Ultima fermata per l'amore

Non tutte le nuvole sono passeggere - (Racconto originale)

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    (girasole)

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    CAP.3

    L’indomani si alzò veramente a fatica: l’aperitivo si era evoluto in cena e poi ne era seguito un dopocena con rinforzo.

    La testa le sembrava pesante come un pallone pieno di sabbia e ad ogni movimento doveva attendere che la sabbia scivolasse nella giusta direzione prima di poterne compiere un altro e di nuovo attendere che ogni granello rotolasse al posto giusto, ma non poteva ritardare…non quando c’era “Lui” che avrebbe ovviamente portato la situazione a suo vantaggio e avrebbe evidenziato le sue mancanze.

    Si lavò e preparò in maniera accurata, “Lui” come preannunciato, avrebbe avuto il suo “seguito” perfettamente stirato, piegato e ingioiellato e lei non voleva sfigurare…almeno non troppo; per fortuna avrebbe potuto recuperare una oretta di sonno sull’ autobus.

    Mira: Che fine hai fatto stamattina??

    Tu: Sonno, alcol, troppo alcol…..dormo!!!

    La mattinata, come previsto fu pesante: non solo tanti esami da seguire ma anche il nemico da tenere a bada; sul finire arrivò il turno di Andrew e lei era preoccupata, non voleva che ci andasse di mezzo per i dispetti di “Lui”:

    -Si accomodi prima col Prof. Sloan- lo scaricò freddamente

    Lui” lo interrogò e Andrew rispose in maniera precisa e chiara, dimostrando non solo di aver studiato ma di avere spirito critico e buona capacità logica e di collegamento

    …adesso è il tuo turno Prof, ma stavolta non mi metterai in difficoltà con i tuoi grandi e dolci occhi ipnotici….vedrai…



    Andrew temeva di confondersi e perdersi per colpa del suo sguardo come era accaduto la prima volta, invece, quando venne la volta di Lexie, a differenza di come era stata durante il suo primo esame, cioè serena e sorridente, lei cercò in tutti i modi di metterlo in difficoltà, con domande ambigue e a trabocchetto senza mai guardarlo: sapeva che se avesse fatto un esame brillante con lei, “Lui” lo avrebbe penalizzato, ma si sentiva in colpa e non riusciva a cercare i suoi occhi, anche perché nell’unico istante in cui lo fece aveva letto nel suo sguardo un senso di confusione e smarrimento; era evidente che lui si stesse chiedendo il perché di quello strano atteggiamento e accanimento!!

    -Lexie anche se con te ha tentennato un po’ io direi che possiamo dare il massimo a questo giovanotto- e scrisse il voto senza nemmeno aspettare il suo assenso

    Perfetto!!!....



    ormai si era sbilanciato così anche lei poteva dargli la giusta gratificazione

    -Concordo pienamente!!! E’ stato l’allievo migliore del mio corso e sapevo che avrebbe fatto un ottimo esame-

    Andrew era ancora confuso, non riusciva a seguire il ragionamento e il comportamento della Prof.ssa Grey

    -Per questo mi sono permessa di metterlo in difficoltà, per testare fino in fondo le sue capacità di ragionare, complimenti!!!!-

    Ma non aveva fatto bene i suoi calcoli perchè “Lui” voleva colpirla, sempre e ancora…..

    -Signor De Luca, ieri ho involontariamente ascoltato la sua conversazione con la Grey ed ho sentito che vorrebbe frequentare il suo laboratorio ma che la professoressa non è favorevole e che non ha spazio.
    Se vuole il mio è un laboratorio di ricerca molto simile e io sarei ben felice di accogliere una mente interessante come la sua!!!!- aveva buttato l’amo e….

    Balle!!!!



    Avrebbe voluto gridare con tutta se stessa Lexie, ingoiando silenziosamente l’esca

    ….lo fai solo per fare torto a me e sottrarmelo…



    Erano stati colleghi, collaboratori, amanti e infine marito e moglie: lei, affascinata e innamorata, lo aveva seguito in quella avventura a Stanford durante il dottorato e poi si erano sposati ed erano entrambi stati stabilizzati in quell’ateneo, ricercatori bravi e in carriera che avevano sempre condiviso duro lavoro, successi e soprattutto il laboratorio.

    Poi però “Lui” aveva iniziato a mostrare sempre più spocchia: sceglieva “Lui” i progetti da portare avanti, i turni di lavoro, le attrezzature da comprare e soprattutto le tesiste che dovevano frequentare, stranamente sempre più carine e “volenterose”…e lei la prima volta aveva fatto finta di niente, la seconda lo aveva perdonato e la terza lo aveva buttato fuori dal letto e dal laboratorio!!!!

    Lui” non voleva perderla, la amava (a modo suo) e la apprezzava fisicamente e mentalmente, anche se non riusciva a dire di no alle tante lusinghe ed attenzioni che lo facevano sentire “più” di lei, così aveva fatto di tutto per riconquistarla, ma quando aveva capito di non avere più speranze aveva iniziato una guerra fredda: metteva strane voci in giro, cercava di farla passere per incompetente, come se fosse arrivata lì dove era solo grazie a lui e cosa peggiore di tutte, aveva pubblicato dei dati scientifici veramente importanti e innovativi estromettendola completamente, nonostante il maggiore contributo sia nello scrivere il progetto che nell’ottenere il risultato fosse stato di Lexie…e questo brutto tiro a lei era valsa a “Lui” la promozione a professore!!!!

    Lexie aveva pensato di andare via, cambiare città, ma ormai la sua vita, i suoi amici e il suo laboratorio erano lì e poi….non voleva dargliela vinta!!!

    Così, a differenza di “Lui”, si era sempre circondata di menti aperte e brillanti; non le importava che fossero belli o brutti, studenti, studentesse o student* e piano piano gli aveva rosicchiato tutto il vantaggio, pubblicazione dopo pubblicazione, successo dopo successo. Sperava che si accorgessero che al contrario era stata lei ad aiutare “Lui”!!!!!

    Ed ora erano arrivati ad un punto cruciale: entrambi concorrevano per un posto da Full Professor e avrebbero dovuto a breve dimostrare il loro reale valore!!

    Così quando sentì che “Lui” stava non soltanto cercando di accaparrarsi una mente valida ma soprattutto di farle uno sgarbo e toglierlo a lei, d’istinto e senza riflettere, affermò in maniera inequivocabile:

    -Mi spiace ma non puoi più arruolarlo!!! Stamattina ho mandato il modulo firmato per accettare la sua domanda di internato, ormai è a tutti gli effetti il mio nuovo “tesista”- e provò un brivido lungo la schiena nell’udire quella parola …”mio”….dalla sua stessa voce, mentre notava lo sguardo soddisfatto del vichingo e quello alterato di “lui

    -Facciamo 5 minuti di pausa- si indispettì; lui, battuto sul tempo, voleva discutere ma lei ne approfittò per…

    -Devo andare un attimo alla toilette- affermò candidamente e si allontanò dall’aula camminando sicura ed elegante, ma non appena girato l’angolo del corridoio, si mise a correre confusa e spaventata

    Oddio!!!…che cosa ho fatto!!!! Io non sono mai così impulsiva!!!!....



    Aveva anche detto una buglia, cosa che non era proprio nella sua natura
    Si chiuse in bagno, estrasse il suo cellulare dalla tasca e cercò la mail della segreteria: non aveva firmato proprio un bel niente e non voleva fare brutte figure, così recuperò il modulo, tramite un bel copia incolla ci appiccicò sopra la sua firma come immagine, salvò in pdf e inoltrò alla segreteria senza nemmeno leggere la domanda

    ….non dovrebbe essere molto complicato…per una tesi compilativa basterà scambiare qualche mail, dargli un po’ di materiale per la bibliografia e il gioco è fatto!!! Sono un genio!!!



    Soddisfatta per la rapidità e per la sua prontezza di riflessi nonostante il momento di panico, tornò in aula come se niente fosse a finire gli esami; interrogarono altri tre candidati e ad un certo punto “Lui”, caricato a molla, proprio per farle dispetto e “punirla” propose alla sua assistente/amante Isobel di fare alcune domande allo studente.

    Lei scelse proprio i famosi dati “sottratti” che Lexie, comunque, spiegava magistralmente a lezione e su cui il giovane per questo motivo era molto preparato.
    E quando per mettersi in mostra e con fare altezzoso Isobel lo corresse, lei intervenne in difesa del suo allievo:

    -In realtà ha ragione lui, forse sei tu a non ricordare il concetto, eppure dovresti conoscerlo bene dato che sei stata indicata come primo autore sulla pubblicazione!!!!!- almeno si era levata un sassolino dalla scarpa ma sempre con eleganza; si accorse che ”Lui” la guardava divertito, non aveva mai smesso di stimarla, ma sapeva che prima o poi avrebbe pagato questo affronto alla sua protetta.

    Finiti gli esami, quando ormai esausta stava per dirigersi nella sua stanza per recuperare borsa e cappotto così da scappare letteralmente via, si trovò davanti Andrew: non aveva la forza di tenergli testa e di spiegargli il perché di quel comportamento durante l’esame, almeno non in quel momento… così semplicemente cercò di rimandare

    -Professoressa, io…- iniziò

    -Lo so!!! Ha ragione!!!…ma non ora, la prego!!!!- lo guardò con aria supplichevole

    -Va bene, volevo solo ringraziarla per avermi accettato e sapere quando dovrò cominciare a frequentare il suo laboratorio, ma vedo che è stanca per cui….- era ancora perplesso ma comunque contento

    -Se mi manda una mail domani le darò del materiale per iniziare a studiare, ma non deve avere premura c’è tutto il tempo per scriverla- lo interruppe

    …frequentare?!?!?...forse non avrà capito che non serve…



    - Ok allora aspetto sue notizie, mi farà sapere tutto per iscritto domani, non vedo l’ora di vedere il laboratorio…ah!!! ho visto che ha mandato poco fa la risposta alla segreteria, ero in CC!!- divertito, fece appositamente una pausa

    …cavolo!!! La copia conoscenza….avrei dovuto farci caso….



    - grazie ancora, anche se forse dovrei ringraziare ancora di più il Prof. Sloane!!!!- e le sorrise soddisfatto del risultato: aveva capito benissimo che si trattava di un dispetto e che si trovava al centro di una lotta anche se ancora non ne conosceva il motivo.

    Non appena fuori dall’ateneo Andrew mandò un messaggio alla collega nonché sua fan devota, sapeva che lei era informata su tutto e voleva vederci chiaro

    you: Ciao Jo, sei libera stasera?

    Jo: Ciaoooooo Andrew si certo, per te sempre <3 <3

    you: Ti andrebbe una birra?

    Jo: dimmi solo dove e a che ora

    you: per me è uguale, scegli tu

    Jo: Alle 22 al MA!!! Li di sicuro non troveremo colleghi a disturbarci, solo gente adulta!!!! A dopo KISS KISS

    …oh Grey, Grey….che cosa nascondi???



    …finalmente avrebbe saputo tutto quanto…..

    ***

    In quello stesso momento:

    .In che senso frequentare!!!! Vedere il laboratorio???...Ma si può sapere cosa cavolo ho firmato????...



    Lexie si fece prendere dal panico.

    ...eravamo rimasti per una tesi compilativa…



    Terrorizzata prese il cellulare e scaricò il file mandato alla segreteria, lo aprì ed ingrandì per bene con il touch screen…..

     TESI SPERIMENTALE DURATA MINIMO 8 MESI

    Ecco cosa aveva firmato, la sua condanna all’inferno….perchè sapeva bene che sarebbe stato quello!!!

    …e io che pensavo di essere furba…
    NOOOOOO
    ..non riuscirò a sopravvivere!!!...



    Tu: Ciao ti andrebbe una birra stasera???

    CRI: Non hai bevuto abbastanza ieri sera???

    Tu: No!!!!

    CRI: Sempre Lui???

    Tu: Si ma stavolta “io” ci ho messo sopra un carico da 11!!!!

    CRI: Ci vediamo alle 21 al Ma!!! Almeno dopo balliamo un po’!!!


    ***

    Quella sera nonostante si sentisse stanca e preoccupata, era anche in cerca di rivalsa “spirituale”: l’aver trascorso tutto il pomeriggio con “lui” e con la sua “nuova” splendida, curatissima e molto fashion compagna nonché sua ex allieva e tesista l’aveva veramente messa a dura prova; così abbandonò i suoi adorati pantaloni e anfibi, e si lasciò andare ad un tubino stretto e semplice con stivale alto, capello finalmente sciolto e vaporoso, asciugato addirittura con phon a testa in giù!!!!

    -Wow! ma che hai fatto stasera!!!- esclamò Cristina

    -Avevo voglia di rivincita…con me stessa!!!-

    -Stai benissimo, dovrebbe vederti lui così!!!!-

    -Mi ci vedeva sempre, credimi….quando uscivamo facevamo a gara per chi era più in tiro…forse era proprio questo il problema, tra noi sembrava essere sempre una gara.

    Per “lui” veramente, io per amore restavo sempre un passo indietro, per farlo contento, per farlo sentire più sicuro, più forte e alla fine “lui” ci ha creduto così tanto da diventare un grandissimo str…BIPPP che cosa stavo per dire.

    Ma non voglio parlare di “lui” stasera, devo raccontarti cosa ho combinato, ma prima devo bere, ho bisogno di benzina !!!!-

    Al Ma! si sedettero in un comodo divanetto e vai col primo giro: una double IPA ghiacciata tutta d’un fiato

    -brrfff- sbuffò con le labbra chiuse e tremanti scuotendo la testa appena terminata…- mi ci voleva proprio, ma è finita troppo presto…vai col secondo giro, offro io-

    -Mi sembra il minimo…è la tua terapia, non la mia!!!- la prese in giro l’amica

    E così mentre sorseggiava il secondo boccale, raccontò a Cristina che per fare un dispetto all’ex marito, aveva firmato l’accettazione del vichingo come nuovo tesista senza leggere cosa lui avesse flaggato, e ora era terrorizzata all’idea di trascorrere del tempo sola con lui, non solo perché era indisponente e arrogante, disordinato e caotico, ma soprattutto perché era bello come il sole e tremendamente sexy!!!

    -Non può essere così tanto bello da farti perdere il controllo…io ti conosco, tu sei sempre così misurata e perfettina, mai una parola o un gesto in più, certe volte mi sembri un robot!!!!-

    -Lo so, hai ragione; effettivamente io sono il trionfo della razionalità!!!! E una tipa da niente sesso senza amore…ma con lui mi sento sempre senza filtri; dico cose che non dovrei dire e soprattutto penso cose che non dovrei pensare, questo vichingo è proprio da…..- sospirò estasiata -fare follie!!!-

    -Ma certo! Ho capito!!! Forse se finora ti sei rifiutata di trasgredire e darti alla perversione, vuol dire che il trasgressore non era quello giusto; magari invece questo lo è!!- la stuzzicò l’amica, molto diversa da lei

    -Ma che dici!!!- arrossì -niente !! meglio non pensarci e andare a ballare!!!!-

    Luci soffuse, volume a palla, locale caldissimo nonostante il gelo fuori….si stava veramente scaricando, ballando e piroettando a tempo di musica.

    -Prof.!!! Ma è lei??? E’ stupenda!!!! Ho faticato a riconoscerla!!!!- una ragazza richiamò la sua attenzione mentre saltellava e rideva in pista

    - Grazie cara, ma non esageriamo; lei, piuttosto, che ci fa qui? Non sono abituata a trovare i miei studenti in questo pub-

    -Sono qui col mio ragazzo!!!! E’ anche lui un suo studente, aspetti che lo tiro in pista – rispose esaltatissima per questo impensato incontro

    Fece una corsetta e afferrandolo per il braccio, lo trascinò verso la zona dedicata al ballo

    -Corri ho una sorpresa!! che ti dicevo: è un locale per grandi!!!! Guarda!!! c’è qui che balla pure la nostra Prof!!!-

    -Sono anche io un adulto qualora non te ne fossi accorta- sottolineò infastidito prima di girarsi e per poco non gli venne un accidente davanti a quella visione: c’era lei, la sua prof. che ballava libera e sorridente e molto più bella del solito.
    L’aveva tante volte immaginata in abiti meno formali e sospettava che fosse davvero carina anche fisicamente, ma quella sera…

    …WOW…



    tutti i suoi sospetti avevano avuto una importante e definitiva conferma:

    …e così diversa stasera, così femminile e rilassata…



    -Buonasera – la salutò imbarazzato quando lei si voltò e se li ritrovò davanti

    -Oh, allora è lei il suo ragazzo…..non lo avrei mai immaginato- cercò di trattenere la delusione, mentre anche i movimenti del ballo rallentavano in maniera sincrona al suo dispiacere; sapeva bene che uno come lui avrebbe avuto sicuramente stormi di ragazze ai suoi piedi, ma non lo faceva tipo da “storia”.

