Amleto

di William Shakespeare

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    AMLETO





    Amleto (titolo originale The Tragical History of Hamlet, Prince of Denmark) é una delle tragedie shakespeariane più conosciute e citate. Fu scritta probabilmente tra il 1600 e l'estate del 1602 (ovviamente in lingua inglese). E' tra le opere più frequentemente rappresentate in quasi ogni paese occidentale, ed é considerata un testo cruciale per attori maturi. Il monologo di Amleto essere o non essere (Atto III, scena I), il passaggio più famoso del dramma, vanta un'immensa gamma di interpretazioni sui palcoscenici di tutto il mondo. Amleto é una delle opere letterarie più conosciute al mondo, ed é stata tradotta in quasi tutte le lingue.
    In questa tragedia William Shakespeare descrive in modo pressoché perfetto il tema della vendetta, aggrappandosi ad una finta follia personificata da Amleto, principe di Danimarca. Scavando più approfonditamente all'interno dell'opera, si notano molte più sfaccettature e temi che Shakespeare mette in scena accanto al tema principale. Un esempio lampante é il tema del veleno: tutti i personaggi che perdono la vita in scena, muoiono a causa di un veleno; un altro tema rappresentato é quello della donna, che muore sempre fuori scena, come nella maggior parte dei drammi shakespeariani.
    Tra le opere più rappresentate di Shakespeare, nel Novecento il principe danese é stato rappresentato sulle scene dal talento di attori come Laurence Olivier e John Barrymore, anche se resta indimenticabile ed ineguagliabile la prova del grande istrione britannico John Gielgud.









