Romeo e Giulietta

di William Shakespeare

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    Ricerche e testi a cura di Dezda

    Romeo e Giulietta
    Testi in buonissima parte copiati per intero da Wikipedia.



    Titolo originale The Most Excellent and Lamentable Tragedy of Romeo and Juliet.
    E' una tragedia in cinque atti di William Shakespeare, composta tra il 1594 e il 1596, capolavoro del teatro elisabettiano. La storia é ambientata a Verona e a Mantova, nel Cinquecento. L'opera é tra le più famose e rappresentate di sempre, una delle storie d'amore più popolari di ogni tempo e luogo (forse può considerarsi la più celebre).
    Innumerevoli sono le riduzioni musicali (si ricordano: l'ouverture-fantasia di Cajkovskij, il balletto di Prokofiev, il notissimo musical "West Side Story") e cinematografiche (fra le più popolari quelle dirette da Zeffirelli e Luhrmann).
    La vicenda dei due protagonisti ha assunto nel tempo un valore simbolico, diventando l'archetipo dell'amore perfetto ma avversato dalla società.

    LA TRAMA


    Nel prologo il coro racconta agli spettatori come due nobili famiglie veronesi, i Montecchi e i Capuleti, si siano osteggiate per generazioni e che "dai fatali lombi di due nemici discende una coppia di amanti, nati sotto cattiva stella cui tragico suicidio porrà fine al conflitto."
    Il primo atto comincia con una rissa di strada tra i servi delle due famiglie, interrotta dal Principe di Verona , che per ogni ulteriore scontro dichiarerà responsabili con le loro stesse vite i capi delle due famiglie per poi disperdere la folla. Paride, un giovane nobile, ha chiesto al Capuleti di dargli in moglie la figlia quattordicenne, Giulietta. Capuleti lo invita ad attirarne l'attenzione durante il ballo in maschera del giorno seguente, mentre la madre di Giulietta cerca di convincerla ad accettare le offerte di Paride. Questa scena introduce la nutrice di Giulietta, l'elemento comico del dramma. Il rampollo sedicenne dei Montecchi, Romeo, é innamorato di Rosalina, una Capuleti (personaggio che non compare mai). Mercuzio (amico di Romeo e congiunto del Principe) e Benvolio (cugino di Romeo) cercano invano di distogliere Romeo dalla sua malinconia, quindi decidono di andare mascherati alla casa dei Capuleti, per divertirsi e cercare di dimenticare. Romeo, che spera di vedere Rosalina al ballo, incontra invece Giulietta. I due ragazzi si scambiano poche parole, ma queste sono sufficienti a farli innamorare l'uno dell'altra e a baciarsi. Prima che il ballo finisca, la Balia dice a Giulietta il nome di Romeo, e (separatamente) viceversa. Rischiando la vita, Romeo resta nel giardino dei Capuleti dopo la fine della festa e, nella famosa scena del balcone, i due si dichiarano il loro amore e decidono di sposarsi in segreto. Il giorno seguente, con l'aiuto della Balia, il francescano Frate Lorenzo unisce in matrimonio Romeo e Giulietta, sperando così di portare pace tra le due famiglie attraverso la loro unione. Le cose precipitano quando Tebaldo, cugino di Giulietta, dal temperamento iracondo, incontra Romeo e cerca di provocarlo a duello. Il giovane Montecchi rifiuta di combattere contro colui che é ormai anche suo cugino, ma Mercuzio (ignaro di ciò) raccoglie la sfida. Tentando di separarli, Romeo inavvertitamente permette a Tebaldo di ferire Mercuzio, che muore augurando "la peste a tutt'e due le vostre famiglie". Romeo, nell'ira, uccide Tebaldo. Il Principe condanna Romeo solo all'esilio (perché Mercuzio era suo congiunto e Romeo l'ha solo vendicato): dovrà lasciare la città prima dell'alba del giorno seguente. I due sposi riescono a passare insieme un'unica notte d'amore. All'alba, svegliati dal canto dell'allodola, messaggera del mattino (che vorrebbero fosse il canto notturno dell'usignolo), si separano e Romeo fugge a Mantova. Giulietta dovrebbe però sposarsi tre giorni dopo con Paride. Frate Lorenzo, esperto in erbe medicamentose, dà a Giulietta una pozione che la porterà a una morte apparente per quaranta ore.Nel frattempo il frate manda un messaggero a informare Romeo affinchè egli la possa raggiungere al suo risveglio e fuggire da Mantova. Sfortunatamente il messaggero del frate non riesce a raggiungere Romeo poichè Mantova é sotto quarantena per la peste, e Romeo viene a sapere da un servitore della famiglia del funerale di Giulietta - (una interessante incongruenza nella storia: come avrebbe fatto il servitore a tornare a Mantova dopo aver assistito al "funerale" di Giulietta?) - . Romeo si procura un veleno, torna in segreto a Verona e si inoltra nella cripta dei Capuleti, determinato ad unirsi a Giulietta nella morte. Romeo, dopo aver ucciso in duello Paride, che era giunto anche lui nella cripta, e aver guardato teneramente Giulietta un'ultima volta, si avvelena pronunciando la famosa battuta "E così con un bacio io muoio" (Atto 5 scena III). Quando Giulietta si sveglia, trovando l'amante e Paride morti accanto a lei, si trafigge così con il pugnale di Romeo.
    Nella scena finale, le due famiglie e il Principe accorrono alla tomba, dove Frate Lorenzo gli rivela l'amore e il matrimonio segreto dei due ragazzi. Le due famiglie, come anticipato nel prologo, sono riconciliate dal sangue dei loro figli, e pongono fine alla loro guerra.

