La fiamma di San Valentino

partecipante al contest Le rose di San Valentino

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    Titolo:
    "La fiamma di San Valentino"

    Autore: elyhayami

    Protagonisti: Maya, Masumi ed altri

    Breve Descrizione: un San Valentino agitato per Masumi...

    Numero di Capitoli: Oneshot

    Contiene Spoiler: No

    Contenuti Erotici: No





    Era appena rientrata a casa.
    Le prove per la rappresentazione erano andate piuttosto bene anche se continuava a mancare qualcosa… forse la metà della sua anima, la sua anima gemella.
    Guardava distratta fuori dalla finestra, in un freddo giorno di febbraio… l’indomani sarebbe stata la festa degli innamorati.
    Dopo il colloquio con la sua maestra, la signora Tzukikage, si era sentita sollevata e al tempo stesso turbata…
    Cosa poteva esserci di così grave da spingere l'uomo che amava a comportarsi come si era comportato, freddamente, come se non si fossero detti niente, come se il tempo passato sulla nave Astoria non fosse mai stato? "Per il mio bene..." Pensò ad alta voce... "Ma adesso basta! Maya, è ora di agire..." Continuò, guardandosi allo specchio, con gli occhi che le brillavano di una nuova luce. Dopo tanti anni in cui il suo adorato ammiratore le era stato accanto, non facendole mai mancare nulla, ora toccava a lei... Almeno, avrebbe dovuto provare...
    In quel momento, sentì aprirsi il chiavistello della porta. Era Rei...
    Doveva parlarle, raccontarle ogni cosa, e farla partecipe della sua idea.
    "Rei..."
    "Ciao Maya… Cosa c'è? Hai una faccia!"
    "Debbo parlarti..."
    "Mi stai mettendo ansia... "
    "Posso dirlo solo a te Rei... Solo tu potrai capire, tu sola, che per prima avevi capito meglio di me ogni cosa!"
    "Ti ascolto..." Le disse l'amica, scostando una sedia dal tavolo e sedendosi.
    Le raccontò allora ogni cosa, dalla scoperta dell'identità del suo amato ammiratore alla notte al tempio nella valle dei susini, dall'aggressione fuori la Daito al tempo trascorso sull'Astoria. Delle promesse, delle richieste, degli inviti... E di come l'aveva poi trattata l'ultima volta che lo aveva visto, e di quello che la maestra le aveva, in seguito, detto. Tutto Maya riuscì ad aprire al cuore di Rei, che a volte sognante, a volte preoccupata, l'ascoltò rapita, senza mai interromperla.
    Alla fine del soliloquio di Maya, Rei restò per un minuto in silenzio, con gli occhi sbarrati per la sorpresa, fino a quando scoppiò in una grande e liberatoria risata che lasciò Maya esterrefatta. "Lo sapevo, io! Lo sapevo! Quell'uomo è un grande! Troppe cortesie, troppi favori... Ma a me non l'ha fatta... O quasi... Maya, che emozione!" Disse all'amica, addolcendo lo sguardo.
    "Ho deciso di fare qualcosa io, ora... E dovrai farmi un piccolo favore, Rei..."
    "Cosa hai in mente di preciso?"


    La signorina Mizuki era solita passare la sua pausa pranzo presso una caffetteria appena dietro l’angolo dall'entrata della Daito. Era un piccolo locale, molto carino e riservato. Riservato, appunto… quello che le serviva era un po’ di tranquillità nel poco tempo di pausa che aveva, e lì la trovava. Mentre sorseggiava il suo caffè, si ritrovò ancora una volta a pensare a ciò a cui aveva assistito qualche giorno prima, a quello che poi aveva capito essere successo tra il suo capo e Maya.
    "Signorina Mizuki!"
    "Maya!" La protagonista dei suoi pensieri si era materializzata davanti a lei.
    "Come stai?" Le chiese, chinando appena la testa, sinceramente preoccupata...
    "Sto bene, grazie!" "Le rispose, sorridendo allegramente.
    " Bene... Io ti ho vista così..."
    "Lo so... Ma ora no..."
    "Non volevo crederci, all'inizio... Allora il semaforo è diventato verde, alla fine!" Disse, sorridendo.
    "Non capisco... Cosa intende?"
    "Oh, nulla... Dimmi, come mai sei qui?"
    "Signorina Mizuki, ho scoperto chi è il mio ammiratore...”
    “Davvero?” chiese lei stupita.
    “Si… E adesso le chiedo: lei sa chi è? Lo sa vero? D'altronde lavora per lui da molti anni..." La guardò con aria pacata, senza tentennamenti...
    L'opposto di Mizuki, che invece rimase basita dall'affermazione e dalla sicurezza di Maya.
    "Ma come...? Cosa...?"
    "Colpa sua, non si preoccupi, ha scritto una cosa per congratularsi con me che solo lui poteva sapere... sento di potermi fidare di lei, è stata così buona con me, sempre..." Le disse, prendendole le mani. "Adesso però ho bisogno del suo aiuto e del suo silenzio...

