Shangrilà e l'Orizzonte Perduto

di James Hilton

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    Nei volumi n. 15 e n. 16 di GnK, troviamo la preparazione e la messa in scena del dramma teatrale Shangrilà.
    Benché non abbia trovato delle fonti che affermino da dove provenga l'ispirazione da parte della Miuchi per creare quest'opera, io credo che l'autrice l'abbia trovata nel romanzo di James Hilton Orizzonte Perduto (Editore Sellerio, Palermo, 1995).
    Nel manga, in realtà, non c'é una vera e propria trama della piéce, ma Shangrilà, terra in cui si svolge la storia, viene descritta come un paradiso terrestre dall'eterna primavera, dove non s'invecchia e non si muore, dove non ci sono né guerre né dispute, dove nessuno ha problemi di cibo, é la regione della pace.
    Shangri-La é un luogo immaginario del Tibet, descritto similmente a un Paradiso proprio nel romanzo di Hilton.
    Nel dramma Maya interpreta l'immortale sciamana Leera, che ha l'aspetto di una ragazza ma in realtà ha 120 anni.




    ORIZZONTE PERDUTO





    Titolo originale Lost Horizon. E' un romanzo di fantasia del 1933, dello scrittore inglese James Hilton.
    Il libro si ricollega al mito del Re del Mondo, anche se l'azione in questo caso si svolge in un inaccessibile monastero tibetano.
    Il romanzo é molto bello e si legge tutto di un fiato. Vale la pena vedere anche il film di Frank Capra del 1937.
    Viste le somiglianze tra loro, quest'opera deve esser stata anche l'ispirazione del celebre telefilm americano Lost.





    Trama



    Il romanzo é ambientato a Shangri-La, un monastero tibetano che ospita un'antichissima e segreta città di saggi, raccolti da ogni parte del mondo, di sesso, cultura, religione e temperamento diversi, che meditano, studiano, vivono estremamente longevi e passabilmente felici senza inseguire un preordinato disegno di felicità, e soprattutto senza preoccuparsi di imporlo per le vie della religione o della condotta o dell'utopia. Nessuno vi cerca l'Uomo Nuovo; ognuno vivendo coopera a conservare i differenti valori dell'umana civiltà.

    Orizzonte Perduto racconta l'avventura di quattro persone che vi giunsero, quello che videro e il destino che li inseguì da quella esperienza. Un'avventura etica, esoterica, sapienzale; ma, soprattutto, dovrebbe dirsi, un'avventura rooseveltiana escogitata in anni in cui i totalitarismi, architettando l'Uomo Nuovo, ingigantivano tutte le antiche archeologie di morte.





    Il mito di Shangri-La



    Orizzonte Perduto appartiene alla categoria di quei romanzi che hanno lasciato un segno indelebile nella letteratura internazionale. Il racconto, avventuroso all'inizio, si fa via via più surreale, coinvolgendo intimamente il lettore. La narrazione può apparire un pò datata nei valori ma, tenendo conto che la prima edizione risale al 1933, nell'insieme si può dire che non dimostri i suoi anni.

    L'autore, James Hilton, si ispirò alla narrazione dei Padri Evariste Regis Huc (1813-1860) e Joseph Gabet (1810-1863), ferventi missionari, che percosero l'Asia centrale attraverso il nord della Cina, la Mongolia e il Tibet, fino a giungere a Lhasa (in tibetano Trono di Dio; é la capitale del Tibet, situata a 3650 m di altitudine nella valle del Kyi Chu) nel 1846.

    Per Hilton la preziosità di Shangri-La non é data dalla saggezza ancestrale dei suoi abitanti originari ma dal fatto che la loro guida spirituale, un missionario cattolico belga (Padre Perrault), vi aveva raccolto le cose migliori della cultura europea e che una fratellanza di adepti custodiva per difenderle da un imminente disastro mondiale. Loro dimora era la lamaseria di Shangri-La, torreggiante sulla valle della Luna Blu in cui i felici abitanti conducevano la loro vita, immuni da malattie e dallo scorrere del tempo. In questa curiosa avventura possiamo intravedere nel Gran Lama (Padre Perrault) il ritratto del Padre gesuito Ippolito Desideri (1684-1733), che soggiornò realmente in un monastero tibetano presso Lhasa e che divenne fervente ammiratore delle dottrine che invece avrebbe dovuto combattere.