    Trama



    Sulle torri che cingono Elsinore, capitale di Danimarca, due soldati s'interrogano sul fantasma che nelle ultime sere sta facendo la sua comparsa, aspettando il cambio di mezzanotte. Al cambio, insieme alla sentinella arriva anche Orazio, amico del Principe, chiamato dalla guardia a vigilare sullo strano fenomeno; i due salutano i commilitoni e aspettano soli la venuta del fantasma.
    Lo spettro compare per la prima volta poco dopo la mezzanotte e si fa subito notare da Orazio per la somiglianza con il defunto sovrano però, nonostante gli incitamenti del secondo alla conversazione, rimane muto e poco dopo scompare. I due, in attesa di altre apparizioni, discutono sulla mobilitazione militare che si sta effettuando in Danimarca; Orazio spiega così a Marcello che il figlio di Fortebraccio sta riunendo un'armata ai confini della Norvegia, per riprendersi i territori che il padre ha perso in duello con il defunto re. Prima dell'alba riappare il fantasma, ma quando é sul punto di parlare in seguito alle continue richieste di Orazio, canta il gallo e con questo suono scompare.
    La scena si sposta ora nel consiglio reale da poco apertosi. Sono presenti il re Claudio, la regina Gertrude, Amleto, il ciambellano Polonio, suo figlio Laerte, i due ambasciatori Cornelio e Voltimando, ed altri. Nella riunione viene per prima discussa la questione di Fortebraccio figlio, e viene deciso di mandare i due ambasciatori dal Re di Norvegia suo zio per convincerlo ad indurre il nipote a più miti azioni. Poi Laerte chiede al Re di poter partire alla volta della Francia e questo, assicuratosi che il giovane abbia ricevuto il permesso del padre, glielo permette. I due sovrani discutono poi con Amleto lamentandosi con lui per i suoi costumi, luttuosi a due mesi dalla morte del padre, ma questi non sente ragioni e non pensa nemmeno a svestire il lutto. Rimasto poi solo, riflette sulla pochezza d'animo della madre che, solo un mese dopo la morte del marito, ha sposato il fratello di quest'ultimo.
    Laerte, tornato a casa prima della partenza, nel dare l'addio alla sorella le raccomanda di non credere alle attenzioni che Amleto mostra verso di lei perché, anche se fossero vere, il suo ruolo di Principe gli impedirebbe di sposarla. Poco dopo Polonio, giunto anche lui per gli ultimi saluti a Laerte, rinnova ad Ofelia le raccomandazioni del fratello, aggiungendo a queste il divieto d'incontrare Amleto se non in pubblico. Sempre prima della partenza del figlio, Polonio incarica Rinaldo, un suo servitore, di seguire Laerte ed informarsi sulla condotta di questo.
    Orazio intanto va da Amleto e lo mette al corrente delle apparizioni di uno spirito con le sembianze del padre e del proprio presentimento che questi voglia parlare solamente con lui. Decidono quindi d'incontrarsi sulle mura verso le undici. Giunti sulle mura lo spirito fa la sua apparizione e chiede subito di parlare con il solo Amleto. Questo, intuendo che si tratta dello spirito del padre, accetta senza esitazioni. Quando rimangono soli, lo spettro svela ad Amleto questa tremenda verità: la moglie e il fratello di suo padre si amavano fin da prima della sua morte, e quest'ultimo, desideroso del suo trono, un pomeriggio, vedendolo addormentato in giardino, gli versò nell'orecchio un veleno mortale. Alla fine della tragica storia lo spettro chiede al giovane di vendicarlo, e questo accoglie senza indugiare la richiesta. Tornato tra i suoi amici (Orazio e la guardia Marcello), nonostante le richieste di questi di svelare loro il contenuto del colloquio, Amleto resta muto e li fa anche giurare, aiutato in questo compito dalla voce dello spettro, di non parlare con nessuno delle apparizioni.
    Dopo l'incontro Amleto diventa ancora più tetro, ed i sovrani preoccupati mandano a chiamare Rosencrantz e Guildenstern (due suoi amici dell'università) affinché indaghino sulla malinconia del Principe. I due parlano a lungo con Amleto, e mossi dal sentimento di amicizia gli svelano anche il motivo della loro venuta; tentano comunque di rallegrare il Principe sfruttando l'occasione dell'arrivo di una compagnia teatrale. A questo evento Amleto si dimostra molto gioioso, ma non perché contento del nuovo svago che gli si prospetta, bensì perché ha ideato un piano per vedere se le informazioni dello spettro provengono davvero dallo spirito del padre o siano una demoniaca falsità usata per indurlo all'assassinio. I due amici vengono intanto richiamati dal Re per sapere se hanno scoperto qualcosa sulla crisi di Amleto e su come si possa riportarlo ai vecchi svaghi. Presente anche Polonio, quando vede che i due non riescono a spiegare la causa dei problemi del Principe, questo propone al Re di verificare se la tristezza di Amleto derivi dal non vedere più Ofelia. Quindi, congedati Rosencrantz e Guildenstern e notando l'arrivo di Amleto, Polonio, il Re e la Regina si nascondono lasciando sola Ofelia affinché si possa incontrare in modo "casuale" con Amleto. Amleto però giunge in quel momento in preda ai furori causatigli dalla rivelazione dello spettro, cosicché rifiuta ogni idea di vita coniugale e alla povera Ofelia, che gli ricorda le vecchie promesse d'amore, consiglia di farsi suora terminando il loro dialogo con la tetra frase Non avverranno più matrimoni e degli sposati uno morirà. Lo zio sentendo questa frase sospetta che Amleto possa aver intuito qualcosa dei suoi crimini, ed inizia quindi a prospettare l'idea di esiliarlo in Inghilterra con la scusa di qualche incarico amministrativo.
    Amleto dopo ciò va dagli attori per raccomandare loro una buona interpretazione nello spettacolo della sera. Il suo piano infatti consiste nel verificare se le accuse dello spettro sono vere inscenando un dramma simile a quello accaduto e osservando le reazioni del Re: se il Re si fosse mostrato turbato, ciò avrebbe significato che le accuse del fantasma erano fondate. L'idea riesce al meglio: quando infatti c'é la scena dell'avvelenamento, il Re esce incollerito dal teatro. Dopo ciò la madre, per placare la collera del Re, chiama Amleto in camera sua per indurlo a spiegarsi con lo zio sui motivi della rappresentazione di quel dramma.
    La Regina intanto a colloquio con il figlio stabilisce insieme a Polonio che quest'ultimo si nasconda nella sua camera, cosicché possa riferire al Re le parole di Amleto. Amleto, mentre sfoga la sua collera con la madre, scambia Polonio per il Re e lo uccide al grido di un topo, un topo, ed alla fine porta senza alcun rimorso il corpo con sè per seppellirlo velocemente.
    Saputo di quest'atto, il Re conviene che si deve affrettare la sua partenza per la Gran Bretagna e manda Rosencrantz e Guildenstern a sollecitarlo per partire subito con la scusa del vento favorevole.
    Ofelia intanto giunge al palazzo in uno stato di completa pazzia perché, essendo venuta a sapere da alcune voci che il padre Polonio é stato ucciso, é stata sopraffatta dal nuovo dolore, aggiuntosi alla delusione amorosa inflittale da Amleto.
    Amleto intanto, in cammino verso il porto per imbarcarsi in Inghilterra, incontra le armate di Fortebraccio che passano sul territorio danese per attaccare la Polonia. Informatosi presso i soldati dell'importanza del territorio, viene a sapere che è un terreno brullo e strategicamente inutile, ma che loro lo conquisteranno anche se ben difeso dai polacchi solamente per l'onore che deriva da una conquista. Ciò induce Amleto a riflettere sulla propria meschinità che gli fa lasciare invendicato l'assassinio del padre nonostante la richiesta di questo di una vendetta.
    Laerte intanto, a cui sono giunte delle false voci secondo le quali suo padre é stato ucciso dal Re, messosi alla guida di un'accozzaglia di criminali e avventurieri, giunge in Danimarca, sbaraglia l'esercito danese e si presenta davanti al Re chiedendogli conto sia della morte di Polonio sia dei mancati onori funebri. Il Re dopo un lungo colloquio, durante il quale fa la sua patetica comparsa anche Ofelia, riesce a illustrare al furente Laerte tutta la verità, omettendo naturalmente il motivo della furia del Principe.
    Intanto arriva ad Orazio una lettera di Amleto in cui gli dice che di tutto l'equipaggio della nave lui solo é stato catturato dai pirati, e gli ordina di portare la lettera allegata a quella che sta leggendo al sovrano. Orazio manda subito un corriere al Re che giunge verso la fine della sua discussione con Laerte. La missiva annuncia al sovrano l'imminente ritorno di Amleto in Danimarca. Il Re propone allora a Laerte, come mezzo di vendetta, di sfidare Amleto a duello, ma di smussare la spada dell'avversario, di intingere in un mortale veleno la propria e di riempire la coppa del vincitore di un altrettanto letale veleno nel caso vinca Amleto. Laerte acconsente.
    Nel frattempo Ofelia, ormai pazza, si é suicidata gettandosi in un lago e due becchini le stanno scavando la fossa. Amleto passeggiando con Orazio passa di lì e s'interroga su quale nobildonna (perché solo una nobildonna potrebbe avere una sepoltura cristiana anche suicidandosi) debba esser seppellita lì. Quando vede il corteo funebre capisce tutto e non può fare a meno di accorrere sulla bara di Ofelia. Laerte, pieno di collera contro di lui, lo riempie di insulti e lo sfida a duello.
    Il giorno seguente Amleto viene chiamato nella sala del Re per la sfida che sarà all'ultimo sangue. Amleto però prima del duello si riconcilia con Laerte per mezzo di sincere scuse e dimostrazioni di stima. Inizia il duello, e mentre questo si svolge la Regina chiede da bere, e beve dalla coppa di vino avvelenata. I duellanti intanto si scambiano più volte le sciabole cosicché ognuno si ferisce con quella avvelenata. La prima a soccombere é la Regina. Allora Laerte, pentito di aver escogitato un così ignobile piano, rivela tutto ad Amleto e poi muore per il veleno sulla punta del fioretto. La furia del Principe si abbatte allora sul Re che é trafitto da Amleto con la spada avvelenata e muore.
    Amleto é in fin di vita quando Orazio gli annuncia che Fortebraccio é appena tornato vittorioso dalla Polonia. Amleto allora lo propone come nuovo Re e muore. Fortebraccio, giunto quindi al castello, sale sul trono in quanto quello con maggiori diritti a reclamarlo, e dispone grandi funerali per il defunto Principe.