    Mio adorato ammiratore,
    sono molti anni ormai che mi segui. Mi hai visto crescere, mi hai visto vincere e perdere, mi hai sostenuta quando più ne avevo bisogno, hai scommesso su di me, spesso...
    Ora però debbo salutarti...
    Mi sono innamorata.
    Mi sono innamorata di un uomo di undici anni più grande di me. Un uomo di un ceto sociale di molto superiore al mio, un uomo d'affari, che probabilmente non mi amerà mai, che mi ha usata, che mi ha fatto credere di essere importante per lui e che invece poi mi ha abbandonata… un passatempo…
    Non come te...
    Io non riesco più ad essere la Dea, Akoia non è in me...
    Ho deciso di farla finita.
    Lei mi comprenderà... È per il mio bene e per quello del mio amato...
    Per sempre sua,
    Maya.


    Il messaggio era chiuso a pergamena in una piccola scatola di color lilla, profumata, accompagnata da una candela a forma di rosa, viola: Maya l’aveva data a Hijiri per consegnarla all'ammiratore.
    Mentre leggeva cominciò a tremare. All’inizio non voleva saperne: era il giorno di San Valentino, sicuramente Maya avrebbe mandato cioccolata al suo adorato ammiratore, con l’intento di addolcirlo per poi incontrarlo.
    Leggeva e rileggeva, come se non avesse capito, come se avesse sbagliato.
    Questo era troppo... La piccola Maya, quella ragazzina che lo aveva fatto rivivere, che invidiava, che aveva passato le peggiori prove, la donna che amava, adesso stava buttando la sua vita per lui...
    "No! Hijiri, presto, vai a casa di Maya! Vuole fare una pazzia!"
    "Ma cosa dice?" Chiese il suo fidato collaboratore, mentre lui, porgendogli la lettera, passava le mani tra i capelli, nervosamente, disperato.
    "Ma... Sta parlando di lei! Signor Masumi..." Lo disse con stupore prima, ma realizzando un certo pericolo, poi.
    "Ora dobbiamo pensare a lei! Andiamo, dai!"


    Quando Rei apri la porta, realizzò che il piano di Maya stava andando avanti. Aveva già avuto modo di scoprire chi fosse il Hijiri e fece ciò che l'amica le aveva chiesto.
    "Questa è per l'ammiratore... Maya mi ha chiesto di darla a lei... “
    “Signorina… mi scusi…”
    “Non ho altro da dirle!" Gli porse una scatolina lilla.
    “Ma signorina… Lei è in casa?”
    “Mi scusi, ma Maya mi ha detto di darle questo… è uscita, mi ha salutata… in modo strano, veramente” Mentre lo diceva si guardava attorno, pensierosa, portando il dito indice sulla bocca.
    Hijiri non disse più una parola, salutò di corsa ed allo stesso modo tornò all'auto dove Masumi aspettava impaziente. Con estremo nervosismo e con una certa frenesia, aprì il pacchetto. Prendendo in mano la candela a forma di rosa viola e la piccola pergamena, cominciò a leggere...

    Mio caro ammiratore,
    Non devi preoccuparti per me...
    Passerò da mia madre, per un ultimo saluto.
    Lascerò rose dove le hai già lasciate tu.
    Non essere triste per me, io ho deciso cosa fare, ho capito che debbo finire qui quella che è stata la mia vita finora... E ne sono felice, sono serena, credimi...
    Maya


    "Andiamo al cimitero, svelto!"