    E' curioso notare come ancor oggi Shangri-La sia da molti collocata fisicamente e storicamente in Tibet, quasi dimenticando l'opera di fantasia di James Hilton.





    Adattamenti cinematografici



    Da questo romanzo sono state tratte tre trasposizioni cinematografiche:

    - nel 1937 la prima e più celebre, diretta da Frank Capra;
    - nel 1956 una versione in chiave musical, diretta da Sheldon Harnick;
    - nel 1973 un altro film, diretto da Charles Jarrott.

    Il film spinse molti a ritornare al libro (inseguendo una "sinergia" oggi banale, allora nuova). Ma il libro conserva un autonomo messaggio, e un'ambizione, nell'avventuroso intreccio, non solo spettacolare.



    Orizzonte Perduto del 1937:

    Titolo originale: Lost Horizon.
    Regia: Frank Capra.
    Distribuzione: Columbia.
    Interpreti: Ronald Colman, John Howard, Edward Everett Horton, Sam Jaffe, Isabel Jewell, Margo, Thomas Mitchell, H. B. Warner, Jane Wyatt.
    Genere: drammatico/avventura.
    Anno: 1937.
    Origine: USA.
    Produzione: Frank Capra per la Columbia.
    Sceneggiatura: Robert Riskin.
    Fotografia: Joseph Walker.
    Scenografia: Stephen Goosson.
    Montaggio: Gene Havlick, Gene Milford.
    Musiche: Dimitri Tiomkin.
    Effetti speciali: Ganahl Carson, Roy Davidson, Harry Redmond jr.
    Costumi: Ernst Dryden.
    Riprese aeree: Elmer Dyer.
    Durata: 132 minuti.
    Formato: 1:33
    Colore: B/N



    Trama:

    Decollato da una città cinese durante la guerra cino-giapponese, in volo verso Shangai per sfuggire ad una rivoluzione, un aereo inverte la rotta, dirottato da un mongolo clandestino, e mentre sorvola il Tibet precipita tra le nevi dell'Himalaya. A bordo, insieme a Robert Conway (Ronald Colman), affermato scrittore e diplomatico inglese, e a suo fratello George, ci sono un truffatore ricercato dalla polizia, un timido paleontologo e una ragazza disillusa, minata dalla tubercolosi. Il gruppo viene soccorso dal monaco tibetano Chang e condotto, attraverso una lunga marcia per il più impervio dei sentieri, nella misteriosa valle di Shangri-La, resa fertile e rigogliosa da un clima straordinariamente mite. In questo incredibile paradiso terrestre, la gente vive a lungo, serena nel lavoro e nelle gioie della famiglia, senza conoscere rimpianto, odio o gelosia e senza bisogno di leggi. Conway intuisce di esservi stato deliberatamente ma ne ignora i motivi, finché il grande Lama - lo stesso uomo che più di 200 anni prima scoprì la valle e ne educò gli indigeni -, ormai morente, non gli rivela di averlo prescelto come suo successore. Conway é conquistato dalla forza dell'ideale, ma quando il fratello, con l'aiuto della "giovane" Maria, organizza la fuga, decide di seguirlo. Il tentativo, però, si risolve in tragedia: i tre sono abbandonati dai mercanti che dovrebbero scortarli oltre le montagne. Maria, esposta ai rigori del freddo, muore rivelando la sua vera età ultracentenaria; George, impazzito, precipita in un crepaccio; Robert vaga fino ad essere casualmente scoperto e ricondotto in patria. Egli sembra aver perduto la memoria: in realtà attende il momento opportuno per abbandonare il paese e far ritorno a Shangri-La e da Sandra, la fanciulla della quale si é innamorato.