    Personaggi



    - Amleto, Principe di Danimarca, figlio del Re Amleto;
    - Claudio, Re di Danimarca, zio di Amleto;
    - Il Fantasma, spettro del vecchio Amleto, il Re morto;
    - Gertrude, la Regina, madre di Amleto (ha sposato Claudio);
    - Polonio, consigliere di stato;
    - Laerte, figlio di Polonio;
    - Ofelia, figlia di Polonio, fidanzata di Amleto;
    - Orazio, amico fidato di Amleto;
    - Rosencrantz e Guildenstern, cortigiani, già compagni di università di Amleto;
    - Fortebraccio, Principe di Norvegia;
    - Voltimando e Cornelio, consiglieri danesi, ambasciatori in Norvegia;
    - Marcello, Bernardo e Francesco, Guardie del Re;
    - Osrico, cortigiano lezioso;
    - Rinaldo, servo di Polonio;
    - attori;
    - un gentiluomo di corte;
    - un prete;
    - due becchini;
    - il compagno del becchino;
    - un capitano, messaggero di Fortebraccio;
    - Ambasciatori d'Inghilterra;
    - dame, gentiluomini, ufficiali, soldati, marinai, messaggeri e servitori.









    Origini





    Fonti

    La storia di Amleto si basa soprattutto sulla leggenda di Amleth, raccontata da Saxo Grammaticus nella Via Amlethi, parte delle Gesta Danorum. La versione di Saxo, narrata nei libri 3 e 4, é molto simile all'Amleto di Shakespeare. In essa, a due fratelli, Orvendil e Fengi, é affidato il governo dello Jutland dal re dei Danesi Rorik Slyngebond. Poco dopo, Orvendil sposa la figlia di re Rorik, Geruth (Gertrude nell'Amleto); Amleto é il loro primo e unico figlio. Fengi é risentito del matrimonio di suo fratello e inoltre vuole il comando assoluto dello Jutland, perciò uccide Orvendil. Dopo un brevissimo periodo di lutto, Fengi sposa Geruth e si dichiara unico leader dello Jutland. Tuttavia Amleto vendica l'omicidio del padre pianificando l'uccisione dello zio e diventa il nuovo e giusto sovrano dello Jutland.
    Mentre nella versione di Shakespeare Amleto muore appena dopo lo zio, nella versione di Saxo sopravvive e comincia a governare il suo regno. In parte il testo potrebbe essere basato sulle Histoires tragiques di Francois de Belleforest, una traduzione francese da Saxo, nella quale l'autore introduce la malinconia del protagonista. Si ritiene che comunque Shakespeare si sia basato anzitutto su un testo precedente, attualmente conosciuto come Ur-Hamlet, scritto dieci anni prima dallo stesso Shakespeare o da Thomas Kyd, autore de La tragedia spagnola.





    Composizione e stampa

    L'accademico Gabriel Harvey annotò su una copia delle opere di Chaucer un commento sui gusti dell'epoca, nominando la tragedia come adatta a soddisfare le persone più colte. La nota é stata per un certo periodo considerata una prova della composizione della commedia prima del 1598, data presente sul libro, probabilmente l'anno in cui il professore di Cambridge lo acquistò. Edmond Malone ha fatto notare come l'annotazione é stata fatta insieme ad altre, tra cui un commento alla Gerusalemme liberata tradotta da Edward Fairfax solo nel 1600. Questo, oltre a testimoniare l'attenzione del mondo universitario elisabettiano intorno a quest'opera, non permette di datare la commedia prima dell'anno 1600. Un ulteriore accenno al Conte di Essex, decapitato nel 1601, segnalerebbe una datazione compresa tra questi due anni.
    Un fatto certo é che la commedia fu registrata allo Stationer's Register il 26 luglio 1602, come è certo che nell'elenco Palladis Tamia di Francis Meres del 1598 la tragedia non é menzionata.
    Ci sono tre versioni di Amleto dai primi anni del 1600 in formato in-folio e in-quarto.
    Il dramma appare per la prima volta nel 1603 in una versione conosciuta come il cattivo quarto. Questa edizione segue sostanzialmente la trama del dramma come la conosciamo, ma é molto più corta e il linguaggio spesso é molto diverso. Per esempio, nella versione più nota si legge To be or not to be, that is the question, nel 'cattivo quarto' é scritto To be or not to be, aye there's the point. Queste differenze fanno pensare che il testo sia stato pubblicato senza il consenso della compagnia, e messo insieme stenograficamente o da attori minori che ricordavano le battute degli altri a memoria.
    Il 'secondo quarto' (Q2), autorizzato, fu pubblicato nel 1604, ed é il più lungo testo di Amleto che sia stato pubblicato in quel periodo.
    La terza edizione fu quella pubblicata nel primo in-folio delle opere complete di Shakespeare. Questo testo é più corto ma contiene anche scene non presenti nel Q2.
    Le edizioni moderne sono il compromesso tra il Q2 e il testo in-folio. Qualcuno integra le due edizioni per ottenere un testo molto lungo. Altri ritengono che il testo in-folio rappresenti le intenzioni finali di Shakespeare e che i tagli sono stati fatti da lui. Di solito si possono trovare i passaggi del Q2 tagliati in un'appendice.
    In teatro, rappresentare l'intero testo integrato Q2/in-folio ha una durata di circa 4 ore. Per questo, molte produzioni utilizzano un testo tagliato.
    Alcune compagnie hanno sperimentato la rappresentazione del 'cattivo quarto', che dura solo due ore, dichiarando che mentre alla lettura sembra peggiore, nella recitazione é più diretto della versione ufficiale.









