Volume 38

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    Ringrazio sentitamente Demon_S per l'aiuto e la collaborazione :arigato:

    Il Grande Sogno di Maya
    Numero: 38
    Autrice: Suzue Miuchi
    Casa Editrice: Star Comics
    Prezzo di copertina: € 4.20

    *****


    Fatta sdraiare dopo che si è sentita male, la Signora Tsukikage si sente chiamare. Sono le voci di Maya e Ayumi più che altro, ma lei si sente chiamare come da bambina quando era solo Chizu.
    Era una piccola ladra senza famiglia che, insieme ad altri bambini poveri, era costretta a rubare per una coppia di ladri, solo per poter mangiare, fosse anche solo un boccone rubato a un gatto. A sette anni per un furto andato a male nei camerini di un teatro, conobbe Ichiren Ozaki che l’aiutò e la prese con se portandola a Tokyo. Nel teatro di Ichiren iniziò a svolgere mansioni domestiche aiutando la custode. Finalmente non doveva più rubare per guadagnarsi un pasto caldo. Quando Ichiren non lavorava, le insegnava a leggere, a scrivere e le buone maniere e pian piano conquistò anche il resto della compagnia. La moglie di Ichiren, al contrario del marito, mal vedeva la presenza di Chizu e anzi preferiva che se ne andasse prima di creare disordini. Ichiren invece se ne assunse tutte le responsabilità rifiutandosi di cacciarla. Imparate varie arti dal resto della compagnia, come la danza giapponese fino alla recitazione, incominciò con piccoli ruoli da bambina. Visto il suo talento Ichiren le fece da maestro, molto severo, ma a lei non importava, l’importante era stare con lui e sentirsi dire che era brava.
    Nel suo delirio di malata, la Signora Tsukikage continua a pensare al suo passato, ma il polso irregolare fa affrettare il dottore che prepara subito un’iniezione.
    Chizu era cresciuta e diventata attrice grazie a Ichiren Ozaki che fece per lei non solo da maestro, anche da padre e da fratello, finché compiuti 16 anni ebbe il suo primo ruolo da donna. La sua bellezza era sbocciata sotto gli occhi di tutti, Ichiren compreso che dallo stupore provocò in lei una nuova sensazione. Lo spettacolo “La dea della luna” faceva il tutto esaurito, suscitando ogni volta nuovi sentimenti nel pubblico in sala. A fine rappresentazione Ichiren in persona la ringraziò confessando la sua fortuna nell’incontrarla 9 anni prima, ma Chizu, commossa, rispose che era stato lui a salvarla da quella vita da criminale e lo ringraziò ricordandosi di quando la prese per mano la prima volta per portarla a Tokyo e aggiungendo che era stata proprio quella mano a guidarla in passato, come in quel momento e anche in futuro. Ichiren la vedeva ancora come una bambina e le confessò che un giorno lei si sarebbe allontanata da lui. La notizia la sconvolse, lei non aveva alcuna intenzione di separarsi ma allo stesso tempo non voleva essere un peso. Si convinse di non essere speciale per lui anzi di essere come tutte le altre attrici e questo le fece capire i sentimenti che provava, perché avrebbe voluto essere la persona più vicina ad Ichiren. Non ancora consapevole dell’amore provato per il suo maestro, se ne rese conto con il ruolo successivo, quello di Ayaka in “Kaen” una ragazza di buona famiglia innamorata dello studente del padre, Takao. Durante le prove di una scena in particolare, Chigusa Tsukikage, ormai questo era il suo nome d’arte, si accorse dell’amore provato per Ichiren. La prova consisteva nel scendere dalla scala mano nella mano con Takao senza far capire ai presenti che i due erano innamorati ma a sostituirlo per farle capire la parte fu Ichiren stesso. Il sentimento per Ichiren le fece capire come interpretare Ayaka e “Kaen” divenne un successo. Anche se non poteva dichiarare apertamente il suo amore, le bastava lavorare con lui, stargli vicino in teatro per essere felice. Era un maestro molto severo, tanto da farla piangere ma era bravo, molto bravo, e presto sostituì il vecchio responsabile del teatro Gekko per diventarlo lui a tutti gli effetti. Era anche un buon marito e un buon padre, cosa che faceva soffrire Chigusa.
    La sua popolarità come attrice cresceva e interpretò anche vari film, che aumentarono la sua fama. Vari produttori volavano averla in esclusiva ma Chigusa non si sarebbe mai allontanata da Ichiren.
    Scoppiò la Seconda Guerra Mondiale e le rappresentazioni finirono: gli uomini erano alle armi, molti spettacoli non si potevano fare in quanto contro la politica del periodo e quindi anche le entrate scarseggiavano sempre più. Ichiren era disperato, moglie e figli erano andati in campagna, ma Chigusa non si sarebbe allontanata. I bombardamenti sempre più violenti colpirono infine anche il teatro Gekko e i due si ritrovarono soli a scappare in una Tokyo in fiamme. Ferito e depresso Ichiren scomparve. Chigusa incominciò le sue ricerche chiedendo a vari conoscenti fino ad arrivare alla moglie del maestro, ma niente, nessuno sapeva dove fosse. Arrivò dalla sorella di Ichiren che la accolse facendole vedere un album di foto e parlandole dell’infanzia del fratello. Una foto in particolare era stata scattata nella valle di Nara e proprio lì vicino c’era un luogo sacro: la valle dei susini. Per quanto tutti avessero paura di quel posto, Ichiren ci andava spesso e così anche Chigusa decise di andarci. Arrivò al tempio in cui viveva Ichiren da bambino si accorse che per quanto lasciato andare era abitato e sullo scrittoio un manoscritto riportava la dicitura “Ichiren Ozaki – La Dea Scarlatta”. Capito che il suo maestro era proprio in quel luogo, Chigusa corse a cercarlo e in mezzo alla nebbia rossastra, resa tale dalla valle dei susini i due si incontrano. Ichiren per un attimo pensò di vedere la Dea in persona, ma era Chigusa che gli stava andando in contro. Ichiren stava componendo un nuovo dramma ed era ormai sicuro che solo Chigusa sarebbe stata in grado di interpretarlo e lei mise tutti i suoi sentimenti per Ichiren in quel ruolo. Le prove erano dure, imparare gli elementi della natura con un maestro così severo non era facile, in più l’amore di Chigusa era sempre più forte, tanto che era sicura che ormai anche Ichiren doveva essersene accorto, ma non tradiva il minimo sentimento. Convinta che l’uomo l’amasse solo come attrice, Chigusa decise di diventare indispensabile per lui diventando la vera Dea Scarlatta sul palcoscenico. Dopo la prima, che ebbe un successo enorme, Ichiren strinse a sé Chigusa ribadendo il fatto che solo lei poteva interpretare quel ruolo, riuscendo ad esprimere esattamente quello che intendeva lui: la sua anima. Le rappresentazioni successive si tennero al teatro Teito rimesso a nuovo. Ormai la guerra era finita. Il successo del dramma fece si che nuovi investitori contattarono Ichiren e anche il teatro Gekko risorse, dando la possibilità alla compagnia di ricostituirsi e mettere in scena nuovi drammi. Fu in questo periodo che Genzo divenne l’assistente di Chigusa. Era una comparsa in quel periodo, ma non si sarebbe più separato da lei. Chigusa era sempre la protagonista e il suo nome richiamava sempre più spettatori, il benessere era tornato e lei era felice di poter dividere quel momento con il suo Ichiren. Un giorno particolare è nella mente di Chigusa malata, il giorno in cui Ichiren le confessò che loro due erano la metà della stessa anima. Parlando col senno di poi entrambi sapevano che se non si fossero incontrati avrebbero preso strade completamente diverse. Lei sarebbe diventata una prostituta, venduta in chissà quale bordello e forse sarebbe sempre stata una ladra, se non ci fosse stato lui; lui probabilmente dopo la guerra non si sarebbe più ripreso, se non ci fosse stata lei. Durante la conversazione Ichiren la ringraziò confessando che lei sapeva esprimere la sua anima e che forse era la metà della sua stessa anima. All’epoca per Chigusa una frase simile era più di una dichiarazione d’amore, anche se il maestro non si era scomposto nel pronunciare quelle parole, anche se in pubblico non sembrava affatto, per lei c’era un legame indissolubile che li legava. Lui scriveva e lei recitava, sul palco erano un solo essere anche se al di fuori erano separati, lei era sicura che un filo invisibile li unisse e questo le bastava. Le bastava ripensare al fatto di essere uno la metà dell’anima dell’altro per renderla anche più felice che essere sposata con lui.