    Critica:

    Orizzonte Perduto é spesso considerato un film enfatico, lento (da non dimenticare, tuttavia, le concitate scene iniziali della fuga all'aeroporto, l'arrivo dell'aereo in un villaggio di guerriglieri, e il frenetico montaggio che riassume lo sconcerto del mondo per la scomparsa del diplomatico) e talora lezioso, estraneo alla vena poetica di Frank Capra. Gran parte delle riserve avanzate sul film poggiano sul paragone con le più spontanee e drammaticamente articolate commedie "rooseveltiane" incentrate sul dualismo tra umili e potenti (E' arrivata la felicità, Mr. Smith va a Washington, Arriva John Doe, La vita é meravigliosa) alle quali é soprattutto legata la fama del grande regista. Privo di un vero protagonista nel quale lo spettatore medio possa riconoscersi ed identificarsi, il racconto si risolverebbe in un pregevole spettacolo per gli occhi ma non regalerebbe emozioni capaci di far volare la fantasia. Nata alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, l'opera trova il vero significato nella sincera ispirazione - qualità che la fa durare e apprezzare nel tempo - che riversa nella descrizione della società utopistica, dove l'innocenza e la pace sono riconquistate, un monito contro ogni rigurgito nazionalistico ed ogni tentazione all'irrazionale. Sotto il profilo dei contenuti, Orizzonte Perduto é necessariamente un affresco corale che deve sacrificare personaggi e meccanismi dell'avventura (tematicamente il film é una rilettura del filone sulle civiltà superiori scomparse o nascoste al mondo caotico ed egoista) per parlare al cuore della gente.
    Candidato a sette premi Oscar, il film ne ottenne due: il primo per la direzione artistica di Stephen Goosson e il secondo per il montaggio di Gene Havlick e Gene Milford. L'attore H. B. Warner (Chang) fu segnalato come migliore interprete non protagonista, ma il ritratto più memorabile é quello di Sam Jaffe nella breve e suggestiva apparizione del Grande Lama (Padre Perrault nell'edizione italiana).
    Stando agli aneddoti che si tramandano sul film, Frank Capra scoprì il romanzo di Hilton durante una sosta alla Union Station di Los Angeles e riuscì ad acquistarne i diritti per la riduzione cinematografica anticipando il regista King Vidor. Il set utilizzato per la sequenza dell'aereo immerso nella neve fu ricavato da un magazzino per merci surgelate, mantenuto a bassa temperatura così da ottenere una più realistica recitazione da parte degli attori. Nell'anteprima proiettata in una sala di Santa Barbara, il film iniziava con Ronald Colman che, recuperata la memoria, introduceva il racconto dello straordinario viaggio a Shangri-La.
    Nel 1973 la Columbia ha realizzato un remake (Orizzonte Perduto - vedi sotto - ) con esiti fallimentari.





    Orizzonte Perduto del 1973:

    Titolo originale: Lost Horizon.
    Regia: Charles Jarrott.
    Interpreti: Charles Boyer, Sally Kellerman, Peter Finch, Olivia Hussey, George Kennedy, Michael York.
    Colonna sonora: Bacharach/David.
    Genere: fantastico.
    Durata: 150 (143) minuti.
    Anno: 1973.
    Origine: USA.



    Trama:
    Filosofo-sociologo si rifugia con degli amici in una comunità religiosa tra le montagne del Tibet.



    Questa versione, stanca e greve, allietata dalle splendide musiche di Burt Bucharach, non può competere col suo predecessore (l'opera di Capra), film di successo mondiale, neanche dopo i tagli alla versione originale di 150 minuti.
    Ottime però le scenografie, stupendi i colori, interpretazioni più che discrete di quasi tutti gli attori. Ma le musiche meravigliose rimangono la cosa migliore.





    Curiosità



    Lost Horizon é anche il nome di un gruppo musicale "power metal" di Goteborg, Svezia.
    Nati col nome di Highlander dal 1990 al 1994 (con Joacim Cans alla voce), si sono poi riformati nel 1999 sotto il nome di Lost Horizon. Il gruppo, tutt'oggi in attività, é attualmente alla ricerca di un nuovo cantante.

    Sito ufficiale: oncelosthorizon.com






    Adattamenti con Shangri-La



    Astronomia:

    - Shangri-la area di Titano.



