Volume 40

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    Administrator
    Posts
    22,707
    Reputation
    +5,573
    Location
    *Sicilia*

    Status
    Questi riassunti sono stati realizzati da Demon_S per il nostro forum.
    Siete pregati di non prelevarli arbitrariamente e di chiedere il permesso prima di utilizzarli per altri siti/forum/blog.
    Ringrazio sentitamente Demon_S per l'aiuto e la collaborazione :arigato:

    Il Grande Sogno di Maya
    Numero: 40
    Autrice: Suzue Miuchi
    Casa Editrice: Star Comics
    Prezzo di copertina: € 4.20

    *****


    La Signora Tsukikage è entrata in scena tra lo stupore dei presenti e il timore di Sayaka, la quale si è accorta che la maestra non sta affatto bene, infatti ha tossito sangue prima di andare in scena.
    Essendo Chigusa l’unica interprete, Genzo spiega le scene e il comportamento di ogni altro personaggio. La vicenda si svolge nel periodo in cui l’Impero era in lotta contro lo Shogunato, un periodo difficile, solcato da guerre intestine e grandi spargimenti di sangue. Il Paese era diviso in due: l’Imperatore si trasferì a Yoshino vicino alla città di Nara, mentre lo Shogun restò a Kyo proclamandosi anche lui Imperatore. A peggiorare la situazione ci si mise anche il clima con terremoti ed eruzioni vulcaniche del monte Fuji. Per la superstiziosa popolazione tutto questo era causato dal passaggio della cometa Yorei, che già in passato portò disgrazie e tempi difficili per l’intero Paese. Proprio in questo periodo un bonzo ebbe la visione di un albero di susino sorto proprio in centro al sole nascente. Il susino si riempì di fiori scarlatti e nel cielo apparve una Dea. L’interpretazione del bonzo a quella visione fu che una Dea risvegliatasi dal suo sonno millenario avrebbe portato la pace e contrastato il potere maligno della stella Yorei, così come il susino è fiorito di colpo sotto gli occhi del monaco, così la Dea farà fiorire la benevolenza del mondo divino sulla terra. La gente cominciò a credere nella visione del bonzo e pregava la Dea, ma i disordini sempre più violenti, fecero dimenticare questa visione e l’odio regnò incontrastato. Guerre incessanti, predoni, siccità e malattie stavano decimando la popolazione, finché un vento di tempesta portò con sé due Karasutengu, esseri mitologici con ali e becco da corvo, capaci spostarsi nel tempo e nello spazio. I due esseri cominciarono a parlare tra loro ad alta voce sulla situazione del Paese e la difficoltà di governare con due imperatori, e paragonarono i problemi terreni con quelli divini cercando di trovare un nesso tra i due: siccome anche gli Dei e Budda erano in conflitto per via dell’avvento del buddismo che aveva quasi soppiantato lo scintoismo, anche sulla terra si ripercuotevano conflitti simili. In quelle notti l’Imperatore di Kyo fece sempre lo stesso sogno: una Dea scarlatta che danza in mezzo a fiori scarlatti vecchi di mille anni che illuminano il mondo; ne concluse che il significato profondo di quel sogno era che scolpendo una statua della Dea i conflitti si sarebbero placati, ma non solo, l’Imperatore di Kyo ricollegò il sogno alla visione del bonzo che predicava l’avvento della Dea Scarlatta e fece chiamare uno scultore per commissionargli l’incarico.
    Tra il pubblico lo stupore si fa largo. Una voce che sembra quasi il rimbombo della terra, sta echeggiando nella valle. É la Signora Tsukikage che inizia a pronunciare le prime battute della Dea Scarlatta. A subirne maggiormente il fascino sono Eisuke che ripensa alla sua Chiugsa e Maya che si sposta da Sakurakoji ipnotizzata dalla rappresentazione. La ragazza cade a terra in ginocchio tremando. La recita continua e la Dea si sta accorgendo del male degli uomini che attraversa la terra. Ma decide di non intervenire e lasciare agli uomini stolti il destino che si stanno creando con le loro mani insanguinate. Genzo ribatte spiegando che proprio la cattiveria umana sta distruggendo la natura e che quindi bisogna intervenire per fermare questa spirale di violenza che si ripercuote sugli elementi. La Dea decide quindi di purificare il mondo dagli uomini allagando i campi.
    Ayumi si rende conto che la maestra sta catalizzando i cuori dei presenti solo con le sue parole e nulla più. La maestra indossa anche una maschera e quindi non si vedono le sue espressioni eppure la sua forza recitativa è talmente alta e forte da trasmettere la Dea semplicemente con le parole.
    La Dea sente che si sta trasformando, ma non sa in cosa, non sa nemmeno se sta per morire e se quindi salirà in cielo o sarà inghiottita dalla terra. La danza della maestra è leggiadra e sembra quasi un albero di susino mosso dal vento. I presenti ne sono affascinati, ma mentre Genzo suona il flauto che accompagna la danza della Dea, la maestra lancia il ventaglio che ha in mano per catalizzare l’attenzione dei presenti su questo e quindi sparire di scena.