    -Ragazzo?- ripeté lui confuso guardando prima Lexie e poi Jo che sorrideva colpevole

    -Io non sono il ragazzo di nessuna, ci manca solo qualche stupida storia a complicarmi la vita!!!- e spazientito, andò al bancone per risedersi e recuperare il suo drink.

    Lexie non sapeva se gioire o no per quella affermazione: non stava ufficialmente con nessuna, e questo le diede un inspiegabile sollievo, ma effettivamente, una fidanzata poteva essere per lei l’ostacolo necessario per toglierselo definitivamente dalla sua mente invece così, libero, avrebbe continuato a tormentarla per tutto il tempo della tesi

    Riprese a ballare anche se meno serena e scatenata rispetto a prima; di solito sceglieva locali del genere, lontani dal campus e frequentati da gente più grande, proprio per non doversi trovare in queste situazioni imbarazzanti: non era una tipa formale, e fuori dall’ateneo si sentiva uguale ai suoi ragazzi, ma certo voleva mantenere un contegno, soprattutto quando beveva e ballava!!!!

    Lui dal bancone la guardava di nascosto, incavolato e al contempo felice per quella situazione: Jo lo aveva fatto passare per il suo ragazzo, ma in fondo invitandolo in quel locale gli aveva regalato quell’immagine sensuale ed irresistibile della sua prof!!!

    ….chissà se ho fatto la scelta giusta…



    Ebbe un attimo di timore, aveva come al solito seguito l’istinto e attratto da lei come donna, ma anche affascinato dalle sue ricerche, aveva pensato di riunire le due curiosità e così le aveva chiesto di frequentare il suo laboratorio, ma ora, a mente serena, ammirando da lontano qualcosa di veramente inavvicinabile anche per lui, pensava che sarebbe stata una vera tortura lavorarci accanto; poi la vide sorridere….

    ….si!!! è la scelta giusta….mi basterà anche solo questo…



    Anche se senza speranza, non vedeva lo stesso l’ora di iniziare.

    Quando finita quella bellissima cover di un famoso brano anni 80, Jo lo raggiunse al bancone:

    -Scusa!!! L’ho detto così tanto per dire….lo sai che mi piaci, ma tanto la Grey non è una attaccata a queste cose, dopo quello che ha passato poi!!!!-

    -Perché scusa?? Cosa ha passato???- ecco l’occasione giusta per saperne di più su di lei e su quella “lotta” senza nemmeno aver dovuto chiedere!!!!

    -Ma come non lo sai????- sgranò gli occhi sorpresa e, felice di spettegolare, iniziò a sciorinare tutte le informazioni raccolte in quegli anni.

    -…era sposata con Sloane, anzi sono arrivati qui insieme giovani, felici e con tanta voglia di lavorare. Hanno avuto una carriera rapida e brillante, sembravano la coppia perfetta ma poi lui l’ha tradita un paio di volte con le loro tesiste, che stranamente hanno “bruciato” le tappe e alla terza volta credo, lei si è incavolata e si sono separati;

    lui poi ha fatto una scoperta importante ed è diventato professore giovanissimo e le ha fatto terra bruciata intorno, ma la Grey piano piano si è ripresa e lo è diventata pure lei e ora si stanno facendo la guerra per il posto da “full”….. secondo me lei è più brava di lui, solo che si è lasciata abbindolare e fregare!!!!
    E ora si trova a dover lavorare gomito a gomito con il suo ex e con la sua nuova fiamma!!- e con l’aiuto della cannuccia, rimescolò i cubetti di ghiaccio ormai un po’ sciolti sul fondo del bicchiere e finì di sorseggiare il suo cocktail soddisfatta del suo dettagliato resoconto.

    Quello che aveva sentito e che ovviamente non aveva trovato nel suo CV online lo aveva turbato…

    …ma perché si è lasciata trattare così???...



    Andrew la stimava veramente professionalmente e adesso ancor di più anche umanamente: la trovava affascinante e ne era incuriosito ed attratto come da una calamita, ma tutto ciò che aveva saputo quella sera aveva acceso in lui anche un istinto protettivo nei suoi confronti, ci avrebbe pensato lui a difenderla da quelle canaglie che le ronzavano intorno!!!


    ***

    -Oh Mamma mia!!!!- a metà tra risata e stupore

    -Smettila Cristina!!!- imbarazzata

    -Oh Mamma mia!!! Ora inizio a capire!!!- si, si..era proprio stupore!!!

    -Ti ho detto di smetterla e non fissarlo, altrimenti capirà che stiamo parlando di lui- disse seria e preoccupata senza farsi sentire da nessuno

    -Sto per darti una notizia degna di pubblicazione… tutto il locale lo sta fissando e sono sicura che almeno tutta la metà femminile sta parlando di lui!!!!! Ma dove lo tenevi nascosto???-

    -Io??? Da nessuna parte, io nemmeno lo volevo come studente, figuriamoci tesista e poi… vai a nasconderla tutta quella roba- finì col ridere lei stessa davanti all’evidenza

    -Se proprio non vuoi tu, un giro me lo faccio io!!!- lo guardò puntandolo come un felino con l’ignara preda

    -Nessuna si farà alcun giro, non siamo pedofile!!!- l’ammonì Lexie

    -Ma che cavolo dici!!!! Quanti anni avrà? 34-35? Cosa vuoi che siano sei o sette anni di differenza ai giorni nostri e poi ora sono di gran moda i Toy Boy, non lo sai??? Anzi procura per noi integratori e ricostituenti….potremmo pure condividerlo, santa abbondanza!!!- sbranandoselo con gli occhi

    -Non ti ho convinta, vero???- rideva e la stuzzicava mentre ogni tanto gli lanciava un’occhiatina…

    -Assolutamente no!!!! Non è eticamente corretto un rapporto tra studente e professore e poi non voglio certo comportarmi come “Lui” !!!!- sentenziò Lexie

    -Non sarebbe assolutamente la stessa cosa!!!- al solito sminuì

    -E perché no???-

    -Perché “lui” era spostato, con TE!!!!! E soprattutto perché non era in astinenza da ben 3 anni!!!!!-

    -Non ricordarmelo ti prego!!!!!- la supplicò rassegnata e sofferente

    ***

    Dopo un po’….

    -E’ così serio, non sembra si stia divertendo con la sua ragazza- ogni tanto Cristina dava una sbirciatina verso il bancone

    -Dice che non è la sua ragazza- precisò con indifferenza

    -Forse si stanno frequentando, magari lo sarà presto- la stuzzicò l’amica

    -La Wilson non mi sembra adatta a lui, troppo giovane e immatura-

    -Dimmi un po’, cos’è questa nota “acidula” che percepisco nel tuo tono?-

    -Sarà l’effetto dell’alcol a digiuno, troppi succhi gastrici!-

    - O è forse che sei un po’ gelosa?-

    -Ma no, che dici….solo che non li vedo bene insieme, non sembra nemmeno lui così spento… dovresti vederlo sorridere- disse con aria sognante

    Cristina la guardò pronta per colpirla con qualche battuta

    -Lo dico solo perché ha dei bellissimi denti!!!- precisò seria

    -Cosa sei la sua dentista?? Mangiamo qualcosa dai, altrimenti l’alcol farà danni seri stasera!!!-

    ***

    Erano al quarto giro in pista e chissà a quale giro di bevuta, quando vennero simpaticamente avvicinate da un paio di ragazzi in vena di baldoria.
    Andrew si era già congedato da Jo, aveva ormai ottenuto ciò che gli interessava, anzi, si era trattenuto più del previsto, per ovvi motivi: osservarla, studiarla e capirla in virtù delle nuove informazioni acquisite.

    Stava per andare via, quando lanciò verso di loro un’ultima occhiata e non gradendo particolarmente la situazione, si accostò a loro con fare premuroso

    -Serve una mano? Ho la macchina e potrei accompagnarvi a casa-

    -Assolutamente no!!!! Ci stiamo divertendo così tanto!! E poi non si preoccupi, siamo state in grado di sopravvivere anche prima della sua nascita per cui il suo aiuto non serve grazie- l’alcol le dava quella spinta in più e quel tono misurato in meno nel rispondergli…. in fondo era tutta colpa sua questa ennesima serata effetto reset!!!!

    - A me invece non dispiacerebbe accettare!!! Piacere io sono Cristina!!! Ho lasciato la mia auto sotto casa di Lexie cioè della tua professoressa e non ci va proprio di aspettare un taxi fuori a quest’ora!!! Vero Lexie!!! e che non voleva darti disturbo!!!- la strattonò

    Recuperate borse, giacche e pellicciotti, fecero strada insieme per arrivare all’auto, Andrew qualche passo avanti e Lexie e Cristina che bisbigliavano e litigavano un po’ più indietro.

    -Ma perché hai accettato?-

    -Ma andiamo, ci sta facendo un favore!!!-

    -Non hai capito niente di quello che ti ho detto prima?-

    -E’ solo un passaggio, non dobbiamo mica dormirci insieme…almeno non per ora- la provocò

    -Cristina!!! – le diede un colpetto con la borsa ma finì col colpire pure la sua stessa gamba

    Quando lui sbloccò le sicure della sua auto, un grosso e vissuto suv della Chevrolet, Lexie spinta, rispinta e obbligata (in maniera nemmeno molto velata) da Cristina gli sedette accanto sul sedile anteriore per indicargli la strada.

    Inizialmente lui, non potendola guardare palesemente, forse avrebbe preferito averla sul sedile posteriore in modo da poterla scrutare tramite lo specchietto retrovisore, ma non appena l’ebbe di fianco, notando come il tubino si fosse sollevato una volta seduta, offrendogli una generosa veduta delle sue cosce toniche e graziose, si ritenne comunque soddisfatto anche se non avrebbe potuto allungare una mano sopra di esse.

    -Mi dia l’indirizzo che lo digito- accese il carplay

    -Niente navigatore, le darò io le indicazioni!!!!- sentenziò lei convinta -Giri a destra e poi al semaforo a sinistra-

    Andrew invece tirò dritto e solo dopo girò a destra

    -Ma conosce la differenza tra destra e sinistra? Oppure non ci sente bene!- si indispettì e alzò il volume delle ultime parole

    -Ho pensato di andare vicino alla fermata di Whisman, è da lì che prende il pullman giusto? e la mia strada è di sicuro la migliore- arrogante come al solito, ma la strada era davvero molto scorrevole

    -Ma non teme una indigestione così pieno di presunzione?- lo accusò lei

    -Nemmeno lei scherza, potrebbe fidarsi almeno del navigatore-

    Dopo qualche fugace occhiata, si distese verso il vano porta oggetti, sfiorando di proposito Lexie che si irrigidì, e ne tirò fuori un pacchetto di gomme;
    -A proposito di indigestione, ne vuoi una?- si rivolse a Cristina seduta dietro

    - Ci voleva proprio, grazie- cordialmente Cristina

    E dopo avergliela offerta ne prese una per se e le riposò in tasca

    -Mi spiace, ma non ho nessun tipo di disinfettante- si giustificò così con Lexie lasciandola volutamente senza

    -Può girare da qui per risparmiare tempo- adesso offesa oltre che a disagio

    -Non posso, la macchina è troppo grande per questa stradina- ammise

    -Ecco allora è vero!!!! Lo sai Cristina, mi hanno invitato a revisionare uno studio inglese che mette in correlazione la scelta delle auto molto grosse con la virilità e l’autostima degli uomini??- parlando come se lui non fosse presente

    -Non ci credo, pensavo fosse una leggenda metropolitana-

    -Il lavoro è stato scritto non se poi sia vera questo tipo di compensazione - ridacchiò soddisfatta

    - Siamo proprio messe male allora, guardati in giro, vedo solo macchinoni!!!- rispose Cristina sogghignando

    Lui prima ascoltò in silenzio e poi si mise a ridere

    -De Luca, non lo trova plausibile?-

    …vediamo come si difende…



    -Al contrario, molto interessante, vuoi vedere che scopro che in realtà mia madre è mio padre…dato che l’auto è sua!!! Ma se le serve la mia testimonianza, sono a disposizione-

    -Dopo l’incrocio giri a sinistra- indicò seria lei senza cogliere

    …colpita …si disse Lexie



    -Oh!!! che peccato professoressa, le si è smagliato il collant- si riferì ad un piccolo foro sulla coscia sinistra, probabilmente causato dal colpo della borsa.

    Andrew rideva ancora quando spostò lo sguardo dalle gambe al viso notando immediatamente il suo rossore

    …colpita

    …pensò Andrew

    …e affondata

    ….si disse Lexie

    -Un po’ di musica?- domandò sempre cordiale

    -Perché no? Non è mai abbastanza- Cristina cercò di mitigare la situazione -Come mai non sei con la tua ragazza?- chiese sfacciatamente

    -Ho già detto che non è la mia ragazza, non mi interessano questo tipo di relazioni, dovevamo solo parlare di università- chiarì definitivamente

    -Lexie, la tua acidità? Non ti serve più il bicarbonato, vero? E comunque avevi ragione, quel dentista è il migliore- la prese in giro l’amica ridendo, Lexie, anche se ora era più serena, avrebbe voluto sprofondare nel sedile, ma per sua fortuna Andrew non capì

    Grazie alle iniziative di lui e alle successive istruzioni di lei, arrivarono velocemente sotto casa di Lexie, una palazzina moderna a MontaLoma in un contesto residenziale, appena fuori dalla città di Palo Alto; Andrew scese dall’auto per aprire galantemente entrambi gli sportelli…

    -Posso fare altro?- chiese ma rivolto solo a Cristina, l’unica che sembrava trattarlo in maniera civile

    -No grazie mille sei stato gentilissimo!!!- Cristina sorrise mentre in contemporanea

    -Ha già fatto abbastanza direi!!!- concluse Lexie anche se non sembrava un ringraziamento ma più un rimprovero

    -Allora attendo la sua mail domattina- e poi girandosi verso Cristina chiese sottovoce - se lo ricorderà vero? Non ho mai visto nessuna bere così…-

    -Nessuna ha mai bevuto così!!!!- scherzò l’amica senza farsi sentire e sorrise

    -A questo punto non occorre la mail, venga direttamente in laboratorio alle 9,00 così le espongo la tabella di marcia e mi raccomando puntuale, detesto aspettare!!- esclamò Lexie sconfitta e rassegnata

    - Buonanotte-

    -Ciao-

    -Buona notte-

    ***

    La macchina ripartì e loro ancora davanti al portone:

    -Ma perché questo tono confidenziale???-

    -Gelosa?-

    -Nooo ma che dici….-

    -Senti tu dai pure del lei a studenti e ragazzini e tieni tutti lontano, ma per me lui è soltanto un conoscente, un affascinante adulto “coetaneo” conoscente!!!!-

    -Dormi da me stasera….ti preeeegooooo!!!-

    -Si ma sbrigati, apri, sto morendo di freddo!!!!-


    Bingo!!!



    Soddisfatto dei risultati, Andrew si ritirò dal fronte: quella sera aveva avuto un sacco di informazioni su Alexandra Grey, l’aveva vista in abiti sexy, l’aveva punzecchiata e fatta arrossire, come fuori programma aveva scoperto pure dove abitava, aveva finalmente un appuntamento con lei, anche se di lavoro!!!!...e aveva iniziato a inquadrarla!

    ...continua....

    Una nuvola non sa perché si muove in una certa direzione e a una certa velocità.
    Segue un impulso, è li che deve andare.
    Ma il cielo conosce le ragioni e gli schemi al di là delle nuvole, e anche tu li conoscerai, quando ti librerai abbastanza in alto per vedere l’orizzonte.
    (Richard Bach)

     
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    (mughetto)

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    Meglio leggere queste storie, mi sto esaurendo su fb a commentare... 😔🤦... Mi piace molto
     
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    Ordunque… io non ho mai visto una puntata di Grace in tutta la mia vita, tuttavia mi sono fatta un’idea delle “facce” - più o meno 🤔.
    Allora… questo “Lui” va subito arginato, soprattutto perché campa di rendita dei successi della sua ex moglie, per cui mi aspetto come minimo una bella retrocessione, o quanto meno il posto da ordinario glielo facciamo sfilare da sotto le zampette 😡.
    Secondo poi, meno male che c’è Cristina a farle capire che ogni lasciata è persa e che il bel Andrew è preda ambita, per cui va bene la professionalità ma abbiamo otto mesi per la tesi, dopodiché…
    No? 😋

    Ps: le mail mandate ad cacchium mi sono familiari… quanti tentativi di richiamo andati a vuoto 😅😆
     
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    Cara Pucc dimenticati di Maya Masumi e cozze avariate e concentrati sul bell'Andrew!!! :XD:
    Sono contenta che ti stia piacendo!