    Commento



    Non c'é nella storia della letteratura mondiale un personaggio così centrale, così ricco di sfumature, così complesso e sfuggente. Alla corte di Danimarca il dubbio e l'ambiguità prevalgono. C'é incertezza tra essere e apparire, pensiero e azione. Il giovane principe sembra determinato a compiere la sua vendetta, ma continuamente procrastina l'azione, l'esitazione sembra essere la sua malattia.
    Anche se é basato su una struttura convenzionale, Amleto apre la via ad un moderno concetto di teatro. Muove il fulcro dell'attenzione da una vendetta privata verso un'indagine sulle basi dell'umana esistenza e sulla validità delle azioni umane. Mette sotto scrutinio un gran numero di argomenti (la legittimazione del potere, l'incesto), idee (morte, suicidio, esistenza di un mondo soprannaturale), valori (castità, onore, lealtà, amicizia), mancanza di valori (incostanza, ipocrisia, tradimento), relazioni (vincoli familiari), emozioni (amore, gelosia, odio), forme sociali (potere sovrano, gerarchia).
    La tragedia é costruita su confusione e contraddizione che resistono a spiegazioni logiche che riflettono il punto di vista di Shakespeare nello scrivere. Per Goethe Amleto é l'eroe romantico, sensibile, dubitoso, wertheriano, schiacciato da un'impresa più grande di lui. Lo Schlegel vede in Amleto quasi un ipocrita verso sè stesso, i cui scrupoli non sono che pretesti per mascherare la sua mancanza di risolutezza; mentre secondo Coleridge, la causa diretta dell'incapacità ad agire del malinconico principe é l'eccesso di pensiero, di riflessione. Amleto (uomo o personaggio), scrive Eliot, é dominato da un'emozione che é inesprimibile perché "in eccesso" rispetto ai fatti quali appaiono nel testo. La supposta identità di Amleto con il suo autore é vera, nella misura in cui lo scacco di Amleto (scarsa attendibilità oggettiva) corrisponde allo scacco artistico dell'autore. Perciò dal punto di vista letterario é un'opera mancata ma che può essere colmata solo dall'interpretazione scenica che ne fa un capolavoro.
    Per Raffaello Piccoli ciò che inceppa la volontà di Amleto é la consapevolezza di un'infinita esigenza che egli sa di non poter mai assolvere in un atto particolare; per cui la sua vendetta non sarà un'azione giustificata se non in quanto avrà un valore universale. Non é il re immaturo per ricevere il castigo, ma Amleto per infliggerlo. Egli é ancora e sempre lo schiavo della passione, e l'azione compiuta in queste condizioni sarebbe essa stessa viziata e corrotta, un nuovo anello nell'infinita catena del male. La debolezza di Amleto non é dunque una generica incapacità di agire: é il sentimento dell'inadeguatezza della sua coscienza all'azione moralmente giustificata.









    Contesto e interpretazione





    Religione

    Scritto in un momento di turbolenze religiose e al risveglio dello Scisma anglicano, l'opera é alternativamente Cattolica (o devotamente medievale) e Protestante (o consapevolmente moderna). Il Fantasma dice di essere in Purgatorio, poiché morto senza l'estrema unzione. Questo, insieme alla cerimonia funebre di Ofelia, che é caratteristicamente cattolica, formano la maggior parte delle connessioni cattoliche dell'opera. Alcuni studiosi hanno osservato che le tragedie di vendetta vengono da Paesi tradizionalmente cattolici, come la Spagna e l'Italia; e presentano una contraddizione, poiché secondo la dottrina cattolica il dovere maggiore si deve a Dio e alla famiglia. L'enigma di Amleto, allora, é se vendicare suo padre e uccidere Claudio, o se lasciare la vendetta a Dio, come richiesto dalla sua religione.
    La maggior parte del Protestantesimo dell'opera deriva dalla sua localizzazione in Danimarca, sia allora che oggi un Paese prevalentemente protestante, anche se non è ben chiaro se vi era l'intenzione di rispecchiare ciò nella Danimarca immaginaria dell'opera. Nell'opera si menziona Wittenberg, dove Amleto, Orazio, Rosencrantz e Guildenstern frequentano l'università, e dove Martin Lutero per la prima volta affisse le sue 95 tesi. Quando Amleto parla della speciale provvidenza nella caduta di un passero, egli riflette la credenza protestante secondo cui la volontà di Dio - la Divina Provvidenza - controlla anche il più piccolo evento. Nel primo quarto, nella prima fase della medesima sezione, si legge: C'é una provvidenza predestinata nella caduta di un passero, che suggerisce una connessione protestante persino maggiore attraverso la dottrina della predestinazione di Giovanni Calvino. Gli studiosi ipotizzano che l'Amleto possa essere stato censurato, poiché il termine predestinato appare solo in questo quarto.