    Genzo continua il racconto. Spiega quanto fosse mal ridotta la popolazione del periodo. Sterminata dalla fame e dalle malattie non si curava più di seppellire e onorare i propri morti, i quali venivano ammassati nei bosco perché la natura li decomponesse. Al fondo di un di questi boschi, in un tempio abbandonato, viveva un ex bandito che cercava di dimenticare i suoi trascorsi, lontano dalla popolazione. Un giorno un emissario dell’Imperatore di Kyo lo incontrò e gli chiese se conoscesse uno scultore che nella zona aveva scolpito più di cento statue di Budda. L’uomo confessò che era proprio lui l’uomo che stavano cercando e raccontò la sua vita per far capire che non era così degno di scolpire una statua tanto importante come quella della Dea Scarlatta per salvare il Paese. Lasciata la sua vita dissoluta voleva solo più trovare la pace interiore ammirando le bellezze che offre la natura. Ma tutti quei morti abbandonati lo fecero riflettere e decise così di scolpire cento statue votive per onorarli. Sotto ogni statua incieva la parola “verità” che secondo lui era indice della sua sincerità odierna quanto un tempo era malvagio e non aveva mai fatto nulla di buono. L’emissario a questo punto era convinto di aver trovato l’uomo che cercava, perché l’indovino di corte aveva predetto che lo scultore doveva possedere una verità e gli diede il nome Isshin che vuol dire appunto “una verità”.
    Dopo un mese di lavoro non era ancora riuscito a scolpire la statua della Dea Scarlatta, non aveva idea di come fosse e come rappresentarla e stava quasi per arrendersi quando in giardino vide un monaco che gli indicò la strada verso il susino millenario dal quale avrebbe dovuto prendere il legno per scolpire l’icona di salvezza. Il monaco aveva indicato verso sud. Dopo che sparì un vento secco percorse il giardino e l’emissario dell’Imperatore con i suoi uomini caddero in un sonno profondo, lasciando ad Isshin la possibilità di scappare. Vagò verso sud in cerca dell’albero ma nessuno sapeva dargli indicazioni. Mentre stava per rassegnarsi fu assalito dai banditi. Stavano per rubargli anche gli scalpelli e in quel momento sentì sorgere dentro di sé la passione dello scultore. Si mise a urlare che lui era lo scultore Isshin e, benché schernito, gli furono restituiti i suoi strumenti dal capo dei banditi, ricordandogli che un giorno avrebbe dovuto scolpire una statua per lui. Riprese quindi il viaggio verso sud rincuorato da quella nuova fiamma che gli ardeva dentro. Passando per un villaggio martoriato dalle battaglie e dalla siccità, trovò il capo dei banditi morente. Aveva già scolpito una statua con il suo volto durante il viaggio e gliela diede per accompagnarlo nel suo viaggio dopo la morte. Il bandito morì soddisfatto e sereno e questo diede ad Isshin la voglia di scolpire ad ogni costo la statua della Dea Scarlatta, non per fama e denaro ma solo per alleviare il dolore di tutte quelle persone che morivano in quel periodo buio. Gli apparve di nuovo il monaco buddista che continuava a indicargli la strada verso sud e lo seguì per valli e monti. Sparito il monaco, Isshin rimase solo sotto la pioggia, delirante per la febbre. Chiese a gran voce se qualcuno conoscesse il susino millenario, ma né la montagna né la valle gli risposero.
    In quel momento Genzo inizia a suonare il flauto e la Signora Tsukikage appare fuggente tra gli alberi di susino, sotto l’ammirazione di tutti.
    Genzo continua a parlare di Isshin. L’uomo sentiva odore di susine e non gli importava se fosse solo un’allucinazione, inseguì l’odore e la forma dei fiori di susino fino a perdersi nella montagna. Nessuno seppe più dove fosse finito il maestro Isshin.
    In un villaggio tra i monti arrivarono alcuni artisti di strada che cercavano ingaggi nelle feste di paese. Chiesero consiglio ad alcune donne che lavavano i panni in riva al fiume. Queste spiegarono che nella valle scarlatta oltre la montagna, benché agli estranei era vietato l’accesso, si poteva andare durante il periodi festivi. Parlarono loro anche della strana donna di nome Akoya che parlava agli Dei, ma anche alla natura e sapeva trovare rimedi medicinali infallibili, tanto che sembrava aver curato anche l’Imperatore di Yoshino. Sparlando di Akoya aggiunsero che sembrava addirittura che avesse un uomo. L’aveva trovato nella valle e dopo averlo curato sono rimasti insieme d’amore e d’accordo come marito e moglie. Una cosa sola non era stata capace di curargli, la sua testa. Infatti quell’uomo aveva perso la memoria e non ricordava più nulla di sé. Gli uomini del villaggio ammonirono i viandanti dalla zona proibita della valle scarlatta: non bisognava oltrepassarla o si sarebbe incorso nell’ira del cielo.
    La scena si sposta nella zona proibita della valle scarlatta. Gli amici di Maya stanno montando uno shimenawa, un festone sacro. Genzo spiega che l’ingresso della zona proibita iniziava proprio da questo festone che ne ammoniva il passaggio. Quel luogo, residenza della Dea, era protetto da orchi e draghi pronti ad attaccare chiunque ne varcasse il passaggio.
