in quelle settimane, voleva evitare che qualche giornalista troppo curioso potesse mettersi di mezzo, avrebbe mandato una macchina ad attenderla al molo per condurla sino alla villa.
    Mentre la macchina si innerpicava sulla strada tutta a curve che conduceva al promontorio Maya si rese conto di essere ansiosa. Non riusciva neanche ad ammirare il panorama, era tutta protesa verso il momento in cui avrebbe rivisto il Sig. Masumi consapevole che questa volta sarebbero stati realmente da soli. Cosa si sarebbero detti? Qualunque cosa fosse accaduta lei ormai aveva preso la decisione di dirgli che sapeva tutto, non ce la faceva più ad aspettare. In quel momento l'autista svoltò a sinistra e tra gli alberi si materializzò la costruzione. Un delizioso chalet in legno e mattone rosso circodato da piante e marittimi. Prendendo un profondo respiro, appena la macchina si fermò davanti ai gradini d'ingresso, ringraziò l'autista e scese dalla vettura che subito si allontanò. Ferma sul primo gradino gettò uno sguardo intorno beandosi della pace di quel luogo notando, pargheggiata poco distante, la porche grigia di Masumi alla cui vista il suo cuore prese a battere a mille. Un attimo di indecisione le fece tremare le gambe. No, non poteva avere paura, non adesso. Facendosi coraggio si avvicinò alla porta e suonò...

    Il trillo del campanello lo fece sobbalzare. Era arrivata. Si sentiva impacciato ed imbranato come un liceale al primo appuntamento. Con un gesto dello mano si diede mentalmente dell'idiota, come non sapesse trattare con una donna... anche se questa era la sua ragazzina preferita. Con passo deciso andò ad aprire. Per un istante entrambi restarono a fissarsi negli occhi l'uno sorpreso e l'altro smarrito. Maya era semplicemente deliziosa, notò subito che indossava la paroure che gli aveva regalato durante la crociera e ne fu compiaciuto, i capelli raccolti nello stesso modo di quella sera e gli occhi neri che lo fissavano smarritii e carichi d'emozione. Cielo, quanto l'amava.
    - Benvenuta, Maya - le disse per spezzare la tensione che aleggiava nell'aria, facendosi da parte per farla accomodare.
    - Grazie, Sig. Hayami - la vocina intimidita di Maya avrebbe intenerito chiunque. Nonostante l'evidente imbarazzo Maya accolse immediatamente l'invito e lui si divertì a vederla studiare l'arredamento del piccolo ingresso guidandola poi sino allo studio.
    - Che ne pensi? - chiese dopo un attimo, nel tentativo di metterla a suo agio. Sapeva che per lei era stato tutto sommato un passo difficile quello di accettare di raggiungerlo in quel luogo.
    Maya aveva osservato incuriosita l'interno della casa, la prima impressione che ne ebbe era l'esigenza di informalità, niente di opprimente e ostentatamente lussuoso come invece era Villa Hayami. I mobili, le supellettili erano sicuramente di pregiata fattura ma avevano l'aria di essere stati scelti per la loro comodità non per manifestare opulenza. Osservando Masumi si ritrovò a riflettere che anche il suo abbigliamento, pur se elegante e sobrio, era informale. Con quel maglione d'angora testa di moro, pantaloni beige e la camicia color crema dal colletto slacciato era semplicemente stupendo. Tutto in quella villa dava un'immagine diversa di lui rispetto a quella alla quale era sempre stata abituata. Quello era l'altro Masumi? Rendendosi conto che lui stava ancora attendendo una risposta si affretto a dire convinta.
    - Mi piace -.
    - Ne sono lieto - disse Masumi sorridendole - Purtroppo la temperatura oggi si è abbassata. Ho acceso il camino appena arrivato ma ci vorrà ancora un po' perchè l'ambiente si riscaldi completamente - le spiegò accennando alle fiamme scoppiettanti che spandevano calore tutt'intorno - Mentre aspettiamo ti va di fare una passeggiata? - chiese poi in tono gentile. La vide mordersi nervosamente le labbra. Sembrava quasi spaventata.
    - Maya, non hai ragione di essere così nervosa - le disse mentre si avvicinava alla porta finestra, che dava verso il balcone, per mettere un po' di spazio tra loro due e lasciarle il tempo di ambientarsi - Quando vorrai andartene ti basterà dirlo e farò venire l'autista a prenderti - concluse poi voltandosi a guardarla.
    ^Stupida^ si redarguì mentalmente la giovane, stava rischiando di rovinare tutto. Decidendo di seguire solo l'istinto e il cuore gli disse di slancio.