    Filosofia

    Spesso Amleto viene percepito come un personaggio filosofico, che espone idee che oggi sono descritte come relativismo, esistenzialismo e scetticismo. Per esempio, egli esprime un'idea relativista quando dice a Rosencrantz: non c'é niente che sia un bene o un male, ma è il pensare che lo rende tale. L'idea che niente sia reale eccetto la mente dell'individuo, trova le sue radici nei Sofisti greci, che sostenevano che poiché nulla può essere percepito tranne che mediante i sensi - e poiché gli individui sentono, e quindi percepiscono, le cose in maniera diversa - non c'é alcuna verità assoluta, ma solo verità relative. L'esempio più chiaro di esistenzialismo si ritrova nel monologo essere o non essere (atto III, scena I), dove Amleto usa l'essere per alludere sia alla vita che all'azione, ed il non essere per rivolgersi alla morte e all'inazione. La contemplazione del suicidio in questa scena, tuttavia, é più religiosa che filosofica, poiché Amleto crede che continuerà ad esistere dopo la morte.
    Gli studiosi concordano nell'asserire che l'Amleto rifletta lo scetticismo contemporaneo che prevaleva nell'umanesimo rinascimentale. Prima dell'epoca shakespeariana, gli umanisti avevano sostenuto che l'uomo era la più grande creazione di Dio, fatta a Sua immagine ed in grado di riconoscere la propria natura; ma questo punto di vista fu messo in dubbio, in particolar modo da Michel de Montaigne. Le idee filosofiche nell'Amleto sono simili a quelle dello scrittore francese, contemporaneo di Shakespeare: l'amletico Che capolavoro é l'uomo richiama molte delle idee di Montaigne, ma gli studiosi discordano se Shakespeare le abbia estratte direttamente da Montaigne o se entrambi gli uomini avessero semplicemente reagito in modo simile allo spirito del tempo.





    Politica

    All'inizio del XVII secolo la satira politica venne scoraggiata e i drammaturghi vennero puniti per i lavori "offensivi". Nel 1597, Ben Johnson fu imprigionato per la sua partecipazione all'opera L'Isola dei Cani. Thomas Middleton venne imprigionato nel 1624, e il suo Una partita a scacchi venne bandito dopo nove rappresentazioni. Molti studiosi credono che il Polonio dell'Amleto prendesse in giro il defunto William Cecil (Lord Burghley) - tesoriere e consigliere della Regina Elisabetta - poiché si possono riscontrare parecchi parallelismi. Il ruolo di Polonio in quanto uomo di stato più anziano é simile al ruolo di cui godeva Burghley; il consiglio di Polonio a Laerte può richiamare quello di Burghley a suo figlio Robert Cecil; la tediosa verbosità di Polonio rassomiglia a quella di Burghley. Corambis (il nome di Polonio nel primo quarto) ha assonanza con il termine latino per doppio cuore, che potrebbe essere la satira del motto latino di Lord Burghley Cor unum, via una (Un cuore, una strada). Infine la relazione della figlia di Polonio, Ofelia, con Amleto si può comparare con la relazione della figlia di Burghley, Anne Cecil, con il Conte di Oxford, Edward de Vere. Tali argomenti si prestano anche a sostegno della teoria secondo cui la paternità delle opere di Shakespeare sia del Conte di Oxford. Eppure Shakespeare riuscì a sfuggire alla censura; e, lontano dall'essere soppresso, all'Amleto venne data l'approvazione reale, come dimostra lo stemma reale sul frontespizio dell'Amleto del 1604.





    Psicoanalisi

    Dalla nascita della psicoanalisi nel tardo XIX secolo, l'Amleto é stato oggetto di tali studi, in particolar modo da parte di Sigmund Freud, Ernest Jones e Jacques Lacan, che hanno influenzato le produzioni teatrali. Nella sua Interpretazione dei Sogni (1900), l'analisi di Freud parte dalla premessa che l'opera é costruita sulle esitazioni di Amleto, sul soddisfacimento del compito di vendetta che gli é stato assegnato; ma il testo non offre ragioni o motivi validi per tali esitazioni. Dopo una rassegna di varie teorie letterarie, Freud conclude che Amleto ha un desiderio Edipico per sua madre e la colpa che da ciò ne deriva gli impedisce di uccidere l'uomo [Claudio] che ha fatto ciò che egli inconsciamente desiderava fare. Confrontandosi con il suo rimosso, Amleto si rende conto che egli stesso non é meglio del peccatore che egli deve punire. Freud suggerisce che l'apparente avversione per la sessualità di Amleto - articolata nella conversazione "monacale" con Ofelia - si concilia con tale interpretazione. John Barrymore introdusse i significati reconditi di Freud nella sua produzione a New York del 1922, che é andata in scena per il tempo record di 101 serate.
    Negli anni '40, Ernest Jones - psicoanalista e biografo di Freud - sviluppò le idee freudiane in una serie di saggi che culminarono nel suo libro Amleto e Edipo (1949). Influenzate dall'approccio psicoanalitico di Jones, parecchie produzioni hanno ritratto la scena dell'armadio, in cui Amleto si confronta con sua madre nelle sue stanze private, in luce sessuale. In questa lettura, Amleto é disgustato dall'incestuosa relazione della madre con Claudio quando, allo stesso tempo, teme di ucciderlo, poiché questo eliminerebbe la sua via per giungere al letto della madre. Anche la pazzia di Ofelia dopo la morte del padre può essere letta sotto un'ottica freudiana, come reazione alla morte del suo amante sperato, suo padre. Ella é travolta dal non aver mai soddisfatto l'amore per lui, terminato in modo tanto brusco, che la porta nell'oblio della follia. Nel 1937, Tyrone Guthrie diresse Laurence Olivier in un Amleto ispirato a Jones e rappresentato all'Old Vic.
    Negli anni '50, le teorie strutturaliste di Lacan sull'Amleto vennero presentate per la prima volta in una serie di seminari tenuti a Parigi e in seguito pubblicati in Desiderio e Interpretazione del Desiderio nell'Amleto. Lacan postulò che la psiche umana é determinata da strutture del linguaggio e che le strutture linguistiche dell'Amleto gettavano luce sul desiderio umano. Il suo punto di partenza sono le teorie Edipiche di Freud, e il tema centrale del lutto che pervade tutto l'Amleto. Nell'analisi di Lacan, Amleto assume inconsciamente il ruolo di fallo - la causa della sua inazione - e si distanzia sempre più dalla realtà per via del lutto, della fantasia, del narcisismo e della psicosi, che creano buchi (o mancanze - 'manquel' - ) negli aspetti reale, immaginario e simbolico della psiche. Le teorie di Lacan hanno influenzato il criticismo letterario dell'Amleto per via della sua visione alternativa dell'opera e del suo uso della semantica per esplorare la psicologia dell'opera.