    La Signora Tsukikage come Akoya è seduta di fronte al suo pubblico sotto al grande susino. Sta raccogliendo erbe medicinali e parla con l’uomo che ha salvato, interpretato da Genzo. L’uomo esprime il suo amore e la sua gratitudine per averlo salvato, curato e nutrito. Ormai guarito, benché senza memoria, sente di dover partire, anche se non vorrebbe. Akoya gli chiede il perché e lui risponde che non è ben voluto né dal capo villaggio né da sua nonna. Akoya gli spiega che quella donna non è sua nonna, è la madre del capo villaggio, e quando era piccola fu affidata a lei in quanto un tempo era diacono del villaggio. Lei è stata accolta come un dono della Dea e fino ad allora non era mai stata triste, ma ora che lui vuole partire il suo cuore si sente solo e sofferente e pensa che lui non la ami abbastanza. Akoya gli spiega che quando lo incontrò nella valle, comprese subito che lui era la sua anima gemella, una parte della sua stessa anima e gli spiega cosa vuol dire innamorarsi. Durante questa spiegazione il pubblico ma in particolare Masumi e Maya ne restano colpiti. Akoya spiega che quando il mondo era ancora nel caos gli dei generarono dei figli che inviarono sulla terra, in questo modo l’unica anima si divise in due e andò ad incarnarsi nei rispettivi corpi carnali. Quando gli uomini si fossero ritrovati anche l’anima si sarebbe riunita alla sua metà, riportando l’ordine nel caos iniziale ridiventando Dei e rinascendo a nuova vita. L’amore è la forza che chiama l’animo dell’altro, senza tener conto di età, aspetto o rango, le due anime, quando s’incontrano, si attraggono ansiose a vicenda cercando e implorando pazzamente l’altra metà di se stesse. Ma Isshin non riesce a darsi pace, per quanto l’amore sia forte, lui non si sente abbastanza per lei, non ha nulla da offrirle, nemmeno i ricordi, ha solo il suo corpo e suoi gli occhi per guardarla. Per Akoya questo è più che sufficiente, in fondo, cosa sono nome e passato ora che si sono incontrati? Gli chiede di abbandonare nome e passato, di diventare solo suo, perché lui è l’altra parte di lei, e come lei è lui, lui è lei, erano stati separati e ora possono tornare ad essere uno. Anche Isshin sa di non poter vivere senza di Akoya, ora che si sono incontrati e quindi decide di restare, anche se non ricorda più chi sia, perché gli bastano gli occhi per guardarla, le mani per toccarla e il corpo per amarla.
    E mentre Genzo pronuncia le frasi più significative, che esprimono l’amore di Isshin per Akoya, Sakurakoji si avvicina a Maya, s’inginocchia anche lui e l’abbraccia. Shori commenta che questo è il vero amore, ma Masumi sta guardando infuriato Sakurakoji vicino a Maya e ripensa alle parole di Akoya, ripensa al padre che ha sempre amato quella fanciulla e pensa a Maya che vuole interpretarla con “quel ragazzo”, Sakurakoji.
    Anche Ayumi fa le sue considerazioni: vede la maestra, non più come la Signora Tsukikage, ma la ragazzina spensierata e innamorata.
    Benché Genzo sia fermo al suo posto a narrare e a dare la voce ad Isshin, la Signora Tsukikage si muove come se Isshin la seguisse e le parlasse da vicino. L’uomo vorrebbe almeno avere un nome per potersi dichiarare e chiedere il consenso al capo villaggio e alla nonna di Akoya, vorrebbe fare di più, aiutarla nella vita quotidiana e a coltivare le erbe medicinali, ma a lei basta che lui le stia vicino. Isshin vuole sapere come ha fatto ad imparare tante cose e Akoya gli spiega che è stata la natura a parlargliene, gli alberi, gli animali e così via, tramite i pensieri. Basta ascoltare l’anima degli esseri viventi e s’impara tutto, basta accordare il proprio cuore al cielo, alla terra, agli esseri viventi che non si ha più bisogno delle parole. Ma ha paura di spaventare il suo uomo. Ad Isshin non interessa, anzi l’ama ancora di più, perché come ci sono donne brave nel tessere lei è capace di parlare alla natura. Anche Akoya ricambia il suo amore, perché è l’unico che la tratti come una ragazza normale.
    Tutti gli spettatori confondono il loro stupore, nel vedere la Signora Tsukikage nei panni di Akoya, con l’innamoramento vero e proprio.
    Genzo continua a raccontare. Il rancore della nonna e del capo villaggio verso Isshin aumentò. La nonna lo maledisse, il capo villaggio chiamò un generale dell’Imperatore di Yoshino per avvertire Akoya di stare attenta ad Isshin.
    Il generale teneva ben da conto la ragazza, visto che è in grado di guarire i soldati in un periodo come quello, al ché Akoya gli chiede come mai siano in guerra. L’uomo cerca di rispondere che è necessario per riportare la pace e tornare sulla retta via, ma la ragazza non capisce come si possa tornare alla retta via uccidendosi a vicenda. Il capo villaggio va su tutte le furie per la sfrontatezza della ragazza, ma questa continua e aggiunge che un assassinio resta tale anche se mascherato da belle parole, dall’odio nasce odio e dal rancore solo rancore, l’uomo è capace di pensare solo al proprio tornaconto personale ed è sempre stato così. Quindi le medicine che lei prepara sono inutili, visto che non servono per salvare la vita. Continua dicendo che gli uomini sono stupidi, nulla è stato creato da loro neanche il corpo umano. Spiega che il corpo umano ci appartiene ma non è nostro perché è un dono divino e bisogna preservarlo. Il generale le chiede chi allora lo abbia creato e lei risponde con altre domande per farglielo capire: chi ha creato le montagne, i fiumi, i boschi, il cielo, gli esseri viventi, il sole che illumina le giornate? Anche per noi è lo stesso, siamo tutti nati dalla stessa cosa. Il generale si rende conto che stare in presenza di quella ragazza è come stare di fronte a una Dea. Lei è capace di parlare agli uomini sul cuore degli Dei.