    Musica:

    - Shangri-La, singolo dei The Kinks del 1969, dall'album Arthur (Or the Decline and Fall of the British Empire);
    - Shangri-La, singolo dei Mud del 1969;
    - Shangri-La, singolo dei Capsicum Red, dall'album Appunti per un'idea fissa del 1971;
    - Shangri-La, canzone rappresentante i Paesi Bassi all'Eurofestival del 1988, interpretata da Gerard Joling;
    - Shangri-La, album di Mark Knopfler del 2004;
    - Shangri-La, album di Leehom Wang del 2004;
    - Shangri-La, dall'album The Blue God del 2008 di Martina Topley-Bird;
    - Shangri-La, canzone dei Gotthard, dell'album uscito nel settembre 2009 intitolato Need to Believe.



    Televisione:

    - Falsa Identità (Shangri-La), episodio della tredicesima stagione di Law & Order. I due volti della giustizia.



    Altro:

    - Shangri-La fu anche il primo nome di Camp David, una delle residenze del Presidente degli Stati Uniti d'America.
    - A Malibù esistono degli studi discografici, chiamati Studi Shangri-La, dove anche artisti celebri hanno registrato loro album musicali.







    IL RE DEL MONDO



    Il Re del Mondo o Manu sarebbe, secondo alcune tradizioni dell'Asia centrale, il sovrano della città mitica di Agarthi (o Agartha, l' "inaccessibile"), il regno sotterraneo nascosto agli occhi degli uomini e popolato da esseri semidivini (gli Arhat, o illuminati) che si sarebbero rifugiati sottoterra per preservare dalle barbarie i loro poteri e le loro conoscenze.





    Origine della leggenda



    I primi riferimenti al mito del Re del Mondo sono in realtà recenti e si trovano nelle opere di Louis Jacolliot, Saint-Yves d'Alveydre e Ferdinand Ossendowski, che descrivono il regno sotterraneo di Agarthi e il suo Re, il Manu, un essere semidivino, la cui figura simboleggia l'intermediario fra il terreno e il divino.

    Nel suo saggio il Re del Mondo, René Guénon si sofferma su due scritti precedenti: Mission de l'Inde di Saint-Yves d'Alveydre e Bestie, uomini, dei di Ferdinand Ossendowski. Quest'ultimo (Editore: Mediterranee, 2000, a cura di G. De Turris) - che suppone l'esistenza di Agarthi, un regno sotterraneo abitato da iniziati (un luogo felice, popolato da milioni di anime che coltivano scienza e saggezza) e governato da un monarca con straordinari poteri: il Re del Mondo - é anche un libro di viaggi, avventura, politica, guerra, misticismo; é una testimonianza del genocidio comunista dalle sue origini alle ultime lotte antibolsceviche condotte nel 1920-1921 agli estremi confini dello sterminato impero russo, in Mongolia.

    La radice di questo mito é da ricercarsi nella religione indù, secondo la quale il Re del Mondo sarebbe un'incarnazione (avatar) del dio Vishnu, che compare sulla Terra per condurre gli uomini (considerati alla stregua di bambini) alla conoscenza del divino e dell'eternità, ponendolo in totale comunione con Dio.





    Religione primordiale



    Dalle steppe dell'Asia centrale il mito del Re del Mondo avrebbe seguito le grandi migrazioni che, presumibilmente fra il 6000 e il 2000 a.C., diedero origine alle popolazioni dell'Europa settentrionale. La Asgaror della mitologia norrena nella quale vivono gli Esir sarebbe la stessa Agarthi e Odino il Manu. Il mito di una terra perfetta ed eterna e del suo Re saggio e illuminato, potrebbe aver dato origine a molte delle mitologie evolutesi successivamente in Europa e in Medio Oriente. Manu sarebbe anche il Menes egizio, l'Artù bretone, il Menw celtico e persino l'Arcangelo Michele della tradizione ebraica e cristiana. Il Manu quindi risulta essere un re-sacerdote e guerriero, un legislatore universale, il maestro di una religione che si trova alla radice di tutte le religioni, il culto unico e primordiale dell'Età dell'Oro, in contrapposizione con le comuni credenze che sarebbero solo la pallida ombra della religione originaria, frutto dell'Età Nera (Kali Yuga della tradizione indù) in cui viviamo. Tutti i grandi ispiratori delle religioni terrestri (Gesù Cristo, Maometto, Mosè, Buddha, Rama) sarebbero emanazioni dirette del Re del Mondo.