    Fu in quel periodo che Eisuke Hayami la notò e divenne un suo ammiratore. Andava a vederla ogni sera e la riempiva di regali e offerte di uscite a cena, ma lei rifiutava ogni volta con cortesia. Il giorno che si incontrarono fu nei camerini, era stato accompagnato da qualche collega che lo conosceva e secondo Chigusa in quel frangente Eisuke la confuse con la Dea Scarlatta. L’attrice rifiutandosi a lui voleva fargli caprie che il ruolo e l’attore erano due cose diverse, ma non si diede per vinto. Arrivò a proporsi come investitore per portare il dramma in tutto il Giappone, era astuto e influente e diventò indispensabile per la rappresentazione. Assaggiato il successo incominciò ad allargare il suo interesse nel settore comprando teatri, allacciando rapporti con produzioni cinematografiche e portando in tournée molti altri spettacoli. Pian piano si stava accaparrando una fetta del settore spettacolo sempre maggiore. Costituì la Daito Art Production diventando ingombrante e troppo indispensabile al teatro Gekko: la compagnia cominciò a frequentare la gente che conosceva Hayami, per la maggior parte Yakuza, e succedevano spesso risse. La cosa non sfuggì ad Ichiren che decise di tagliare i ponti con Eisuke, ma questo era diventato troppo famoso e importante nell’ambiente per farsi sottomettere e reagì all’affronto portando via gli attori ad Ichiren. Per allestire nuovi spettacoli Ichiren li chiedeva in prestito ad altre compagnie e nel mentre istruiva nuovi attori. Preso dal troppo lavoro i drammi di Ichiren erano sempre meno apprezzati, gli attriti fra gli attori erano fin troppo evidenti e quando si accorsero che anche il pubblico stava abbandonando il teatro Gekko era ormai troppo tardi.
    Anche Hayami non se la vedeva meglio. I primi spettacoli messi assieme dalla Daito senza l’aiuto di Ichiren furono un fiasco e così l’uomo d’affari perse la sua credibilità come produttore. Propose ad Ichiren di vendergli i diritti di rappresentazione della “Dea Scarlatta” offrendo un prezzo altissimo, ma questo rifiutò. La mossa successiva fu far passare Chigusa alla Daito ma, visto che la donna era irremovibile, cambiò strategia. Mandò un uomo convincente che fece proposte vantaggiose ad Ichiren e gli fece investire molto denaro in borsa. La maggior parte del denaro era stato chiesto in prestito e quando perse tutto i creditori gli inviavano tutti i giorni uomini della Yakuza per costringerlo a chiudere il teatro. Ichiren non li ascoltava e questi presero a fare irruzioni durante le rappresentazioni, insultando, picchiando il pubblico, appropriandosi del materiale di scena, fino a picchiare Chigusa o Ichiren. In seguito incendiarono il teatro, non venne distrutto ma era impossibile allestire altri spettacoli. Picchiarono altri membri della compagnia e Chigusa sapeva bene di chi era la colpa anche se non aveva prove. Presto Ichiren si ammalò schiacciato dal peso delle incombenze. Il teatro Gekko passò ad altre mani, la compagnia si sciolse e Hayami arrivò pronto a comprare i diritti della Dea e assumere anche Chigusa alla Daito. Rifiutandosi tassativamente di vendere il suo dramma, Ichiren scacciò Eisuke e anche Chigusa gli urlò dietro che un giorno sarebbero tornati a dare spettacoli al Gekko. Ma benché ripresosi dalla malattia, Ichiren non fu più lo stesso, la moglie lo abbandonò e lui viveva in ristrettezze pur di ridar vita al teatro. Chigusa da parte sua cercava di lavorare in più film possibili, ma la Daito era arrivata anche alla casa di produzione cinematografica con cui lavorava. Provò quindi a chiedere aiuto ai suoi ammiratori riuscendo ad allestire un paio di spettacoli in un teatro preso in affitto, ma l’affluenza di pubblico non era molta. Ichiren si disperava sempre più cadendo in depressione e cercando anche di allontanare Chigusa da sé. La donna non era certo intenzionata ad abbandonarlo, anzi gli ricordò che loro erano la metà della stessa anima e che quindi non lo avrebbe abbandonato.
    Intanto la Daito sembrava procedere sempre meglio. Hayami non ne capiva molto di teatro e per questo si avvalse di tutti i migliori collaboratori del settore per allestire spettacoli sempre migliori e far crescere la sua azienda. Anche la Daito trasporti migliorava e divenne una ditta su scala nazionale. Eisuke intanto s’introduceva nel mondo economico e politico, frequentando anche, seppur segretamente, il mondo della malavita. Alla fine acquistò il teatro Gekko e proprio qui il custode scoprì e in seguito raccontò tutto a Chigusa, come Eisuke era implicato in tutti i complotti contro il maestro Ichiren. Insieme a tutti gli altri aguzzini il presidente Hayami stava uscendo dal teatro quando si trovò di fronte proprio la donna carica d’odio, non riuscì nemmeno a parlare, tanto che Chigusa si accorse del suo atteggiamento da topo di fogna che scappava via con tutti gli altri, qualche secondo dopo averla vista. L’unica cosa che poté fare Chigusa fu solo giurare eterno odio verso quell’uomo.
    Una sera, lungo il fiume, Ichiren chiese a Chigusa se lei sapesse dove andavano gli uomini una volta morti, la giovane donna sicura del suo amore per lui era sicura che sarebbero tornati da dove provenivano per potersi rincontrare come si erano incontrati loro. Gli confessò il suo amore incondizionato e per nulla timoroso della differenza d’età che li separava, confessò di amarlo fin da bambina e che l’unica felicità che cercava era solo stare con lui anche di fronte a tutte le incombenze del momento. Ichiren era incredulo, nessuno gli aveva mai parlato così e decise di amarla realmente, fisicamente, per tutta la notte, ma prima di addormentarsi le ricordò che solo lei poteva interpretare la “Dea Scarlatta” e nessun altro, perché solo lei era capace di esprimere e far vivere la sua anima. Concluse dicendo che sul palcoscenico sarebbero sempre stati insieme. Chigusa, finalmente felice di essere corrisposta dal suo amore era sicura che sarebbe tornata sul palco a recitare la “Dea Scarlatta” e si addormentò tra le sue braccia. Al suo risveglio era sola, Ichiren non c’era e una sensazione spiacevole la portò fino al teatro Gekko, dove lo trovò impiccato nei camerini. Le aveva lasciato in eredità la “Dea Scarlatta”, ma l’aveva lasciata sola. Lei che era vissuta in funzione di Ichiren ora era sola e voleva solo tornare da lui suicidandosi. Fu Genzo ad impedirle di accoltellarsi riportandola alla ragione spiegandole che senza di lei Hayami avrebbe messo le mani sui diritti di rappresentazione, ma invece se lei fosse sopravvissuta avrebbe ridato vita ad Ichiren ad ogni spettacolo. Riportata in scena la “Dea Scarlatta”, Chigusa viveva nel suo mondo dell’arcobaleno pensando ad Ichiren ad ogni rappresentazione, stando con lui ogni volta sul palcoscenico e dando vita ad una Dea senza precedenti di volta in volta. Divenne ricca, famosa, ma soprattutto forte, tanto forte da imitare le tattiche di Hayami per proteggersi da lui. Strinse amicizie nel mondo della politica, presso case avversarie alla Daito e ogni suo spettacolo teatrale o cinematografico era sempre un successo. Ben presto a nessuno venne più in mente di acquistare i diritti della “Dea Scarlatta”, tanto meno ad Hayami, finché un giorno, durante una rappresentazione della stessa una luce di scena le cadde addosso sfigurandola per sempre.
    Nel suo delirio la Signora Tsukikage vede Ichiren andarsene mentre le ripete che le affida la Dea Scarlatta. Urlando il suo nome si risveglia. É circondata da Maya, Ayumi, Genzo, il dottore e un infermiera, ma stanno tutti dormendo. Le due ragazze sdraiate vicino al suo futon, e gli altri seduti.