    Femminismo

    Nel XX secolo le critiche femministe aprirono nuovi approcci per Gertrude e Ofelia.
    I critici del nuovo storicismo e del materialismo culturale esaminano l'opera nel suo contesto storico, tentando di mettere insieme il suo originario contesto culturale. Essi si concentrarono sul ruolo di genere dell'Inghilterra pre-moderna, puntando alla comune trinità di nubile, moglie o vedova, con le sole prostitute escluse dallo stereotipo. In questa analisi, l'essenza dell'Amleto é la mutata percezione della madre da parte del protagonista, che la vede ora come una prostituta per non essere riuscita a rimanere fedele al precedente coniuge. Di conseguenza, Amleto perde fede in tutte le donne, trattando Ofelia come se anche lei fosse una prostituta e disonesta con lui. Ofelia, per alcuni critici, può tuttavia essere bella e onesta; é virtualmente impossibile collegare queste due caratteristiche, poiché la bellezza é un tratto esteriore, mentre l'onestà é interiore.
    Il saggio del 1957 di Carolyn Heilbrun La madre di Amleto difende Gertrude, asserendo che il testo non suggerisce mai che Gertrude sapesse che fosse stato Claudio ad avvelenare il re Amleto. Tale punto di vista é stato difeso da molte critiche femministe. Heilbrun sostiene che gli uomini per secoli hanno completamente travisato Gertrude, accettando la visione che di lei ha Amleto, invece di seguire il testo dell'opera. Considerando il testo, infatti, non vi é alcuna prova evidente che Gertrude fosse un'adultera: si sta semplicemente adattando alle circostanze della morte di suo marito, per il bene del regno.
    Anche Ofelia é stata difesa dalle critiche femministe, in particolar modo da Elaine Showalter. Ofelia é circondata da uomini potenti: suo padre, suo fratello e Amleto. Tutti e tre scompaiono: Laerte parte, Amleto l'abbandona e Polonio muore. Le teorie convenzionali avevano sostenuto che senza questi tre uomini potenti che prendevano le decisioni per lei, Ofelia é condotta alla pazzia. Le teorie femministe sostengono piuttosto che lei diventi matta per il senso di colpa poiché, quando Amleto uccide suo padre, lei soddisfa il suo desiderio sessuale che Amleto uccida il padre in modo tale che possano stare insieme. Showalter fa notare come Ofelia sia diventata il simbolo della donna affranta e isterica nella cultura moderna.









    Rappresentazioni e adattamenti





    Trasposizioni cinematografiche

    Amleto é di gran lunga l'opera shakespeariana che é stata rappresentata al cinema con maggior frequenza e successo. Il personaggio che incarna il dubbio esistenziale é stato rappresentato fin dagli albori della cinematografia sia da attori che da attrici.
    Tra le interpretazioni femminili, fecero scalpore quella di Sarah Bernhardt nel film del 1900 e, inferiore per notorietà, la prova d'attrice della danese Asta Nielsen nella pellicola del '21, nella quale introdusse una sfumatura di erotismo nel rapporto con Orazio, tramite lunghe inquadrature e pause languide.
    Il più apprezzato interprete delle tragedie di Shakespeare al cinema del secondo dopoguerra, il barone al merito Laurence Olivier, si cimentò con Amleto nel 1948: il suo principe danese, abbondantemente rodato sui palcoscenici britannici, é una specie di tigre in gabbia, mantenendo anche davanti alla cinepresa la fisicità e la potenza proprie dell'Olivier teatrale.
    Di gran lunga più di "effetto" - tanto da meritarsi gli sperticati elogi dell'Olivier - é stato l'Amleto Russo, Gamlet, del 1963/64, sceneggiato e diretto da Grigorij Kozinceev, che si é avvalso delle musiche di Dimitri Shoshtakovich, della traduzione di Boris Pasternak e, soprattutto, dell'interpretazione di uno dei mostri sacri dalla scena sovietica: Innokentij Smoktunovskij. Cinematografico, ma estremamente "teatrale" l'impostazione registica e la recitazione. Quanto al protagonista, di grande impatto si sono rivelati i monologhi del principe danese, mai recitati, ma "pensati" mentre la cinepresa ne inquadra il volto, gli occhi, l'andatura. Per il mercato cinematografico e televisivo italiano, il doppiatore di Smoktunovskij é stato Enrico Maria Salerno.
    In Italia é il giovane Vittorio Gassman a presentare la pellicola italiana più nota dell'epoca sugli intrighi di Elsinore.
    Negli ultimi decenni, hanno impersonato con grande successo Amleto sullo schermo, tra gli altri, sir Ian McKellen, Mel Gibson (per la regia di Franco Zeffirelli), Kenneth Branagh, Ethan Hawke.
    Non sono mancate poi le molteplici sperimentazioni e i liberi adattamenti, come il video-esperimento degli anni '70 Un Amleto di meno di Carmelo Bene, in realtà tratto da un testo di Jules Laforgue; la tragedia di Amleto vista con gli occhi di due smemorati comprimari in Rosencrantz e Guildenstern sono morti di Tom Stoppard; il racconto poetico di Kenneth Branagh intorno ad una scalcagnata compagnia alle prese con il Bardo (Nel bel mezzo di un gelido inverno).
    Si ricorda inoltre la versione cinematografica del finlandese Aki Kaurismaki nel suo Amleto si mette in affari (1987).