    Il viaggio verso la tomba di Haru gli sembrò infinito... Non aveva mai provato tanta paura. La vita di Maya era troppo preziosa per lui. Aveva sbagliato ancora. Credeva di proteggerla non occupandosi più di lei,
    facendole credere che non provava nulla per lei. Aveva ottenuto il peggio.
    Se non fosse arrivato in tempo il disprezzo per se stesso sarebbe arrivato perfino oltre a quello provato dopo la morte di Haru, la madre della persona che più amava al mondo e per la quale si riteneva responsabile...
    "Siamo arrivati..."
    Le parole di Hijiri lo risvegliarono dai suoi pensieri.
    "Vado io, aspettami qui " gridò, mentre usciva di corsa dall'auto. Sapeva bene dove andare... Fece le scale a tre alla volta ed in un batter d'occhio fu davanti la tomba. Era colma di rose viola, ma stavolta non era stato lui a portarle. Un'altra scatolina lilla lo attendeva. In preda al delirio, la aprì subito:

    Mio caro ammiratore,
    Lo so, non desisti! Non lo hai mai fatto in tutti questi anni...
    Ma ti prego... Io ho deciso.
    Ho pensato di passare dalla mia maestra, un'ultima volta...
    Vorrei andare anche da lui: ancora una volta vorrei vederlo, i suoi occhi, le sue braccia...
    Gli lascerò una rosa. Non me ne vorrai.


    "Di corsa alla Daito!" Fece in tempo ad urlare, mentre saliva sull'auto già accesa.
    "Ma che cavolo succede?" Pensava. Non gli tornavano i conti, non riusciva a capire. Cosa stava facendo Maya? Una caccia al tesoro? Lo stava forse ricattando per sapere chi fosse, in realtà? Cosa significavano quelle candele? "Strano... È tutto così strano!" Disse, piegandosi sulle ginocchia con le mani sulla testa. I pensieri si muovevano vorticosamente, doveva riuscire a fermarli, a riprendere il controllo e respirare.
    Arrivati al maestoso edificio della Daito, come una furia, entrò senza badare a niente e nessuno, mentre i vari impiegati si chiedevano cosa mai fosse successo in ufficio di così grave o quale importante affare stesse sfumando... Hijiri gli fu subito dietro, ma senza farsi notare, ombra quale era.
    Masumi spalancò la porta. Mizuki capì.
    "È passata Maya... Ha lasciato questa per lei… mi è sembrata strana… " Gli disse, cercando il più possibile di recitare il ruolo che le era stato affidato, mentre le porgeva una rosa viola “mi è sembrato che stesse partendo, sembrava un addio…” rincarò la dose, voltandosi subito per non far trapelare un’altra realtà.
    Masumi non diceva più nulla, elaborava la questione, trovandola sempre più ingarbugliata.
    Decise allora di andare dalla Sensei Tzukikage.
    “Annulli tutti gli appuntamenti di oggi… guardi, anche quelli di domani! Devo trovarla!” Ordinò a Mizuki, prendendo il soprabito ed uscendo veloce, così come era arrivato.
    Mizuki sorrise sorniona e tornò al suo lavoro.

    Genzo sentì suonare con forza il campanello del cancello principale. Dalla finestra vide il signor Hayami in preda ad una crisi di nervi.
    “E’ arrivato, signora!”
    “Bene, fallo entrare”. La maestra era rimasta stupita quando Maya tornò da lei per chiederle un favore. E non era stupita del fatto di scoprire chi fosse colui che Maya amava, quanto da quello che aveva in mente la sua pupilla per il suo amore. Ma la sua Akoya ne avrebbe giovato, e di molto, perciò non si fece pregare più di tanto.
    “Signor Hayami, qual buon vento?”
    “Signora Tuzikage, mi dica, Maya è passata da lei? Come l’ha vista? Ha lascito qualcosa per me, no… per il suo ammiratore?” Ormai non gli importava più nascondere l’identità dell’ammiratore: se era questo che Maya voleva, pur di vederla viva, l’avrebbe avuto!
    “Si, in effetti è passata… è venuta a salutarmi, non so perché mi sembrava un addio, ma lei ha la dimostrazione a giorni! Ha lasciato questa per l’ammiratore segreto, quello che le regala le rose viole…” disse, voltandosi verso il tavolo e prendendo la solita scatoletta lilla.
    “Me la dia!” Urlò, mentre cercava di prenderlo dalle mani della signora.
    “Assolutamente no! Non è per lei!” Gli rispose lei, scansandola appena in tempo.
    “Ma non capisce! Vuole fare una pazzia!” Le disse, implorandola.
    “Ma io debbo darla all’ammiratore… Le ho promesso questo! Una promessa è una promessa!”
    “Ma… ma… sono io l’ammiratore! Per favore!”
    “Cosa? Lei?” Fece la donna, con aria sbalordita e tono grave, che solo una grande attrice quale era stata poteva esternare.
    “Si.. sono io… e la amo… ricorda quando sono venuto a chiederle delle anime gemelle? Si, ma ora non c’è tempo! Me la dia!” Riuscendo infine a strapparla, senza troppa fatica, dalle mani della signora, che con aria basita e rassegnata, continuava con il copione che ben sapeva interpretare.