    Genzo spiega che in quel momento arrivarono gli artisti di strada e riconobbero nel generale la carica di alto funzionario dello stato che di solito scorta l’Imperatore di Yoshino. Sapevano tutto sulla vita di questo e della sua carica, ma non sapevano cosa ci facesse in quella valle sperduta. Facendosi l’occhiolino a vicenda si accordarono di spiare il generale per anticiparne le mosse.
    Gli amici di Maya fanno la parte degli abitanti del villaggio che animano i festeggiamenti. La festa nella valle è iniziata e i canti accompagnano la celebrazione di Akoya. A tutti i presenti sembra di farne parte. Maya è completamente rapita dalla recitazione della maestra, ne imita i gesti e ripete le battute. Akame pensa che sia al quanto maleducata, ma Ayumi gli fa notare che la ragazza ha già praticamente imparato tutte le battute di Akoya dette fino a quel momento.
    Durante la festa Akoya invoca gli dei e aiuta gli abitanti del villaggio a trovare l’acqua per una nuova fonte, segna i presenti sulla fronte con della terra rossa per augurare loro una via lunga e serena, predice il tempo, augura salute e forza ai bambini, dona consigli. Il capo dei girovaghi pensa che la terra rossa che sta usando Akoya sia il famoso Tan, la sostanza rosso scarlatto che usano gli eremiti cinesi per allungare la vita, o per moltiplicare l’oro. É una sostanza ricercata e preziosissima, e i suoi pensieri iniziano a diventare malvagi.
    Anche il generale ha pensieri particolari ma su Isshin, che nel frattempo si accorge di quanto sia importante la donna che ama. Il generale gli si avvicina e gli chiede cosa provi per Akoya. Lui l’ama qualsiasi cosa lei sia o sappia fare e il generale gli racconta che gli amori tra umani e divinità finiscono con la morte di uno dei due, ma ad Isshin questo non importa perché per lui l’amore non finisce con la morte.
    Masumi capisce l’amore di Isshin: un amore che non muore con la morte fisica ma che chiama l’anima dell’altro con passione. Anche Sakurakoji, Ayumi e Maya arrivano alla stessa conclusione.
    La scena si sposta sui protettori della zona proibita. Sanno che Akoya non è umana e se s’innamora perderà il suo stato divino fino a diventare una semplice ragazza che un giorno morirà. Anche loro potrebbero essere puniti, lo sanno bene, e in quel momento un vento nefasto è presagio di qualcosa di terribile.
    Genzo continua a narrare e nella zona adibita a camerini gli amici di Maya si accorgono che la Signora Tsukikage non sta bene. La donna è caduta a terra ma si sta già rialzando rassicurandoli che ha solo bisogno di un attimo di pausa.
    Gli artisti di strada si rivelarono dei ladri al soldo dell’Imperatore del nord, a Kyo, ed erano riusciti a sottrarre all’Imperatore del sud tre oggetti divini: uno specchio, una spada e una sfera. Questi oggetti erano il simbolo del vero Imperatore. A rubare gli oggetti erano in tre e nella fuga uno dei ladri rimase ucciso. Nel frattempo a Yoshino, tutti i generali stavano discutendo se la tregua imposta dal loro Imperatore fosse giusta o meno, quando arrivò la notizia del furto. La popolazione pregava la Dea per sapere dove fossero finiti i tesori rubati.
    É di nuovo ora della Signora Tsukikage, gli amici di Maya sono in apprensione per la maestra, ma lei sa che il momento più importante di tutta la recita è arrivato, il momento in cui lei diventa la Dea Scarlatta e pensa ad Ichiren ricordando quante volte quella stessa scena le abbia fatto provare le stesse sensazioni.
    La Dea parla e spiega chi fossero i ladri e come prenderli, grazie al suo potere che li terrà bloccati nel luogo da lei indicato fino al giorno successivo. L’unica condizione è non spargere sangue.
    Genzo continua a spiegare. Dopo la spiegazione della Dea scoppiò un temporale, come a presagire un infausto futuro. Il generale partì con i suoi uomini fino alla caverna in cui si nascondevano i due ladri rimasti. Accortisi del pericolo cercarono di scappare, ma un samurai del generale ne colpì uno uccidendolo e l’altro si tolse la vita gettandosi nel burrone.
    Akoya, Dea Scarlatta, si accorge del sangue versato perché è stata la terra a dirglielo e si ritira nella zona proibita.
    Tra gli spettatori è il silenzio più totale e nessuno si è accorto che sta calando la nebbia.
    Inizia il secondo atto. Genzo continua a narrare. Per il gesto eroico compiuto dal generale, l’Imperatore del sud gli concede come feudo la valle dei susini. L’avidità dell’uomo era tanta che mise a scavare in ogni dove pur di trovare il favoloso e magico tan. Anche il capo dei girovaghi di strada, in realtà la spia dell’Imperatore del nord era ancora nella valle e anzi pensava che la zona proibita nascondesse proprio una miniera di ottimo tan.