    Ripresasi quasi del tutto decide di uscire accompagnata da Ganzo, le ragazze stanno provando e il dottore ha lasciato solo le medicine. Si dirige verso la valle dei susini, in riva al fiume, dove vide Ichiren e dove lui la scambiò per la Dea Scarlatta. Ripensa a lui, ripensa al fatto che stia sempre con lei, che continua ancora adesso ad accompagnarla per mano. Piange ma promette che alleverà la nuova Dea Scarlatta, l’erede della sua anima.
    Intanto il padre di Masumi è stato portato in un Ryokan vicino alla Valle dei Susini e non ha nessuna intenzione di andare in un ospedale di Tokyo, anzi è più che ostinato a rimanere. I collaboratori presenti sono attoniti ma Masumi spiega che quel luogo è un toccasana per il padre e che si occuperà lui di far arrivare i migliori medici per assisterlo.
    É presente anche Onodera con Kei Akame ed esprimono il loro giudizio sulla valle dei susini visitata da Masumi, aggiungendo che una dea a lui non serve visto che ha una così bella fidanzata, infatti Shori è presente.
    Tutti i presenti vorrebbero andarci, ma quando Eisuke rimane solo con il figlio, gli affida la protezione sia del dramma sia di Chigusa.
    Maya, invece, sta ripensando alla guarigione della maestra e lungo la strada le passa vicino un pullman. Questo si ferma poco distante da lei e ne scendono i suoi amici delle compagnie Tsukikage e Unicorno. Tutti contenti di rivedersi confessano di essere stati chiamati da Genzo che li informava sulla salute della maestra e quindi sono accorsi immediatamente a trovarla. Maya li aggiorna convinta che non stia del tutto meglio e che si sia strapazzata troppo e si offre di accompagnarli. Durante il tragitto Maya parla delle sue prove e descrive la valle dei susini, intanto il capo compagnia degli Unicorno le dice che non vogliono disturbare troppo e tanto meno allarmare la maestra, quindi useranno la scusa di una visita e che si accamperanno da quelle parti per le prove del loro prossimo spettacolo.
    Ayumi, immersa nelle sue prove, non capisce come interpretare le battute della dea. Si è fatta sera ed è attratta da una festa intorno al fuoco dove i partecipanti sono appunto Maya con i suoi amici. É stupefatta dalla rivale che si diverte invece di provare e decide di tornare al casolare. Si fa il bagno e mangia, ma durante il pasto arriva Maya tutta allegra per la cena intorno al fuoco con gli amici e dopo il bagno inizia a raccontare tutto ad Ayumi, ma la ragazza, con tono scortese, le chiede di far silenzio perché lei sta pensando alla Dea e non a frivolezze e si stupisce una volta di più da quanto Maya sia una ragazza comune. Genzo le fa poi accomodare nel padiglione principale, dove le sta aspettando la Signora Tsukikage. La maestra vuole interrogarle sulle prove della giornata. Ayumi dice di non aver capito le battute di Akoya mentre Maya risponde che lei non sa con che stato d’animo renderle. Tsukikage le chiede quindi quanto ne abbia capito, ma Maya non si è nemmeno posta il problema, per lei le battute vogliono dire proprio quello che sono: se nel copione Akoya dice “Chi mi sta chiamando?” per Maya è proprio quello che dice la battuta, nel senso che Akoya è chiamata da qualcosa. Ayumi ride e dà le sue spiegazioni sui turbini, rosso e bianco, e le perle della vita, ma a queste Maya risponde che per lei i due turbini sono proprio quello che sono e delle perle non sa che dire. Per la maggior parte delle battute Maya pensa che siano esattamente come sono scritte nel copione, non ha dubbi e tantomeno pensieri su come capirle, vuole solo riuscire ad esprimerle. La maestra è abbastanza soddisfatta e dice loro di continuare ad osservare la natura durante le prove. Genzo ha assistito non visto alle domande e la maestra gli chiede se si sia accorto della differenza che si sta creando tra le due rivali. Ayumi prende le battute come attrice e Maya come la Dea Scarlatta. Ayumi si sente sconfitta una volta in più e va a dormire in un’altra stanza.
    Il mattino successivo la maestra le invita a fare le loro prove nella valle dei susini. Durante il percorso Maya incontra i suoi amici, a loro volta invitati dalla maestra per far loro visitare la valle. Si dirigono quindi tutti nello stesso luogo.
    Nella valle la maestra spiega loro i vari ruoli: Maya e Ayumi interpreteranno la Dea mentre gli altri si immedesimeranno ognuno in uno spirito della valle, o in orco, o in Ryujin e così via. Ognuno improvvisa il proprio personaggio, quasi tutte le battute riguardano il problema degli umani che non rispettano la natura e che hanno sempre meno paura del soprannaturale. Ayumi nota come “giocare agli spiriti” porti a comprenderne il cuore. I vari spiriti prendono le loro posizioni e la maestra consegna alle due ragazze gli scialli della Dea e spiega loro che possono mettersi nel luogo che preferiscono per cominciare la loro prova. Dovranno interpretare il risveglio della Dea e aspettare il secondo segnale prima di muoversi. Maya è tutta eccitata e cerca subito il posto che la ispira di più. É un albero, lo abbraccia dicendogli “Tu sei me” e lo trova particolarmente caldo. Ayumi si ferma in uno spiazzo fingendo di essere un albero di susino. Il primo segnale. I vari spiriti della valle si sono svegliati e ognuno è intento nel suo ruolo. Ayumi comincia ad irritarsi perché sta passando troppo tempo tra i due segnali, peggio ancora vede Maya completamente rilassata vicino ad un susino con un’espressione come instupidita dal sonno. Tsukikage nota subito la differenza. Con il passare del tempo Ayumi dà sempre più ascolto al suo cuore mentre Maya lo dimentica, vede ma non vede come se il suo sguardo non riflettesse nulla. É pronta a dare il secondo segnale. Gli altri attori si fermano per vedere cosa faranno le due rivali. Ayumi è la prima a muoversi leggiadra e bella a parere dei ragazzi dell’Unicorno, ma la maestra è attratta da ben altro. Maya ancora non si è mossa. Sono tutti stupiti in attesa delle sue battute, ma alla ragazza non arriva la voce, non sa perché non riesce a muoversi e poi capisce di essere lo spirito del susino, capisce che si è appena svegliata ma deve tirare fuori le forze della Dea se vuole muoversi e parlare, deve tirar fuori le forze dalla “spirale” e capisce che ogni cosa è una sorta di vortice, dai mulinelli del vento, alle erbe che si attorcigliano a un tronco, da un gorgo in acqua alle galassie, ogni cosa è un spirale che dà forza alla Dea Scarlatta. Piccoli movimenti quasi tremanti la fanno staccare leggermente dall’albero e un suono come un rombo di tuono esce dalla sua bocca. Chigusa più che Ayumi è stupita dall’atteggiamento di Maya e presa dalla passione incita la ragazza a recitare le battute della Dea. Maya in quel momento è la Dea Scarlatta e stupisce tutti creando anche un vero vortice d’aria che invade i presenti. Finite le battute, Maya si spaventa, perché il tutto è successo senza la sua volontà, come se da dentro il suo corpo scaturisse una forza enorme. Gli amici presenti sono unanimi sul verdetto: Maya non è entrata in scena come spirito ma come Dea. Ayumi è allibita, disperata, gelosa. Scappa in lacrime non più sicura di se stessa e si domanda cosa abbia fatto fino a quel momento, cosa le sia servito tutto il suo sapere, la sua tecnica, la sua bravura di fronte al genio di Maya.
    É sera. Maya ancora non riesce a togliersi di dosso il personaggio, è come se fosse dentro di lei. Ayumi invece, decide di andarsene. Fa le valige piangendo senza sapere che la maestra la sta guardando.
    E’ l’alba e con la valigia in mano Ayumi s’incammina; decide di andare a guardare la valle ancora una volta ma un passante l’avverte che il ponte è pericolante in quanto è marcito al centro. Decide di non andarci, ma vede Maya incamminarsi verso il ponte, non sa che fare, se non l’avvertisse non avrebbe più una rivale. Decide quindi di non avvertirla di fingere di non aver mai visto niente.