    Mio caro ammiratore,
    sei arrivato sin dalla mia Sensei! Mi vuoi bene davvero! Grazie di tutto l’affetto che mi stai dimostrando, per tutto l’affetto che in questi anni mi hai concesso.
    Ora vado a riposare, vado a cambiare il corso degli eventi, torno lì, dove ho capito di essere innamorata di quell’uomo che mai potrò avere. In quel tempio dove ci siamo trovati, dove ho dormito tra le sue braccia, nella valle dove gli ho rappresentato i miei sentimenti, dove in un sogno le nostre anime si sono toccate.
    Solo lui sa dove si trova… Quindi ora ti saluto definitivamente.
    Non preoccuparti più per me, io starò meglio.
    Ogni tanto, però, pensa a me…
    Maya


    Senza dire una parola, con un’altra candela viola a forma di rosa in mano, scappò via, lasciando Genzo e la Sensei a sorridere meravigliati. “La sua anima gemella…” pensò la Tzukikage, “non l’avrei mai immaginato” e scoppiò in una risata malinconica, con una lacrima che le solcava il viso, in ricordo del suo amato.

    Arrivò nella Valle dei Susini verso sera. Era la sera di San Valentino. Aveva detto al suo braccio destro che solo lui poteva andare, solo lui sapeva dove cercarla. Dal canto suo Hijiri si rese conto che si era perso un bel po’ di novità… Altroché coltellini affilati, altroché ciuffi mozzati… E lui che si era tanto arrabattato per portarlo a lei… Ormai non serviva più. “E speriamo bene” si trovò a pensare, “speriamo che non facciamo danni, quei due…”
    Masumi riuscì a trovare subito, senza problemi, il tempio. Quella notte era rimasta bene impressa nella sua mente e sul suo soprabito. L’odore di lei lo aveva impregnato per giorni e non era più riuscito a togliersi quel profumo dalla mente. Il suo profumo. Che ora rischiava di non sentire più.
    Vide le luci accese, quasi sfondò la porta per entrare. Ciò che vide lo lasciò senza fiato: il tempio era pregno di candele, la cui luce riscaldava quell’ambiente che lui ricordava tanto freddo.
    Maya era di spalle, guardava le scritte sui quadri lungo il bordo del soffitto… quelle della Dea Scarlatta. Si voltò di scatto e lo guardò stupita.
    Tirando un sospiro di sollievo nel vederla viva e vegeta, non riuscì a trattenere, comunque, un moto di rabbia che lo fece esplodere “Ragazzina, che cavolo combini!” Le urlò, avvicinandosi a lei e prendendola per le spalle, scuotendola appena. “Che cosa vuoi fare? Che significa tutto questo?” Chiese, guardandosi attorno, calmandosi, cercando di realizzare il perché Maya non era né stupita di vederlo ed il perché di tutte quelle candele a forma di rosa, di colore viola, accese.
    In effetti Maya, dopo l’iniziale stupore per l’irruenza con la quale Masumi aveva aperto la porta, rimase piuttosto indifferente. Aveva gli occhi determinati, questo si, quella luce che Masumi conosceva bene.
    “Ha portato le altre candele?”
    “Co… cosa?” Lasciando la presa sulle spalle di Maya, la guardava inebetito, facendosi mille domande…
    Intanto prese dalla tasca le tre candele, guardandole prima e porgendole a Maya poi.
    “Sapevo che le avrebbe portate!” Le prese, sorridendo, di quel sorriso infantile che solo lei aveva.
    Si avvicinò alle altre candele accese, quindi, ponendole nel punto dove mancavano, una nicchia lasciata volutamente scura, si voltò verso di lui: “Quando siamo stati qui, l’altra volta, le ho donato un ramo di susino… ricorda?”
    Masumi riuscì a malapena ad annuire, senza riuscire a proferire parola.
    “Ora queste tre candele rappresentano i miei sentimenti: la prima, la fiamma della passione terrena” ed accese la prima. “La seconda, il tempo… ” accendendone un’altra “ed infine la terza, la completezza…”disse, unendo le tre candele, formando un’unica grande fiamma che fece della nicchia il punto più luminoso del tempio.
    Si voltò ancora a lui, con modi suadenti, determinata “Signor Hayami, questa sera, nel giorno dedicato agli innamorati, ho deciso di farla finita: ma non parlo della mia vita, stia tranquillo, parlo del mio amore, del mio amore…” Tutta la determinazione mostrata fino ad allora venne meno… una lacrima le solcò il viso, mentre abbassava lo sguardo, colta da improvviso timore.
    Masumi, riuscendo a ritrovare parte del suo aplomb, si piegò leggermente, le prese il mento con due dita, alzandolo dolcemente, guardandola con tenerezza negli occhi “I tuoi sentimenti ragazzina? Mi hai fatto prendere un colpo oggi!” Le parlò severo, indurendo per un momento lo sguardo. Quindi alzò le spalle e con aria triste le disse “I tuoi sentimenti… per l’ammiratore? Perché sono l’ammiratore… il tanto amato ammiratore…”
    “No…” rispose Maya, di nuovo con quella luce negli occhi “non perché lei è l’ammiratore, ma perché l’ammiratore è lei… se amo l’ammiratore è solo perché è Masumi Hayami e non viceversa!”
    “Non lo so…” Masumi si voltò, con aria stanca, volgendosi alle scritte della Dea…
    “Ecco, appunto, è per questo che sono qui, stasera! Non le regalo cioccolata, non la porto in una sala caffè di un centro Takashimaya… Non riesco a trovare la mia Akoya, se non trovo il mio amore… “ disse, avvicinandosi a lui, sconsolata… “Ma se lei non prova i miei stessi sentimenti, allora la farò finita con questa fiamma che mi arde dentro…” disse, voltandosi appena, indicando la nicchia lucente.
    Masumi la guardò allora con dolcezza: quel sentimento che sentiva, quelle parole, non potevano essere il capriccio di una ragazzina infatuata di un ammiratore… lo vedeva nei suoi occhi, lo sentiva nel suo cuore.
    “Non bastavano due cioccolatini?” disse infine lui, tirandola per un braccio, come qualche tempo prima, in quel luogo, ma con un epilogo diverso: la strinse a sé, la guardò dritta negli occhi lucenti ed innamorati ed infine la baciò. Il bacio più atteso, il bacio più anelato… finalmente, il bacio.
    E fu di nuovo come qualche tempo prima: le loro anime si alzarono unite in un vortice leggero, si trovarono, si toccarono, ma stavolta si ritrovarono abbracciati e felici, per niente scossi… solo felici.
    “Andiamo… Izu ci aspetta… siamo in un tempio, non è il caso… ” La prese per la mano, sorridente come non mai, trascinandola fuori dal tempio “dovrai spiegarmi un bel po’ di cose, ragazzina… Maya… ti avevo promesso di chiamarti solo Maya… ma ne abbiamo di tempo!”