    La scena si sposta su Akoya che discute con Isshin l’importanza di non avere un nome. Secondo lei non è giusto che gli esseri umani debbano chiamarsi per nome, nessun altro essere al mondo lo fa. Spiega che quando gli uomini erano dei non avevano bisogno di nomi per chiamarsi e la parola “dio” non è un nome proprio, bensì un ruolo che indica un’essenza. Isshin non capisce e vuole che gli spieghi che essenza lui sia, ma lei non glielo dice anzi aggiunge che è un segreto. Isshin capisce che lei sa il suo nome e vuole saperlo ma per Akoya basta il pensiero di lui per chiamarlo. Gli spiega quindi che c’è un dio in ogni cosa, sia negli uomini che negli altri esseri animati e non, e c’è un dio al di sopra di tutto e gli esseri umani vivono guidati dalle intenzioni di questi. Gli dice anche che la zona proibita è da proteggere dalla gente che non sa vedere la verità, dalla gente che non sa che il dio del cielo incontra quello della terra in quel luogo. Lei accorda il suo cuore alla natura e facendolo può sentire la musica della vita che proprio cielo e terra generano.
    Per un attimo, a tutti i presenti, sembra di vedere la Dea nella maestra.
    Intanto Isshin inizia a ricordare, sa che doveva fare qualcosa d’importante e Genzo narratore spiega che questa nuova consapevolezza di Isshin distruggerà le loro vite.
    Ayumi e Maya si rendono conto che questo è un momento cruciale per lo spettacolo: se non riusciranno a rendere la Dea attraverso Akoya rovineranno lo spettacolo.
    Genzo continua a narrare: la nonna di Akoya ordinò di attaccare Isshin per farlo andar via dal villaggio e si scoprì che era abile con la spada. Scoprì di essere un abile scultore quando un giorno volendo intagliare un pettine per Akoya, scolpì senza volere una statua buddista.
    La scena si sposta sulla maestra. Akoya sta raccogliendo erbe medicinali e Isshin le chiede insistentemente di rivelargli il nome perché sa di avere qualcosa d’importante da fare, ma la ragazza gli risponde che lui è molto stanco e deve riposarsi. Stende un velo su di lui dicendogli di riposare e dimenticare tutto. Lei si alza e dalla sua posa traspare tutto il suo dolore, e per un attimo i presenti sono convinti di aver visto il cuore sofferente dell’albero di susino. La Signora Tsukikage non è più in scena e in tutti c’è quello stesso vuoto, il vuoto di un amore irrealizzabile e triste come quello della Dea Scarlatta. Se ne rende conto Shori e ne pensa anche Eisuke che già ha provato, e molte volte, quella stessa sensazione.
    Akoya è diventata umana, non sente più il cielo, non sente più la terra e nemmeno il cuore degli altri esseri viventi.
    Genzo narra come la gente del villaggio sfogò la propri rabbia su Isshin e come il generale volle separare i due amanti. Lo fece catturare come persona sospetta e lo rinchiuse in prigione.
    Tre mesi dopo Akoya è ridotta pelle e ossa, quasi sul punto di morire. A trovarla fu il generale che indeciso se fare guerra o meno e riprendersi la città di Kyo, fosse una cosa giusta. Le dame personali di Akoya spiegarono al generale che la ragazza non toccava più né cibo né acqua, il capo villaggio gli disse che invece di dimenticare quell’uomo, pensava a lui anche più di prima.
    Genzo parla come se fosse il generale e cerca di confortare la ragazza promettendole di farle vedere Isshin. Ma Akoya vede in lui la preoccupazione e infatti il generale le spiega i sui dubbi sulla guerra. Akoya gli risponde che gli Dei sono come madri, e come tali soffrono vedendo i propri figli combattersi a vicenda, di conseguenza il loro desiderio è che tutti gli uomini vivano in armonia. Gli spiega che è grazie a loro se noi viviamo e la nostra esistenza è scandita da due forze contrastanti: la vita e la morte, la creazione e la distruzione, il cielo e la terra, luce e buio, fuoco e acqua, uomini e donne. Non bisogna pensare che questi elementi siano distinti, bensì legati tra loro dalla vita, che ha un significato, così come l’esistenza ha un significato e così come tra il cielo e la terra c’è il mondo intero. Tutti questi elementi sembrano uno l’opposto dell’altro ma in realtà fanno parte della stessa esistenza, dello stesso corpo, della stessa cosa.
    Ayumi e Maya si rendono conto che questo passaggio è fondamentale perché Akoya ritrova la sua divinità.
    Akoya crolla a terra e il generale, spaventato, le si avvicina per sapere come lei sappia quelle cose. Ma lei le sa da sempre, e anche lui nel suo cuore le conosce.
    Gli amici di Maya si spaventano perché pensano che la maestra si sia sentita male, ma forse è solo alta recitazione, si dicono.
    Akoya continua a spiegare che il senso della vita non sta nel morire ma nel vivere e togliere la vita ad altri esseri va contro leggi divine. Anche il generale ne conviene e decide di far cessare la guerra. Purtroppo però l’esercito è già in marcia e a nulla valgono le urla del generale per fermare le armate. La Dea parla agli esseri umani cercando di risvegliare in loro la parte divina che dimora naturalmente in ogni cuore, in quanto l’uomo nasce dall’unione degli dei del cielo e della terra. Ma l’animo umano è stolto e addormentato. I vassalli dell’Imperatore del sud sono pronti ad andare in guerra e il generale non può astenersi o sarà accusato di tradimento.