    (continua...)

    Edited by |Rossella| - 14/4/2016, 15:58
     
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    (orchidea)

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    chissà perchè il tipo si è sucidato dopo aver passato la notte cn lei. alla fine anche se era senza soldi lei lo avrebbe amato lo stesso e glielo aveva anche detto..bà
     
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  3. Achrome
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    Questo è uno dei volumetti che mi è piaciuto di meno...
    Innanzitutto la storia della vita della Tzukikage: da come si sono svolti gli eventi, non mi sembra che Ichiren e Chigusa fossero la metà della stessa anima..mi è sempre sembrato più un amore unilaterale da parte di lei; praticamente gli ha dedicato tutta la sua vita (contribuendo anche e soprattutto al successo dei suoi spettacoli) e Ichiren secondo me un pò se ne è approfittato per ottenere che cosa alla fine? Una notte d'amore (finita poi tragicamente) e i diritti di un'opera.
    Scusate se sono un pò dura, ma nella loro storia non ho trovato assolutamente nulla di romantico!
    Passiamo alle prove nella Valle dei Susini: ecco in questa occasione la Sensei avrebbe dovuto capire che Maya era l'unica a poter interpretare la Dea Scarlatta..secondo me Maya è assolutamente meravigliosa, riuscendo a "sconfiggere" una Ayumi, che praticamente è ormai sull'orlo di una crisi di nervi!!
    Ecco qui finalmente si vede una Ayumi umana, è venuta meno la sua aurea di perfezione e si ritrova con mille dubbi, tali da decidere di scappare. E' l'unica occasione in cui Ayumi diventa cattiva nel vero senso della parola...quando vede Maya attraversare il ponte pericolante, per un attimo pensa di non doverla avvertire, con tutte le conseguene del caso, gioca sporco nei confronti di Maya che in ogni occasione si presenta disponibile, socievole e un filo troppo ingenua!
    Tornando un attimo alla storia della Sensei..spero solo che la Miuchi non ci abbia voluto in qualche modo anticipare un possibile finale tragico della storia...
     