    Cara Bathsheba Everdene non tutti i personaggi corrispondono come facce o come caratteri, qualcosa magari, ma spero che in ogni caso, le caratteristiche dei protagonisti arrivino ai lettori.

    Era proprio questo che mi terrorizzava: un conto è scrivere di Maya e Masumi, che tutti conosciamo e che vengono fuori dal manga, diverso è scrivere di personaggi inventati, ben delineati nella mia fantasia ma non nella vostra.

    Cristina una di noi, tutte avremmo bisogno di un'amica così!!!!
     
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    (girasole)

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    Vediamo di farli conoscere un po' durante la loro convivenza a lavoro, prima di entrare nel vivo della storia:

    CAP.4

    ***

    L’indomani in laboratorio, Lexie trovò ad attenderla fuori dalla porta Andrew già operativo: capelli legati, camice bianco perfettamente stirato addosso, quaderno per appunti.

    -Buongiorno- lo salutò ancora un po’ ammaccata dalla sera prima

    -Bevuto bene?- rispose lui sorridendo

    -Si grazie!!- rispose seria lei, convinta che le avesse chiesto come aveva riposato….anche se poi le venne il dubbio di aver sentito qualcosa di strano

    Il laboratorio, secondo Andrew, era fastidiosamente pulito e ordinato, sembrava nuovo, immacolato, mai usato: un bancone grande lucido e organizzatissimo, la cappa aspirante al centro con gli sgabelli ai lati perfettamente simmetrici, i barattoli in sequenza in base all’altezza, intenso profumo di disinfettante, ferri e vetreria sistemati con la “mise en place” di un ristorante stellato.

    Solo il sapone liquido consumato nel dispenser, la carta assorbente usata e appallottolata nel cestino e le innumerevoli pubblicazioni a nome Grey che aveva divorato ne indicavano il suo reale ed effettivo utilizzo.

    Ma ad un occhio più attento, qualche segnale di cuore e passione che volevano emergere oltre al cervello c’era: un biglietto di un concerto dietro una calamita sull’armadio metallico, un disegno che ritraeva una bambina insieme a Lexie (almeno i capelli sembravano i suoi, il resto non le rendeva giustizia!!!!) e una foto in bianco e nero di una coppia sorridente, lei aveva il pancione e i riccioli, probabilmente i genitori; ma era ancora poca cosa, come il suo studio, per capire veramente chi fosse lei, Andrew non poteva sapere che Lexie ormai preferiva mostrare pochi particolari e dettagli di se, temeva che potessero essere usati di nuovo per ferirla, così anche il laboratorio era molto freddo e impersonale.

    -Allora, effettivamente oggi il camice non le serve perché prima dovrà documentarsi sull’attività di ricerca di questo laboratorio, per cui vorrei darle alcuni articoli scientifici scritti con dati ottenuti qui e alcune dispense che illustrano le tecniche utilizzate, così potrà farsi un’idea…-

    ….e stare lontano da qui per qualche settimana…..come sono astuta !!!



    -Veramente, ho già letto tutti i suoi articoli per capire meglio la sua linea di ricerca, prima di chiederle la tesi, e basandomi sui “Materiali e Metodi” illustrati in essi sono riuscito a trovare ed approfondire le tecniche usate; già che c’ero, visto che indicate anche la strumentazione utilizzata, ho cercato online i manuali in pdf e li ho scaricati e letti, tutti!!! Tranne di questo gioiellino qui!!!! L’Axon…- e con fare sicuro adocchiò subito e si avvicinò ad uno stimolatore inserito nel set up di lavoro e lo accarezzò con affetto, quasi stesse coccolando un cucciolo

    -In effetti, quello ce lo siamo fatti assemblare appositamente, non esiste in commercio- un lampo di tristezza e nostalgia le adombrò lo sguardo, mentre ripensava ai vecchi esperimenti, a quando lo aveva disegnato e ideato e ai bei tempi andati di quando con tanto entusiasmo lavorava con “lui”.

    No!!!… “lui” deve restare fuori da questa stanza e dai suoi pensieri…



    così Andrew immediatamente cercò di distrarla

    -Bene di quello mi parlerà più avanti, quindi, su cosa lavoreremo? - chiese con entusiasmo

    -Ma è ancora presto per farla iniziare.-

    -Sono pronto- insistette - ho studiato molto per questo e ho pure chiesto il giorno libero a lavoro!-

    -Allora….dato che è già documentato su tutto…e che starà qui tutto il giorno-

    …e che mi hai fregata alla grande….



    -le spiego quali saranno le nostre prossime ricerche e possiamo iniziare a pianificare e preparare gli esperimenti- suo malgrado dovette arrendersi.

    Andrew era davvero preparato e molto intuitivo, fin troppo!!!

    Certe volte finiva lui quello che aveva cominciato a fare lei e nonostante le mani grandi e forti, riusciva ad essere delicato con la strumentazione, anche con le viti e manopole più piccole.

    -Sa! Confesso che dal suo disordine sul banco, …cioè, mi scusi, volevo dire che lei mi sembra così impulsivo, caotico e caparbio-

    -Ha perfettamente ragione, lo so….ma devo avvisarla che ho anche dei difetti!!!- la sfidò

    ..è davvero impossibile

    ….rise

    -Va bene, devo ricredermi, lo ammetto…non avrei mai detto che sarebbe stato così bravo. Per oggi non c’è altro, ci vediamo domattina presto così prepariamo le ultime soluzioni e possiamo iniziare-

    Quella sera Lexie tornò dal laboratorio serena ed entusiasta come non le capitava da tempo: eccezion fatta per i momenti in cui si distraeva ipnotizzata dagli occhi “verde peccato” di lui o dal suo sorriso e per il suo cuore che batteva all’impazzata ogni qualvolta veniva sfiorata da quelle mani che aveva avuto già il piacere di testare sul suo collo, era stato davvero proficuo lavorarci insieme.

    Andrew era sveglio, accurato e attento, talmente tanto da sembrare capire come muoversi semplicemente guardandola e imitandola e se fosse riuscita a resistere a quella sensuale tentazione avrebbero sicuramente prodotto tanto insieme!!!

    Ma il suo proverbiale autocontrollo durante il giorno, spariva miseramente durante il sonno; anzi le piaceva proprio addormentarsi immaginandosi vicende assurde, una sorta di dimensione parallela, come se stesse scrivendo una storia d’amore, dove tutto poteva succedere.

    Che notte da non dormire!!!!



    Quando la mattina dopo arrivò in laboratorio, trovò già tutto pronto; reagenti pesati e portati a volume nel giusto solvente, attrezzature accese e mandate in temperatura, pc avviato e protocollo aggiornato e pure un bigliettino con tanto di freccia indicante un caffè schiumato sul bancone :

    “se non ricordo male, lo beve così! Sono a fare una telefonata, torno subito”



    …Wow…



    riuscì solo a pensare Lexie, in tanti anni mai nessuno era stato così bravo e operativo già al secondo giorno di lavoro… e anche premuroso.
    Si sentì leggera e sollevata…e coccolata!!!Prima iniziavano e prima terminavano quei lunghi ed estenuanti esperimenti, e quel giorno ebbe l’impressione che d’ora in avanti sarebbe stato per lei tutto più facile e sereno.

    …chissà con chi era al telefono??...



    avrebbe voluto chiederglielo infastidita non appena rientrò invece…

    -Grazie è stato molto bravo e gentile, non doveva-

    -Come no!! Ho sentito dire da qualcuno che i tesisti sono l’ultimo gradino della scala evolutiva!!!- rise

    -Per alcuni purtroppo è vero; nemmeno io li amo particolarmente perché spesso sono solo di intralcio, soprattutto i primi tempi, ma li rispetto, anzi vi rispetto e non le chiederò mai nemmeno di lavare la vetreria a meno che non voglia farlo lei: d’ora in poi qui dentro siamo semplicemente due teste pensanti, senza capo e coda-

    ..eccola!!!! La adoro…



    ... pensò Andrew, era esattamente da lei un discorso così!!!!

    -Quindi non si faccia problemi a proporre idee e suggerimenti. È bello avere menti fresche intorno-

    -Non circondarti di menti chiuse ma di birre aperte- suggerì ridendo

    -Esatto!!- rispose soddisfatta prima che lui concludesse, e solo dopo colse la sfumatura

    -Lei è tremendo!!! Ma mi sta prendendo in giro?-

    -Assolutamente, anzi credo che io e lei in alcune cose la pensiamo allo stesso modo-

    - Ma se siamo il giorno e la notte!!!-

    -Forse è vero, ma anche loro si incontrano all’alba e al tramonto e quando si toccano..-

    -…e quando si toccano?- chiese lei pendendo dalle sue labbra

    -è un vero spettacolo, arrossisce pure il sole!!!- concluse lui

    Mayday mayday…qui tutto il sistema sta andando in tilt, calmati Lexie, respira…



    ***

    -Buongiorno!!- salutò lei pimpante il giorno dopo anche se era prestissimo…

    -Buongiorno a lei….ma è sempre così vitale a quest’ora? Sono le 7,30, è notte fonda!!!-

    -Io la mattina mi sento sempre energica e allegra, lei no?-

    -No, io non mi drogo!!!-

    -Ma la smetta!!!! Se qualcuno dovesse sentirci!!!!! Uff!!!- era impossibile!!!!

    -Qualcuno? Stanno ancora dormendo pure le allodole!!!!-

    Lavorare sotto cappa chimica richiedeva molta precisione e attenzione, dovevano prelevare quantità piccolissime di sostanze costosissime e talvolta anche pericolose.

    -Prema il pulsante della pipetta, immerga la punta e lasci il pulsante e il gioco è fatto!!-mostrandogli come

    -E qui ci sarebbero 0,2 microlitri? No, non ci credo, io non vedo niente, sta bluffando- era scettico

    -Guardi! alzi il puntale e lo metta contro luce e riuscirà a vederlo-

    L’uno di fronte all’altra fissavano quell’oggetto trasparente… ma se Andrew non riusciva a vedere quella piccola quantità di liquido in punta, Lexie non vedeva nemmeno la punta, persa com’ era in quegli occhi verde-perversione!!!!

    -Mi farebbe un favore?- chiese dolcemente

    -Qualsiasi cos..ehm, prego mi dica-

    -Me lo spiega di nuovo?-

    ….ma Lexie non riusciva a concentrarsi, si sentiva affannata, non poteva respirare con quel tessuto davanti la bocca; non le era mai capitato ed era tutta colpa sua!!!!!

    La mascherina che gli ricopriva la parte inferiore del viso, non faceva altro che far risaltare ancora di più gli occhi di Andrew e ogni volta che lei li incrociava mentre gli spiegava i passaggi, era costretta a fuggire il suo sguardo attento e concentrato, altrimenti oltre a balbettare avrebbe finito col combinare pasticci, far cadere e sprecare reagenti costosi e sembrare veramente incompetente.

    …per fortuna almeno la mascherina mi copre le guance
    …le sento incandescenti!!!!.... mi sento Heide!!!!



    -Mi raccomando, non confonda le boccette!!!- lo ammonì mentre le rimetteva esattamente in linea man mano che le usava

    -Sono molto precisa e metodica- ammise compiaciuta

    -Mi dispiace- si rammaricò lui per scherzo

    -Lei è tremendo!!!- rise e la pressione un po’ svani…

    E mentre pesavano e prelevavano quelle quantità microscopiche di polveri e liquidi, spesso e volentieri il cellulare di Andrew squillava; lui lo aveva poggiato sollevato di fronte a loro per controllarlo, giustificandosi con l’attesa di una chiamata importante

    Zzzz zzzzz

    …..eccolo vibrare

    Lui alzò lo sguardo e Lexie pure: seguì come ipnotizzata quelle iridi verdi, controllò prima il cellulare e poi la reazione di lui che intravisto il nome Amanda sul display, come se nulla fosse, ritornò a guardare in basso e a lavorare.

    -Vada pure - lo incoraggiò lei educata

    -Niente di importante- e riprese ad armeggiare sotto cappa

    Zzzz zzzzz



    Andrew di nuovo alzò la testa: era Sophia; incrociò lo sguardo di Lexie che aveva già letto quel nome di donna ma che fece finta di niente, e nemmeno stavolta rispose.

    Poco dopo di nuovo Amanda e a seguire Beth , e lui impassibile a lavorare.

    D’un tratto il telefono riprese a vibrare, era un numero non memorizzato.

    -Mi sa che a questa devo proprio rispondere - si giustificò Andrew

    -Perché non sa chi è? O mi scusi…non volevo sbirciare le sue chiamate- arrossì

    …che figura…sei un’impicciona!!!!



    -Al contrario…proprio perché so chi è!!!!-

    Levò gli stretti e appiccicosi guanti in nitrile, che si arrotolarono all’inverso divenendo impossibili da riutilizzare, prese il telefono e si allontanò.
    Lexie lo vedeva chiacchierare e sorridere, era sereno e felice adesso, lo aveva intravisto teso quella mattina

    Amanda, Sophia, Beth…e ora quest’altra chiamata……chissà se è sempre così rovente il suo cellulare….certo che lo è….Lexie svegliati, ma l’hai visto???….e guardalo ora… è così felice…..



    -Le chiedo scusa, era mia sorella, ha dato un esame molto difficile, le avevo detto di farmi sapere subito-

    ….Che carino!!!!…



    Si sentì una stronza ad aver pensato male.

    …ma perché un numero sconosciuto????
    poteva scrivere semplicemente “sorella” e farmi stare tranquilla, no???



    -Dal suo sorriso ne deduco sia andato bene -

    -Benissimo….ah!!! per la cronaca!!!! i numeri importanti per me sono senza nome e li ricordo perfettamente, sono quelli di cui non mi importa che memorizzo in rubrica, così posso ignorarli!!!-

    ??? Ma che assurdità è mai questa!!!!



    ***

    -…allora con la mano destra si ruota la manopola del microscopio per mettere a fuoco mentre con la sinistra tramite queste altre tre rotelle si muove l’elettrodo nelle tre direzioni dello spazio…-

    Spiegava a voce mentre seduta sullo sgabello si protendeva davanti con le braccia alzate e la testa girata verso il monitor

    - non è proprio una posizione comoda e per lei così alto lo sarebbe ancora meno -

    -Ahhh!!! ma allora sono queste!!!- una folgorazione

    -Cosa?- chiese confusa

    -Le posizioni strane che le fanno venire il torcicollo …chissà perché avevo immaginato altro!!!- disse ridendo mentre con fare sicuro, le si avvicinava e si posizionava esattamente dietro di lei chinandosi in avanti

    -Che …che sta facendo?- chiese impaurita

    …aiuto….non così vicino…ti prego…mmm….che buon odore però…..



    - Imparo! Attivo i miei neuroni specchio!!! Lo ha detto lei a lezione che si apprende anche guardando, per semplice imitazione!!-

    -Allora non faceva finta di ascoltava a lezione-

    cavolo!!!!…mannaggia a me e ai miei approfondimenti….



    ..e riprese a spiegare:

    -vede per mettere a fuoco e avvicinare l’elettrodo deve muovere i comandi quasi contemporaneamente –

    -Con quale ordine? -

    -Non c’è un modo esatto per descriverlo, poi viene naturale con la pratica. I tesisti però di solito questa parte la osservano solamente. Sa, sono apparecchiature molto delicate e costose-

    Lui non disse nulla, si limitava a guardarla da vicino, ma Lexie lo aveva praticamente appiccicato dietro di se.

    Per prima cosa era stato il suo buon profumo ad investirla, dal primo incontro le era rimasto dentro, impresso nella sua memoria emotiva, e adesso stava riportando alla luce il ricordo di quella mattina alla fermata e quello strano desiderio istintivo di fare colpo su di lui, di piacergli
    Subito dopo iniziò a sentire la barba sfiorarla appena e solleticarle il collo lasciato scoperto dal fermaglio a molla che le teneva i capelli raccolti sulla testa.

    Chiuse un attimo gli occhi e si concentrò sul quel fiato che le sfiorava le orecchie, percepì quel respiro …caldo, regolare, sicuro cullarla e sconvolgerla: era vicino, troppo vicino!!!

    …Oh signore, non posso svenire …che figura idiota farei…….



    Il calore emanato dal corpo ampio e possente di lui l’avvolgeva come una coperta, anche se invece di scaldarla le provocava i brividi; per fortuna erano procedure che il suo corpo conosceva a memoria, perché stava praticamente andando in tilt

    … e nemmeno posso morire cosi!!qui!!!…
    …come lo spiego poi il motivo del mio decesso…
    …morta per overdose da feromoni??