    - No, no. Sig. Hayami. E' solo che, ecco... ho aspettato per così tanto tempo di poter parlare con lei, di venire a vedere il luogo dove lei riesce a tornare ad essere se stesso, il mare, la spiaggia che ora ho paura di dire o fare la cosa sbagliata - trovò il coraggio di dire sentendosi immediatamente più leggera, come se un peso che la opprimeva le fosse appena stato tolto dal petto.
    Gli occhi azzurri di Masumi si dilatarono sorpresi a quella candida confessione. Un sorriso gentile si delineò sul suo volto maschio.
    - Ti confesso che lo stesso timore lo provo anch'io, Maya - la rassicurò, sorprendendola, facendole cenno di avvicinarsi mentre prendeva il giubbotto di renna che sostava sulla poltrona e lo indossava - è normale. Non siamo abituati a dialogare senza discutere noi due - concluse poi scoppiando a ridere mentre usciva sulla grande terrazza.
    Maya per un attimo rimase in silenzio ad ascoltare il suono di quella risata così genuina e priva di inonia o cinismo per poi seguirlo all'esterno e dire a sua volta - Ha ragione. Solitamente urliamo, o almeno lo faccio io - il tono mortificato e dispiaciuto mentre la brezza marina le scompigliava i capelli.
    - Emh. Sig. Hayami, posso chiederle una cosa? - disse poi, ripromettendosi di lasciargi il tempo di rispondere.
    Masumi si era appoggiato alla balaustra dell'ampia terrazza, dando le spalle al mare ed osservava la ragazza con un vago senso di beatitudine nell'animo. Poteva chiedergli quello che voleva, gli avrebbe risposto senza remora, erano lì per quello.
    - Certo -
    - Il Sig, Ishikawa lavora per lei? - chiese tutto d'un fiato, sperando di non farlo arrabbiare, ma era da giorni che quel dubbio la tormentava.
    Masumi avevo immaginato che potesse essere tirato in ballo quell'argomento quindi non rimase spiazzato dalla domanda. Sorridendole apertamente le rispose.
    - A dire il vero è mio cugino, da parte di madre. Siamo in società e mio padre non ha niente a che vedere con lui. Ti avevo promesso che avrei protetto te e la sensei da Eisuke, quello è stato l'unico modo che sono riuscito ad escogitare - confessò con un alzata di spalle - e prima che ti preoccupi per la Sig.ra Tsukikage, e la sua reazione, io e Ken le abbiamo già parlato e anzi abbiamo siglato un ulteriore impegno per la creazione di una mostra itinerante dedicata ad Ichiren Osaki. Quindi, puoi stare tranquilla -.
    Maya lo fissò sospresa. Non riusciva a capire come potesse gestire gli affari con quella quasi spudorata praticità e al contempo essere così gentile e sensibile con lei. Con tutta probabilità in quache modo anche lui sapeva indossare una maschera per il lavoro che faceva. Si sentiva tuttavia sollevata nel sapere che la Sig.ra Tsukikgae era al corrente di tutto, le era sinceramente spiaciuto tacerle i suoi sospetti.
    - Grazie - disse con semplicità. Una parola che esprimeva tante cose e Masumi lo comprese. Per alleggerire l'atmosfera questi cambiò argomento.
    - Su, vieni. Ho promesso che ti avrei mostrato la spiaggia. Per la tana dei granchi dovremo rimandare ad un'altra occasione, oggi fa troppo freddo, non si farebbero vedere in ogni caso - disse Masumi in tono discorsivo. Avevano tutta la giornata per chiarirsi ora era importante che Maya si sentisse completamente a suo agio.
    Maya annuì immediatamente. Con cautela lo seguì lungo quella che sembrava un'interminabile scalinata che portava verso la spiaggia. Masumi faceva strada, davanti a lei, mentre la brezza scompigliava loro i capelli. ^Com'è bello Sig. Masumi^ pensò la giovane, sfruttando il fatto che le dava le spalle per osservarlo in tutta libertà.
    - Ecco ci siamo - le disse ad un certo punto lui fermandosi. Maya lo vide voltarsi per metà ed indicarle il panorama.