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    (rosa rossa)

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    A me questo volume piace, perché ci fa conoscere meglio la Tsukikage: chi si sarebbe mai aspettato che avesse avuto un'infanzia così dolorosa, costretta a rubare e a contendere il cibo ai gatti randagi per poter sopravvivere? :trist:
    La figura che emerge è quella di un'adolescente e in seguito di una giovane donna dal carattere straordinario: consapevole della fortuna che ha avuto ad incontrare Ichiren, grazie al quale ha potuto avere una nuova vita più serena e sicura, avverte fin da subito la necessità di ricambiare il grande dono ricevuto, impegnandosi con gioia e dedizione in ogni tipo di lavoro.
    Ovviamente la storia d'amore tra Ichiren e Chigusa è molto diversa da quella tra Maya e Masumi, ma non credo che non possa essere considerata come tale.
    L'amore appassionato e fedele di Chigusa è ben evidente, mentre per Ichiren le cose sono più complicate: quando Chigusa sedicenne interpreta Diana, Ichiren ne resta turbato e sicuramente si è reso conto di provare per lei un'attrazione che va oltre il rapporto tra maestro e allieva; tuttavia, lui era sposato, aveva dei figli e Chigusa era molto più giovane di lui, quindi a mio avviso ha ricacciato dentro di sé questi sentimenti e si è dedicato anima e corpo al teatro.
    Poi scoppia la guerra e il teatro Gekko, sua ragione di vita, viene distrutto dai bombardamenti: Ichiren cade in una profonda depressione e scompare, ritirandosi nella valle della Dea Scarlatta.
    Chigusa, con la forza che nasce solo da un amore infinito, non si perde d'animo e, dopo innumerevoli tentativi, riesce finalmente a rintracciarlo: ad Ichiren lei appare come la Dea Scarlatta e penso che da questo momento in poi lui consideri Chigusa e la Dea come un'unica entità.
    Ichiren la ama, ma, trattandosi di una Dea, prova rispetto o, per meglio dire, un certo timore reverenziale nei suoi confronti: per questo motivo non c'è un rapporto fisico tra loro e l'unica volta che accade provoca la morte dell'"umano"; non a caso, la sera in cui Chigusa confessa il suo amore a Ichiren è la festa dei morti e lo stesso Ichiren interroga Chigusa sulla destinazione degli uomini dopo la morte. Secondo me Ichiren aveva già deciso di morire, per questo cede al gesto "sacrilego" di unirsi alla sua Dea.
    Non condivido la scelta del suicidio, perché - per quanto una situazione sia difficile - sono dell'idea che "finché c'è vita c'è speranza", quindi secondo la mia visione si è trattata di una decisione vigliacca ed egoista, ma sono sicura che nell'ottica di Ichiren questa era l'unica strada possibile per salvare Chigusa e la Dea Scarlatta.
    Passando alla parte delle prove, Maya dimostra una volta di più il suo talento, tanto che Ayumi entra definitivamente in crisi: il tormento, lo sconforto, la rabbia, l'odio sono sentimenti che non ci si aspetterebbe da lei, eppure la rendono più umana, conferendole un maggiore spessore psicologico; penso che la Miuchi in queste pagine l'abbia delineata molto bene, adesso che conosce anche questi sentimenti così negativi Ayumi è maturata. :cici:
     
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    Ragazze facciamo attenzione a non andare OT, per favore. Anche se il tema è trattato nel volumetto, l'amore tra la Tsuki e Ichiren viene già discusso in questo topic qui. Se volete approfondire il discorso potete farlo lì, qui limitiamoci alle considerazioni generali sul volumetto. Grazie!
     
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    Ragazze ho spostato gli ultimi commenti nella sezione Maya e Masumi vs Ichiren e Tsuki perché la discussione si stava spostando dal lasciare commenti al volume 38 al chiedersi se la Tsuki e Ichiren fossero o meno anime gemelle. I post li trovate a partire da qui
     
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  7. stefina85
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    Commento anche io questo volume.
    A me la parte relativa al passato della Tsukikage è sempre piaciuta...certo come dice Achrome non sembra neanche a me che loro siano anime gemelle. Semplicemente lei è sempre stata innamorata di lui e lui giusto alla fine sembra volerle dare il contentino. Non si fa così!!!! :uff: :eno: E poi non capisco il senso del suicidio. Certo hai perso tante cose, ma addirittura suicidarsi?? Mah.. :mah:

    Terminata la parte relativa all Tuski ci spostiamo alla valle dei susini dove Maya dimostra finalmente quanto vale. E qui secondo me la Tsuki non avrebbe dovuto avere alcun dubbio; la stessa Ayumi si rende conto della differenza tra lei e Maya...ma del resto se fosse finita così sarebbe stato tutto troppo semplice...

    Voto al volume 7
     
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    Volume che mi è piaciuto davvero molto, sopratutto per lo sguardo sul passato della Tsukikage.
    Che dire, per certi versi mi ha ricordato "Memorie di una geisha", per l'incontro tra lei ed Ichiren, per il periodo storico, per il legame che li ha uniti e per come questo si è sviluppato. A tratti non riuscivo a non vedere le due storie in parallelo.
    Detto questo, trovo il legame tra i due davvero troppo complesso per riassumere qui il mio pensiero.
    In breve, per quanto ci siano delle similitudini tra la Chigusa/Ichiren e Maya/Masumi, non credo le due storie siano uguali.
    Di sicuro, la dea scarlatta è un filo che lega a se entrambe le coppie ma, credo e spero, che per gli ultimi due ci sia un destino ben diverso.