    Il Governo occulto



    In Mission de l'Inde en Europe di D'Alveydres (1910), si descrive il Manu come il vero governatore occulto del mondo. Dalla sotterranea Agarthi egli conduce i destini dell'umanità secondo un ineffabile piano dettato da Dio, che non sempre però riesce comprensibile e non necessariamente positivo agli occhi dei comuni mortali. Il Manu conosce i pensieri di tutti i governanti umani della Terra e conduce inevitabilmente al successo o al fallimento le loro scelte, a seconda che siano o meno conformi al piano divino. Tutte le scoperte scientifiche deriverebbero dai suggerimenti dati, direttamente o indirettamente, agli scienziati e studiosi del pianeta dal Re del Mondo e dai suoi servitori per tutta la storia dell'umanità. Questi "superiori sconosciuti", come vengono talora chiamati, avrebbero iniziato le più importanti sette esoteriche( Rosacroce, Illuminati, Massoneria, Priorato di Sion) alla verità del Mondo Sotterraneo di Agarthi. Riti, simboli, numeri e pratiche di queste sette rispecchierebbero riti, numeri e simboli del Mondo Sotterraneo. Fra queste si può ricordare la svastica nazista, ispirata al simbolo del sole indiano a sua volta ricavato dal simbolo della vita e della luce del Regno di Agarthi. In questo senso il Re del Mondo é il più alto esponente dell'istituzione nota ai teorici del complotto come Sinarchia, descritta da D'Alveydres come una sorta di governo centrale di uomini eletti che formano il Consiglio Europeo di Stati e il Consiglio Internazionale delle Chiese e che, seguendo le sue direttive, ispirano e controllano i grandi moti dell'umanità (migrazioni, guerre, rivoluzioni, scoperte scientifiche, mutamenti politici, ecc.). Al tempo stabilito il Re del Mondo riporterà Agarthi alla superficie, instaurando una nuova Età dell'Oro in cui non esisteranno né morte, né lutto, né crimini, in cui il Re del Mondo e i suoi adepti domineranno sull'umanità con benevolenza ma anche con fermezza.





    Curiosità



    Il noto cantautore italiano Franco Battiato ha inciso una canzone intitolata Il Re del Mondo, contenuta nel disco L'era del cinghiale bianco, dedicata appunto a questo immaginario personaggio orientale.





    UOMO NUOVO



    L' Uomo nuovo é un concetto nato dopo la prima guerra mondiale sull'onda dell'esaltazione dei valori interventisti e futuristi sorti durante quel conflitto soprattutto in merito ad un principio di svecchiamento dei costumi ottocenteschi e nella lotta alla borghesia imboscata e pacifista individuata nelle categorie come la nobiltà, il clero, l'aristocrazia in genere.
    A tali categorie verrà aggiunta, successivamente, buona parte dei ceti medi, corrotti dai personaggi del bel mondo, in particolare:

    - coloro che imitavano modelli di vita francesi, inglesi e soprattutto americani: la musica jazz, il tennis, il polo, gli incontri mondani per il bridge, il garden-party, le frequentazioni esclusive a Cortina d'Ampezzo, Venezia, Forte dei Marmi o addirittura all'estero;
    - coloro che vestivano all'inglese, fumavano col bocchino e bevevano prodotti stranieri;
    - gli esterofili in generale;
    - coloro che erano caratterizzati dallo snobismo fondato su:
    - spregiudicatezza di costume,
    - individualismo,
    - esasperato disprezzo per tutto quanto appartiene alla sfera dello spirituale,
    - neomalthusianesimo,
    - scetticismo e indifferenza ai problemi altrui e della nazione,
    - pessimismo di facciata che nascondeva invece l'affarismo, l'arrivismo, la voglia di vita lussuosa, comoda, e "da caffé".

    Tutte caratteristiche che facevano di un uomo quello che Benito Mussolini definiva panciafichista e che le teorie liberali definivano uomo economico.