    Così smise di parlare, non poteva mostrargli il suo turbamento e rimasero in questo modo, in silenzio: lei accarezzava gentilmente quei comandi cercando di concentrarsi e lui guardava lei muovere delicatamente quelle mani pensando a tutt’altro

    Ma se Lexie non riusciva parlare come avrebbe potuto istruirlo e addestrarlo???

    …..al diavolo le apparecchiature costose….che almeno tutta questa mia sofferenza serva a qualcosa…



    Era una docente a cui piaceva insegnare e così questo fece!! gli insegnò a manovrare quei delicati strumenti, ma senza usare le parole

    -Mi dia la mano sinistra….ecco così!- gliela fece poggiare sulla manopola e vi pose delicatamente sopra la sua: ruotava in senso orario e antiorario, accarezzava lo strumento attraverso la mano di lui, mostrandogli come fare.

    -Posso?- osò lui ad un certo punto, e posò l’altra mano sulla destra di Lexie che stava regolando il microscopio, chiudendo finalmente quell’abbraccio “funzionale” e mentre mettevano a fuoco il campione sul vetrino, senza saperlo, ignari dei sentimenti dell’altro, cercavano di mettere a fuoco anche le loro emozioni

    -Adesso continui lei- Lexie dopo un po’ fuggì stremata; nemmeno la gabbia metallica che ricopriva l’intera strumentazione per isolarla, era riuscita a proteggerla da tutta quella elettricità e adesso temeva che il suo cuore non avrebbe retto ancora.

    ***
    Le giornate trascorrevano tra alti e bassi, successi e fallimenti, dati registrati, controllati, cancellati confermati, raccolti, cestinati e loro due…loro due filavano e litigavano che era una meraviglia.

    Certe volte lui prendeva una iniziativa e apportava un perfezionamento contro il suo parere ma altre volte sbagliava e lei per cercare di rimediare escogitava una nuova miglioria, altre volte pensavano le stesse cose ma senza ammetterlo e altre diametralmente opposte e si beccavano e si facevano i dispetti: lui era bravo, sicuro di se ma mai eccessivamente presuntuoso e soprattutto la stimava e rispettava, anche se le stravolgeva continuamente tutto quanto, le posizioni dei libri e manuali, dei reagenti, dei pennarelli, della vetreria, degli sgabelli al bancone…..e soprattutto le idee!

    -C’è un motivo se sono organizzati così…e da anni!!!- lo rimproverava continuamente lei

    -Ma se così funzionano meglio, perché ha così tanta paura di cambiare!!- rispondeva lui a tono!!!!

    -E lei invece, perché deve per forza cambiare sempre? Teme di affezionarsi a qualcosa?-


    E i giorni passavano:

    -Ha mai sentito parlare di ordine!!!-

    -L’ordine è pigrizia e mancanza di fantasia ….-

    -No!!! L’ordine dà sicurezza…-

    - L’ordine è statico e noioso…-

    -Ma ordine fuori significa ordine anche nella testa e nelle idee-

    -Noooo, è dal caos che nasce la vita, mentre dall'ordine solo tediosa abitudine. Vale anche per i sentimenti…se Amore si fida troppo di Abitudine, un giorno si troverà pugnalato alle spalle…-

    …si sentì attaccata, così lo colpì…

    - Allora è per questo che cambia una donna a sera…ops, mi scusi….non avrei dovuto-

    -Certo, adoro le prime volte, emozioni sempre nuove senza distrazioni e complicazioni, è quello che ricerco! -

    -Bravo! E’ cosi facile restare in superficie e rifiutarsi di conoscere a fondo ma mi spiace deluderla, ciò che fa nella sua vita non è il genere di ricerca che funziona in questo laboratorio....ci vuole pazienza, bisogna aspettare, ripetere lo stesso esperimento anche mille volte se serve...e abituarsi al fallimento....i dati scientifici vanno approfonditi, devono essere certi e riproducibili…non sono sicura che questo sia il posto giusto per lei....-

    Ma nel frattempo lui le aveva insinuato un tarlo….

    …chissà se ha ragione….può darsi che Marck mi abbia tradita per questo….


    Iniziò al solito a farsi uno dei suoi film in testa:

    Lexie Grey ne Il delitto perfetto!!!



    un dramma di cui lei era la protagonista e adesso finalmente aveva anche il probabile colpevole, responsabile di aver ucciso il suo matrimonio…. per Lexie il sospettato numero uno divenne proprio lui, un maggiordomo chiamato abitudine!!!

    Si era adombrata e persa nei suoi pensieri, lui lesse il suo volto triste e si sentì in colpa… così cercò di rasserenarla e farla sorridere….

    - Ma ammetto che è confortante avere qualche certezza e punto di riferimento …e chi dice non siano entrambe giuste le nostre disposizioni….il mio è un ordine dinamico ed in continua evoluzione, ma probabilmente a furia di cambiare arriverei al suo stesso risultato… deve solo stare al passo e tenersi in forma-

    -Allora rimandiamo a domani? - chiese lei stanca e malinconica

    -Si, non si preoccupi, continueremo a litigare domani, abbiamo tutto il tempo-

    ***

    Lexie non si divertiva e sentiva così bene da tempo: il laboratorio andava a gonfie vele e il suo buon umore si rispecchiava anche nel resto della sua vita…. più lezioni in palestra, attenzione nel cibo, cura nel vestirsi e anche le tanto odiate cremine idratanti ed antirughe avevano fatto capolino nel suo mobiletto del bagno

    -Ti trovo magnifica!!!- la guardava sospettosa Cristina….-Che hai fatto??? Sembri più giovane!!!-

    -Ma che dici, sono sempre la stessa…sarà il nuovo fondotinta!!!!-

    -Tu?? Un nuovo fondotinta??? La regina delle abitudini????....la cosa mi puzza…e parecchio… -

    Cristina conosceva bene Lexie, era una ragazza semplice ….si curava certo ma non ne faceva una malattia…..qualche crema idratante scelta a caso nello scaffale del supermercato, trucchi dozzinali da banco et voilà …il gioco era fatto

    Si diresse correndo verso il bagno…..

    -Che fai, dove stai andando??- le urlò Lexie seguendola

    -A controllare mia cara!!!!- e la chiuse fuori

    -Smettila….non sono affari tuoi!!!!- bussava per farsi aprire

    -Oh mamma mia – esclamò quando aprì lo sportello del mobiletto ….-sembra la vetrina di una farmacia o meglio di una raffinata profumeria ……contorno occhi, siero, idratante giorno, nutriente notte, olio doppie punte, protezione solare effetto lifting….ma quante cose hai comprato!!!-

    -Che c’è di male a voler tentare di rallentare l’orologio biologico!!!!-

    -Niente!!! Appunto!!! Sono anni che te lo dico, ma tu non mi hai mai dato retta…..è merito del vichingo non è vero???-

    -Cosa c’entra Andrew adesso….-

    -Oh, Andrew….siamo passati al tu!!!-

    -No, mai…ma ci vediamo ogni giorno, non posso chiamarlo ancora di cognome….-

    -E’ per lui??-

    -No!!! E’ per me!!! Ma diciamo che lui mi ha fatto tornare la voglia di piacermi!!!!!-

    -E’ stupendo!!! Sono contenta…e anche se non sarà il bel tesista il tuo prossimo uomo, nemmeno per togliere un po’ di polvere e ruggine…. se non altro ti ha dato una bella scossa!!!!-

    -Eccome!!! Mi sembra di lavorare con un defibrillatore vivente!!!-

    ….ogni giorno almeno una scarica da 220V…



    pensò lei….

    …non so se il mio cuore resisterà ancora….



    ***

    Quel giorno, i docenti dovevano riunirsi per discutere e programmare attività universitarie di divulgazione, finanziamenti, borse di studio, e Lexie, sapendo con chi avrebbe avuto a che fare, si era soffermata un po’ di più sul trucco e sull’abbigliamento, osando pure una gonnellina; non usava tanto le gonne e i vestiti, il suo ex era geloso e la limitava parecchio non soltanto nelle abitudini e nelle amicizie ma anche nell’abbigliamento, mentre ora la sua nuova fiamma sfoggiava alta moda da passerella e da bomba sexy.

    …che bastardo!!!...



    Ma non le andava di viaggiare con delle scarpe scomode, salire e scendere dall’autobus, attraversare il cortile così si portò i tacchi in una borsa di stoffa e mentre era sola in laboratorio ne approfittò per cambiarle.

    Quando Andrew, spalancò la porta la trovò così, piegata in avanti, con un piede nudo a terra e l’altro ancora dentro lo stivale ma con la cerniera totalmente aperta.

    -Sta iniziando o sta finendo?- chiese incuriosito e divertito

    -Cosa mi scusi?- si alzò di scatto lei per darsi un contegno

    ….diamine!!!....



    -Lo Strip… me lo sono perso!!! - asserì dispiaciuto

    -Ma che dice mi stavo solo cambiando le scarpe, anzi mi passi quella busta-

    Lui prese il sacchetto di stoffa e curioso tirò fuori le scarpe per ammirarle, delle belle decolté nere con il tacco alto.

    … Non ha gli stivali….ma niente tatuaggio sulle caviglie…. dove sarà mai…..



    -Vuole una mano…non so solo spogliarle le donne sa!!!!-

    -Non ho dubbi a riguardo…con tutto l’allenamento che fa!!!!-

    -Ha mai provato i giochi di ruolo? Possiamo impersonare Cenerentola e il principe azzurro!!!- propose con le sue scarpe in mano negandogliele

    -Come si permette? Me le dia subito e non racconti niente di tutto questo in giro altrimenti la uccido-

    -Sarebbe un onore per me essere il primo-

    Lei lo guardò perplessa

    - Il primo della sua lista da non più brava ragazza!!! ma almeno mi faccia morire contento!!!-

    -Ancora? La smetta, lei è davveroooo- ci pensò su -Ignobile!!!!-

    -Grazie, troppo buona….

    Oggi è in gran tiro!!!! Si è pure vestita da donna. Ha impegni stasera????- sembrava infastidito ma lei e la sua scarsa autostima non lo notarono

    -No!!! Ma quali impegni, semplicemente una riunione in tarda mattinata…a proposito starà un po’ solo, se la sente???-

    … me la sento, ma non voglio…..



    -Certo!!! Ormai so muovermi! Vedrà di cosa sono capace-

    Era vero e lei riponeva molta fiducia in lui, anche se temeva potesse strafare.

    -Appunto! è proprio quello che temo! Le lascio il mio numero…”per ogni evenienza” – sottolineò per far capire di non esagerare

    Stava per scriverlo su un post it quando lui

    -Dia qui!!! Mi chiamo col suo telefono così avrà lei il mio… “per ogni evenienza”… un massaggio al collo, stappare una birra, infilare una scarpa…e poi lo sa che siete voi donne a chiamare me …- le restituì la battuta

    -Ma non la smette mai lei? E’ sempre così pieno di se! Non ha paura di soffocare in tutto quel testosterone- porgendogli esasperata il cellulare

    Lui lo prese e non appena si illuminò ritrovò lo screen saver, la famosa foto che lo aveva talmente colpito quella prima mattina, i suoi occhi, il suo sorriso, quel viso che ormai aveva imparato a conoscere in ogni centimetro, in ogni sua espressione, in ogni piccola ruga che era il segno e il ricordo di ciò che aveva vissuto e che l’aveva resa ciò che era ora, la stessa foto che usava come profilo su whatsapp…

    ..finalmente una sua foto….



    Non ne aveva trovate online e sui social, doveva essere una persona molto riservata, solo una piccola foto tessera sul CV, ma molto seria e professionale, doveva essere la foto del passaporto, quella in ti impongono le labbra chiuse, niente di paragonabile a quel luminoso sorriso che almeno adesso avrebbe potuto vedere sempre e un volto da accarezzare ogni qual volta ne avesse avuto voglia!!!!


    ….chissà se il mio numero lo memorizzerà o lo imparerà a memoria….



    Lexie rimase imbambolata a chiedersi questo quando il prof O Malley si affacciò in laboratorio e la riportò alla realtà

    -Lexie ci sei?-

    -Sono qui George entra pure-

    -Che ne dici andiamo insieme? - propose speranzoso guardandola con dolcezza

    Andrew, adesso che non doveva fare esami con lui, con serenità lo squadrò dalla testa ai piedi: era evidente un interesse per la sua Prof. e lui non faceva proprio niente per nasconderlo anche se Lexie sembrava non accorgersene, ma almeno O’Malley sembrava innocuo e davvero devoto.

    -Sono pronta andiamo! A dopo Andrew- lo salutò e andò via portandosi dietro un pezzo di lui ma lasciandogli in cambio una scia del suo buon profumo

    Dopo un paio d’ore…

    -Allora non posso convincerti per questo aperitivo???- non era di sicuro la prima volta che lo proponeva

    -Mi spiace George, devo lavorare…sarà per la prossima volta- e lo salutò garbatamente sotto lo sguardo compiaciuto di Andrew

    ….brava Grey….mandalo via….torna da me…



    -Allora Andrew? Come è andata qui senza di me???

    ….triste e noioso…



    -Benissimo, sono riuscito a svolgere tutto!!!- ammise soddisfatto

    - Svolgere o stravolgere!!!! – lo punzecchiò- Mi sa che posso cominciare a lasciarla solo allora- forse avrebbe dovuto farlo veramente e mettersi in salvo da quegli occhi verdi meravigliosi e quel sorriso distruggi-buoni-propositi, ma ormai che si era abituata alla sua compagnia era davvero difficile rinunciarci

    …che stupido….mannaggia al mio ego e alla mia arroganza…..
    ..non puoi lasciarmi, io ho bisogno di te….



    Si pentì subito delle sue parole e della sua presunzione ma non poteva farsi vedere dispiaciuto e andare avanti con quel discorso sconveniente, così cambiò argomento….e andò all’attacco

    -Lo sa che il Prof O’Malley è innamorato di lei, vero???-

    -Che dice!!! E poi non sono argomenti di cui dovremmo parlare io e lei- era imbarazzata

    -Non ha notato come la guarda?? Anche un bambino lo capirebbe- adorava il modo in cui arrossiva

    -Siamo solo amici, lui può ambire a qualcosa di meglio- disse

    -Meglio? In che senso, meglio di lei? Non ha una grande stima di sé stessa vero?!- a metà tra una domanda e una affermazione

    -Certo che si!!! Ma non sono discorsi da laboratorio e da fare con lei soprattutto, concentriamoci sul lavoro-


    Quella sera finirono oltre il solito orario…

    -Lei è una lavoratrice instancabile!!!-

    - Grazie!!-

    - Sicura che sia un complimento? Le do un passaggio, si è fatto tardi- era vero e lei poi oggi non sarebbe passata inosservata con quella gonna

    -Non serve grazie -

    -Qualche volta può anche accettare aiuto!!!!- si innervosì a sbattere sempre contro quel muro

    -Le ho detto che non serve e se non cambio le scarpe e corro arrivo pure a prendere l’autobus delle 21, chiude lei per favore?-

    -Come desidera… A domani- si rassegnò, ma non era tranquillo…

    …avrei dovuto insistere….



    spense tutto rapidamente, senza ripulire… avrebbe rifinito l’indomani arrivando anche prima del dovuto, ma adesso doveva sbrigarsi….ora voleva solo assicurarsi che salisse sull’autobus sana e salva

    Corse alla macchina e fece il giro per arrivare alla fermata….ma non la vedeva in lontananza sulla strada

    …avrà preso la scorciatoia per arrivare prima, con quei tacchi poi….