    L'Amleto di Zeffirelli

    Amleto é un film del 1990 diretto da Franco Zeffirelli, girato tra USA, Francia e Gran Bretagna; tratto dall'omonima tragedia di William Shakespeare, é interpretato, tra gli altri, da Mel Gibson (Amleto), Glenn Close (Gertrude), Helena Bonham Carter (Ofelia), Alan Bates (Claudio).



    Regia: Franco Zeffirelli.
    Titolo originale: Hamlet.
    Anno: 1990.
    Genere: drammatico.
    Sceneggiatura: Christopher De Vore, Franco Zeffirelli.
    Produttore: Dyson Lovell.
    Produttore esecutivo: Bruce Davey.
    Fotografia: David Watkin.
    Montaggio: Richard Marden.
    Scenografia: Dante Ferretti.
    Musiche: Ennio Morricone.
    Durata: 131 minuti.
    Colore: a colori.
    Interpreti: Mel Gibson (Amleto); Glenn Close (Gertrude); Helena Bonham Carter (Ofelia); Alan Bates (Claudio); Stephen Dillane (Orazio); Ian Holm (Polonio); Paul Scofield (il Fantasma); Nathaniel Parker (Laerte); Richard Warwick (Bernardo); Sean Murray (Guildenstern); Michael Maloney (Rosencrantz).

    Trama del film

    La vicenda é nota: Amleto, Principe di Danimarca, sa che suo padre é stato ucciso a tradimento dal fratello che ne ha usurpato il trono e sposato la moglie. Ora Gertrude, la madre di Amleto, siede sul trono a fianco di Claudio, l'assassino di suo marito, e il giovane Principe medita la vendetta; per compiere il suo piano non esita a sacrificare l'amore che la giovane Ofelia prova per lui. Il Principe si fa credere pazzo e la giovane donna ne soffre fino a morirne. La tragedia intanto incombe sul trono degli usurpatori e viene scatenata nel momento in cui degli attori girovaghi arrivano a palazzo: Amleto fa loro mettere in scena un dramma che ricalca la sua vicenda familiare. La vendetta sarà inesorabile, come una tempesta, e porterà tutti nella tomba, vendicatore compreso.

    Premi: David di Donatello 1991 per il miglior film straniero.

    Doppiaggio italiano

    La direzione del doppiaggio é stata eseguita da Pino Colizzi e i dialoghi sono stati adattati da Masolino D'Amico.

    Doppiatori italiani:

    Giancarlo Giannini, Amleto;
    Sonia Scotti, Gertrude;
    Giuseppe Rinaldi, Claudio;
    Antonella Rinaldi, Ofelia;
    Mario Cordova, Orazio;
    Carlo Sabatini, Polonio;
    Enrico Maria Salerno, il Fantasma;
    Mauro Gravina, Laerte;
    Massimo Lodolo, Guilderstern;
    Teo Bellia, Rosencrantz.









    Amleto nella musica





    Opere liriche

    Almeno 26 opere liriche sono state scritte basandosi su Amleto, tra cui:

    - Amleto, di Francesco Gasparini (1706);
    - Amleto, di Domenico Scarlatti (1715);
    - Amleto, di Gaetano Andreozzi (1792);
    - Amleto, di Saverio Mercadante (1822);
    - Amleto, di Franco Faccio, libretto di Arrigo Boito (1865);
    - Hamlet, di Ambroise Thomas (1868);
    - Amleto, di Mario Zafred (1961);
    - Hamlet, di Humphrey Searle (1968);
    - Hamlet, di Giorgio Lanzani (2006).





    Poemi sinfonici

    - Hamlet, di Franz Liszt (1858);
    - Amleto, di Petr Il'ic Cajkovskij (1888);
    - Hamlet e Ophelia, poemi sinfonici di Edward MacDowell.





    Musica di scena

    - Amleto, di Petr Il'c Cajkovskij (1891).





    Musica leggera

    - La canzone dei Dream Theater Pull Me Under é influenzata da, e fa riferimenti ad Amleto.
    - La canzone di Lou Reed Goodnight Ladies, del 1972, dall'album Transformer, utilizza una battuta dalla follia di Ofelia (Atto IV, scena V) come coro.
    - Il personaggio di Ofelia ha ispirato la canzone Ophelia di Francesco Guccini.
    - Un'Ofelia compare anche nella canzone Via della Povertà di Fabrizio De André (1974), come del resto nell'originale inglese Desolation Row di Bob Dylan (1965).
    - La canzone Ophelia, dall'album Sitting Targets di Peter Hammil, tratta anch'essa del personaggio dell'Amleto.
    - La canzone What A Piece Of Work Is Man del musical HAIR ha il testo interamente tratto dall'Amleto e la musica, di McDermott, é perfetta nel suo andamento polifonico.
    - In Concerto Grosso per i New Trolls (New Trolls, 1971) il breve testo dell'Adagio, scritto da Shel Shapiro, é ispirato all'Amleto per il verso finale 'To die, to sleep, maybe to dream'; lo stesso testo, con un'aggiunta iniziale, é ripreso in Shadows.