    ORIGINI



    Origini classiche
    Il dramma é soprattutto di ispirazione medievale, nonostante Carol Gesner e J.J. Munro abbiano dimostrato come il motivo sia già presente nella letteratura greca antica nei Babyloniaka di Giamblico e negli Ephesiaka di Senofonte Efesio. In questo secondo romanzo Anzia, una donna separata dal marito a causa della sorte avversa, viene salvata da una banda di ladri di tombe. Sopraffatti dall'eroico Perilao, questi pretende da lei di sposarlo per riconoscenza, creando la stessa situazione provocata da Paride in Shakespeare. Disperata, beve una pozione che crede essere veleno ma che produce, come in Giulietta, solo uno stato letargico. Risvegliatasi, é tratta in salvo dagli stessi tombaroli con i quali parte per altre avventure fantastiche...
    Romeo e Giulietta nella letteratura italiana
    - I nomi delle due famiglie protagoniste erano noti già nel Trecento, inserite da Dante nella sua Commedia (Purgatorio, VI, 105). Lì i Montecchi sono originari di Verona, mentre i Capuleti provengono da Brescia, seppur si trovano anche a Verona sino agli anni della permanenza di Dante nell'attuale casa di Giulietta, dove, tra l'altro, la loro presenza é testimoniata dallo stemma del cappello sulla chiave di volta dell'arco di entrata al cortile dell'edificio duecentesco. Non c'é notizia di alcuna lotta tra Capuleti e Montecchi, ma questi ultimi per molto tempo hanno portato avanti una sanguinosa lotta contro i guelfi. Le notizie sui Montecchi risalgono al periodo seguente un loro tentativo di complotto contro Cangrande della Scala, il quale li bandì dalla città. Ma il contesto storico in Dante tratta delle due famiglie - commiserandole, dato che erano famiglie "già tristi" - e non delle vicende dell'amore contrariato tra gli amanti di questi due nuclei familiari, che non appaiono.
    - Una prima struttura della trama appare invece nella novella di Mariotto e Giannozza di Masuccio Salernitano, composta nel 1476 ma ambientata a Siena. Ma sia il tono che la trama dell'opera mostrano notevoli differenze dall'opera di Shakespeare: Masuccio infatti, almeno all'inizio, calca più sull'aspetto spensierato ed erotico della relazione, che acquisterà un aspetto di sacralità solo in seguito. Mentre la Giulietta di Shakespeare berrà il narcotico con terrore (e da quei suoi versi usciranno dei presagi sinistri della tragedia che seguirà di lì a poco), Giannozza trangugia allegramente la pozione. L'ambientazione di Masuccio é molto più solare, mediterranea, priva dell'atmosfera gotica anglosassone, e la morte (non immediata) di Tebaldo, qui solo un ignoto "onorevole cittadino", é frutto di una bastonata inflittagli da Mariotto dopo un acceso diverbio. Non c'é ancora nessun duello, nessun Mercuzio.
    - Nella sua Historia novellamente ritrovata di due nobili amanti, pubblicata nel 1530 circa, Luigi da Porto diede molto della sua forma moderna alla storia, rinominando i giovani Romeus e Giulietta e trasportando l'azione da Siena a Verona (città strategicamente importante per Venezia ai tempi di Da Porto), all'epoca di Bartolomeo della Scala, nel 1301-1304. Nella trama sono già presenti elementi chiave come la rissa, la morte di un cugino dell'amata perpetrata da Romeo, il bando dalla città di quest'ultimo e la tragica fine di entrambi. L'autore trovò forse ispirazione dalla visione delle due rocce scaligere presenti a Montecchio Maggiore, che appaiono in contrapposizione tra loro.
    - Rielaborata nelle riduzioni drammatiche Giulia e Romeo di Clizia (1553) e Hadriana di Luigi Croto (1578), fu ripresa da Matteo Bandello e inclusa nelle sue Novelle (1554). L'ambientazione é ormai quella definitiva:

    "Nel tempo che Bartolommeo dalla Scala, signore cortese ed umanissimo, il freno alla mia bella patria a sua posta e strigneva e rallentava, furono in lei, secondo che mio padre dicea aver udito, due nobilissime famiglie per contraria fazione, ovvero particolar odio; nemiche, l'una é Capelletti, l'altra é Montecchi nominata..."


    Versioni francesi e inglesi
    La novella di Bandello fu tradotta in francese da Pierre Boaistuau (1559), che a sua volta venne tradotto in inglese, sia in prosa (da William Painter nel suo Palace of Pleasure, 1567) che in versi: il poema narrativo Tragicall Historye of Romeus and Juliet, scritto nel 1562 da Arthur Brooke fu infine la fonte primaria del Romeo and Juliet shakespeariano. Si tratta di un poema drammatico di poco più di tremila versi, scritto in rime baciate di esametri giambici alternate a eptametri. Il risultato é piuttosto monotono, spesso sin troppo moraleggiante come in Boaistuau e i personaggi sono privi della freschezza shakespeariana. Ma Shakespeare, pur cambiandone il tono in parecchie parti, ne segue molto fedelmente la trama. A Brooke dobbiamo tra l'altro la felice invenzione della balia così come appare in Shakespeare, un pò sboccata ma generosa con tutti, spontanea, dall'irresistibile umorismo popolaresco.

    La rielaborazione shakespeariana
    La modifica sostanziale che Shakespeare fa delle vicenda, più che nelle azioni e nei fatti, consiste nella 'morale' e nella impostazione del senso della storia. Gli amanti "sfortunati e disonesti" descritti da Brooke diventano personaggi archetipici dell'amore tragico, riflettendo allo stesso tempo la crisi del mondo culturale e sociale dell'epoca, in cui il Principe e la Chiesa non riescono più ad imporre l'ordine (materiale e spirituale). Nella versione di Boaistuau ancora si condanna apertamente l'unione tra Romeo e Giulietta, colpevoli di avere ascoltato i loro istinti voltando le spalle ai sentimenti delle loro famiglie e l'ordine sociale a cui tutti debbono conformarsi.
    Shakespeare arricchì e trasformò stilisticamente la trama in modo più intenso con le vivide caratterizzazioni dei personaggi minori, tra cui Benvolio, amico di Romeo e vicino al Principe, nelle funzioni di testimone della tragedia, la nutrice (appena accennata da Brooke) che rappresenta un momento di comica leggerezza, e infine Mercuzio, creatura shakespeariana di straordinaria potenzialità drammatica e figura emblematica, che incarna l'amore dionisiaco e vede la donna solo nel suo aspetto più immediatamente materiale. Romeo però rivela una concezione più alta, che innalza Giulietta oltre la pura materialità dell'amore.
    In Shakespeare il tempo rappresentato si comprime al massimo, aumentando così l'effetto drammatico. La vicenda, originariamente della durata di nove mesi, si svolge in pochi giorni, da una domenica mattina di luglio alla successiva notte del giovedì. Il percorso drammaturgico si brucia in una sorta di rito sacrificale, con i due giovanissimi protagonisti travolti dagli avvenimenti, e (come scrive Silvano Sabbadini in una sua introduzione all'opera) dall'impossibilità di un passaggio all'età adulta, alla maturazione.
    Nonostante la diversità di impostazione, nell'opera di Shakespeare é possibile ravvisare citazioni quasi letterali da Brooke, che sembrano dimostrare come prima della composizione il Bardo di Avon dovesse conoscere il poema quasi a memoria. Ma vi sono anche influenze dirette da altri autori, seppure in misura minore: oltre ad echi del già citato "Palace if Pleasure" vi sono anche quelli del Troilo e Criseide di Geoffrey Chaucer, che il Nostro doveva conoscere molto bene, derivati a loro volta dal Filostrato boccaccesco che Shakespeare sembra però non avere mai letto.
    Al tempo in cui il Bardo di Avon iniziava la sua carriera drammaturgica, la storia dei due amanti infelici aveva ormai fatto il giro dell'Europa, riempiendo non solo le librerie ma anche gli arazzi delle case. Il Brooke stesso ci parlava già, trent'anni prima dell'esordio di Shakespeare, dell'esistenza di un famoso dramma sull'argomento, non specificandone però l'autore. La popolarità di questo protodramma, anche se non ci sono pervenuti copioni nè adattamenti, induce facilmente a pensare che molti autori minori avessero già messo in scena la storia un gran numero di volte prima che il Shakespeare si cimentasse con la propria versione.