    Mentre le candele nel tempio si spegnevano una ad una, ad Izu, una nuova, unica, antica fiamma ardeva prepotente. Un nuovo inizio, una nuova vita.
     
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    (rosa scarlatta)

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    Letta tutta d'un fiato. Molto bella, complimenti
     
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  3. Stregatto Astratto
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    Che bella!!!! stò ancora sospirando!!!! :languo:
     
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  4. Nak84
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    Bellissima e originalissima!!! Complimenti!😁😁😁
     
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  5. clare1980
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    Bravissima , come dire breve ma intensa complimenti ! :clap: :clap: :clap: :clap:
     
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    (rosa)

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    È bellissima storia. Complimenti!
    :bara: :bara:
     
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    (orchidea)

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    Bella bella storia complimenti
     
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    (rosa bianca)

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    Grazie a tutte ragazze :emoz:
     
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    molto bella particolare e delicata...complimenti :emoz: :yea:
     
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    (margherita)

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    Molto originale...avrei letto volentieri il seguito a Izu :ooo:
     
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    Bella , Maya che Tira pazzo Masumi formidabile ... complimenti
     
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    (mughetto)

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    Racconto originale… una Maya che osa…
    Idea curiosa! Mi piace! :clap:
     
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    Masumi aveva proprio bisogno di un bello scossone :isteric:
    Effetto raggiunto!
    Brava :ghgh:
     
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    (rosa bianca)

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    Grazie... vi ringrazio dopo tanto, ma sono contenta vi sia piaciuta! :bara:
     
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    Cara Ely hai scritto questa storia 8 anni fa e io non l'avevo mai letta :deadd: che disastro sono :ehee:
    Carina l'idea di prendere in contropiede Masumi che probabilmente altrimenti non si sarebbe mai mosso :uhmm: e grazie anche all'aiuto e alla complicità degli altri Maya riesce nel suo intento, farlo svelare finalmente, brava :clap:

    Grazie :bara:
     
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15 replies since 16/2/2016, 11:24   2352 views
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