    "Noi abbiamo respinto la teoria dell'uomo economico, la teoria liberale, e ci siamo inalberati tutte le volte che abbiamo sentito dire che il lavoro é una merce. L'uomo economico non esiste, esiste l'uomo integrale che é politico, che é economico, che é religioso, che é santo, che é guerriero."
    (Benito Mussolini, Discorso del 14 novembre 1933, in Tutti i discorsi - anno 1933)

    Contro l'uomo economico e panciafichista doveva sorgere l'Uomo nuovo, in contrapposizione all'ideale apolide identificato con la cultura ebraica e caratterizzato dal materialismo, l'edonismo, la competizione senza scrupoli, l'egoismo, i quali si potevano ritrovare sia nelle economie conservatrici capitaliste sia nell'economia marxista. Da tenere presente che é di poco precedente la diffusione dei Protocolli dei Savi di Sion.

    Questo retroterra culturale scosso dalla guerra era basato sulle idee nuove in fatto sociologico dalla sintesi delle ricerche scientifiche di Charles Darwin, Sigmund Freud e Cesare Lombroso, accolte con entusiasmo da certi ambienti dotati di una mentalità più aperta. Esso vive in un'epoca caratterizzata da un'elevata conflittualità sociale e ideologica i cui principali riferimenti sono Karl Marx e Michail Bakunin contrapposti alla tradizionale società capitalista reazionaria. Di fronte a questa suddivisione l'Uomo nuovo doveva porsi in alternativa, esso non poteva più riferirsi alla vecchia società borghese, ma neanche a delle teorie politiche materialiste e per antonomasia all'epoca considerate utopistiche. A quegli uomini i tempi parevano solo l'inizio, ma ogni giorno che passava era un passo verso un tipo di società ai loro occhi deviata. Tutto quel che fino allora era stato la base della società tradizionale veniva sempre più stravolto, a partire dal concetto di Nazione, che ebbe nella Prima Guerra Mondiale il suo canto del cigno. Chi si rese conto di quanto stava accadendo, erano uomini che pensavano che prima di tutto il valore di un uomo va misurato sull'essere e non sull'avere; uomini che credevano in una società organicista degli uomini, nella solidarietà sociale che aveva fatto sì che l'uomo si differenziasse dagli altri animali; uomini orgogliosi di far parte di un corpo nazionale, anziché essere singoli individui. Di fronte al cambiamento culturale della società, quando tutto questo sembrava messo in minoranza, questa cultura si distinse. Questi uomini si ritrovarono per la prima volta in una piazza della città italiana di Milano, piazza S. Sepolcro, il 23 marzo 1919. Quello che fino allora era stata la società umana, ovvia, scontata, quando fu messa in discussione dovette iniziare a lottare per sopravvivere.

    Esso fu preso a modello soprattutto dal fascismo e sviluppato da Achille Storace. Si rifiutarono simbolicamente costumi considerati antiquati tipo il cappello a cilindro, la marsina, le pantofole, la stretta di mano e il dare del lei.

    Di fronte ai secolari problemi dell'Italia, Mussolini era convinto che occorreva ri-educare da zero gli italiani e costruire l'uomo nuovo fascista. In questo impegnativo e grandioso processo finalizzato a rimodellare il carattere nazionale degli italiani, occorreva spazzare via qualsiasi sentimentalismo, per trasformare gli italiani stessi in veri fascisti, cosicché italiano e fascista siano sinonimi.

    Secondo questo programma, l'italiano tradizionale doveva sostituire all'affetto per la mamma la dedizione appassionata alla Patria, il mandolino col moschetto, gli ideali cristiani di bontà e di amore con la durezza e, laddove necessaria, la spietatezza, l'ingordigia con la modestia.

    Nel contesto fu creata la scuola di mistica fascista ed indetto il sabato fascista. Vede in Ernst Junger uno dei suoi principali referenti culturali.








    Biografia di JAMES HILTON



    James Hilton (Leigh, 9 settembre 1900 - Long Beach, 20 dicembre 1954) é stato uno scrittore e sceneggiatore britannico.