    Tornò indietro per rifare anche lui la stradina più breve che passava dietro il campus, dove spesso i ragazzi bevevano e facevano baldoria, perdendo spesso il controllo e facendo scoppiare qualche rissa; la vide con accanto un tizio, ma da lontano non poteva capiva se lo conosceva

    -Se mi dai la borsa non ti faccio nulla- l’aveva minacciata quel ragazzo con cappello di lana infilato fino a metà fronte e la sciarpa alzata fin sul naso

    -Mi creda, non c’è niente di valore, se vuole le do i soldi, ma la borsa no per favore –

    C’era la sua agenda con tutti i suoi pensieri, i suoi appunti e soprattutto i dati e i risultati di quei giorni…aveva certo gli originali sul pc ma non voleva separarsi dalla sua shopping bag e da tutto il suo contenuto

    -Però sei coraggiosa- le si piazzò davanti e la osservò -e sei anche molto carina- iniziò a toccarle il viso

    - forse possiamo trovare un accordo, tieni pure la borsa, mi prenderò qualcos’altro - propose viscidamente mentre le accarezzava il braccio prima di afferrarlo

    -Mi lasci!!!- si scansò e lui la spinse facendola cadere a terra, riversando così sull’asfalto gran parte del contenuto della borsa

    -Non hai sentito la signora?- come le vibrazioni di un terremoto, onde sismiche che viaggiando sulla terra generano anche un boato terrificante, la montagna si fece sentire, facendo ombra sul giovane delinquente che ora guardava in direzione di quell’uomo che stava interferendo senza però riuscire a vederlo in viso: era in penombra dato che Andrew aveva totalmente coperto col suo corpo imponente la luce del lampione

    Dopo aver velocemente valutato la situazione, il ragazzo scappò; Andrew per un attimo pensò di raggiungere quello stupido bulletto e di dargliene di santa ragione, avrebbe voluto punirlo per quel gesto e per quella forma di violenza, lo avrebbe fatto per qualsiasi donna, figuriamoci per Lexie , ma poi preferì occuparsi della sua prof. piuttosto che rincorrerlo

    -Sta bene?- chiese preoccupato, chino sopra di lei, ma non rispose, era sotto choc

    Le infilò la scarpa che le si era sfilata, quella stessa scarpa su cui l’aveva preso in giro quel pomeriggio; raccolse i suoi oggetti personali, tra cui il cellulare e la sua agendina, la sollevò delicatamente da terra e la portò in braccio: di solito la sua energia e voglia di indipendenza la facevano sembrare più alta e forte, ma in quel momento, indifesa e silenziosa, gli sembrò così esile e delicata.

    Arrivò alla sua auto abbandonata in mezzo alla strada col motore accesso e lo sportello aperto

    -Come si sente? Vuole andare alla polizia…o in ospedale?-

    Finalmente si riprese

    -No, sto bene grazie…voglio solo andare a casa mia-

    Lui la posò delicatamente sul sedile passeggeri e le allacciò la cintura, poi si mise al volante e partì spedito verso la sua abitazione, non aveva bisogno di indicazioni ne di navigatore, aveva impresso a fuoco nella sua mente ogni curva e ogni svolta che portavano al suo appartamento.

    -Grazie!!- disse accortasi di essere arrivata sotto casa- ha ragione, ha davvero una buona memoria- ma era ancora come bloccata e sovrappensiero, poi crollò

    - avrei dovuto darle retta!!!- qualche lacrima sfuggì

    - Non c’è niente di male a farsi aiutare- disse riprendendola fra le braccia, riferendosi anche a questo gesto -La porto su-

    -No, davvero non occorre!!!- scalciò un po’

    -Non me ne andrò finché non la vedrò rannicchiata sul suo divano…che piano?-

    -Sesto!!-

    Le sfilò di mano le chiavi ed aprì la porta; non aspettò nemmeno di essere invitato ad entrare, e si diresse in cucina, si lavò le mani e cercò l’occorrente per preparare qualcosa di caldo

    -Perché non va a farsi una doccia mentre io le preparo un tè o una tisana?-

    Lexie era imbarazzatissima nel vederlo girare così a suo agio in casa sua ma al tempo stesso gliene era grata: l’aveva salvata e averlo vicino ora la stava facendo sentire al sicuro, e così stavolta fu lei ad ascoltarlo e ad eseguire le sue disposizioni.

    Andrew si guardò in giro, il suo appartamento non era freddo e ordinato come il laboratorio, qui c’era veramente la sua essenza, il suo calore…e il suo cuore: cuscini colorati, bottiglie di vino pregiato, un bicchiere enorme pieno di tappi con la data scritta a penna, dei manga, tante foto, dvd, romanzi d’amore e anche un po’ di disordine…ma non era l’occasione giusta per farglielo notare…

    …sorrise….

    quello doveva essere il suo angolo relax: vicino alla sporgenza del divano c’era l’impianto stereo con sopra due vinili e un cd, un libro aperto a pancia in giù, un tavolo basso con una ciotola piena di cioccolatini, un bicchierino utilizzato da liquore e una copertina in pile arrotolata.

    Quando Lexie uscì dal bagno con una comoda tuta dei San Francisco 49ers e i capelli intrappolati in un turbante di spugna trovò due tazze fumanti sul tavolo

    -Si sieda- le fece cenno con dei colpetti sul cuscino del divano, un imperativo delicato; le porse la tazza e la coprì con la coperta che aveva trovato la vicino e si sedette accanto a lei a bere pure lui la sua bevanda calda

    -Ho chiamato Cristina dal suo cellulare!-

    -Come ha….con che…-

    -Shhh!!!- l’azittì posando due dita sulle sue labbra morbide e privandola con quel tocco di ogni capacità di reagire.

    – Mi rimprovererà domani, avrà tutto il tempo che vuole per farlo…e bene!!! Sta venendo qui, così passerà la notte con lei, non era il caso di lasciarla sola. Deve asciugare i capelli- finì velocemente la sua tisana e posò la tazza.

    Entrò in bagno e prese il phon, ignorò le sue proteste e azionò l’asciugacapelli alternando l’aria calda alle sue mani sulla chioma umida, finchè tutta l’acqua non evaporò e le ciocche bionde tornarono ad ondularsi.

    Seduta accanto a lui, effetto doccia calda, infuso, rumore cullante del phon e senso di sicurezza, si addormentò.

    Lui la strinse un attimo e le posò un bacio sulla testa: era stato un bello spavento anche per lui, si sentiva in colpa, forse se avesse insistito di più per accompagnarla invece di fare “l’orgoglioso” o se non avesse così intensamente desiderato che lei non uscisse con O’Malley; chissà cosa sarebbe successo se lui non l’avesse seguita.

    Riprese poi il cellulare di lei fra le mani: aveva notato prima come lo schermo si fosse lineato e rimase a fissare lo screensaver, la foto di Lexie, quella famosa foto: quelle linee sembravano piccole cicatrici sul suo volto e la cosa lo stava infastidendo tremendamente; Lexie era già stata ferita, sentimentalmente e professionalmente, aveva già la sua buona dose di segni addosso e non ne meritava più.

    Poi sentì armeggiare vicino la porta e andò ad aprire

    -Ciao Andrew, stavo per usare le mie chiavi-

    -Dorme!!-

    -Allora, cosa è successo? -

    -E’ stata aggredita mentre andava a prendere l’autobus, per fortuna solo un grande spavento, doveva essere uno sciocco studente ubriaco, ma non volevo restasse sola di notte. Scusa se mi sono permesso di chiamarti dal suo cellulare-

    -Hai fatto benissimo anzi grazie, di cuore, veramente!!!-

    -Lei non la penserà allo stesso modo-

    -Non è per te, credimi! Fatica a fidarsi degli altri….sai lei….-

    -Non siamo tutti uguali!!!- sentenziò -Te l’affido!!!- disse dolcemente mentre andava via e Cristina capì che per lui era molto di più di una semplice “prof.”


    ...continua....
     
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    Cavoli, la cosa si fa molto accattivante e super romantica!!

    Occhi verde peccato, termine quanto mai veritiero!!
    Ed è anche un angelo custode!!!!! Che vogliamo di più da questa storia?????


    Ehhhh mi sa che arriva ...
     
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    Grazie DanielaResini 5
    si occhi verde peccato o verde perversione mi sembra rendere l'idea di uno sguardo accattivante, provocante, di quelli che ti turbano, come il nostro bell'Andrew
    Sono contenta che ti piaccia, mi da la spinta per andare avanti
    Ieri troppo mal di testa per postare, più tardi posto il prossimo capitolo

    alla prossima
     
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    (girasole)

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    CAP.5


    Ovviamente, il suo numero non era stato aggiunto alla rubrica, ma lo aveva (memorizzato!!!) quindi, aspettò che si facesse un orario decente e …

    you: Buongiorno Prof, come va?

    +1 718 3868 0167: Buongiorno molto meglio e grazie di tutto!!!

    you: Non ho fatto niente di che, stavo pensando che oggi forse non è il caso di lavorare, dovrebbe rimanere a casa a riposare

    +1 718 3868 0167: Assolutamente no! Anzi devo distrarmi, la vedrò tra poco in laboratorio!!

    you: Vuole un passaggio ?

    …di di si…ti prego…



    +1 718 3868 0167: Sto andando già alla fermata, ma la ringrazio lo stesso

    Corse verso la fermata, non voleva perdere il pullman delle 9,00 ma aveva fatto più tardi del previsto poiché si era fermata in una pasticceria a comprare la colazione, voleva sdebitarsi con il suo tesista che si era preso cura di lei!!!

    Sbracciò un po’ in mezzo la strada e l’autobus, che stava ripartendo, rallentò per aspettarla e permetterle di salire; col fiatone e un po’ accaldata, cercava un posto per sedersi quando si sentì salutare:

    -Buongiorno-

    …che dolce suono…



    Chiuse un attimo gli occhi ed inspirò come per assaporarlo meglio e godersi quel brivido che ne scaturì e che la percorse per tutta la sua altezza.
    Si girò in direzione di quella voce che ormai conosceva benissimo e c’era lui, bello e sorridente che sovrastava il resto dei passeggeri

    -Buongiorno a lei, sono riuscita a salire per miracolo, come mai con mezzi pubblici???-

    -Oggi non mi andava di guidare, sono un po’ stanco- mentì, si era fatto le corse pure lui; spostò il suo zaino per farla finalmente accomodare vicino a lui

    -Quando mi ha offerto il passaggio, credevo stesse andando in macchina-

    - “Stavo”, ma poi lei mi ha fatto ricordare che il pullman è molto comodo per riposare- in realtà non voleva che viaggiasse e soprattutto rientrasse sola; aveva volutamente lasciato l’auto vicino la fermata per farle compagnia durante la corsa di ritorno ma gli era riuscito di incontrarla anche all’andata.

    -Quasi lo perdevo, perché…. mi sono attardata per comprare questi….per lei!!!- sorrise timidamente e, arrossendo, gli porse un vassoio di dolcetti da colazione
    - Li mangia vero? o è uno di quelli fissati con la palestra e l’alimentazione- il dubbio le venne solo ora

    -Grazie! si si mangio tutto, ma li mangerò solo se lei mi farà compagnia o è lei fissata con l’alimentazione- aprì il cartoccio e glieli offrì

    -Io??? Io non scherzo mai con il cibo- rise -ma qui??? Combineremo un disastro, ci riempiremo di briciole- si terrorizzò

    -E allora qual è il bello!!!- afferrò la boccetta che pendeva dalla borsa di Lexie, la stappò e “galantemente” le versò un po’ di gel disinfettante sulle mani ridendo, dopo di che agguantò e soffiò su un dolcino cospargendola di zucchero a velo

    -Nooo, ma che fa????- prima si sentì a disagio, poi ci pensò su e…..
    - Vuole la guerra?????-

    E fu così che anche lei finalmente si lasciò andare e seduti vicino, divisero la colazione, ricoprendosi di briciole e ridendo per tutto il tragitto per il disordine che stavano combinando!!!!

    Quel giorno andarono d’amore e d’accordo, in fondo quello spiacevole evento li aveva avvicinati: lui, oltre a quella smisurata attrazione, aveva scoperto nel suo cuore tutta la tenerezza per Lexie, che a sua volta, gli era grata per essersi occupato con tanta premura di lei, chiamando addirittura la sua migliore amica per non lasciarla sola…

    ..che pensiero delicato…..



    Due giorni dopo…

    -Mi dia il suo cellulare!-

    -No, perché. A cosa le serve? cosa deve combinare?-

    - Perché di me immagina sempre il peggio?-

    -Per guadagnare tempo!!- lo prese in giro

    -O avanti me lo dia e non faccia storie, lo spenga pure se non si fida-

    Lexie lo vedeva seduto e concentrato, nemmeno stesse facendo una operazione chirurgica: le cambiò la cover di vetro che si era rotta durante l’aggressione; tutte le volte che intravedeva quelle linee, si incolpava per l’accaduto e ci stava veramente male.

    -L’ho notato quando ho chiamato Cristina, ho pensato che quelle rigature le avrebbero fatto rivivere quel momento ogni volta -

    ..certe volte le sue premure mi sconvolgono…..



    -Non doveva, grazie mille, ha perfettamente ragione; purtroppo devo andare ad un seminario anche se non ne ho tanta voglia, starò via un’oretta, lei registri più dati che può e se dovessero esserci intoppi mi chiami!!-

    -Lo sa che non la chiamerò mai vero?- la mise in guardia sfidandola

    -Ovvio che non chiamerà, lo so benissimo che sono le donne a chiamarla!!!-

    -Allora perché continua a suggerirmelo?-

    -Perché lei me lo ripete sempre! Mi diverte vederla fare la parte del super uomo? Non ha paura di inciampare in tutti quegli ormoni?- ormai ci stava prendendo gusto a rispondergli a tono e chiuse la porta ridendo

    E fu così che mentre lo speaker spiegava i dati…


    ZZZZ



    Il suo cellulare sul tavolino vibrò velocemente

    …Un messaggio, per fortuna ho ricordato di mettere la vibrazione…



    ZZZZ
    ZZZZ
    ZZZZ



    ….ma chi sarà in orario di lavoro…



    Iniziò a leggere cercando di seguire ancora la presentazione…

    Viking: - Ho registrato tanto
    Viking: pensavo di invertire la polarità
    Viking: e se vale la regola del silenzio assenso
    Viking: chi tace acconsente…

    …cosa no!!!! dannazione…



    Si girò un po’ e si inclinò cercando di nascondersi sotto il banco per non essere vista e telefonò al suo intraprendente tesista sperando di fermarlo

    -Andrew, aspetti….cosa?- sussurrava ma con toni acutissimi e seri

    -come sarebbe a dire….no, non può farlo…NOOO!- urlò per fermarlo interrompendo così anche l’ospite dell’università

    -Prego, la professoressa Grey non è d’accordo???- chiese curioso

    -Ehm, dicevo…mannaggia, NO! Si è fatto tardi….che peccato!!!….devo proprio andare- e mortificata e con tutti gli occhi puntati addosso si defilò

    ***
    -Si può sapere che cosa combina qui??- entrò di corsa in laboratorio preoccupata

    -Già terminato il seminario??? Qui va tutto a meraviglia, avevo ragione, guardi-

    -Oh, che bravo…io….sono scappata via prima…temevo… - si sentì una sciocca

    -Gliel’ho detto, può stare tranquilla con me!!! Non vuole proprio saperne di lasciarsi andare e di dare fiducia ad un'altra persona, vero?-

    -Non è questione di fiducia…ma lei ha tutta questa “impulsività” che io considero ….come dire…-

    -E’ qui l’errore…non la veda come un difetto…la consideri un pregio capovolto…e adesso…vada vada…su…ma la capisco e ha ragione, lo so che non può stare lontana da me!!!!-

    -Un giorno o l’altro finirà nell’inciamparci in tutti quegli ormoni- ormai aveva preso l’abitudine di stuzzicarlo pure lei ma Andrew, spingendola delicatamente la rispedì alla conferenza

    Poco dopo però, “Lui” approfittando della temporanea assenza di Lexie che aveva intravisto al seminario, entrò come fosse ancora il suo laboratorio e ordinò ad Andrew di spegnere e smontare l’Axon, quell’indispensabile strumento che stavano utilizzando, e di darglielo

    -Assolutamente no!!!- rispose secco anche se sapeva di rischiare andando contro uno dei suoi docenti

    -De Luca come si permette, lei è anche un mio studente; ha deciso di non laurearsi??? Forse non lo sa ma quello strumento è pure mio -

    -Io so solamente che sono il responsabile di questo laboratorio fin quando non tornerà la professoressa e niente uscirà da questa stanza senza che lei lo sappia e lo approvi- ringhiò contenuto

    - Capisco, ammiro la sua lealtà e la sua audacia, dica ad Alexandra di venire da me appena torna dal seminario-

    ***

    -Allora come procede qui? Le chiedo scusa per prima, ma ho avuto paura che lei capovolgesse ogni cosa oltre ai suoi pregi- scherzò pimpante al suo ritorno

    - Bene, si vuole sedere? Le porto qualcosa da bere?-

    -Com’ è che è così serio e gentile? chi ha ucciso?-

    -Prof, devo dirle che …poc’anzi, è entrato Sloane …..vuole l’Axon; dice che è suo e vuole parlarle- non c’era un modo adatto, così andrò dritto al sodo

    -Cavolo, sarà il suo turno, ma adesso non possiamo privarcene-

    -Il suo turno?- non capiva

    -Lo abbiamo ideato …-

    ..bugia…



    -…più che altro commissionato insieme e lo usiamo ancora alternativamente-

    -Ma so che al momento lui sta lavorando su altro, non gli serve adesso-

    -Ne è sicuro?- chiese lei speranzosa

    -Si!!! La mia collega è una sua tesista; posso chiedere ulteriore conferma, ma ne sono certo al 99%-

    siamo alle solite….vuole levarlo a me anche se non gli serve……



    -Vado subito da lui- finse indifferenza

    -L’accompagno!!!- con fare protettivo

    -Ma che dice, non ho bisogno della scorta- cercò di sdrammatizzare

    -Sarei più tranquillo così- e la seguì nonostante il suo disappunto

    -Ti sei portata il mastino???- “Lui” la provocò subito non appena li vide arrivare insieme

    -Assolutamente no, Andrew sta andando a fare una commissione per me- e con una occhiata lo licenziò anche se lui rimase di nascosto fuori ad origliare

    -Non ti serve adesso, lascialo a me ancora un po’-

    -Non sono questi i termini dell’accordo-

    -Ma togliermelo adesso senza usarlo servirebbe solo a fermare la mia ricerca: allora è questo che vuoi, ammettilo!!!! Cos’è temi che possa fare meglio di te? Non riesci a lottare in maniera corretta? -

    -Corretta? E tu allora che mi stai sottraendo uno strumento così prezioso!!! Lo sai che è una nostra creatura-

    -Tu di tuo ci hai messo solo il nome sull’accordo, che io ti ho lasciato scrivere; sai bene che l’idea è stata mia anche se poi non ho potuto brevettarlo solo che purtroppo a differenza del nostro matrimonio, in laboratorio non avevamo fatto la separazione dei beni!!!!-

    Li sentiva litigare come se stessero parlando dell’affidamento di un figlio: lui sembrava uno di quei genitori separati che lo usava per ferire e fare dispetto all’ex compagna, gli faceva schifo!!!