    COMPOSIZIONE E STAMPA



    Elementi per una datazione
    L'opera é stata scritta presumibilmente tra il 1594 e il 1596. Nel testo del dramma, in una battuta della balia, si afferma come siano passati esattamente undici anni da un terremoto che avrebbe scosso la città di Verona. Benché non si possa fare affidamento sulla buona memoria di un personaggio della finzione scenica, questo elemento ha suscitato riflessioni interessanti. Di quale città sta parlando Shakespeare, di quella in cui realmente si svolge la rappresentazione, Londra, o di quella fittizia, la Verona cinquecentesca rappresentata sulla scena? Nel primo caso, quello in cui ci si riferisca al terremoto che colpì Londra nel 1580, la data sarebbe troppo prematura, poiché porterebbe la composizione al 1591, anno precedente all'attività letteraria di Shakespeare, iniziata non prima della chiusura dei teatri da parte della City nel 1593. Più felice cronologicamente sarebbe caso mai il riferimento di Sidney Thomas al terremoto europeo del 1584, ma il fatto che la scossa fosse avvertita in modo molto intenso tra le Alpi, come afferma Sarah Dodson, non avrebbe certo aggiunto colore locale alla tragedia, non potendo il pubblico inglese disporre di informazioni di prima mano su Verona, città di cui lo stesso Shakespeare avrebbe avuto solo una conoscenza indiretta e sommaria attraverso opere scritte, ma non certo italiane. Per fare più luce sulla data di composizione é utile tenere in considerazione il lasso di tempo che intercorre tra il 1594 (la riapertura dei teatri) e il 1597, data della stampa non autorizzata del cattivo in-quarto (vedi sotto). Gibson e altri notano comunque che prima del 1597 l'opera era già stata rappresentata, e che prima di mettere in scena qualsiasi rappresentazione occorrono diversi mesi di prove e di preparazione. Ciò porterebbe la data al 1596 circa. Una data che si situa tra il 1594 e il 1596 sarebbe confortata dall'esame di opere stilisticamente affini a Romeo e Giulietta: I due gentiluomini di Verona, che C. Leech attribuisce al 1593-1594, e La commedia degli errori, che probabilmente la precedette di poco.
    Entrambe le commedie attingono abbondantemente al poema di Brooke, e ne I due gentiluomini di Verona sono già contenute moltissime situazioni che troviamo in Romeo e Giulietta (Valentino raggiunge la finestra dell'amata con una scala di corda; il padre di Silvia vuole sposarla contro la sua volontà a uno sciatto pretendente, Thurio; Valentino é bandito da Verona e si rifugia a Mantova; compare perfino un frate di nome Lorenzo accanto a Frate Patrizio; ecc.), tanto che, secondo i critici, questa sarebbe il passo decisivo verso Romeo e Giulietta, essendo ragionevole supporre che Shakespeare si cimentasse in una versione drammatica (ben più impegnativa) del poema di Brooke solo dopo aver tastato il terreno con una versione comica.
    Nei primi mesi del 1597 l'opera è per la prima volta data alle stampe da John Danter e Edward Allde in un'edizione fraudolenta: é frutto di una ricostruzione mnemonica di qualche attore che ha partecipato alla rappresentazione probabilmente con l'aiuto di uno stenografo. Secondo H. P. Hoppe, Danter, in seguito alla stampa non autorizzata di un altro testo (Jesus Psalter) subirà la distruzione della sua tipografia tra il 9 febbraio e il 27 marzo dello stesso anno.

    Analisi dei quarti
    Il lavoro di Danter si limita ai fogli A-D, e secondo Hoppe sarebbe stato ripreso da Allde solo dopo questo incidente (fogli E-K). Ma J. A. Lavin, sulla scorta di esempi simili (come per due libri del Greene, il cui lavoro di stampa fu diviso tra lo stesso Danter e Wolf), ha dimostrato che spesso più stampatori si dividevano uno stesso lavoro, per cui le due sequenze di (Q1) potrebbero essere state stampate contemporaneamente. In questo senso la distruzione del laboratorio di Danter non sarebbe di molto aiuto per stabilire la cronologia della stampa di (Q1), mentre l'osservazione di Lavin ci permetterebbe di anticiparne la data di uscita, collocabile al massimo nel marzo 1597.
    Questa edizione é chiamata il primo in-quarto (Q1), o il cattivo in-quarto, e presentando l'opera afferma che "sia stata spesso e con gran successo rappresentata pubblicamente dai servitori dell'onorevole Lord Hunsdon". Avendo la compagnia del Lord Ciambellano Henry Hundson cominciato ad operare nel 1594, ed essendo il ciambellano morto due anni dopo, la datazione del dramma potrebbe inserirsi in questo lasso di tempo. In questa edizione alcune battute sono fuori posto: in molti casi vengono anticipati versi che in (Q2) si presentano dopo, talvolta tra i versi "buoni" vengono a inserirsi queste anticipazioni che rischiano di dare informazioni non necessarie sugli sviluppi successivi, rovinando il gusto della lettura. Infine alcune scene o dialoghi sono parafrasati in modo pedestre proprio perché lo stenografo ricorda il contenuto e lo stende discorsivamente: stravolge così l'ordine metrico, il linguaggio diventa casuale al pari di una frase annotata rapidamente su un pezzo di carta volante. Il tutto fatto il più presto possibile, appunto come uno stenografo. Spesso (Q1) appare come una specie di riassunto di (Q2), omettendo addirittura la rissa con la quale si apre il dramma, solo per tradurne i particolari nelle descrizioni di scena. Infatti in Q1 sono presenti molte indicazioni sceniche e didascalie che mancano invece in Q2 (il secondo in-quarto) e che ci hanno dato preziose informazioni sulla dinamica della messa in scena, della struttura e del funzionamento del teatro di allora.
    (Q2) fu pubblicata da Thomas Creede nel 1599. "Corretto, aumentato ed emendato", esso si basa solo in piccola parte sulla prima edizione, non solo generalmente inaffidabile per i motivi sopra accennati, ma anche in quanto costituisce un atto di giustizia contro la copia pirata che non viene dalla mano di Shakespeare. Mentre il secondo in-quarto non stabilisce l'edizione definitiva a cui si conformano le altre, gli studiosi sono concordi nel ritenerla opera di Shakespeare, nonostante le frequenti ripetizioni del tipografo di versi o espressioni simili tra loro.
    I difetti di (Q2) non sarebbero però da imputare ad editori o stampatori, ma al fatto che (Q2) fosse la stampa di una brutta copia a cui l'autore stava ancora lavorando (le ripetizioni non sarebbero che varianti sulle quali Shakespeare stesso non aveva preso ancora una decisione). Tale versione sarebbe stata data in modo un pò affrettato alle stampe per smentire la bontà del falso in-quarto (come si verificava per altri pessimi in-quarti). Resta comunque il fatto che si tratta di una edizione emendata e ampliata per il lettore, in cui la freschezza e spontaneità del copione é stata in parte soppiantata da differenti esigenze editoriali, più conformi a quelle di chi ama leggere che assistere di persona alla rappresentazione. In questo caso, (Q1) e altri cattivi in-quarti, come altre testimonianze delle cronache sono state di aiuto per la restitutio dell'opera originale.
    Un terzo in-quarto (Q3), sostanzialmente una ristampa di (Q2), appare nel 1609, e successivamente un quarto (Q4) del 1622, che riproduce (Q3) senza trascurare elementi importanti di (Q1). Da taluni sarebbe attribuito al 1611 o al 1615, e porta per la prima volta sul frontespizio il nome di Shakespeare. (Q5) (1637) non é che una copia di (Q4). Eccetto (Q1) e (Q2) si tratta di versioni che hanno però un interesse più storico che filologico, trattandosi perlopiù di copie che introducono nuovi errori e imprecisioni. Gibson e altri studiosi pongono però (Q3) su un livello più alto delle successive, data la precisione e l'onestà del copista nella consultazione delle fonti precedenti.
    Nell' "edizione in-folio" del 1623 comprendente la maggior parte delle opere shakespeariane a noi pervenute, é presente la copia di uno dei precedenti in-quarto (secondo alcuni studi il Q2, per altri un insieme del Q3 e del Q4). Secondo l'Arden Shakespeare l'in-folio 1623 si basa sul (Q4) con alcune eccezioni tratte da (Q3).