    E' nato nel Lancashire, ma suo padre, John, era un insegnante e si trasferì con la famiglia a Londra dove James frequentò varie scuole prima di iscriversi alla Leys School di Cambridge. Contribuì nella pubblicazione della rivista della scuola e successivamente, mentre era uno studente non laureato di diciassette anni del Christ College di Cambridge, uno dei suoi articoli fu accettato dal Manchester Guardian.
    Il suo primo romanzo, Catherine Herself, fu pubblicato nel 1920, quando doveva ancora laurearsi.
    Negli anni trenta Hilton si consolidò come sceneggiatore a Hollywood, divenendone una figura popolare. Frank Capra, Ronald Colman e Greer Garson si annoveravano tra i suoi amici.
    Tra i suoi romanzi più celebri si ricorda Goodbye, Mr. Chips (Addio, Mr. Chips!), del 1938, oggetto di una fortunata riduzione cinematografica. Un particolare interessante é il fatto che per scrivere questo libro abbia impiegato solo quattro giorni. Scrisse anche i famosi Lost Horizon (Orizzonte Perduto), del 1933, e Random Harvest (Prigioneri del passato), del 1941.
    Nel 1943 vinse un Oscar per la miglior sceneggiatura non originale, con Arthur Wimperis, George Froeschel e Claudine West, per Mrs. Miniver (La Signora Miniver).