    - Non portiamo i nostri problemi tra queste mura sacre, Hai sentito prima quella splendida presentazione? lascialo a me ancora un po’, in funzione, serve a produrre dati, no? Non lo spegnere…confido nel tuo amore per la scienza - e stremata da quella discussione mestamente uscì dal suo ufficio

    Andrew rapidamente sgattaiolò in direzione del laboratorio per non farsi vedere e Lexie rientrò subito dopo, cercando di sembrare serena, anche se aveva i tratti del viso tirati, come ogni volta dopo ogni discussione con Lui: le ferite erano tuttora aperte e sanguinavano ancora.

    -Credo di averlo convinto a lasciarcelo ancora per un po’- finse ottimismo-su!!! torniamo al lavoro-

    In realtà era terrorizzata, così decise che avrebbe spinto al massimo l’acceleratore per ottenere più dati possibili e il più velocemente possibile!!!!!
    Mentre armeggiava con i comandi del microscopio e del manipolatore, in una di quelle famose posizioni strambe e scomode:

    -Ahhhh!!!- una smorfia di dolore sul viso prima di iniziare a massaggiarsi il collo
    -forse una contrattura, ieri avrò esagerato con i pesi in palestra- si giustificò
    -La prego, continui lei-

    Ma Andrew invece di mettere le sue mani sulla strumentazione le posò delicatamente sul collo di lei

    -Sa bene che non è per quello, lei accumula qui tutto lo stress e il nervosismo- iniziò a scioglierle la tensione sul collo- e questo è semplicemente il risultato della discussione con Sloan-

    -Quale discussione, non c’è stato alcun alterco; abbiamo cercato di trovare un accordo che soddisfi entrambi, nessun problema- finse mentre lui l’aiutava a rilassarsi

    -La smetta, non occorre, lo sanno tutti che non fa altro che metterle i bastoni fra le ruote-

    L’espressione sul viso di Lexie cambiò, si sentì di colpo esposta e indifesa e si vergognò; forse anche lui conosceva la sua storia, ormai i pettegolezzi erano di dominio pubblico.

    ..che umiliazione…



    …come scienziata e come donna…si spostò per far scivolare via le sue mani ma non disse nulla

    -Per questo durante l’esame mi ha messo in difficoltà, perché sapeva che le sarebbe andato contro, non è vero? e lo strumento adesso? Vuole solo evitare che lei vada avanti con le sue ricerche, la teme, dico bene?-

    -No, non è come pensa…abbiamo avuto qualche diverbio personale durante il divorzio e così ci siamo separati pure sul lavoro ma lui….-

    -L’articolo su Nature, quello che lo ha fatto promuovere come professore, lo ha scritto lei, vero? -

    Una lacrima silenziosa scese sul suo viso, non voleva parlarne ma le faceva ancora così male quel doppio tradimento…e non riusciva a nascondere tutto il suo dolore.

    -Nooo, che dice….Io, no..cioè lui…-

    -Conosco a memoria tutti i suoi articoli e ho letto anche quelli di Sloan: da quando vi siete separati il suo modo di scrivere è rimasto uguale mentre quello del professore è cambiato e peggiorato, e il lavoro su Nature ha la sua impronta, il suo marchio, l’ho riconosciuto;
    non è noioso come quelli di Sloan, sembra di leggere un romanzo talmente lo ha reso interessante: ci si ritrova ad aspettare i risultati e le conclusioni come si desidera il lieto fine di un bel libro, ed è lo stesso che riesce a trasmettere a lezione.
    Per questo gli studenti la adorano…

    …e anche io….



    Dovrebbe scrivere racconti per quanto è brava!
    E se me ne sono accorto io, un semplice tesista, vedrà che anche la comunità scientifica lo avrà compreso: quella geniale è lei, per questo lui la teme e la ostacola. L’unica cosa che non capisco è….perchè? Come è potuto succedere?-

    Lexie non rispondeva, ma lui sembrava seccato, quasi più di lei: ogni lacrima muta che scendeva dagli occhi di lei sembrava un pugno nello stomaco per lui; l’afferrò per le spalle e la scosse

    -Perché glielo ha permesso?- quasi urlando e rimproverandola senza darsi pace

    A quel punto, come un fiume in piena che oltrepassa gli argini, lei si lasciò andare: aveva proprio bisogno di sfogarsi.

    -Credevo che ci amassimo! Lui era fragile e insicuro, così io per dargli coraggio cercavo di coinvolgerlo, renderlo sempre partecipe e di fargli credere che fosse lui quello fondamentale nel nostro lavoro….e lui strada facendo ha capito che così poteva tenermi in pugno e superarmi sempre di più e se ne è approfittato.

    I primi meeting ero io a proporgli di presentare lui i dati, così che acquistasse fiducia….poi col tempo, non mi ci fece più andare, con scusanti del tipo
    “il laboratorio non va avanti senza te” o “gli studenti preferiscono le tue lezioni”.

    Partiva sempre lui, si faceva conoscere nel mondo e alla fine sui nostri curriculum risultavano solo le sue di partecipazioni ai congressi; io restavo sempre dietro le quinte. Con questa scusa ha persino preso tempo per allargare la famiglia, avrei voluto almeno un figlio, ma lui diceva che ci avrebbe rallentato…che non era mai il momento giusto.

    Poi quando all’ultima conferenza, gli ho fatto una sorpresa prenotando per accompagnarlo dato che eravamo ancora in vacanza ed era pure il nostro anniversario, lui mi disse che aveva iscritto anche la nostra dottoranda, giustificandosi che sarebbe stata per lei una esperienza formativa.
    Quando arrivai a sua insaputa, offrì a me la presentazione: io pensavo ad un gesto carino, ero così contenta ed emozionata, e mentre io esponevo i dati in sala….lui se la spassava con Isobel nella SPA dell’hotel. Una collega li ha visti, volevo morire.

    Sapevo di altre volte e di altre tesiste ma… così in pubblico, ad un congresso dove c’ero pure io, sua moglie… mi sono sentita talmente umiliata.
    Sono stata sul punto di mollare tutto…ma poi ho mollato solo lui!!-

    -Che carogna….e l’articolo?? Come ha fatto ad estrometterla?-

    -Avevamo deciso che ci saremmo alternati in ogni pubblicazione, una volta io primo nome e lui ultimo come corresponding author, designato per i contatti con l’editore, e il lavoro successivo avremmo fatto al contrario: quei dati erano il nostro migliore risultato, innovativi ed importanti.

    Sono stata su quel paper per mesi, lui era il corresponding e lo inviò a Nature, la rivista con il maggior impatto scientifico al mondo; poi ci siamo lasciati e per qualche giorno io era talmente distrutta per la separazione che mi sono disinteressata di tutto, evitando soprattutto il laboratorio.
    Hanno accettato l’articolo e lui durante la revisione ha sostituito me con la dottoressa Isobel Stevens come primo autore, me ne sono accorta quando era già pubblicato e online-

    -Ma non poteva dimostrare che era frutto del suo lavoro?-

    -E come? Condividevamo tutto: laboratorio, computer, protocolli….quando sono rientrata aveva fatto sparire ogni cosa, non ho trovato più niente, per questo ora scrivo le informazioni importanti sulla mia agenda personale-

    -..ed è per questo che ha rischiato quella sera per difendere la borsa….-

    -Si!!!- ammise ormai completamente sincera

    - …e fatica a fidarsi delle persone. Andiamo, usciamo da qui, ho la cura perfetta per lei….-

    -Sarebbe?- chiese asciugandosi le lacrime

    -Me!!!!- schiacciò il suo meraviglioso occhio verde prato - E le offro pure da bere!!!-

    L’aria fresca, la confusione di gente allegra e chiassosa, il buon vino e il cibo appetitoso ebbero un effetto terapeutico.

    -Grazie, in questi giorni lei mi sta davvero salvando la vita, lei è davvero…-

    -Basta! La prego! Ma non può darmi del tu, almeno fuori dall’università, mi sembra talmente strano, passiamo ogni giorno insieme, siamo praticamente coetanei.-

    -No, assolutamente no!-

    -Ma quella volta, la nostra prima volta, alla fermata, è stata così naturale, spontanea e socievole. -

    -Pensavo che non l’avrei mai più rivista…

    ...per questo mi sentivo al sicuro…



    -...è giusto mantenere i nostri ruoli-

    -Tiene sempre tutti così distanti? Per paura o cos’ altro?- non si dava pace

    …oh Lexie Lexie….se sapessi…..ciò che io provo….lasciami avvicinare….



    -Lei è un mio studente, e io devo rispettarla e trattarla come tale…..-

    ...anche se mi sono talmente legata e affezionata a te…..non è solo attrazione adesso…
    ..ma non posso perdere anche quest’ultima barriera di difesa…



    Avevano bevuto tanto, ma lei, anche se più rilassata non vacillava: sempre misurata e controllata, ed era un vero tormento per lui, che invece si sentiva così libero con la sua prof., fin da quella prima volta in cui l’aveva subito valutata pericolosa proprio perché riusciva ad arrivargli dritta al cuore.

    -Facciamo un gioco, se a occhi chiusi non indovina cosa c’è nei bicchieri che le proporrò, mi darà del tu! Almeno per stasera!!-

    Senza dar peso alle sue proteste, si diresse al bancone e portò con se 3 bicchierini pieni; li adagiò sul tavolo, si posizionò accosciato dietro di lei e posò una mano sui suoi occhi, per nasconderli alla sua vista.

    Lei prima si irrigidì per quel contatto improvviso e per quel buio inaspettato, ma poi volle fidarsi e si lasciò andare nonostante non vedesse nulla; barcollò un attimo.

    -Ha bevuto troppo?- la provocò

    -Io non bevo mai troppo! Lo sa bene che se mancano le informazioni visive, il cervello perde i punti di riferimento e fatica un attimo a orientarsi e a mantenere l’equilibrio…
    … e comunque se mi copre gli occhi non farà altro che acuire il mio olfatto!!!
    Non mi faccia pentire dell’A+ che le ho dato- scherzò e rise pure lui, respirandole sul collo e facendole venire i brividi

    Era così bello starle così vicino, saperla calma e rilassata, percepire il calore della sua pelle liscia.

    Le passò davanti al naso il primo shortino, Lexie cercò di percepirne il profumo mentre lui si beava di quello di lei

    -Tequila- esclamò sicura

    …dannazione…



    Poi le fece odorare il secondo; quanto avrebbe voluto avvicinarsi al suo collo nudo mentre si protendeva in avanti per riconoscere quel liquido intrappolato nel bicchiere, annullare quella distanza e sentire il sapore della sua pelle
    o girarla repentinamente e rubarle un bacio mentre era così serena e si affidava completamente a lui; ma proprio per questo non poteva tradirla, era totalmente indifesa in quel momento, anche se a dirla tutta, si sentiva lui la vera preda, vittima della sua inconsapevole seduzione.

    -wodka- indovinò il secondo

    E infine, dopo aver unito e mescolato due alcolici differenti le propose sotto il naso il terzo: si sentiva ormai sconfitto e si giocò la carta dell’imbroglio

    -La tequila di prima ma con grappa, barricata, sento le note legnose-

    -Lei è un fenomeno!!!!-

    -E lei ha barato, è davvero tremendo-

    - Lo so, è un dono…non posso farci niente!!!-

    Le liberò gli occhi deluso, e lei ridendo ancora per prima, gli rubò dalla mano il bicchiere:

    -Scherza sempre lei, invece io non scherzo mai con l’alcol!!!!- lo canzonò fiera e soddisfatta di se stessa, iniziando a vuotare il bicchiere, ma a metà lui se lo riprese finendo il liquido contenuto in esso

    -Nemmeno io!!!- e dovette accontentarsi solo di poggiare le labbra dove appena prima si erano posate le sue

    Continuarono a scherzare e a stuzzicarsi: Andrew era contento, ogni tanto aveva avuto l’impressione che lei si fosse un po’ lasciata andare e gli avesse fatto intravedere qualcosa di se che non a tutti concedeva e che non molti conoscevano, quello che lui avevo visto fin dal primo incontro ma che invece gli altri non notavano, e che senza saperlo, lo aveva fatto innamorare di lei.

    Parlarono di tante cose, musica, viaggi, cinema

    -No,non posso confessarglielo qual è il mio film preferito!-

    -Scommettiamo un milione di dollari che indovino?-

    -Ah ah, ha tutti questi soldi da perdere ?-

    -Non ci crede?-

    -E’ impossibile!!-

    -Pulp Fiction-

    Lexie non rispose ma la sua espressione fu davvero eloquente

    -Allora? Assegni post datati? O vuole farmi un bonifico, come me li darà? - non ebbe il coraggio di confessare che aveva visto varie edizioni del dvd in casa sua la famosa sera dell’agressione

    -Contanti!!! per non lasciare tracce…sa la polizia, il fisco, la finanza…-

    -Vedo che sta entrando nella mentalità della bad girl, brava! andiamo a fare due passi oppure a ballare?-

    Anche per Lexie la serata era stata davvero piacevole; a tratti però si era sentita in imbarazzo, non c’era niente di male, spesso professori e studenti condividevano i pasti e discutevano dei problemi o dei dati durante le pause o a fine giornata, ed erano rimasti sempre sul professionale…

    … o quasi….



    ma lei si sentiva strana perché aveva sentito il bisogno di lasciarsi andare, con lui…

    -Andrew devo dirle che io…sa…magari potremmo- ma poi ebbe paura: lei non voleva essere paragonata a “lui” o sollevare voci o pettegolezzi, così innescò una bella retromarcia e...

    - Meglio finire qui la serata, la ringrazio tantissimo- quindi prese un taxi per ritornare a casa, molto più saggio e professionale.

    ...continua....
     
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    Un vero balsamo per l'animo ,questo Andrew!! Una presenza concreta , discreta, appassionata,anche se latente (per ora).

    Sempre più curiosa pe il prosieguo!

    P.S.: la "Izzy" della situazione, chica mala....
    Senza rimedio...
     
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    Eccomi, ho recuperato due capitoli 🙂.
    Lexie mi fa molta tenerezza, è una persona ferita e delusa, “lui” gliene ha combinate una peggio dell’altra, ha saputo manipolarla con fredda determinazione.
    Andrew capisce tutto ed è un bene perché ora sa che deve andarci piano e lasciarle tutto il tempo. E fa benissimo a rinfocolare il suo amor proprio, me lo immagino il luminare fedifrago e manipolatore che improvvisamente si deve scrivere (male) gli articoli da solo 🙂!
    Volevo farti poi i complimenti per la cornice di questa storia, sembra davvero di essere con loro in laboratorio!
     
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    (girasole)

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    E si!!! DanielaResini 5 questo Andrew fa tanto lo spavaldo, ma sommerso da tutti quegli ormoni, c'è un cuore grande che pulsa!!!