    Amleto nel teatro e nella letteratura

    Numerosi adattamenti, trasposizioni, riletture e versioni dell'Amleto sono state allestite per la scena teatrale o trasportate in romanzi e novelle.

    Nella letteratura italiana celebre é L'Ambleto, di Giovanni Testori, appartenente alla Trilogia degli scarrozzati scritta dall'autore. In questa versione della tragedia gli interpreti, dal nome storpiato, ripercorrono a grandi linee la vicenda originale esprimendosi in dialetto lombardo.









    Curiosità



    - Dell'Amleto esiste persino una traduzione in Klingoniano, sebbene non sia mai stata rappresentata.
    - In una puntata de I Simpson viene rappresentata la storia di Amleto in versione burlesca.
    - Lunghe e complesse discussioni sull'Amleto si trovano nell'Ulisse di James Joyce.
    - Nel film Last Action Hero - L'ultimo grande eroe, Arnold Schwarzenegger interpreta, tra gli altri, un improbabile e muscoloso Amleto che, dopo aver decimato in un castello i suoi nemici a colpi di mitra, si rivolge alla telecamera dicendo Non essere.
    - Nel lungometraggio della Disney Il Re Leone ci sono diverse somiglianze con l'Amleto.
    - Secondo Edith Sitwell (The Queens and the Hive, 1962), il personaggio di Polonio sarebbe la caricatura di Lord William Cecil, barone di Burghley, segretario e tesoriere di Elisabetta I d'Inghilterra: era infatti un personaggio ambiguo soprannominato La volpe, sempre raffigurato con il bastone del comando (in latino polus). Il nome Polonio, dunque, sarebbe stato coniato da Shakespeare ispirandosi a Polus.
    - Un tipico stereotipo durante la rappresentazione dell'opera é quello di Amleto con il teschio in mano che recita To be, or not to be; in realtà si tratta di due scene ben distinte nell'opera: la prima, la declamazione di To be, or not to be, si svolge nel palazzo reale e fa parte della prima scena del III atto, mentre la seconda, quella del teschio, avviene nel cimitero e fa parte della prima scena del V atto (That skull had a tongue in it, and could sing once).



    (Fonte principale: Wikipedia)





    ****







    In GnK l'opera é citata due volte:

    - nel volume n. 5, nella chiesa dove la Compagnia Tsukikage svolge le sue prove di recitazione, vediamo Maya e le altre ragazze pronunciare a turno le battute di Ofelia tratte dall'Amleto, notando come il personaggio cambi parecchio e prenda sfumature diverse a seconda dell'interprete, nonostante il ruolo sia lo stesso.

    - Nei volumi n. 8 e 9, la Compagnia Tsukikage mette in scena, al teatro sotterraneo, la commedia Sorriso di Pietra. Proprio di fronte il vecchio sotterraneo, sorge il prestigioso Teatro Orion dove, in concomitanza con Sorriso di Pietra, si mette in scena proprio l'Amleto di Shakespeare. Le rappresentazioni di Sorriso di Pietra riscuotono con il passare dei giorni un successo crescente presso il grande pubblico, tanto da mettere in difficoltà persino gli spettacoli del famoso e importante teatro.

    Edited by dezda26 - 25/3/2011, 16:00
     
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  2. FuLlMoOn_DeAtH
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    Assolutamente, indiscutibilmente, caldamente vi consiglio di vedere "Rosencrantz e Guildenstern sono morti", non solo è favoloso, è assolutamente geniale, è una delle mie più recenti fisse, è imperdibile, Tim Roth e Gary Oldman sono superlativi, vi consiglio davvero di vederlo e anche di leggere il testo, quello è ancora più geniale perché ci sono dettagli che ovviamente nel film non sono stati inseriti, cioè, non è il testo scritto a esserlo, è proprio l'opera di per sé a essere incredibilmente geniale, Tom Stoppard è stato geniale!!! :languo: :ooo: :inlov: ci farò l'esame di drammaturgia :emoz: :ecchime: Un Amleto che mi è piaciuto davvero molto è stato quello interpretato da Derek Jacobi nel film diretto da Rodney Bennett nel 1980 :yea:

    Poi vi consiglio un breve sketch comico su Amleto di quei geniacci di Rowan Atkinson e Hugh Laurie, è bellissimo :languo: :ahah: :ahah: :ahah: se lo cercate lo trovate, scrivete "Shakespeare sketch [sub ita]" e magari specificate gli attori per essere più sicuri di trovarlo :cici: dovete assolutamente vederlo :ahah: Questo sketch è stato portato sul palco in occasione di un concerto benefico sul tema dell'AIDS. Il concerto era diretto da Stephen Fry e si è svolto il 18 settembre 1989. Lo sketch è stato scritto da Richard Curtis.

    Ah, piccolo OT, il grande Ian McKellen ha interpretato Amleto, ma vi consiglio anche di vedere il suo Riccardo III, film del 1995, è una rivisitazione davvero interessante, ottimo film :yea: c'è anche quel gran figo di Robert Downey Jr :inlov: fine OT :rolleyes:
     
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1 replies since 15/10/2010, 14:05   2720 views
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