    CONTESTO STORICO



    Italia e Inghilterra nel Cinquecento
    La tragedia prende le sue mosse dal contesto storico dell'epoca. Nel periodo in cui il dramma é ambientato, l'Italia non esisteva ancora come stato unitario, e i suoi Comuni erano divisi, in guerra tra loro e con lo Stato Pontificio. Verona e Venezia in particolare furono nel Cinquecento una spina nel fianco della Chiesa cattolica. Nel Regno d'Inghilterra, d'altro canto, nel periodo in cui il dramma venne composto regnava Elisabetta I che, come tutti i sovrani britannici successivi a Enrico VIII (padre di Elisabetta), era a capo della chiesa protestante anglicana.
    E' quindi comprensibile che Romeo e Giulietta dipinga l'ambiente cattolico a tinte fosche, evocando sulla scena le paure diffusesi in Inghilterra in seguito al formale distacco della Regina Elisabetta dalla Chiesa di Roma (dopo i tentativi di restaurazione cattolica della sorellastra Maria, che la precedette sul trono) che provocò quindi l'uscita dalla coalizione di stati cattolici, e l'aperto sostegno a tutti i partiti protestanti europei. In questo periodo si consumarono le Guerre di Religione (1572-1604) francesi, la cui violenza era culminata, venti anni prima della composizione della tragedia, nella sanguinosa Notte di S. Bartolomeo.
    Elisabetta, dopo lo scisma consumato dal padre, fece adottare un catechismo diverso da quello cattolico ("Book of Common Prayer"), permettendo la traduzione in lingua inglese delle Sacre Scritture. Nel 1588 la regina, dopo avere rifiutato la corte insistente del cattolicissimo Filippo II di Spagna, sconfigge, complice l'instabile clima atlantico, l'invincible Armada inviata dal sovrano per conquistare l'isola. Se la vittoria sancì la superiorità marittima dell'Inghilterra aprendole la strada alle Americhe, scagliò però contro Elisabetta le ire di tutti i sovrani cattolici, diffondendo soprattutto a Londra un clima di paura, fomentato da intrighi di corte, spie, non certo alleviato dalla discreta presenza di una comunità di drammaturghi italiani.
    Il gotico inglese muove i suoi primi passi proprio dal Teatro elisabettiano, il cui sfondo sono le guglie di chiese e castelli anglosassoni, arricchito di stereotipi mutuati dal mondo cattolico, quali la cripta dei delitti e delle torture, le torbide vicende di amanti perseguitati dentro le mura di conventi spagnoli o italiani. In questo clima, Frate Lorenzo diventa lo strumento di una provvidenza che opera al rovescio. Benchè motivato dalle migliori intenzioni, il suo piano, complice il fato avverso, porta al suicidio di Romeo e Giulietta. Le arti magiche del frate, creatore della pozione narcotica, gettano una luce sinistra e provocano nel pubblico lo stesso terrore che si impossessa di Giulietta un istante prima di bere la fiala.

    Le prime rappresentazioni
    Rappresentata sicuramente prima del 1597, si ritiene che l'opera possa esser stata messa in scena dai Lord Chamberlain's Men, la compagnia del ciambellano Hunsdon che più tardi, nel 1603, prese il nome di King's Men. Nella compagnia recitavano Richard Burbage e lo stesso Shakespeare. Burbage potrebbe essere stato il primo attore ad interpretare Romeo, con il giovane Robert Goffe nella parte di Giulietta. Il dramma sarebbe stato rappresentato nel teatro, costruito nel 1596 dal padre di Burbage, chiamato The Theatre (Il Teatro, in seguito smantellato dai Burbage e ricostruito come Globe Theatre) e al Curtain, costruito nell'anno successivo, entrambi nella periferia della City di Londra. I due edifici, di forma simile, erano anfiteatri nei quali il pubblico assisteva alla rappresentazione in una corte interna, scoperta, o nei palchetti. Si avvalevano di luce naturale, e il prezzo del biglietto era in genere di un penny.
    Come nella maggioranza delle rappresentazioni del teatro elisabettiano, il dramma si svolgeva su un palco centrale, circondato per tre lati dal pubblico, e la mancanza di effetti speciali e scenografie elaborate lasciava il compito evocativo interamente alla maestria degli attori.

    COMMENTO


    "ROMEO E GIULIETTA", TRAGEDIA DELLA FORTUNA

    Destino e libero arbitrio nel medioevo
    Romeo e Giulietta é ancora in gran parte un dramma medievale, ancorché di argomento profano: molte di queste opere, raccontate anche in novelle, parlavano dell'ascesa di re, principi e imperatori e della loro caduta per opera del fato. Lo stesso valga per le versioni più romantiche di questi racconti a fine edificante, quasi sempre storie di amanti infelici. In generale nel medioevo i difetti personali e l'autodeterminazione non avevano alcun potere nelle vicende degli uomini, regolate solo da una provvidenza spesso crudele e imperscrutabile, controparte letteraria dei vari memento mori custoditi nelle dimore medievali, dai macabri ritratti della morte ricoperta da un manto nero con una falce in mano, a varie statuette sullo stesso tema. Il Dio cristiano dei predicatori medievali é tanto imperscrutabile nel suo operato quanto terribile e severo, e così lo ritraggono alcuni tra i più grandi predicatori, da Bonvesin de la Riva a Girolamo Savonarola. L'individuo quale noi intendiamo oggi é una creazione moderna: ogni persona era considerata non in sè ma in quanto "parte della comunità da cui dipendeva" e a cui tutto doveva. In confronto alle epoche successive, ben poche sono le opere firmate nel medioevo, che ignorava il diritto d'autore. La mancanza della centralità dell'individuo sia a livello terreno che escatologico é probabilmente responsabile dello scarso affidamento che fa la cultura medievale sulla possibilità della volontà umana di cambiare i destini del mondo.
    La caduta di questi personaggi era un monito alla vanità degli uomini che si occupano troppo dei beni terreni perdendo di vista Dio, unica fonte di salvezza. Shakespeare fa un passo avanti in questo senso, introducendo nei personaggi del dramma dei difetti personali (l'avventatezza degli amanti, la passione sanguinaria per il duello di Mercuzio e Tebaldo, ecc.) ma lasciando nell'ambiguità se essi incidano fatalmente sull'esito della storia.