    Grazie Bathsheba Everdene
    Lexie è stata ferita in amore e sul lavoro, direi davvero messa KO, ma per fortuna è forte e chissà che non verrà ripagata in un campo o nell'altro, speriamo!!!



    CAP. 6


    Per Andrew era ancora notte fonda, ma per qualcun altro doveva essere già pieno giorno, dato che il suo cellulare lampeggiava da almeno 2 ore:

    +1 718 3868 0167: Scusi se l’avviso così all’ultimo momento, vado fuori qualche giorno per motivi personali, ne approfitti per disintossicarsi da me, scherzo! si riposi e si diverta, l’ho praticamente sequestrata in queste settimane. La contatterò io al mio ritorno 5.48>>

    You: Va bene A presto 8.05 >>

    No!!! Non va bene affatto…disintossicarmi??? Sarò praticamente in astinenza…e poi….quali motivi personali? Salute??? Un uomo???
    Forse ha incontrato qualcuno…ma quando, non ricordo di qualche uscita se non con Cristina…..forse non mi ha detto nulla….
    spero solo stia bene…ma che vado pensando…



    Andrew, ingoiò il rospo e ne approfittò davvero per riposarsi, dormendo tutta la mattina, era sfinito. Avevano tenuto ritmi elevati in laboratorio e in più lui cercava anche di lavorare nelle pause. Quel giorno avrebbe avuto appuntamenti solo all’ora di pranzo e fatto un salto in laboratorio nel pomeriggio.

    Mentre camminava nel corridoio dell’università che costeggiava i laboratori incontrò Teddy, una collega

    -Anche tu oggi a spasso? O’ Malley mancherà un paio di giorni e io mi sto rigirando i pollici, mangiamo insieme più tardi?- propose civettuola

    -Ho già un impegno mi spiace- e tornò in laboratorio

    ….manca anche O’Malley….che quei due????.....nooo!!!! non ci credo...
    eppure..ma si!!! chi se ne frega!!!!!



    -Pronto Owen, ti va un giro stasera?-

    -Andrew, fratello, ma dov’eri finito??? Con piacere, mi sei mancato, al solito posto alle 21-

    -A dopo amico-

    Poco dopo le 21 erano già seduti a fare quattro chiacchiere; Owen uno storico compagno di scuola, stesso stampo e stile di vita di Andrew, era un bel ragazzo anche se certo spariva a confronto con l’amico, ma l’aspetto pulito, il look elegante, il viso rasato e quell’occhiale sottile da intellettuale, gli donavano un aspetto molto gradevole e lo faceva sembrare decisamente più maturo del vichingo.

    -Allora che fine hai fatto? avendo escluso l’ipotesi rapimento, data la tua stazza, sospettavo che fossi finalmente caduto nelle grinfie di una bella donna- scherzò sorseggiando il suo boccale di birra

    -Beh, in un certo senso, colpa della mia professoressa, sono stato molto impegnato con la tesi-

    -Una schiavista praticamente!!!-

    -No, in realtà lavora tantissimo anche lei con me, anzi di più!-

    -Ho capito, sarà una zitellona racchia che pensa solo al lavoro-

    -In verità….- Andrew ripensò a Lexie con quel tubino nero mentre ballava scatenata, oh! se Owen l’avesse vista..- è giovane e molto carina e io sai credo…..-

    -Quindi… te la vuoi fare!!!- gli diede una pacca sulla spalla soddisfatto -sei un grande fratello!!!-

    D’istinto Andrew avrebbe voluto dargli un pugno e spaccargli quella faccia divertita, come si permetteva!!! poi rifletté bene, scherzavano sempre così tra loro, non era una novità, solo che adesso lui si percepiva diverso, ma non sapeva se poteva parlargli di come si sentiva ne se l’amico avrebbe compreso …e del resto cosa avrebbe dovuto dirgli, che aveva una cotta per la maestra?

    -No, non è il mio tipo!!!- tagliò corto senza dare spiegazioni

    Ad un certo punto, mentre continuavano a raccontarsi fatti e misfatti, vennero adocchiati da due donne:

    -Quanto mi sei mancato Andrew, con te è sicuro che qualcuna ci noti a fine serata-

    Iniziò a conversare con una delle due ragazze, del resto glielo aveva consigliato anche Lexie di divertirsi no? e chissà dove era lei in quel momento e soprattutto con chi?

    Avrebbe potuto approfittarne per una serata vecchio stile, divertimento senza nessuna implicazione o coinvolgimento, niente testa e cuore, solo pelle e sudore;

    ma durante la serata si accorse che il suo modo di pensare e di pensarsi era cambiato: lui, di solito per conquistare lasciava molto spazio alle donne, offriva da bere e le faceva parlare e mettere a loro agio, ma senza ascoltarle veramente e soprattutto rivelando pochissimo di se, ma quella sera, meditando sulle parole di Lexie provò in tutti i modi a prestare attenzione alla persona accanto…

    ..chissà se funziona veramente..



    …ma più si sforzava di ascoltare e stare attento e più faceva paragoni e si accorgeva di come Lexie la sua attenzione l’aveva catturata subito, in maniera spontanea, senza bisogno di alcuno sforzo:

    Lexie, che era come una nuvola, la sua nuvola, diversa da tutte, sempre bella e imprevedibile, che riusciva con una battuta o una espressione a mandarlo in tilt, incasinandogli la mente con le sue teorie e confondendogli il cuore con i suoi occhi;

    Lexie, uno stimolo sempre nuovo, che lo spingeva non soltanto a saperne di più di lei, ma anche ad aprirsi e a lasciarsi andare, finalmente;

    Lexie, di cui non si sarebbe mai stancato perché era una contraddizione vivente, una continua oscillazione tra istinto e ragione: intraprendente e impacciata, sfrontata e ingenua, una volta esuberante, l’altra timida, insicura e decisa, dolce e severa, capace di gelarlo con un “lei” e riscaldarlo con un sorriso…solo il suo profumo era sempre lo stesso, inconfondibile, ed era la sua unica certezza

    -Adesso sono proprio stanco, vado- e insoddisfatto e scontento, salutò l’allegra combriccola sotto lo sguardo incredulo di Owen.

    ***

    Nonostante non servisse a farlo stare meglio, era la quarta sera di fila che usciva a “svagarsi”; da mesi non teneva questi ritmi, alcol e ore piccole, come se il divertimento si potesse quantificare nel numero di cocktail bevuti o nell’ora tarda di rientro a casa.

    Aveva trascurato il laboratorio, quasi per ripicca, lavorato tantissimo per rifarsi un po’ dei turni e delle sedute perse in quel periodo, che lo avevano fatto anche guadagnare molto meno e a fine giornata, non voleva saperne proprio di tornare a casa, non avrebbe fatto altro che guardare il cellulare, cosa che non faceva mai prima, per controllare se ci fosse campo, un messaggio non letto o una mail….

    Ma niente, di Lexie nessuna notizia!!

    Era sempre uscito a bere con Owen e aveva conosciuto altre ragazze ma non si sentiva più del tutto a suo agio, come se non potesse essere compreso, ne dall’amico e figuriamoci dalle nuove conoscenze.

    Non come era successo con Lexie, scintille e sincerità già al primo incontro; sentiva come se non riuscisse ad esprimere tutto sé stesso: corpo, razionalità e spirito.

    Certe volte si vedeva come intrappolato nel suo ruolo di bel vichingo e si comportava come tutti si aspettavano da lui, ma adesso capiva che gli mancava qualcosa e la sua serata “tipo” di divertimento avrebbe potuto sicuramente soddisfare le sue esigenze-svago di corpo e mente, ma non avrebbe colmato quel senso di solitudine che non riusciva a spiegarsi …

    ...o forse sì !!!



    Da quando aveva conosciuto Lexie, in un certo senso aveva conosciuto anche se stesso, perché in realtà prima non si era mai soffermato più di tanto a capire chi fosse: sapeva bene cosa voleva diventare ma non aveva ancora compreso chi era veramente;

    e lei, con le sue provocazioni, con i suoi rimproveri o con le sue assurde osservazioni, in poco tempo aveva fatto venire a galla tanti lati nascosti, debolezze, desideri, sfumature sconosciute;

    e ora quel senso di solitudine scaturiva proprio dal fatto di non aver accanto lei, la persona a cui riusciva con estrema naturalezza a trasmettere il suo vero io più profondo, la persona che se pur diversa, gli era complementare.

    Così dovette ammettere a se stesso che era cambiato anche il suo concetto di divertimento!!!!!
    Sapeva che era solo una questione di cervello, reazioni biochimiche che regalano belle sensazioni e Lexie le innescava proprio tutte quelle reazioni, anche senza bisogno di un contatto fisico, perché anche se il suo corpo era davvero una tentazione, il tormento del desiderio gli veniva dalla mente: lei lo aveva letteralmente stregato!!

    Non si era mai sentito così, gli mancava da morire, non aveva mai provato tutto questo: lui teneva veramente a lei, sentiva che gli apparteneva

    …ed è qui il problema!!!!



    Certo, il problema!! perché questo era sicuramente un sentimento a senso unico; non aveva mai smesso di sperare ma sapeva che anche se erano saliti sullo stesso autobus, era quasi impossibile fare “questo viaggio” in due: Lexie non era alla sua portata, aveva una destinazione diversa … e forse sarebbe dovuto scendere da quell’ autobus e farlo al più presto, probabilmente non era quello giusto per lui ma era già in corsa e rischiava di farsi davvero molto male.

    Stava per andare via quando intravide Cristina.

    La salutò con la mano cercando sconsolato accanto a lei una dolce sagoma familiare; invece, lei era con un ragazzo ma si avvicinò lo stesso a lui per rivolgergli due parole

    -Andrew, ciao, come va??? –

    -Benissimo grazie, vedo che hai compagnia, scusa non volevo disturbare-

    -No, tranquillo Preston è un caro amico…- glielo presentò

    -Piacere- gli strinse forte la mano

    - E tu? Quando il gatto non c’è….- scherzò Cristina

    - Effettivamente nell’ultimo periodo sono rientrato sempre talmente stanco per uscire, ma ora ne sto davvero approfittando- magari lei glielo avrebbe riferito; ma non disse altro, lui era troppo orgoglioso per chiedere.

    -Lexie mi ha scritto un messaggio- nemmeno lo avesse letto nel pensiero, ma lei aveva già capito da quella famosa sera dell’aggressione; volutamente lasciò la frase interrotta, per studiare la sua reazione.

    Andrew finse indifferenza ma non era sicuro di averla fatta franca all’occhio indagatore di Cristina

    - Rientra stasera, forse passa per il bicchiere della staffa!!!- sganciò la bomba

    -Allora ci si vede, buona serata- batté ritirata lui

    -A presto!!!-

    Sarebbe passata per un bicchiere…. una serata in 4!!!! Con chi???

    …allora avevo ragione!!!...




    Così mentre stava per salutare Owen, si fece assalire da un senso di rabbia: era geloso!
    Fece lo splendido con una ragazza, il suo solito e infallibile show, con l’amico che gli faceva da spalla: un paio di battute ad effetto, un cocktail che non si poteva rifiutare, due complimenti e si risedettero a bere tutti e tre

    ***

    -Lexie tesoro, eccoti finalmente!!!-

    -Ciao Cristina, ciao Preston- salutò allegra.

    Indossava ancora un vestitino da mare con uno scaldacuore annodato stretto sopra, delle sneakers bianche, i capelli erano lasciati liberi e vaporosi e il naso era leggermente arrossato e spellato dal sole.

    -Ordiniamo qualcosa da bere?- propose mentre si avvicinavano tutti insieme al bancone

    -Andrew, guarda chi ti ho portato!!!! La tua splendida prof!!!!- lo stuzzicò Cristina, piombando su quei tre

    -Buonasera Andrew che sorpresa, piacere io sono Lexie- riferita al resto del trio

    -Owen-

    -Susan-

    -…è questa la tua Prof? …e non sarebbe il tuo tipo?????...amico questa è il tipo di ogni uomo!!!!-sussurrò Owen sbalordito prima di proporre all’attacco -Perché non ci sediamo tutti a bere qualcosa insieme? -

    -Giusto una birra, ho guidato per tre ore e sono molto stanca- accettò Lexie mentre tutti prendevano posto

    -A proposito Lexie, come sta tuo padre? - chiese Cristina preoccupata ma tenendo d’occhio la reazione di Andrew

    -Meglio grazie, ma lo conosci, non vuole aiuto da nessuno!!! Ho faticato pure a mettere un po’ d’ordine in casa-

    -Chissà chi mi ricorda??- la prese in giro l’amica -ma scommetto che gli avrai comunque organizzato la dispensa come il migliore dei reparti della NASA- rise

    Lexie arrossì e Cristina continuò

    -Avrà sicuramente ordinato scatole e barattoli in ordine alfabetico e di scadenza, con tanto di scheda di monitoraggio appesa allo sportello-

    …ridevano tutti allegri, tutti tranne Andrew

    ….che coglione che sono….



    Si era arrabbiato con lei per il suo presunto tradimento e abbandono e a modo suo voleva pure vendicarsi, quando lei era andata ad occuparsi di suo padre!!! e ora che finalmente la rivedeva aveva accanto anzi “tra loro” una illustre sconosciuta a cui dover dare conto

    -Cristina esagera sempre ma è la persona che meglio di tutte sa come sono fatta-

    -Siete amiche da tanto? Come vi siete conosciute? - chiese curioso e affascinato Owen

    Lexie stava per rispondere

    -Allora è stato un giorno che….- quando Cristina le rubò la parola….

    -no! no! lo racconto io altrimenti tu censuri tutta la storia. Allora, circa tre anni fa, ero rimasta sulla Ruote66 con la macchina in panne perché avevo forato: il cellulare non prendeva bene e stavo cercando disperatamente di contattare un carro attrezzi quando si ferma un’auto e vedo scendere una creatura esile ed eterea con pantalone bianco, giubbotto bianco, cappellino bianco, sembrava una nuvola!!!-

    -Finiscila dai!!!- era sempre più imbarazzata e con colore extra oltre a quello regalatole dal sole

    - è vero!!! quindi la nuvoletta, che solo dopo avrei scoperto essere in realtà un angelo, si avvicina e mi chiede “posso aiutarti?” e io la guardo snobbandola e le rispondo sarcastica “se sai cambiare una ruota si!!!” e Lexie senza battere ciglio, ritorna alla sua macchina, estrae il kit di sopravvivenza…-

    -…non è un kit di sopravvivenza, esagerata!!- rossissima in volto

    - si che lo è, ci saranno pure i razzetti colorati…..comunque, indossa un camice al contrario e dei guanti in lattice e in men che non si dica mi cambia la ruota e con tempi da “formula uno”; ha impiegato di più a infilarsi i guanti che non per tutto il pit stop!!-

    …quante risate….

    -….e senza nemmeno sporcare un po’ la sua mise candida o versare una goccia di sudore. Allora le ho detto “per sdebitarmi ti offro da bere” e lei……e lei…-

    Talmente rideva e con le lacrime agli occhi… che non riusciva nemmeno a finire il racconto…..

    -…e lei ”guarda che ti costerò più del carro attrezzi, non scherzo mai con l’alcol…io ti ho avvertita!!!” ed è stato vero, ma da allora non ci siamo più separate- disse abbracciandola

    -Le anime gemelle si riconoscono subito!!!- completò Lexie

    -Allora Lexie, com’è avere Andrew come tesista? Se combina qualche guaio chiamami, sono un avvocato!!!- chiese ancora Owen, voleva sentire lei e almeno qui l’amica non le avrebbe tolto la parola.