    Altro argomento degno di nota è il confronto tra Maya ed Ayumi che, in questo volume, entra davvero nel vivo, sconvolgendo la giovane Himekawa e portando alla luce parti del suo carattere che, probabilmente, anche lei non conosceva.
    Credo infatti che, almeno in parte, la scelta di abbandonare tutto sia dovuta proprio dai sentimenti che questo scontro le ha portato a galla. Per la prima volta Ayumi si è trovata a provare rabbia, invidia, rancore... In un certo qual modo si è guardata dentro e non si è riconosciuta, scoprendo una parte ombra che non credeva di possedere.
    Man mano che passano i giorni la vediamo perdere sicurezza, farsi più scontrosa... persino l'espressione del viso si fa più dura.
    Il suo lato umano emerge facendola sentire piccola ed inadeguata e il momento in cui si ferma il volume è fondamentale per lei, perchè sarà qui che deciderà a quale parte di se aggrapparsi.
    Non so, ho visto il tutto da un punto di vista psicologico e devo dire che mi è molto piaciuto.
    Quindi corro ad immergermi tra le pagine del prossimo volume. :)
     
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    Eccomi arrivata pure qui...
    Anche a me non dispiace questa immersione nel passato della Tsukikage, anzi sicuramente la trovo molto più interessante dei capitoli/approfondimenti dedicati ad Ayumi :sudo:
    Finalmente ci viene spiegata la vita travagliata di questa donna che viene considerata una grande attrice.
    Devo dire che ho sempre pensato che se c'è una donna veramente bella in questo manga questa sia proprio la Tsukikage da giovane, altro che Ayumi o la cozza capellona :sadic:
    Comunque è davvero triste la parte iniziale della storia in cui si racconta la vita da bambina della sensei, addirittura destinata a un bordello :mbeh:
    Comunque per fortuna Ichiren la salva portandosela a casa.
    Sinceramente io non ho mai visto grandi parallelismi tra la Tsukikage/Ichiren e M&M, anzi sono proprio dell'avviso come Achrome che i primi non siano proprio anime gemelle :uff:
    Devo dire che l'analisi qui fatta da Kiri è molto interessante, sul fatto che Ichiren avesse deciso di suicidarsi e proprio per questo decide di passare la notte con Chigusa, ect... Si,potrebbe essere che lui abbia agito così, però sinceramente io nel leggere questa parte della storia non ci ho mai letto da parte di Ichiren un vero e proprio amore verso di lei.
    Lei è sicuramente devota a lui per tutto quello che lui ha fatto, ma da parte di lui mi sembra più evidente l'interesse per lei come attrice e per il teatro. Fatico a vedere quel trasporto, quell'amore puro che traspare dalla storia di Maya e Masumi per cui ne deduco che non siano anime gemelle.
    Del resto la stessa Tsukikage dice più volte che loro due sono stati anime gemelle sul palcoscenico e anche Ichiren sottolinea che sul palco loro saranno sempre uniti. Cioè non si esce mai dall'ambito teatrale.
    Io penso che la Tsukikage fosse anche consapevole di questo e infatti dice che è difficile trovare la propria anima gemella nella realtà...
    Comunque sicuramente la Tsukikage avrà avuto fama e successo, ma non ha certamente avuto una vita felice avendo perso l'uomo che amava in quel modo poi, proprio nel momento in cui si erano messi insieme,,per non parlare del passato, dell'infanzia difficile, dell'incidente al volto, ect :sudo:
    Io credo che quando diceva che Maya doveva vivere in solitudine per riuscire a trovare la propria strada d'attrice facesse riferimento proprio alla sua vita passata e a come si sia dovuta aggrappare con tutta sé stessa alla recitazione per diventare qualcuno nella vita... Molto egoistico direi,ma sicuramente efficace.

    In merito ad Ayumi invece direi che in questo volume e nel successivo viene fuori secondo me il vero carattere di questo personaggio! E permettetemi anche di dire "alla faccia dell'amicizia"!!!! :sudo:
    Molte tra voi vedono tra Ayumi e Maya amicizia... io sarò in minoranza, ma non vedo alcuna amicizia, certo rispetto, certo ammirazione, probabilmente anche affetto nato da tante esperienze comuni, ma amicizia io proprio non ne vedo e in questo volume viene fuori tutta la supponenza e l'anima snob della cara Ayumi :mbeh:
    Basta vedere come sogghigna, prendendo in giro, quando Maya risponde ingenuamente alle domande della Tsukikage o la maniera acida in cui risponde a Maya in alcune circostanze. È vero che Ayumi è un bel personaggio, una bella antagonista, leale (fatta eccezione per questo episodio del ponte, ma ciò la rende umana), sincera, ect... E io do merito alla Miuchi di essere riuscita a creare una storia così articolata e ricca di personaggi ed eventi contrapposti senza tuttavia mai renderne odioso nessuno (fatto salvo per alcuni personaggi di passaggio o per Onodera e poi la pazza :taccid: ). Tutti i personaggi che ruotano attorno a Maya o Masumi (Ayumi, Sakurakoji, ect) sono dotati di valori umani e di simpatia, spesso nei manga vediamo delle esagerazioni in tal senso, gli antagonisti vengono inaspriti, incattiviti, resi odiosi e insopportabili... Qui invece non riesci a pensare male di Ayumi o di Sakurakoji, per quanto uno non li adori, sicuramente non li può odiare e questa è una grande dote dell'autrice perché non ha bisogno di attorniare i suoi protagonisti da personaggi scadenti perché i suoi protagonisti sono vincenti lo stesso :rolleyes:
    Tuttavia io pur non odiando Ayumi e pur dandole tutti i meriti che ha, la trovo a tratti pesante da mandare giù, troppo saccente, troppo elevata su un piedistallo. E per quanto lei si comporti sempre in modo ineccepibile, in questo volume invece a mio avviso per la prima volta mostra un'anima meno nobile, più aderente alla signorina di buona famiglia abituata a essere sempre la prima della classe, in poche parole esce ai miei occhi, fortemente antipatica :uff:

    Voto al volume: 8
     
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    (rosa gialla)

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    Riguardo all'amicizia tra le due, credo che se vista da un punto di vista giapponese, in qualche modo, questa ci sia.
    Certo, non una forma di amicizia come quella tra Maya e Rei, ma una fatta di rispetto e di comunità di intenti.
    I Giapponesi si lasciano spesso andare a questo genere di rapporti, difficilmente rilevabili negli occidentali.
    A mio avviso hanno un loro fascino e, seppur non dettati dalla costante frequenza, hanno dalla loro la capacità di durare anche in eterno, nonostante non ci si veda o senta per lunghissimo tempo.
    E' un aspetto che mi affascina molto. :)

    Sulle anime gemelle, credo che probabilmente la Tsukikage e Ichiren, fossero più due anime affini. Destinate comunque ad incontrarsi più volte e sotto varie vesti. Si tratta comunque di un filo invisibile che lega due anime, vita dopo vita.
    Ma si, concordo anche io sul fatto che non ci sia un vero parallelismo (a parte che nella sfortuna, e speriamo che anche su questo ci si discosti presto) tra la loro storia e quella di Maya e Masumi.
     