    - Oltre non possiamo andare, la pioggia di questi giorni ha fatto qualche danno, e inoltre non hai le scarpe adatte per passeggiare sulla sabbia - le spiegò notando la sua perplessità. Comprendendo Maya annuì e seguendo il suggerrimento lasciò scorrere lo sguardo tutto intorno osservando un paesaggio da sogno. Sopra la loro testa il promontorio roccioso e, a picco sul mare, la terrazza della villa. I gabbiani volteggiavano tutto intorno e stridevano mentre all'orizzonte si intravvedeva una nave che solcava silente il mare e il sole screziava di scintille infuocate le lievi increspature delle onde. Con sincero entusiasmo negli occhi Maya si volse a cercare Masumi rimanendo paralizzata quando si trovò a fissare, a meno di venti centimetri di distanza, i suoi penetranti occhi azzurri. L'uomo infatti era risalito fino a sostare un gradino più in basso della giovane, ove si era beato della visione delle emozioni che si altalenavano sul suo volto espressivo. Poter condividere le proprie emozioni con qualcuno che comprendeva quella parte della sua anima era un'esperienza alla quale non avrebbe più rinunciato, pensò.
    - Sig. Hayami - sussurrò con un filo di voce Maya. Si sentiva sprofondare nell'oceano di quello sguardo. Un mare altrettanto affascinante e profondo di quello dove volteggiavano i gabbiani.
    - Scusami - lo sentì dire in tono sommesso e roco - ma non resisto più - mentre lo vedeva chinarsi verso di lei e sentiva le sue labbra posarsi sulle proprie.
    Gli occhi dilatati dallo stupore la giovane riuscì solo a pensare disorientata che poteva essere solo un sogno. Quelle labbra tiepide, il suo respiro caldo ad accarezzarle il viso in contrasto con la fredda brezza che li circondava. Quante volte aveva desiderato poterlo baciare? Ora stava accadendo sul serio e il suo cuore rischiava di scoppiarle nel petto per la gioia. Una lacrima di commozione le rotolò lungo la guancia. Masumi, che aveva portato una mano a sfiorarle il viso, se ne accorse e preoccupato interruppe quell'intimo contatto osservando ferito gli occhi umidi della giovane.
    - Maya - mormorò sinceramente costernato - Perchè piangi? Perdonami, non avrei dovuto - disse con il cuore oppresso da quel rifiuto.
    - No, no - gridò Maya, sentendolo allontanarsi. Accidenti aveva frainteso tutto. Con impeto gli gettò le braccia al collo, rischiando di farlo cadere all'indietro tanto che fu costretto ad aggrapparsi al corrimano con forza mentre con l'altro braccio le cingeva la vita sorreggendola.
    - Maya? - domandò preso in contro piede da quella reazione.
    - Piango perchè sono felice, Sig. Masumi. Io l'amo, l'amo da così tanto tempo, e l'amerei anche se lei non fosse il mio ammiratore misterioso - disse di getto la giovane, non controllando più le lacrime che ora scendevano copiose a bagnarle il viso.
    - Cosa? Tu sapevi? - chiese frastornato Masumi, colto totalmente in contropiede da quell'accorata ed ingenua confessione mentre istintivamente la stringeva protettivo al suo petto sentendola tremare.
    - Da dopo "Lande Dimenticate", il foulard azzurro è stato usato solo la sera della prima - gli spiegò, vedendolo impallidire tanto che si affrettò ad aggiungere, temendo che pensasse il suo fosse un sentimento di mera gratitudine - ma l'amavo già da prima solo che non me n'ero resa conto. Ho iniziato a capire che era importante per me quando si è fidanzato con la Sig.na Shiori. So che non sono elegante come lei, so che sotto molti aspetti sono ancora immatura come le dissi al ritorno dalla crociera, ma le prometto che non le sarò in alcun modo d'ostacolo Sig. Masumi ...- disse di getto la giovane che ormai era come un fiume in piena. Rotto gli argini della paura voleva solo rendere partecipe l'uomo di tutte le emozioni che la pervadevano.
    - La prego, Sig. Masumi. Mi creda. Non è per riconoscenza, io l'amo con tutta me stessa, la prego... - disse aggrappandosi al bavero del giubbotto come se fosse un salvagente che potesse salvarla dalla marea di emozioni che la stava travolgendo.
    - Ti credo, Maya. Ti credo - si sentì dire Masumi, ancora sconcertato. Come poteva non credere a quell'accorata confessione? Se solo pensava a quanto tempo aveva perso nella convinzione di essere rifiuitato si sarebbe dato delle mazzate sulla testa da solo. Rendendosi conto che lei, a sua volta, andava rassicurata le disse in tono appassionato - Ti amo anch'io, da tanto di quel tempo che avevo perso la speranza. Non ho mai amato Shiori. Mai. Ho amato solo e sempre te - baciandole la fronte, con dolcezza, mentre le carezzeva la schiena per calmarla.
    A quelle parole la giovane cercò la riprova della sincerità nei suoi occhi. Quello che vi lesse fu amore incondizionato. Timidamente levò una mano ad accarezzargli i serici capelli biondi.