    Genzo spiega che il generale dovette partecipare alla guerra per non disonorare il suo casato di samurai e liberò Isshin dalla prigionia per farsi aiutare in battaglia. Intanto le forze del nord, con a capo la spia dell’Imperatore di Kyo, che si spacciava per artista di strada, erano dirette alla zona proibita per conquistare la miniera di tan. Akoya con alcuni abitanti del villaggio andò nella zona proibita. Il suo corpo era ancora mortale e non poteva usare il suo potere di Dea. Anche Isshin arrivò alla valle dei susini e trovando il villaggio in fiamme e gli abitanti massacrati lungo le strade, un barlume di memoria gli affiorò alla mente, era sicuro di aver già visto uno scenario simile e ripensando a quei corpi senz’anima, ripensò al legno delle statue votive fino al ricordo della sua missione di intagliare la statua della Dea Scarlatta. Deciso nell’intento si avviò verso il susino millenario nella zona proibita, ma la zona era già stata invasa dall’esercito del nord. La nonna di Akoya, vedendolo in quel luogo, gli si gettò contro con un bastone accusandolo di aver portato sfortuna al villaggio e che per colpa sua Akoya stava per morire non essendo più una Dea. Allarmato dalle parole della nonna, l’uomo si fa spiegare come possa Akoya essere una Dea e capisce che lei è la Dea Scarlatta.
    Dalla zona proibita arrivavano le urla degli uomini impuri che vi si erano addentrati.
    É l’ultima scena della Signora Tsukikage, Akoya entra nella zona proibita e affronta Isshin. Gli amici di Maya si preparano per la loro entrata in scena. Akoya è appoggiata al susino millenario mentre gli orchi e i draghi si occupano dei soldati entrati nella zona proibita. I difensori di Akoya sanno che nessuno, tranne l’uomo amato dalla Dea, può abbattere il susino millenario che è come la Dea Scarlatta stessa. Isshin si avvicina con l’ascia in mano, gli orchi sono indignati, i loro poteri non possono nulla contro quell’uomo e sanno che se abbatterà l’albero, sia loro sia Akoya moriranno. Sanno anche che l’unica che può fermarlo è Akoya stessa, ma si troverà faccia a faccia contro l’uomo che ama come avversari, vita contro vita, e una delle due sarà spezzata. Akoya si accascia a terra. Gli orchi le urlano di fare attenzione all’uomo che si sta avvicinando.
    Tutti sono in pensiero per la maestra. Maya pensa di aver visto del sangue dietro alla maschera di Akoya, ma non ne è sicura. Anche Ayumi lo vede. Mentre gli orchi continuano a urlare alla Dea che si deve difendere per salvarsi la vita, la Signora Tsukikage, si rialza dando la schiena al pubblico e approfittandone per pulire il sangue dal mento. Prega Ichiren che le dia le ultime forze e si rialza, austera, imponente come se le forze fossero arrivate miracolosamente a ridarle la divinità perduta.
    Akoya che è tornata Dea grazie alle forze del susino, danza per far sbocciare i fiori millenari.
    Ognuno dei presenti vede nei gesti della maestra cose differenti. Akame ne vede un essere sena peso corporeo; Ayumi vede le sue mani danzare come petali. Per Kuronuma sembra una statua buddista. Hamil pensa che si muova come se fosse aria.
    Le parole della Dea hanno un significato importante. Lei e tutto l’universo sono la stessa cosa. Da quando è al mondo non ha mai saputo esattamente chi fosse essendo tutto: lei è il cielo, lei è la terra, lei è il vento, lei è il fuoco, lei è ogni essere vivente e non. Lei è l’essere che unisce il cielo e la terra. Lei è la Dea Scarlatta.
    E lanciando il suo scialle, la Signora Tsukikage esce di scena. I presenti non sanno bene cosa abbiano visto, forse un’allucinazione.
    Genzo termina il racconto dicendo che per ora non è dato sapere ai presenti il destino dei due amanti e che cosa accadde nella valle dei susini da quel momento in avanti, perché saranno le due rivali a portare avanti il dramma attraverso la loro Dea Scarlatta. Sarà uno scontro tra due amanti, dove la vita contro la vita porterà alla morte di uno dei due. Maya, Ayumi e di due futuri Isshin dovranno rendere quelle scene nello spettacolo rappresentativo.
    Genzo termina il racconto parlando di quel che accadde in seguito, quando la pace fu finalmente ristabilita: si narra che un bonzo che non pronunciava mai il suo nome, esperto in erbe medicinali, invece di pregare Budda scolpisse statue votive, che avevano del miracoloso e sotto ognuna di esse c’era incisa la parola “verità”.
    E mentre Genzo finisce di raccontare la Signora Tsukikage ripensa ad Ichiren ed è convinta che quella sia proprio la fine. Sente le forze mancare, tossisce sangue. Gli spettatori invece sono entusiasti e sanno che le due ragazze dovranno far trapelare dalla loro interpretazione anche l’innamoramento della Dea Scarlatta. Shori non vede l’ora di vedere quella scena mancante e Masumi abbozza un semplice si, pensando a Maya. Gli amici di Maya intanto sono nei camerini per cercare la maestra, ma la trovano svenuta, seduta su un masso sotto a un albero di susino.