    Interpretazioni recenti
    Alcuni contestano il fatto che la fine di Romeo e Giulietta non accada per le loro debolezze ma sia soltanto il frutto di azioni di terzi o incidenti. Al contrario delle altre grandi tragedie, Romeo e Giulietta é più una tragedia di contrattempi e di destino beffardo. Tuttavia, altri considerano l'avventatezza e la giovinezza dei due protagonisti la causa della loro morte.
    L'intromissione di Romeo nel duello tra Mercuzio e Tebaldo é a fin di bene, per separarli, ma produce ironicamente la morte di Mercuzio, mentre la lettera non é recapitata a Romeo solo per colpa della peste. Infine, se solo fosse arrivato un istante dopo al cimitero dei Capuleti, Romeo avrebbe potuto sincerarsi della salute di Giulietta buttando alle ortiche la sua fiala di veleno. Che la responsabilità personale potrebbe, se esercitata al meglio, solo posporre il tragico destino degli amanti pare trasparire dalle numerose allusioni shakespeariane, in cui si parla dell'influsso nefasto delle stelle, del timore di terremoti improvvisi e di folgori a ciel sereno. Al di là di questo quadro generale, i critici hanno formulato osservazioni non sempre concordi. Secondo M. Garber, ad esempio, "le cause della tragedia hanno origine in quegli stessi che ne soffrono le conseguenze". Secondo questa interpretazione, il dramma sarebbe da iscrivere tra i morality plays, e la conclusione tragica sarebbe un monito per chi voglia seguire i propri desideri istintivi senza mediazioni e pazienza. J. W. Draper, sottolineando il fato avverso che guida i destini dei protagonisti, dipinge Romeo e Giulietta come marionette in balia delle stelle, incapaci di contrastare ciò che é già determinato a priori. Tra queste posizioni ci sono molte sfumature, tra chi sostiene la presenza in Shakespeare di una dose di responsabilità individuale nel destino degli eroi tragici, che emergerà meglio nei drammi più maturi (G. I. Duthie), e chi riduce la vicenda a "tragedia della sfortuna", trasformando il fato in puro evento casuale (J. J. Spencer).

    STILE


    Tragedia o tragicommedia?
    Dal punto di vista stilistico, le opinioni non sono meno contrapposte.
    Romeo e Giulietta é uno dei primi lavori di Shakespeare. Classificato come tragedia, non ha le caratteristiche delle successive 'grandi tragedie' come Amleto e Macbeth.
    Baldini afferma come l'opera sia "...un esperimento fallito, ché i vari moduli - eufuistico, fiammingo, senechiano, e, infine, realistico - non pervengono ad armonizzarsi tra loro, ma restano vistosamente isolati...", mentre Granville-Barker definisce facilmente Romeo e Giulietta come "tragedia lirica". Benedetto Croce definì il dramma "tragedia d'una commedia", Wain "commedia che si conclude tragicamente" e Northrop Frye una "commedia rovesciata".
    La struttura drammaturgica di Romeo e Giulietta é in pratica una via di mezzo tra una commedia (traendo molto materiale da I due gentiluomini di Verona) e una tragedia. Al di là dell'evento tragico della morte dei due giovani protagonisti, il sacrificio dei due amanti ha delle ricadute positive: la fine di un'antica faida, evitando così ulteriori scontri che avrebbero portato altri morti e altro dolore; la nascita di una duratura amicizia tra le due famiglie; l'inizio di una lunga pace di cui godrà Verona.

    Immagini e simbolismo
    L'uso del contrasto tra luce ed ombra anima incessantemente le vicende di Romeo e Giulietta, dinamica questa di solito percepita come contrasto tra vita e morte, amore e guerra. Qui però il rapporto si ribalta: mentre le faide tra le due famiglie avvengono alla luce del sole, il contratto amoroso dei due amanti é suggellato prima ancora che dal matrimonio, dall'incostante luna, sotto la quale Romeo implora la sua amante.
    Tanti sono i sinistri presagi che sembrano anticipare poco a poco la tragedia finale e che Giulietta cerca di esorcizzare attraverso l'atto del matrimonio, che dovrebbe garantire la protezione degli sposi dalle potenze degli inferi (considerate nella tradizione medievale divinità infernali) che incombono pesantemente sulla loro vicenda.
    L'amore tra i due amanti é un ossimoro, un paradosso vivente che nell'impossibilità di essere risolto vince la morte stessa, ed é proprio la morte che dà vita e illumina la notte nell'estasi più grande provata da Romeo alla vista dell'amata. Ciò che il giorno aveva negato ai due amanti, dal riconoscimento della loro unione alla celebrazione di un matrimonio, é alla fine concesso nella cripta, la chiesa sul cui altare trionfa l'amore più profondo, che contagia finalmente anche le loro famiglie.
    L'opera, così ricca di ossimori, é in fondo essa stessa concepita in questa visione in cui i ruoli di luce e tenebre si scambiano continuamente. Il giorno assume la connotazione negativa del tempo ordinario che sancisce i riti della vita sociale borghese e delle sue regole, delle faide tra i servi alla comparsa di Paride che, in quanto futuro sposo di Giulietta per scelta del vecchio Capuleti, precipita gravemente la situazione dei due amanti. Il giorno rappresenta anche il trionfo della ragione economica e degli interessi pratici (l'amore inteso come matrimonio di convenienza), dell'ordine politico (necessario per garantire unicamente gli interessi materiali delle due famiglie rivali), il cui garante é Marte, dio della guerra e di quel falso senso di onore che infiamma le due famiglie spargendo di sangue le strada della città.
    La concezione dell'amore di questa società é puramente terreno, anche se ufficialmente negato, rivelato nella sua crudezza solo dalle battute erotiche di Mercuzio alle oscenità popolane della balia. Mercuzio non conoscerà l'amore e solo l'amore tra Romeo e Giulietta, protetti da Venere, riuscirà, seppur a caro prezzo, a trascendere l'erotismo senza negarlo, sublimandolo in un sentimento più alto ed eterno. Eterno come è ormai il valore universale di quest'opera.

    Uso del metro poetico
    Come tutte le tragedie di Shakespeare, Romeo e Giulietta é scritto in versi, anche se qui non é il "pentametro giambico" a prevalere, ma il verso rimato, specialmente il sonetto, usato ad esempio nel prologo dal coro o nel dialogo fra Giulietta e Romeo nella scena in cui si incontrano per la prima volta.
    Per l'uso abbondante delle rime, per la prevalenza del carattere patetico su quello tragico, ma anche per alcune inconsistenze della trama, l'opera é considerata facente parte del 'periodo lirico' di Shakespeare, a fianco di altri drammi poetici come I due gentiluomini di Verona, La commedia degli errori, Sogno di una notte di mezza estate e Riccardo II.

    ADATTAMENTI


    Sono innumerevoli gli adattamenti di Romeo e Giulietta, in ogni forma artistica possibile. Ecco i più celebri:

    LETTERATURA

    Drammi
    - Carmelo Bene, Romeo e Giulietta (Storia di William Shakespeare) secondo Carmelo Bene (Prato, Teatro Metastasio, 17 dicembre 1976).
    - Ann-Marie McDonald, Buonanotte Desdemona (buongiorno Giulietta) (Reading Theatre, 2005).

    Narrativa
    - Massimo Bruni, Romeo y Julieta. Romanzo d'amore a ritmo di salsa (Sperling & Kupfer, 1999).
    - Carmen Gueye, Black Romeo (edizioni Traccediverse, 2005).
    - Romeo e Giulietta a Baghdad. Quando l'amore sfida la guerra. Ehda'a Blackwell ritrae lo "scontro di civiltà" contemporaneo con gli occhi una dottoressa irachena innamorata di un militare americano. (Mondadori, 2006).