    - Davvero? - chiese ancora dubbiosa, aveva così sofferto all'idea di lui con un'altra donna che ora faceva fatica a credere a quell'assoluta felicità.
    - Sì, Maya - la rassicurò lui con un sorriso che le scaldò il cuore. Quando le sue labbra si mossero a cercare quelle della regazza non ci fu più ombra di reticenza in lei che con l'ardore del suo giovane cuore rispose a quel bacio con tutto il candore e la passione di una ragazza che sa amare dal profondo dell'anima.

    Sarebbe rimasto a baciarla per ore, pensò Masumi, mentre la stringeva possessivo contro il proprio petto e sfiorava il suo volto arrossato, per il freddo e l'emozione, con piccoli baci. Se restavano ancora li fuori si sarebbero congelati. Con dolcezza le disse in tono sommesso.
    - Forse è meglio se rientriamo. Staremo sicuramente più al caldo davanti al camino -.
    Anche se a malincuore Maya si slacciò dall'abbraccio annuendo mentre lentamente, mano nella mano, risalivano la scalinata. Non appena chiusa la porta a vetri alle loro spalle il tepore della stanza li avvolse come una coperta, dando loro un immediato sollievo. Masumi prese un paio di cuscini dal divanetto d'angolo e li mise in terra, davanti al camino.
    - Vieni, Maya. Siediti qui, ti scalderai prima - le disse con premura mentre l'aiutava a togliersi il cappotto, notando che indossava uno dei vestiti che gli aveva regalato. Un sorriso gli increspò le labbra quando lo riconobbe. Glielo aveva mandato poco tempo dopo la prima di "Lande Dimenticate". Era cambiata da allora Maya. Ora era una donna. Docilmente la giovane si accoccolò accanto al fuoco mentre Masumi si allontanava un attimo.
    - Torno subito con qualcosa di caldo - le aveva detto, sparendo dietro una porta.
    Maya si sentiva leggera come se volasse su di una nuvola. Con un dito sfiorò le labbra leggermente gonfie per i baci che si erano scambiati. Il cuore le palpitava in petto per la felicità. Era quella la sensazione che dava l'amore corrisposto? Ancora stentava a crederci. Per tanto tempo aveva confuso i sentimenti di Akoya con i propri, intravisto in Isshin il volto di Masumi. Solo ora realizzava che Akoya e Isshin vivevano nel mondo colorato e magico dell'arcobaleno, sul palcoscenico. Ne comprendeva la profondità dei sentimenti ma lei era reale, Masumi era reale e quella gioia era così tangibile da farla quasi stare male per la sua intensità. All'improvviso una solitaria e stupenda rosa scarlatta apparve innanzi al suo sguardo. Sorpresa si girò a cercare il volto di Masumi che, silenziosamente, era giunto al suo fianco.
    - Sai, mi ero ripromesso di confessartelo oggi. Per questo l'avevo preparata - disse con un sorriso ironico, rammentando che alla fine era stata lei a smascherarlo.
    Con un sorriso radioso Maya la prese dalle sue mani aspirandone il profumo delicato mentre Masumi si spostava e prendeva posto accanto a lei, mettendo sul pavimento un vassoio con due tazze di cioccolato fumante.
    - Guardami Maya - le disse poi in tono deciso.
    La giovane, un po' perplessa si volse verso di lui.
    - Questa rosa rappresenta i miei sentimenti per te - le disse semplicemente. Maya studiò il suo sguardo profondo dove poteva vedere riflesso, come in uno specchio, il suo stesso amore. Le stesse parole che aveva pronunciato lei nella Valle Scarlatta quando gli aveva donato il ramo del susino in fiore. Quando fu certo che Maya avesse compreso il senso della sua frase Masumi aggiunse con dolcezza - e non importa se questa rosa appassirà come i susini in fiore, perchè le rose dentro il mio cuore non appassiranno mai -.
    Maya gli accarezzò il viso e si limitò a dire.
    - Lo so, Masumi, vale anche per me - trovando il coraggio, per la prima volta, di dargli del tu.
    Consapevole che Maya non era pronta per vivere completamente il loro appena fiorito amore, Masumi si limitò a passare il resto del tempo con lei, quel giorno, a condividere ricordi e confidenze, qualche bacio rubato tra una parola e l'altra finchè il sole non calò oltre l'orizzonte marino e non la fece riaccompagnare a casa. C'era tempo per il resto. Come le aveva promesso al molo, qualche settimana prima, l'aveva aspettata per sette lunghi anni aspettare ancora un po' non era più un così grande sacrificio anche perchè, ora ne era consapevole, loro erano due anime che non avrebbero più potuto essere divise.

    - FINE -
     
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