    (continua...)

    Edited by |Rossella| - 14/4/2016, 15:38
     
    Top
    .
  2. stefina85
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Questo volume è interamente dedicato alla rappresentazione della Dea Scarlatta da parte della Sig.ra Tsukikage. Che dire?? Nonostante la storia mi sia sempre piaciuta, dedicare un volumetto intero (soprattutto in questo momento) solo ed esclusivamente all'interpretazione della Tsuki lo trovo un po' eccessivo e anche un po' noiosetto.

    Il massimo che riusciamo a vedere è Maya che si allontana da Sakurakoji per seguire meglio l'interpretazione ( e a me sembra un segno piuttosto chiaro...) peccato che lui alla prima occasione le si avvicina ancora: ma vuoi starle lontano??? Da qui inizio proprio a non reggerlo più... :mbeh:

    Una cosa che vorrei aggiungere è: grande Genzo! Quel pover uomo innamorato e fedele servitore della Tsuki che interpreta isshin...chissà forse era il suo sogno da giovane... del resto conosce tutte le battute,.. doveva proprio essere innamorato poveretto!!! :pecche:

    Che altro dire?Amo l'interpretazione della Dea Scarlatta, diciamo solo che forse avrei preferito che non occupasse tutto il volumetto....
     
    Top
    .
  3.     +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    Administrator
    Posts
    22,707
    Reputation
    +5,573
    Location
    *Sicilia*

    Status
    Eccomi a questo volume...
    Effettivamente è un volume pesantuccio tutto sulla DS, secondo me il problema non è tanto dovuto al fatto che sia interamente dedicato a questa rappresentazione, che io in questa ambientazione trovo molto suggestiva, ma il problema è che a volte questa storia risulta inutilmente complicata, sembra nasconda chissà quali significati occulti e invece per quanto profondo è abbastanza semplice il significato, solo che tutta questi personaggi, l'ambientazione medioevale, il mettere in mezzo il buddismo e lo scintoismo insieme non aiuta molto l'appassionamento (consentitemi il termine) per noi occidentali :sudo:
    Sarà anche per questo che questo volume ha così pochi commenti?
    Comunque trovo interessante che la Tsukikage usi la maschera anche se non ho capito se l'ha sempre usata, cioè penso di no, ma quando si è vista la famosa stanza segreta di Eisuke con l'abito di scena della DS se non ricordo male c'era pure una maschera tra i cimeli... per cui non mi è chiara del tutto questa cosa :dubb:
    A me a dire il vero la maschera (trattandosi di un manga, la cui narrazione ovviamente è visiva) non piace, anche se capisco il senso che vuole dargli la Miuchi :hu:
    Comunque la parte migliore è sicuramente quando si affronta l'innamoramento di Akoya e Isshin e viene fuori questa faccende delle anime gemelle.... Mi auguro che quando toccherà alla vera rappresentazione di Maya venga espressa, oltre che ciò che già qui abbiamo visto, una grande emozione e ci si concentri di più sulla storia d'amore tra Isshin e Akoya.

    Voto al volume: 8.5 (anche se non lo trovo il migliore per il mio interesse, credo che la Miuchi comunque dimostri quanto sia grande ancora una volta :clap: )

    dimenticavo... anche a me piace molto la figura di Genzo... finalmente lo vediamo a non fare solo da maggiordomo :sudo:
     
    Top
    .
  4.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar

    (rosa gialla)

    Group
    Fan
    Posts
    2,394
    Reputation
    +174
    Location
    Milano

    Status
    Ed eccomi finalmente pronta a commentare.
    Da appassionata delle tradizioni giapponesi ed, in particolare, dello shintoismo, trovo questo volumetto molto interessante.
    Solo, devo ammetterlo, la narrazione risulta un po' pesante. In particolare perchè, ormai giunti a questo punto della storia, conosciamo già diversi passaggi e doverli rileggere tutti risulta un po' ripetitivo. Almeno questa è stata la mia impressione.

    Andando al commento vero e proprio...
    Sulla storia non credo ci sia molto da dire. La dea Scarlatta è davvero un capolavoro e pur esprimendo concetti semplici, ci porta a vedere con i nostri occhi come essi stessi siano ben radicati ma al contempo messi da parte dagli esseri umani.
    Durante la rappresentazione sono tutti commossi ma poi quando la vita reale riprende, sono davvero in pochi coloro che continuano ad interrogarsi su quanto (ri)appreso. E questo, oserei dire, la dice lunga sul genere umano.

    Ma andiamo ai nostri cari personaggi...
    Lode anche da parte mia a Genzo! Finalmente lo vediamo nei panni dell'attore che credo sia stato un tempo.
    La sua bravura è tale che si percepisce ancora una volta l'amore incondizionato che nutre per Chigusa. Un amore tale da seguirla, mettendo da parte la sua stessa carriera, e tutto pur sapendo di non poter essere corrisposto. Davvero un grande uomo, direi.

    Anche io come Rossella, nutro delle perplessita sull'argomento maschera.
    La prima, come ha già detto lei, riguarda la presenza di questa maschera tra i cimeli della Dea scarlatta.
    La seconda... ma se Chigusa usava la maschera, non poteva continuare a portare avanti la Dea scarlatta avvelondesene per non mostrare le cicatrici?
    Certo, sappiamo tutti della sua salute cagionevole. Si suppone però che ad un certo punto dovesse star meglio di così.
    Mi piacerebbe che un giorno la Miuchi, ci mostrasse quanto accaduto effettivamente in quel periodo della storia.
    Essì, sono curiosa! :ahah:
     
    Top
    .
  5. laura0379
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Hem..non vorrei che nella frase "Sarà uno scontro tra due amanti, dove la vita contro la vita porterà alla morte di uno dei due" si nasconda un finale annunciato...la Miuchi non vorrà mica far morire Masumi per far trionfare l'amore costante e mai seriamente corrisposto di Sakurakoji!?..un po' come quello di Genzo che resta vicino alla sua Dea fino alla vecchiaia..speriamo non punti sui parallelismi!
     