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  11. fedeguess
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    La signora Tsukikage si sente male e sogna la sua vita,infatti in questo volumetto viene raccontata tutta la storia di Chigusa e di come ha conosciuto Ichiren e,di come è arrivata alla dea scarlatta.
    La devozione e l'amore che Chigusa prova nei confronti del suo maestro sono veramente ammirevoli,peccato che alla fine dopo tanti anni di attesa i due fanno l'amore e poi Ichiren si suicida subito dopo,lasciando a Chigusa i diritti della ds,che magra consolazione.
    La storia fra i due finisce in modo veramente agghiacciante! :sciok:
    In questo volumetto è ancora più evidente che è Maya a dover interpretare la dea scarlatta,perchè è lei la dea.
    Non so a voi ma a me il pezzo in cui Maya prova a recitare le battute della dea e spalanca la bocca facendo ohooo mi ha fatto ridere a crepapelle.
    Comunque,ci sono rimasta male per Ayumi era sempre stata un avversaria leale e invece adesso fa salire Maya sul ponte marcio... Della serie io non ho visto e sentito niente.
    Voto al volume 8

    Edited by fedeguess - 27/4/2018, 00:39
     
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    Da fan di Ayumi il mio cuore piange per lei in questo volume. :swee:
    Ho le mie teorie circa le aspettative della Tsuki sulle due ragazze e credo che in questi volumi stessero iniziando a verificarsi. :hu:
    ...Ma il manga prosegue e sappiamo che "il sogno di Ayumi" non si infrange qui, quindi continuo a sperare in un lieto fine anche per lei; magari con la scelta di un doppio cast o il ruolo a lei e il presidente a Maya (oppure Hamil a raccogliere i cocci...). So di essere in minoranza :ehee: , ma semplicemente vorrei una forma di gratificazione un po' per tutti e quattro i protagonisti, perché non é solo Maya a rendere stupenda questa serie. :yea:

    Credo che, nello studio della Dea, Ayumi abbia seguito l'ordine che la Tsuki si aspettava da loro: il primo giorno ha iniziato a comprendere il significato delle battute della dea; il secondo giorno - nella valle con le compagnie Unicorno/Tsukikage - ha cominciato a lavorare sull'immedesimazione nella dea (in modo per ora superficiale ed erroneo).
    Nell'immedesimazione non é ancora riuscita, infatti ha interpretato la trasformazione in uno spirito; non ha reso la magnificenza e la dignitá di una dea... Ma la cecitá dei volumi successivi potrebbe aiutarla in tal senso.

    Maya invece é uscita dagli schemi: istintivamente ha saltato la prima fase (la comprensione delle battute) e ha cercato da subito l'immedesimazione. Da lí, in sintonia con il cuore della dea, il giorno dopo le é comunque risultato naturale comprendere anche il significato delle battute.
    Con facilitá, per ora si porta avanti rispetto ad Ayumi.

    Credo che la comprensione del testo sia particolarmente importante in quest'opera. :bara:
    Mi pare sottinteso che Ichiren abbia scritto La Dea Scarlatta in risposta alla seconda guerra mondiale - dopo aver perso tutto - probabilmente per mandare un messaggio d'amore, di pace, di comunione col creato agli spettatori.
    Per questo per lui é tanto importante la messa in scena di quest'opera: é la risposta che lui ha trovato, per sopravvivere, alla violenza nel mondo; ed é fondamentale per Ichiren che l'attrice protagonista esprima la sua anima, funga da tramite tra lui e il pubblico, trasmettendo le conclusioni a cui lui é giunto dinanzi al dolore e all'odio sulla Terra.
    Da qui anche parte dell'importanza della Tsuki per lui...

    Del flashback di Chigusa ho giá parlato altrove, ma volevo aggiungere che mi ha colpito molto l'immagine del ramo di susino stroncato, quando il riflettore è caduto sulla testa della Tsuki... infrangendo cosí anche l'unica possibilitá che le era rimasta di ricongiungersi sul palco all'anima dell'amato. :commozz:

    L'interpretazione della dea di Chigusa, nel flashback, mi ha fatto pensare alle teorie olistiche (di alcune filosofie) sull'elevazione dell'anima e i suoi 7 piani di esistenza.
    É come se la Tsuki avesse raggiunto i piani piú alti e avesse preso coscienza -intuitivamente, tramite elevazione - di essere tutt'uno col mondo, istintivamente consapevole del suo passato e presente.

    Mi é venuto inoltre da chiedermi se quegli incontri con Ichiren che la Tsuki vede in sogno non siano in realtá tentativi da parte dell'anima di Ichiren di mettersi in contatto con lei tramite i sogni...

    Mi sono piaciute molto anche queste parole della Tsuki:
    "Ho fatto un sogno! Un lungo sogno... Chissá se é vero, come dicono, che in punto di morte si ripercorre la propria vita?"
    ... Mi hanno fatto venire i brividi.

    Per me comunque c'era un evidente parallelismo pure tra Masumi ed Eisuke (oltre che tra Masumi e Ichiren):
    entrambi rimangono stregati dall'interpretazione di un'attrice,
    come ammiratori le mandano fiori e regali (anche se Chigusa al contrario di Maya li rifiuta),
    la considerano la loro dea scarlatta,
    cercano di strappare i diritti al maestro dell'amata e di portare lei nella loro casa di produzione,
    fanno fallire la compagnia dell'amata;
    per un periodo riescono a produrla e in quella fase finiscono per farsi odiare da lei e decretano indirettamente la morte di una persona a lei cara (Ichiren e Haru),
    Da lí entrano in un loop senza fine di rimorso.

    Edited by Sacchan120 - 30/7/2019, 19:49
     
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    Sempre molto interessanti le tue analisi.
    La Dea Scarlatta non è per nulla un'opera semplice; è impregnata di significati profondi e misticismo, a un tale livello che forse va oltre la semplice realizzazione di un manga, e credo davvero che per la Miuchi sia molto importante questa parte della storia; sarà interessante vedere come la svilupperà, se mai lo farà...

    Il significato di certe battute è davvero astruso, ma forse alcune cose non è possibile spiegarle, bisogna sentirle col cuore e basta.

    Anche io spero in una gratificazione per Ayumi, ma non so quale potrà essere: una doppia rappresentazione? Mi sembra poco probabile, cioè, è un espediente che la Miuchi ha già usato e non credo che si ripeterà... oppure sì?
    E' più probabile che vengano ingaggiate entrambe per la stessa rappresentazione (ho pensato ad Akoya/Maya e la Dea/Ayumi o viceversa?) ma sto ipotizzando.