    Libri per ragazzi
    - Brunacci F., De Graaf L., Romeo e Giulietta, (Salani, 2000).
    - Romeo ama Giulietta, di Wolfram Hanel, ambienta la storia in un mondo di cani e gatti. Traduzione di Luciana Gandolfi-Rihl, illustrazioni di Christa Unzner, (Nord-Sud, 1998).
    - Steve Barlow e Steve Skidmore, Se io sono Giulietta e tu Romeo che cosa aspetti a baciarmi?, (Mondadori, 2000).
    - Nicola Cinquetti e Octavia Monaco, Giulietta e Romeo, (Arka, 2002).
    - Roberto Piumini, Giulietta e Romeo, (Guanda, 2002).
    - Maurizio Giannini, Nickname romeo. Nickname giulietta.
    - Romeo Amedeo e Rubino Maurizia, Il manoscritto nel pollaio. La molto lacrimevole storia di Giulietta e Romeo, (Esseffedizioni, 2005).

    Fumetto
    - Gianni de Luca e Raoul Traverso realizzarono una famosa striscia, molto innovativa anche dal punto di vista delle scelte grafiche (nello stesso quadro la ripetizione delle figure dei personaggi poteva dare immediatamente la percezione dei movimenti scenici). Edito per la prima volta nel 1975, fu l'ultima e la più riuscita parte di una trilogia di riduzioni da Shakespeare composta anche da La Tempesta e dall'Amleto.
    - Giulia Boari ha realizzato Giulietta e loreo, l'arme, l'amor, dentiere e color, edito dalla Luciana Tufani Editrice.
    - In un episodio del manga Ranma 1/2 di Rumiko Takahashi, la vicenda di Romeo e Giulietta viene reinterpretata nei toni di commedia degli equivoci: i protagonisti recitano la tragedia durante il festival scolastico del loro istituto, ma tutto va storto nei tipici canoni di questo fumetto.

    ANIMAZIONE

    - Lo studio Gonzo ha animato Romeo x Juliet, serie anime di 24 episodi liberamente adattata dal dramma originale.

    VIDEOGIOCHI

    - Nel videogioco Spyro: Ripto's Rage! la vicenda di Romeo e Giulietta compare nel mondo di Zefiro dove gli abitanti sono in guerra con gli Artefici della Brezza (provenienti dal Porto di Brezza) e i due corrispondono rispettivamente agli abitanti dei due mondi separati a causa della guerra e riuniti grazie a Spyro e Il Professore.

    DANZA

    Sono stati creati molti adattamenti danzati della tragedia, il primo dei quali nel XVIII secolo. Il più celebre é il balletto in quattro atti Romeo e Giulietta musicato da Sergei Prokofiev su libretto di Sergei Radlov, Adrian Piotrovsky, Leonid Lavrovsky e Prokofiev stesso. La prima del balletto, che si doveva tenere al Teatro Kirov di Leningrado, fu rimandata fino all'11 gennaio 1940. Per una serie di curiosi contrattempi la prima avvenne non in Unione Sovietica, bensì a Brno (nell'attuale Repubblica Ceca) il 30 dicembre 1938 con la coreografia di Ivo Vàna-Psota. Da allora il balletto é stato messo in scena da tutti i maggiori coreografi.

    OPERA

    Tra i numerosi adattamenti operistici si ricordano Romeo e Giulietta di Charles Gounod (1867) su libretto di Jules Barbier e Michel Carré; Giulietta e Romeo (1922) di Riccardo Zandonai su libretto di Arturo Rossato; Giulietta e Romeo, commedia musicale del 2007 con musica di Riccardo Cocciante e libretto di Luc Plamondon.
    Il librettista Felice Romani si occupò di una fonte italiana - la "Novella IX" di Matteo Bandello - antecedente al teatro shakespeariano, per fornire poi il libretto per l'opera Romeo e Giulietta di Nicola Vaccaj, che debuttò a Milano al Teatro della Cannobiana il 31 ottobre 1825, precedendo la versione di Bellini (per inciso questa é considerata l'opera più importante di Vaccaj).
    La storia di Romeo e Giulietta ha inoltre ispirato I Capuleti e i Montecchi di Vincenzo Bellini.

    MUSICA STRUMENTALE

    Tra le opere strumentali ispirate alla tragedia ricordiamo Romeo e Giulietta, ouverture-fantasia da Shakespeare di Petr ll'ic Cajkovskij e il Roméo et Juliette, sinfonia drammatica (1839) di Hector Berlioz, sebbene l'ultima sia prevalentemente composta da parti vocali. Berlioz fu probabilmente ispirato da una rappresentazione della tragedia del 1827: ne era stato talmente impressionato da sposare Harriet Smithson, l'attrice che impersonava Giulietta.
    Prokofiev scrisse inoltre tre suite per orchestra basate sulla musica del suo balletto, di cui trascrisse inoltre dieci pezzi per pianoforte.

    MUSICAL

    Il musical West Side Story, diventato anche un film, é basato su Romeo e Giulietta ma la storia é ambientata a metà del XX secolo a New York City e le famiglie rivali sono rappresentate da due bande giovanili di diversa etnia.
    Roméo et Juliette, de la Haine à l'Amour, un musical di Gérard Presgurvic, debuttò il 19 gennaio 2001 al Palazzo dei Congressi di Parigi, in Francia. Ha già attirato (2005) sei milioni di persone.

    VERSIONI CINEMATOGRAFICHE

    Esistono oltre quaranta versioni cinematografiche della storia di Romeo e Giulietta, di cui la prima nel 1900.
    La versione del 1936 fu una tra le più importanti tra i classici di Hollywood.
    Il film West Side Story, ispirato a Romeo e Giulietta con le musiche di Leonard Bernstein, vinse 10 Oscar.
    Nel 1968 Franco Zeffirelli diresse il celebre film che vinse due Oscar.
    Abel Ferrara trasse dalla tragedia il suo film China Girl.
    Il film del 1996 Romeo+Giulietta, diretto da Baz Luhrmann, con L. Di Caprio e C. Danes, nonostante l'ambientazione contemporanea mantiene il testo nella sua forma integrale.

    RIFERIMENTI ALLA MUSICA LEGGERA
    - L'album dei Dire Straits Making Movies, del 1980, contiene la famosa canzone Romeo and Juliet, che tratta il tema dell'amore perduto o non corrisposto. Il gruppo The Indigo Girls ha realizzato una cover di questa canzone nell'album Rites of Passage. Nel 2007 anche il gruppo dei The Killers ha inciso una cover di questo brano contenuta nel loro album-raccolta Sawdust.
    - Nel 1983 Robin Gibb incise il brano Juliet, che fu anche sigla del Festivalbar di quell'anno.
    - La canzone Exit Music (For a Film) dei Radiohead, contenuta nell'album Ok computer fu scritta nel 1996 per la versione cinematografica di Luhrmann ed é un incitamento di un amante all'amata a fuggire dall'oppressione delle rispettive famiglie attraverso il suicidio.
    - Nel 1999 gli His Infernal Majesty, noti semplicemente come H.I.M., hanno composto la canzone Join me(in death) tratta dall'album Razorblade Romance, in cui due innamorati vogliono fuggire dalla realtà che li affligge, con il suicidio; prendendo spunto appunto dalla vicenda di Romeo e Giulietta.
    - Un remake musicale del 2005 del film degli anni trenta Reefer Madness conteneva una canzone dal titolo Romeo e Giulietta, nella quale due giovani amanti si comparano a Romeo e Giulietta, avendo letto solo la prima parte della commedia e avendo erroneamente supposto che alla fine vi fosse un lieto fine.