    Top
    .
  6.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    (susino)

    Group
    Member
    Posts
    1,035
    Reputation
    +135
    Location
    Pisa

    Status
    CITAZIONE (laura0379 @ 3/3/2016, 21:20) 
    Hem..non vorrei che nella frase "Sarà uno scontro tra due amanti, dove la vita contro la vita porterà alla morte di uno dei due" si nasconda un finale annunciato...la Miuchi non vorrà mica far morire Masumi per far trionfare l'amore costante e mai seriamente corrisposto di Sakurakoji!?..un po' come quello di Genzo che resta vicino alla sua Dea fino alla vecchiaia..speriamo non punti sui parallelismi!

    Ma speriamo proprio di no!Dopo tanti anni vorremmo un finale felice,anche perché Masumi ha gia' avuto una vita abbastanza tormentata,ci manca pure che perda la vita prima di averla vissuta in pieno con la sua amata Chibichan,non ci voglio nemmeno pensare!
     
    Top
    .
  7. fedeguess
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Questo volume parla solo ed esclusivamente della storia della dea scarlatta, a parer mio, invece che tutto il volume poteva esserne usato di meno per raccontare la storia. Comunque è stato interessante sapere la storia della dea scarlatta, un pezzo che mi è piaciuto tantissimo è stato quando Akoya gli spiega a Isshin dello yin-yang, in cui gli dice che non esiste età, aspetto, rango e che, queste metà quando si incontrano si attraggono a vicenda... Infatti qui vengono ritratti Maya e Masumi che rispecchiano a pieno questa definizione,invece mi dà troppo fastidio Sakurakogi che si riattacca a Maya come una cozza ad uno scoglio.
    La storia della dea scarlatta finisce tristemente e ad aumentare questa tristezza ci si mette pure la Tsukikage che si sente male o muore non si sa.
    Comunque farei i complimenti a Genzo che oltre a saper suonare il flauto sa fare bene il narratore e pure l attore!
     
    Top
    .
  8.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    (seme)

    Group
    Fan
    Posts
    5
    Reputation
    +5

    Status
    Grazie per questo riassunto, molto bene :)

    Come Layshaly, mi chiedo perché Tsukikage-sensei non abbia continuato a eseguire questo pezzo, se la sua faccia rimane nascosta da una maschera.

    Sono piuttosto scettico sull'utilità di una maschera, quando il ruolo può essere interpretato solo dalla migliore attrice. Avevo già trovato strana l'esistenza della maschera, quando fu mostrata nei ricordi di Masumi.
    Anche Maya e Ayumi lo useranno? Sarebbe un peccato.
     
    Top
    .
  9.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    Administrator
    Posts
    22,707
    Reputation
    +5,573
    Location
    *Sicilia*

    Status
    CITAZIONE (K4nna @ 3/4/2021, 19:05) 
    Anche Maya e Ayumi lo useranno? Sarebbe un peccato.

    Per il momento, fino a dove la trama ci è nota, no non useranno nessuna maschera.
    La Tsukikage probabilmente usa la maschera per nascondere la cicatrice sul suo volto, quando andava in scena da ragazza non credo usasse maschere.
     
    Top
    .
  10.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    (seme)

    Group
    Fan
    Posts
    5
    Reputation
    +5

    Status
    QUOTE (.Rossella. @ 4/4/2021, 18:12) 
    quando andava in scena da ragazza non credo usasse maschere.

    Nel volume 37, quando Tsukikage-sensei mostra il suo kimono e la maschera a Maya e Ayumi, dice che è il costume e la maschera che ha usato sul palco (almeno nella traduzione inglese).

    Avrebbe continuato a salire sul palco dopo il suo incidente?
     
    Top
    .
  11.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    Administrator
    Posts
    22,707
    Reputation
    +5,573
    Location
    *Sicilia*

    Status
    CITAZIONE (K4nna @ 4/4/2021, 22:17) 
    CITAZIONE (.Rossella. @ 4/4/2021, 18:12) 
    quando andava in scena da ragazza non credo usasse maschere.

    Nel volume 37, quando Tsukikage-sensei mostra il suo kimono e la maschera a Maya e Ayumi, dice che è il costume e la maschera che ha usato sul palco (almeno nella traduzione inglese).

    Avrebbe continuato a salire sul palco dopo il suo incidente?

    Non ricordo in questo momento questo dettaglio pur avendo letto il manga decine di volte, infatti credo di aver anche scritto nel mio commento a questo topic che non mi è chiaro se la maschera sia sempre stata usata dalla Tsukikage, se non erro però quando ci vengono mostrate le sue immagini nei panni della Dea Scarlatta, quando andava in scena da giovane, non mi pare avesse la maschera addosso.

    Comunque a mio avviso questo uso della maschera è un modo per sottolineare la capacità espressiva e interpretativa che va al di là dell'apparenza, ma che arriva al cuore tramite la capacità di "diventare" il personaggio e quindi di esprimerlo anche attraverso la maschera vista la presenza scenica e il carisma facendo dimenticare sé stessa.
     
    Top
    .
  12.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar

    (seme)

    Group
    Fan
    Posts
    5
    Reputation
    +5

    Status
    Ho appena letto il volume 41, e beh, penso che non sapremo mai da dove viene veramente questa maschera, visto che è stata distrutta.
    Ma sembra anche essere stato utile per illustrare che Maya e Ayumi dovranno creare le proprie performance, e non solo emulare Tsukikage-sensei.
     
    Top
    .
11 replies since 18/1/2010, 15:31   3870 views
  Share  
.
Top
Top