    La frase citata della Tzuki aveva colpito anche me e mi ha fatto pensare ai casi di pre-morte, (fenomeni documentati, esistono libri a riguardo) persone che vengono dichiarate morte per pochi minuti, vengono poi rianimate e al loro risveglio dicono di avere visto la loro esistenza passargli davanti... altro elemento trascendentale, la Miuchi attinge a piene mani a questi elementi...

    non ho ben presente le teorie olistiche di cui parli, ma ho pensato anch'io a qualcosa del genere, l'anima della Dea in comunione con tutto, addirittura che la sua essenza faccia parte di ogni cosa vivente.
     
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    CITAZIONE (ScarLett BLu @ 31/7/2019, 14:56) 
    Sempre molto interessanti le tue analisi.
    La Dea Scarlatta non è per nulla un'opera semplice; è impregnata di significati profondi e misticismo, a un tale livello che forse va oltre la semplice realizzazione di un manga, e credo davvero che per la Miuchi sia molto importante questa parte della storia; sarà interessante vedere come la svilupperà, se mai lo farà...

    Ti ringrazio per la gentilezza! :smac:

    La cosa che mi colpisce di piú di quest'opera sono le profonde convinzioni della Miuchi. Penso che rivelino una gran cuore da parte dell'autrice. Dev'essere una cosa stupenda credere cosí fermamente nell'amore per il creato.
    É bello anche che cerchi di trasmettere questo messaggio ai lettori, perché é vero che al giorno d'oggi diamo un po' troppe cose per scontato, soprattutto per quanto riguarda la natura (che danneggiamo in continuazione, senza fermarci a riflettere su quanto ci offra davvero in continuazione) e il rispetto verso il prossimo (troppo odio e troppa violenza gratuiti nel nostro mondo).
    E ovviamente riconduce tutte queste meraviglie del mondo e quest'amore ad un'unica entitá superiore. Dev'essere davvero, davvero bello essere cosí religiosi. Ammiro la sua visione della vita. La Miuchi é una lumacona, ma una lumacona dall'animo nobile, niente da dire. :cici:

    CITAZIONE (ScarLett BLu @ 31/7/2019, 14:56) 
    Il significato di certe battute è davvero astruso, ma forse alcune cose non è possibile spiegarle, bisogna sentirle col cuore e basta.

    Sará divertente cercare di capirci qualcosa. Per ora non ricordo niente della messa in scena della Tsuki, haha. :lol:

    Sul significato dell'incipit sono d'accordo con Ayumi: la dea si sveglia avvertendo l'odio e il dolore nel mondo degli uomini, dovuto allo scontrarsi dei due eserciti (i due vortici, il turbine rosso e il turbine bianco), e sentendo la rabbia che questi scontri provocano tra gli spiriti della natura, ormai violata.
    Gli uomini continuano a morire (le perle della vita svaniscono) e la dea e gli spiriti si meravigliano che proprio gli uomini che sono stati creati dagli dei non credano nell'esistenza delle divinitá. Gli umani credono solo in ció che vedono, non avvertono la presenza e l'amore degli dei nei doni dell'acqua, del fuoco, della terra e dell'aria. Al contrario, diffondono l'odio spianando la strada al diavolo sulla Terra.
    La dea, che ora risiede nell'albero di susino, é colei che con le sue forze fa nascere e crescere tutte le creature del mondo.

    CITAZIONE (ScarLett BLu @ 31/7/2019, 14:56) 
    Anche io spero in una gratificazione per Ayumi, ma non so quale potrà essere: una doppia rappresentazione? Mi sembra poco probabile, cioè, è un espediente che la Miuchi ha già usato e non credo che si ripeterà... oppure sì?
    E' più probabile che vengano ingaggiate entrambe per la stessa rappresentazione (ho pensato ad Akoya/Maya e la Dea/Ayumi o viceversa?) ma sto ipotizzando.

    Io quasi quasi mi aspetto qualcosa di strano, del tipo che Maya rinunci al ruolo, ritenendosi soddisfatta di averlo recitato una volta, e Ayumi si senta comunque gratificata che Maya e la Tsuki la ritengano degna di intepretare la parte definitiva.
    In alternativa forse accadrá qualcosa di temporaneo a Masumi per cui Maya non si presenterá (o si toglierá "la maschera di vetro" a metá dell'intepretazione allo Shuttle X), facendo vincere Ayumi, ma col pubblico che rivedrá in lei e Masumi quell'amore supremo di cui parla l'opera.
    Ci sarebbe pure un parallelismo tra il sacrificio della dea che si lascia uccidere per amore e Maya che sacrifica il ruolo per amore, in questo modo...
    Alla teoria del doppio cast e alla suddivisione dei ruoli Akoya/DS (che sarebbero in pratica i miei finali ideali) credo poco per alcune affermazioni che mi pare abbia fatto la Miuchi su intervista... ma magari sono io che ho ricamato troppo sulle sue parole. :dubb:

    CITAZIONE (ScarLett BLu @ 31/7/2019, 14:56) 
    La frase citata della Tzuki aveva colpito anche me e mi ha fatto pensare ai casi di pre-morte, (fenomeni documentati, esistono libri a riguardo) persone che vengono dichiarate morte per pochi minuti, vengono poi rianimate e al loro risveglio dicono di avere visto la loro esistenza passargli davanti... altro elemento trascendentale, la Miuchi attinge a piene mani a questi elementi...

    non ho ben presente le teorie olistiche di cui parli, ma ho pensato anch'io a qualcosa del genere, l'anima della Dea in comunione con tutto, addirittura che la sua essenza faccia parte di ogni cosa vivente.

    Non sono informatissima, ma in pratica secondo le teorie olistiche esistono diverse realtá attorno a noi.
    L'anima umana é in grado di percepire lo spazio e il tempo, ma per esempio ci sarebbe la possibilitá di vedere anche i sentimenti, ecc, a seconda del grado di elevazione raggiunto dall'anima, facendo esperienze di vita a forza di reincarnarsi. Ai gradi piú alti si puó diventare improvvisamente consapevoli dell'origine del mondo, della storia della civiltá e conoscere non piú solo passato e presente, ma anche futuro.
    Se la Miuchi si é rifatta a queste teorie ovviamente ha aggiunto un bel pizzico di fantasia, perché penso che sia superdifficile arrivare a queste consapevolezze per l'anima umana sulla Terra. :lol:
     
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13 replies since 7/1/2010, 18:45   3379 views
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