    RIEVOCAZIONE STORICA

    Montecchio Medievale (nota anche col nome di 'Faida')
    Il 1° maggio di ogni anno il comune di Montecchio Maggiore si tuffa in un'atmosfera medievale per rivivere la storica disfida tra le casate dei Montecchi e dei Capuleti e per assaporare il gusto e i colori di un borgo tardo quattrocentesco. Il premio finale per chi si aggiudica più prove é il palio, drappo dipinto dal noto e apprezzato pittore Felice Cosentino, che sarà custodito dalla squadra vincitrice fino all'edizione seguente.
    Il culmine della rievocazione storica si raggiunge con l'elezione di Giulietta e Romeo, scelti tra "baldi giovani e gentili fanciulle" che si candidano a rivestire i panni dei due innamorati, votati dal pubblico presente e che rappresentano per un anno la città di Montecchio Maggiore nei maggiori eventi in cui é richiesta una delegazione ufficiale del comune o a cui partecipa il Gruppo Storico Culturale Giulietta e Romeo, organizzatore della manifestazione (insieme all'amministrazione comunale).
    Per la giornata medievale, ai castelli viene ricostruito un vero e proprio borgo quattrocentesco animato da un grande mercato tipico, dal quartiere degli armigeri, da falconieri, alchimisti, giocolieri, cavalieri, sputafuoco, e da spettacoli ed intrattenimenti rigorosamente in stile medievale.
    Questo evento é tra i più apprezzati a livello nazionale, nel campo della rievocazione storica: nell'area tra le due rocche, resa interamente pedonale, si danno appuntamento tra le 15 e le 20mila persone.
    Dal 2006 la manifestazione, la cui prima edizione é stata nel 2000, ha cambiato il nome originario Faida in Montecchio Medievale.


    In GnK, volume 20, Maya Kitajima e Masumi Hayami si recano insieme a teatro per vedere Ayumi recitare in Giulietta, monologo tratto proprio dall'opera di Shakespeare e interpretato, appunto, dalla giovane Himekawa.

    Edited by |Rossella| - 24/4/2010, 01:35
     
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  2. altair85
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    In attesa del seguito lascio intanto un commento, dopo aver letto questa prima parte davvero impegnativa! :sudo:

    Trovo che le varie sezioni si contraddicano un po' l'una con l'altra, il che mi fa pensare che le varie parti siano state scritte da persone diverse, con conseguenti punti di vista diversi.... ( ad esempio prima si parla di come Shakespeare abbia un po' esorcizzato l'idea di "amanti infelici e sfortunati" dedicando attenzione al contesto culturale e sociale in cui si svolge la vicenda e successivamente viene data un'interpretazione degli eventi dovuti al fato.... )
    secondo il mio punto di vista i riferimenti che vengono fatti al fato, al destino e alle stelle o quant'altro servono un po' da capro espiatorio, un pretesto per giustificare gli eventi funesti che si abbattono sui due protagonisti! E sembra che per "purificare" questo amore non ci sia altra strada che la morte.
    In realtà non c'è nulla da purificare in loro, sono due ragazzi che si sono innamorati perdutamente, si amano intensamente, e desiderano sposarsi e vivere alla luce del sole. E Mercuzio non è morto perché gli è caduta una tegola in testa, è stato Tebaldo a sfidarlo a duello e ammazzarlo (avevano una concezione un po' strana del "fato" all'epoca :inz: ).
    L'unico impedimento a questo amore non è né Dio, né il fato, né Babbo Natale, sono le loro famiglie ad essere in lotta, è la loro società che è fondata su fiumi di sangue e ingiustizie! Se non possono sposarsi è per il semplice fatto che I Capuleti vorrebbero un matrimonio combinato, e mandare in sposa la loro figlia (ragazzina) quattordicenne a un uomo che non ama, e allo stesso tempo i loro parenti (da generazioni) hanno come principale attività quella di spargere il sangue della famiglia rivale (e viceversa ovviamente). Giulietta è così determinata a bere la pozione di Frate Lorenzo perché il suo amore per Romeo e totale e non vuole accettare il compromesso del matrimonio combinato impostogli dal padre. Anche se Romeo fosse arrivato prima alla cripta, fosse riuscito a proteggere Mercuzio, se il loro matrimonio e il loro amore fosse stato noto a tutti, sarebbero comunque morti. Non per mano loro, ma per mano dei loro familiari (altro che fato!).
    Quindi tutti questi presagi, le stelle, la luna, marte, venere (ma questi non sono riferimenti pagani? :inz: ), luce, ombra, sono secondo me dei capri espiatori per giustificarci quello che succede e moralizzarlo, quando in realtà la tragedia che si consumerà altri non è che il frutto di una società bigotta e violenta.

    C'è una bellissimo balletto coreografato da Nureyev in cui questa storia antica secoli viene vista sotto una luce profondamente interessante! E la sua versione di Giulietta non è ingenua, inesperta e sognatrice, al contrario ci viene mostrato un personaggio figlio del suo tempo. Una ragazza perfettamente consapevole della caducità della vita di allora, determinata a vivere questo amore ad ogni costo. L'atto di bere la pozione e pugnalarsi al petto non è cosa per una ragazza fragile come spesso ce la immaginiamo; ci vuole un notevole coraggio e risolutezza per andare contro tutto e tutti pur di rimanere fedele ai propri sentimenti.

    ps. piccola precisazione: a differenza dell'opera lirica in cui l'autore principale è il musicista (es. "Il Trovatore" di Verdi), per quel che riguarda la danza l'autore principale è il coreografo, quindi in ambito di balletto possiamo dire che esistono i "Romeo e Giulietta" di MacMillan, di Cranko, di Nureyev, di Neumeier... e adesso altri non me ne vengono in mente (e mi pare che tutti abbiano utilizzato la musica di Prokofiev)! :yea: chiusa parentesi! ;)

    Edited by altair85 - 23/4/2010, 22:49
     
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    Per me le rispettive famiglie scoprendo che si erano sposati non li avrebbero uccisi se con un "tempismo" migliore non si fossero ammazzati da sè. La chiave di tutto sta in una battuta di frate Lorenzo, lui dice di assecondare la follia amorosa dei due perchè servirà a rappacificare le famiglie (con altre parole, non cito testualmente) ma ha fatto male i conti se pensava lui vecchio di gestire l'esuberanza della giovinezza. La tragedia sta nel sentire che la pace è raggiunta al prezzo della vita di coloro che più avrebbero dovuto goderne mentre chi era ormai stanco di desiderarla e lottare per essa resta in vita.