    *****





    Dopo il grande successo del film Giungla Bianca, Maya continua a girare il teleromanzo Lo Splendore del Cielo.
    Ma alla giovane attrice viene affidato anche un ruolo prestigioso in una nuova opera teatrale, il dramma Shangrilà, le cui prove iniziano proprio dopo la fine delle riprese di Giungla Bianca. Maya interpreta l'immortale sciamana Leera.
    Nei tempi morti anche Norie Otobe, sempre vicina a Maya, di nascosto legge e studia il copione del dramma consegnato alla Kitajima.
    Nel frattempo, anche Ayumi é impegnata, al Teatro Nittei, in un nuovo lavoro teatrale, Orizzonte Vermiglio, dove interpreta il ruolo di Anya, una ragazza di diciotto anni, di famiglia ricca, innamorata di suo zio.
    Mizuki, alle spalle di Maya, tronca ogni legame tra lei e le amiche di un tempo, perché vuole che la ragazza si applichi solo nella recitazione. Il malinteso creato da Mizuki ha delle enormi ripercussioni sull'amicizia tra Maya e Rei, e pare che tra le due ormai non possa esistere più alcun legame, a causa della fama e degli impegni di Maya. Rei, Sayaka, Taiko e Minako infatti scrivono più lettere alla loro amica, ma questa non le leggerà mai perché Mizuki ordina al portiere della Skyheights Mansion di dare a lei ogni lettera e regalo destinato a Maya, senza far sapere nulla alla ragazza. Il giorno precedente la prima del nuovo spettacolo allestito dalle compagnie Tsukikage e Unicorno, Sogni Color Cenere, Rei e le altre decidono di portare personalmente biglietto e volantini alla loro amica. Ma, giunte a destinazione, varie cose portano le ragazze a pensare che Maya non ne voglia più sapere di loro (le loro lettere strappate e buttate nell'immondizia, la telefonata in cui Mizuki ordina al portiere di dire alle ragazze che Maya non le conosce e che é troppo impegnata per ricevere singole persone...). Il giorno dopo però Maya scopre tutto e si reca subito al teatro sotterraneo. Ma lì, a spettacolo iniziato, viene riconosciuta dal pubblico presente che si concentra così tutto su di lei invece che sullo spettacolo, che viene così rovinato. Alla fine, la giovane viene cacciata in malomodo da Rei.
    Nel frattempo, in Maya, la nostalgia per la madre scomparsa si fa sentire sempre più. Lei non sa che la donna, ormai cieca, é tenuta nascosta da Masumi in un sanatorio. Lo scopo del giovane Hayami é quello di far ricomparire la signora Haru durante la prima di Shangrilà, per farla incontrare lì con la figlia; il tutto é organizzato per ottenere la massima pubblicità possibile per Maya e per lo spettacolo. Tuttavia, qualcosa va storto. Haru, sentendo parlare il suo dottore con un uomo, scopre tutta la verità: che lei é tenuta lì quasi come una prigioniera; che Maya é ormai un'attrice affermata e che lei non può venire a sapere niente di sua figlia, visto che le infermiere non le leggono i settimanali e che anche la televisione e la radio sono state messe fuori uso; che la sua comparsa ora sarebbe prematura e che l'ospedale dovrà continuare a tenerla "nascosta" lì fino a che la Daito Art Production non deciderà diversamente; che la figlia recita in un teleromanzo e che le città sono tappezzate dei suoi poster, che il film di cui é protagonista é un grande successo e che é diventata all'improvviso una star. La povera Haru decide allora di fuggire dall'ospedale per trovare la figlia. Dopo un lungo e difficile tragitto arriva a Tokyo anche grazie a un uomo che le dà un passaggio con il suo camion e, parlando con lui, scopre che Maya ha anche vinto il premio dell'Academy come miglio attrice non protagonista, battendo Ayumi Himekawa. Alla fine, febbricitante e sofferente, la donna muore in un cinema in cui viene proiettato Giungla Bianca, sentendo recitare la figlia per la prima volta. Per la Daito Art é un enorme problema e Mizuki si assume la responsabilità di dire a Maya che sua madre é morta. Maya, ricevuta la notizia, é sotto shock: non recita, non mangia, non vuole sentire Satomi... Mizuki é arrabbiata e delusa da Masumi per il comportamento disonesto che egli ha tenuto, lui stesso, forse per la prima volta nella sua vita, é profondamente scosso e si sente in colpa.
    Ogni lato della vita di Maya sta crollando, e per Norie questo é il momento più adatto per attuare il suo diabolico piano. La notizia della tragica morte della madre ha un effetto devastante su Maya, così come l'aver saputo dalla perfida Norie la verità su ciò che la Daito Art Production aveva fatto con Haru. Ed é proprio dopo aver saputo questo che la ragazza, in preda alla disperazione, fugge con dei motociclisti sbandati, assoldati da Norie, che le mettono del sonnifero nella cola, la fanno bere e l'abbandonano in una spiaggia deserta. Il giorno seguente Maya così non riesce ad arrivare in tempo per la prima di Shangrilà e viene sostituita proprio da Norie Otobe, che aveva calcolato ogni variabile pur di riuscire a rubare il posto a Maya. Masumi, realmente in ansia per le sorti di Maya, la fa cercare dappertutto. Lui stesso la cerca. E sarà proprio lui a trovarla, addormentata su quella spiaggia. La giovane verrà portata in ospedale, dove le faranno una lavanda gastrica, e si sveglierà solo il giorno seguente. Questa sconsiderata e sfortunata azione porta Maya verso un'improvvisa e totale decadenza: non sapendo come siano veramente andate le cose, a Maya viene tolto il ruolo della sciamana Leera in Shangrilà ma anche quello di Satoko ne Lo Splendore del Cielo; la Nikko Electric la solleva dal ruolo di testimonial dell'azienda. A Satomi viene impedito di frequentare Maya perché la loro relazione potrebbe solo compromettere o portare svantaggi alla sua carriera. Per lo stesso motivo, il manager del giovane attore chiede a Maya di smettere di vedere Shigeru. La subdola Norie le sfila il ruolo sia in Shangrilà che ne Lo Splendore del Cielo, mentre la povera Maya viene cacciata ed esiliata dal mondo dello spettacolo, infatti le viene persino impedito di continuare a frequentarlo. Sembra la fine della sua breve ma brillante carriera di attrice.
    La signora Tsukikage é convinta che ci sia un grosso malinteso e crede fermamente nella buona fede di Maya. Di ciò convince anche Rei e le altre, che capiscono di esser state superficiali e di aver frainteso l'amica quando le portarono il biglietto del loro spettacolo. Anche Ayumi decide di credere ancora in lei, e di sfidare la diabolica Norie proprio nel campo della recitazione e lo farà ne Il Ritratto di Camilla, dove le due reciteranno insieme.

    Edited by dezda26 - 30/6/2011, 18:58
     
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  2. Mokuren
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    Che bella storia, la leggerò sicuramente, non ho mai letto niente di James Hilton ma la storia mi incuriosì molto quando la lessi sul manga. E poi se mi dici che è stata fonte d'ispirazione anche per Lost... è il mio telefilm preferito.
     
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  3. dezda26
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    Sono contenta che ti piaccia e che tu voglia leggere questo libro, brava Mokuren! :lol: Per quanto riguarda Lost, sì, le somiglianze ci sono e di questo ho trovato la conferma. :cici:
     
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2 replies since 13/7/2010, 15:02   1406 views
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