    Credo che una presentazione più personale e sintetica del dramma sia preferibile, ha ragione altair a dire che si contraddice da sè come se fosse stata scritta da cento teste diverse. :sudo:
     
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  4. dezda26
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    Sapevo che quest'opera ci avrebbe spinto a dare più interpretazioni. Io son rimasta stupita che Shakespeare prima di arrivare alla sua versione definitiva della storia dei due giovani amanti, si fosse notevolmente ispirato a più opere precedenti, perché non lo sapevo proprio. Insomma, é colpa del destino, dell'avventatezza dei due protagonisti o delle famiglie? Forse di tutti e tre. Io ho un parere del tutto personale che... esporrò più avanti perchè sto per sbattere al muro questo maledetto computer dei miei stivali che non fa altro che darmi problemi e stasera non navigo bene :sbat: .. Scusatemi... :swee:
     
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  5. altair85
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    CITAZIONE (sayaka @ 23/4/2010, 22:47)
    Per me le rispettive famiglie scoprendo che si erano sposati non li avrebbero uccisi se con un "tempismo" migliore non si fossero ammazzati da sè.

    ho dei forti dubbi che se fossero stati più sincronizzati sarebbero riusciti a salvarsi. Quanto meno Romeo sarebbe stato ucciso. Era stato esiliato per l'omicidio di Tebaldo e il Principe lo aveva ammonito che sarebbe stato ucciso se avesse rimesso piede a Verona (se ben ricordo). Riguardo a lei forse l'avrebbero risparmiata, forse... :hu:

    CITAZIONE (sayaka @ 23/4/2010, 22:47)
    La chiave di tutto sta in una battuta di frate Lorenzo, lui dice di assecondare la follia amorosa dei due perchè servirà a rappacificare le famiglie (con altre parole, non cito testualmente) ma ha fatto male i conti se pensava lui vecchio di gestire l'esuberanza della giovinezza. La tragedia sta nel sentire che la pace è raggiunta al prezzo della vita di coloro che più avrebbero dovuto goderne mentre chi era ormai stanco di desiderarla e lottare per essa resta in vita.

    Esatto, anch'io ricordo questa riflessione di Frate Lorenzo! E fino a quel punto si poteva sperare anche in un lieto fine. Il problema è appunto come di ci tu, che capiscono i loro errori quando ormai il danno è fatto, e solo dopo essersi scottati a tal punto decidono di mettere fine alla loro stupida guerra. :mah:


    ps. certo dezda, aspettiamo il seguito quando il tuo pc avrà smesso di fare i capricci! ;)
    Beh, ovviamente, come in tutti i capolavori che si rispettino non c'è mai una interpretazione a senso unico e tutti gli elementi sono perfettamente amalgamati tra loro. Senza dubbio alcune cose sono maggiormente dovute alla loro avventatezza, a volte per mancato tempismo, e a volte dalla famiglia. Quello che secondo il mio personale punto di vista pesa maggiormente in tutto questo è la società e la famiglia in cui sono nati. Ovvero il problema che sta a monte di tutto, senza il quale il loro amore non sarebbe stato ostacolato.
     
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    Inserita anche l'ultima parte della bella ricerca di Dezda che include tutti gli adattamenti fatti di questa meravigliosa opera dal cinema, al teatro, alla musica, all'animazione.
    Mi permetto di ricordare solo un altro film che manca nell'elenco trovato da Dezda e cioè "Shakespeare in Love" un film con Gwyneth Paltrow che personalmente mi piacque molto (credo sia del 1998) e in cui si narra l'amore di Shakespeare per Lady Viola proprio mentre si accinge a scrivere la romantica storia di Romeo e Giulietta :rolleyes:
     
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  7. dezda26
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    E' vero Ross, hai ragione, bravissima! Anch'io ho visto quel film: é davvero carino e vinse anche più Oscar (tra cui quello come miglior film). Mi sembra fosse proprio del 1998 (vidi la cerimonia di premiazione degli Oscar del '99, in cui mi sembra vinse anche Benigni con "La Vita é Bella"). Con Gwyneth Paltrow c'era, nella parte di Shakespeare, Joseph Fiennes.
     
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    Credo che alla lista manchi Shakespeare in love perché non narra direttamente la storia di Romeo e Giulietta ma, come dice Rossella, quella, romanzata ovviamente, di Shakespeare che si innamora di Lady Viola de Lesseps proprio nel momento della sua vita in cui ha perso il dono della scrittura a cerca una musa.
    Lady Viola, sempre nel film, gli darà la giusta ispirazione per scrivere Romeo e Giulietta, storia che non può andare a finire bene, per Shakespeare, perché rispecchia la sua storia con Viola che si sposa con Lord Wessex e va in Virginia, nuova colonia in America così chiamata in onore della regina Elisabetta I, "the Virgin Queen", la regina vergine.
    Chi ha visto il film avrà visto quanto sono belle le scene in cui Shakespeare e Viola vivono la loro storia d'amore e il giorno dopo lui le scrive quasi uguali nell'opera Romeo e Giulietta.
     
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  9. dezda26
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    In questo periodo hanno mandato in onda su RaiGulp l'anime sopra citato e guardando qualche scena delle, credo ultime puntate, mi dispiace averlo perso, mi piacerebbe vederlo la prossima volta.

    Anche se io son una che crede molto nel destino, quoto ciò che ha scritto Altair, in particolare quando dice che i due giovani protagonisti sono vittime delle loro famiglie in primis e della società in cui vivono. Certo é che forse i due, ormai sposi, visto i vari eventi accaduti, forse sarebbero semplicemente potuti fuggire insieme. Ma questa si tratta pur sempre di un'opera letteraria e non di realtà.
    Come avete detto voi, la tragedia sta nel fatto che per giungere a una riconciliazione e ad una conseguente pace tra le due sciocche (perdonatemi l'aggettivo) famiglie, si debba arrivare alla morte di coloro che avrebbero potuto, anche se rimasti in vita forse, portare a questo risultato. Due giovani che con il loro immenso amore, vissuto per troppo poco tempo ahimé, hanno dato una lezione morale ai loro cari e a tutti coloro che facevano parte di una società ingiusta e troppo interessata ai propri beni materiali. Un messaggio così nobile e limpido da giungerci immutato ancora oggi.

    Edited by dezda26 - 7/5/2010, 00:05
     
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  10. dezda26
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    Chiedo scusa a Rossella :ave: , l'ultimo messaggio era il mio ma é passato molto tempo :hu: (se vuoi cancellare questo messaggio, fa pure :cici: )

    Volevo dirvi, se a qualcuno interessa, (magari Kiri l'ha già scritto nell'altro topic), che da martedì 20 luglio RaiGulp ritrasmette l'anime Romeo x Juliet (al posto de Il Grande Sogno di Maya :commozz:), alle 17:35, alle 00:30 circa e alle 13:25. E' in versione moderna, quindi credo che la trama sia un pò modificata, ma mi piacerebbe riuscire a seguirlo stavolta. :mah:

    Edited by dezda26 - 21/7/2010, 00:44
     
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  11. FuLlMoOn_DeAtH
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    Parlando dell'opera rivisitata in GnK, ci sono rimasta quando ho visto sul palco Giulietta senza il suo Romeo, davvero non so come sia venuto in mente alla Miuchi :uhm: un monologo tratto da quest'opera non l'avrei davvero mai pensato! Poi ci sono rimasta anche quando ho visto Ayumi sedersi nel vuoto, là è stato shockante :sciok:
     
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  13. FuLlMoOn_DeAtH
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    Ammetto di averci provato, non dico cosa ne è uscito :sudo:
     
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    Un dramma immensamente intenso e romantico, con un finale tragico in cui aleggiano troppe domande senza risposta. Ti lascia un fastidioso sapore amaro in bocca e costringe la tua anima ad interrogarsi e a porsi la fatidica domanda: "Fino a che punto sei disposto a spingerti per amore?".
     
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13 replies since 22/4/2010, 23:15   2523 views
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