    -Buono a sapersi!!! Ma non so se serviresti più a lui o a me se lo uccido!!!! – scherzò

    -Beh, all’inizio non ero molto propensa ad accettarlo …è così testardo e caparbio-

    - e disordinato!!!!- aggiunse Owen

    -Decisamente disordinato!! Mi ha sconvolto e stravolto un laboratorio, certe volte quando entro nemmeno lo riconosco e riesco fuori pensando di avere sbagliato stanza-

    -Ed è ancora vivo???- chiese Preston buttando il carico su Andrew

    -Ancora per poco, lo perdono solo perchè è bravo e sono davvero soddisfatta di lui- concluse Lexie dolcemente

    -Sentito amico!!- disse Owen dandogli un pugno -quindi non lamentarti più della tua schiavista! - scherzava ma Andrew avrebbe voluto pestarlo

    -Andrew, la trovo così silenzioso stasera, tutto bene? - chiese Lexie preoccupata

    …quel “lei” solo a lui, era uno schiaffo a mano aperta ben piazzato sulla guancia, lo faceva andare in bestia: era amichevole con tutti mentre a lui continuava a tenerlo a distanza, con quella eccessiva formalità, e così mentre si torturava per questo rispose l’amico per lui

    -E’ solo stanco! Siamo usciti ogni sera e poi lui continua da solo a fare le ore piccole….- fece l’occhiolino….
    - è sempre stato così; al liceo lo odiavo, anzi lo odiavamo tutti, si fregava tutte le ragazze. Poi ho capito che, se non potevo competerci, sarebbe stato meglio averlo come alleato!!! E questa è la nostra storia – e lo abbracciò imitando Cristina con Lexie mentre tutti si divertivano

    Anche Susan stava in silenzio, un po’ un pesce fuor d’acqua, così Lexie gentilmente le diede a parlare:

    -E tu Susan, che fai di bello nella vita? qual è la vostra storia? - chiese indicando Andrew

    -Lavoro in una agenzia viaggi-

    -Ma è magnifico!!- disse sincera Lexie - Tu organizzi la felicità delle persone, ti rendi conto di quanto bene fai al mondo? Cristina, quando partiamo…ti preeegoooo????-

    E poi Susan continuò - Andrew l’ho conosciuto soltanto un’ora fa insieme ad Owen, non c’è ancora una storia-

    -E noi gli abbiamo rotto le uova nel paniere…..sentito ragazzi, tutti fuori!!!- sentenziò Cristina alzandosi

    -Non occorre, ci stavamo divertendo- prese tempo Andrew che si era tagliato fuori dal giro da solo

    ...e vederti mentre flirti con questa giovane ragazza? non credo di poter sopportare...


    -No, sono davvero stanca e ho anche la macchina da riportare a casa- ammise Lexie

    -Io domani lavoro- aggiunse Cristina

    -Tutti lavoriamo!!!!- protestò Preston

    - Ti accompagno alla macchina- propose Owen a Lexie

    -No, non occorre grazie- senza accorgersi dello sguardo omicida di Andrew

    -Davvero, facciamo un po’ di strada insieme, anzi ti scorto fino a casa, mi fa piacere; buona notte Andrew, Susan!!!-

    …e poi sussurrò all’amico -Sento di amarla già…augurami buona fortuna!!-

    …sono davvero un coglione….



    …pensò Andrew tra sé e sé mentre osservava quei quattro ridere e scherzare davanti al locale, prima di rassegnarsi vedendo Owen che accompagnava Lexie alla sua vettura.

    ***
    Il padre di Lexie non era stato molto bene e Lexie si era spaventata: ormai gli era rimasto soltanto lui ma non si vedevano spesso; lui abitava distante, in una cittadina tranquilla sul mare, come Lexie ne sentiva il bisogno per rigenerarsi, e così lei ne aveva approfittato per trascorre un po’ di tempo col padre ma anche per riflettere un po’ al sole sulla spiaggia.

    Non voleva che la situazione le sfuggisse di mano: da quando aveva conosciuto Andrew, si sentiva strana, le sembrava di aver riconosciuto anche se stessa, perché in un certo senso, pur avendolo sempre intuito, non aveva mai trovato il coraggio di diventarlo fino in fondo, un po’ per timidezza, un po’ per paura e un po’ perché il suo ex l’aveva sempre limitata per gelosia o senso di inferiorità; invece da quando il bel vichingo era prepotentemente entrato nella sua vita sentiva sempre più l’esigenza e il desiderio di lasciarsi andare, anche a costo di sbagliare…..e quella sera al locale, quando avevano scherzato e lui le aveva chiesto di non tenerlo a distanza e di dargli del tu, lei era stata tentata.

    …c’è mancato veramente poco...



    In realtà avrebbe voluto farlo con tutto il cuore, stava per fare una sciocchezza, stava per dirglielo, si sarebbe lasciata andare anche ad una follia con lui, così! senza un motivo, senza darsi nemmeno spiegazioni e forse se si fosse “lanciata” avrebbe finalmente realizzato se stessa, ma questo ancora non lo sapeva e per lei , quella pausa da suo padre, era stata provvidenziale per riprendere il controllo della sua vita e delle sue azioni!!
     
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    CAP.7

    -Buongiorno- entrò meno pimpante del solito

    -Già qui? Pensavo avesse fatto tardi ieri sera- sorpresa di vederlo…e così presto poi

    -No, sono andato via anche io poco dopo-

    -Numero memorizzato in rubrica o nella sua mente? - scherzò lei anche se in realtà un po’ infastidita

    -Nessuno dei due, le ho dato il mio ma sbagliato, non era il mio tipo-

    -Ma lei è tremendo- lo accusò per difendere il sesso femminile

    -Faccio del mio meglio!!!- rispose al solito “a tono” ma più per abitudine che per provocarla davvero, in verità pensava ad altro

    -Io credevo che il suo tipo fosse semplicemente il genere “donna” - lo istigò ma lui non abboccò

    -Senta riguardo a ieri, io volevo dirle che sa, Owen è un bravo ragazzo ma…lui è un po’…come dire-

    -Andrew!!! Ma veramente pensa di dovermi mettere in guardia, da Owen????
    Non sono nata ieri e se proprio vogliamo dirla tutta sono nata prima di voi, riconosco il tipo; ognuno nella vita cerca quello di cui ha bisogno, ma non “vi” giudico!! anche se non è questo quello che voglio per me e so come perfettamente come rifiutare con garbo- rispose serena schiacciando l’occhio

    Owen era fuori dai giochi, da un lato ne era sollevato, ma di contro lei li aveva messi sullo stesso piano, alla ricerca di brevi e fugaci avventure, cosa che effettivamente era sempre stata vera fino a quando lui non aveva conosciuto lei e un dubbio lo aveva assalito:
    si era sempre comportato così perché si era ritrovato in quel ruolo o era quello che aveva voluto fino ad allora mentre adesso era cambiato? Perché adesso lui voleva solo lei!!!

    -Ma ha una tecnica collaudata o improvvisa di volta in volta…povera Susan-

    -In che senso?-

    -Con le ragazze, per rimorchiarle, me lo sono sempre chiesta. Essere un bell’uomo di sicuro l’aiuta ma non penso basti, dovrà pur attaccare discorso, dire qualcosa, conversare e io non potrei mai dar conto ad un uomo che usa quelle solite frasi, quei complimenti tipo Owen ieri sera- e rise - è stato simpatico, ma niente che potesse catturare la mia attenzione! -

    Quanto era vero: se Andrew avesse conosciuto Lexie in un altro posto e avesse usato il suo solito modus operandi per impressionarla, avrebbe fallito miseramente, di questo ne era sicuro, invece con lei niente giochetti

    …ma perché???…



    era stato vero e sincero a quella fermata, niente di studiato o premeditato …e forse per questo si era fregato con le sue stesse mani.

    Lei lo aveva accusato di non prestare attenzione alle donne con cui usciva quando probabilmente era stato tutto l’opposto: forse proprio con lei, che lo aveva travolto in maniera inaspettata, non era stato attento ma al contrario troppo distratto per non finire con l’innamorarsene….

    -Andrew? Mi sente? Ha di nuovo la testa fra le nuvole? ci sarà un simposio tra qualche giorno e io dovrò tenere una “lecture”, sono così entusiasta- si era perso nei suoi pensieri e così lei aveva cambiato discorso

    -Potrò venire? A vederla?-

    -Certamente!!! Non è distante da qui, anzi se vuole andiamo insieme tanto io non pernotterò lì in hotel.

    Devo preparare la presentazione, può darmi una mano se vuole, le servirà anche per la sua tesi-

    E così lavorarono anche a questo in quei giorni, gomito a gomito, tra un esperimento e l’altro e il risultato fu magnifico: splendide immagini scelte con cura, diagrammi ideati da loro, effetti a comparsa e scomparsa per le frasi e i titoli, grafici a torta o a colonnine colorate con i loro dati.

    Andrew era davvero contento di aver imparato tante cose e aver contribuito con le sue idee, e non vedeva l’ora di sentirla parlare con lo sfondo del loro lavoro alle sue spalle;

    Lexie invece, era sempre più inquieta: quella stretta ma platonica ed estremamente formale vicinanza era sempre più insostenibile per lei e poi l’indomani ci sarebbe stata la presentazione in presenza di Mark e Isobel!!

    …troppo da gestire e sostenere in una volta….



    -Andrew, ha visto per caso un cacciavite rosa in giro??- chiese agitata mentre lo cercava in quell’ordine “non suo” ovvero in quel disordine.

    -Era tutto rovinato, non avvitava più così l’ho buttato, ma da poco, non ricordo, forse l’altro ieri-

    Lexie non disse nulla, rimase immobile, fingendo indifferenza ma i sottotitoli sulla sua faccia erano eloquenti ed Andrew capì di aver fatto un errore tremendo.

    -Mi scusi, non pensavo…- si sentì in colpa

    -Fa niente! Era soltanto il mio portafortuna. Me lo regalò mio padre da piccola, lo aiutavo in tutti i suoi lavoretti. Non ho mai più trovato nulla del genere, è discriminante che non realizzino degli arnesi con colori più femminili - ci scherzò su facendo polemica sulla disparità sessista dei lavori manuali anche se in realtà aveva voglia di piangere.

    ***

    -Ti chiedo di piegarti in avanti immaginandoti a sederti…ora di allungare la mano destra e a prendere il ginocchio sinistro….ora ti chiedo ad inspirare ampliando il petto e ad avvicinare il ginocchio estendendo lo psoas dell’altra gamba….-

    Era Micheal, il nuovo istruttore di Pilates: sembrava una creatura ultraterrena, leggera e soave, e sarebbe anche riuscito a calmarla, dopo quelle “faticose” prove di tenuta mentale e fisica in laboratorio, se non fosse stato per quello strano modo di parlare, le faceva venire da ridere ma al tempo stesso la innervosiva, e questo eccessivo formalismo le ricordava qualcosa…o qualcuno…..

    …ma chi???..sembra essere così distante da noi….anni luce..
    non capisco perché ma mi infastidisce…



    …e per trattenersi si contraeva rendendo vana tutta la lezione di allungamento e rilassamento;

    Quel giorno, oltre alla perdita del suo portafortuna, si erano anche dissaldati alcuni cavi e lei, sempre più nervosa, avrebbe buttato tutto per aria ma Andrew, estremamente calmo e desideroso invece di restare solo, la convinse ad andare a rilassarsi in palestra e a riposarsi per l’indomani, avrebbe fatto lui qualche tentativo di riparazione.

    -Ora ti chiedo di poggiare…-

    Every breath you take…
    Every breath you take..



    La suoneria del suo cellulare iniziò a rimbombare e a ripetersi nella sala: talmente agitata e distratta, aveva scordato di mettere la vibrazione e ora stavano arrivando un sacco di messaggi su whatsapp

    -Anche se adatta alla respirazione del pilates- ci scherzò su Micheal - Ti chiedo a spegnere quell’aggeggio infernale!!!!-

    Every breath you take…
    Every breath you take…



    -Scusate, non mi capita mai….- si giustificò lei, sempre perfettina, alzandosi in fretta e cercando di silenziare le notifiche; dopo di che lanciò malamente il cellulare per riprendere la posizione in quadrupedia, senza accorgersi di aver avviato in risposta a quella conversazione non letta su whatsapp, una videochiamata …

    -…ti chiedo ad afferrare il ginocchio destro e ad avvicinarlo al petto….ti chiedo di inspirare e rilassare tutto mentre espiri…..e ancora inspira ed espira-relax……se ti senti faticato, non forzare…-

    “Greeeey !!!!Greeeeey!!!! ” sentiva una richiamo in lontananza

    ….oh no!!! adesso anche la sua voce….
    Non riesco proprio a togliermelo dalla testa…
    ….nemmeno qui!!!!come devo fare….



    -Ora ti chiedo a portare il ginocchio verso sinistra e ti chiedo a girare la testa a destra-

    E quando Lexie ubbidiente e disciplinata si girò verso destra, si ritrovò a fissarla divertito, stranamente ridimensionato e rimpicciolito dentro il display semi coricato sul linoleum della sala, il volto di Andrew in videochiamata, che con sguardo interessato ma anche divertito la seguiva nei suoi esercizi di pilates; quando lui capì di essere stato finalmente notato, le indicò tutto contento i fili saldati e funzionanti come nuovi.

    …che ppaaaalleeee!!! Sono una frana!!!
    ...che figura….ma che tesoro….



    Sorrise felice per quella notizia e fece ciao con la manina per salutarlo prima di chiudergli la chiamata in faccia, mandandolo mentalmente lo stesso al diavolo

    …che tormento!!!....



    ***

    La mattina dopo lui passò a prenderla molto presto per andare al simposio: lei era già da un bel po’ sotto casa, pronta, ansiosa ed ansiogena.

    -Detesto essere in ritardo e detesto aspettare- lo richiamò anche se lui era stato più che puntualissimo, addirittura in anticipo

    …conoscendola!!!!...



    Indossava un abitino nero con colletto e cravatta bianca.

    ..sexy e professionale…..
    …deliziosa!!!!



    -Ho riesumato un pezzo del suo portafortuna, anche se lei dovrebbe sapere che non ha bisogno di questo, ah! per la cronaca… l’ho disinfettato più volte!!!!!- disse consegnandole solo il manico del giravite rosa

    -Grazie, ha fatto un miracolo, davvero… ma non voglio nemmeno sapere da dove lo ha tirato fuori; spero dopo si sia fatto una doccia- scherzò

    -Effettivamente, mi sono insaponato più volte per bene ma per fortuna non era tra i rifiuti pericolosi-

    ..e cosa c’è di più pericoloso dell’immaginarsi lui che si insapona???
    Calma Lexie, calma!!!



    Parlarono tanto e soprattutto di lavoro, ma fu molto piacevole e così spontaneo, diverso da altri viaggi in macchina con lei: la prima volta lei non voleva nemmeno salire, la seconda volta la posò lui di peso dopo l’aggressione, stavolta invece, era stata lei a proporglielo!

    Una volta nell’hotel sede del congresso, salutarono alcuni conoscenti tra professori, giovani ricercatori e assistenti; molti erano arrivati la sera prima ed avevano pernottato lì, ma Lexie non aveva avuto assolutamente voglia di trovarsi tra i piedi Sloan e Isobel.

    Poco prima dell’inizio, il comitato organizzativo chiamò gli speaker per comunicare loro l’ordine di presentazione, raccomandarsi di rispettare i tempi per non sforare e accumulare ritardi e assicurarono che le diapositive inviate il giorno prima erano state tutte caricate sul pc: avrebbero trovate le icone sul desktop sotto i rispettivi nomi, e che Sloan si era occupato di controllarle.

    Lexie sarebbe stata la penultima, dopo Mark visto che le tematiche di ricerca erano ancora strettamente connesse.
    Quando arrivò il suo turno, l’hostess iniziò ad avviare la presentazione mentre il chairman la introduceva al pubblico e la invitava a raggiungerlo sulla pedana ma, ahimè, il suo file non si apriva.

    -Indica un errore nell’estensione del file, mi spiace ma non si avvia- riferì l’assistente

    Andrew di scatto si alzò per andare a stendere quella serpe

    -Che bastardo!!!- ma Lexie lo afferrò per la mano e lo trattenne.

    -Andrew no, non è questo il posto, ci manca solo che ne facciamo un martire, non si preoccupi, mi inventerò qualcosa…- ma non gli lasciò la mano, anzi la strinse più forte in cerca di conforto e coraggio.

    Poco dopo, si avvicinò alla postazione con il microfono dove alcuni addetti e docenti stavano cercando di risolvere il problema, inspirò e …

    -Mark posso usare la prima delle diapositive che hai proiettato? – chiese, anche se non era una domanda; lui aprì il file mentre lei squadrava “lui” per concentrarsi e quando la proiezione partì Lexie, ispirata, iniziò la sua piccola improvvisazione.

    -Buonasera, per chi non mi conoscesse sono Alexandra Grey della Stanford University; avrei dovuto illustrarvi dati e grafici nonché alcune diapositive sul cervello e il controllo motorio ma la tecnologia, ahimè, non mi ama abbastanza.

    Avrà capito che sono più affezionata ai vecchi e tradizionali lucidi e si sarà vendicata, loro uno scherzo così non lo avrebbero mai fatto- fece spallucce

    …era così spontanea, come non adorarla….qualcuno tra il pubblico rise…

    -Per cui oggi faremo un esperimento: vedete tutti l’immagine alle mie spalle e sapete esattamente cos’è, ecco! quello sarà il nostro paese delle meraviglie.
    Quando eravamo bambini e ci raccontavano le favole, non avevamo slides, diapositive o video, eppure al solo sentire le parole del narratore immaginavamo cavalieri che sconfiggevano draghi sputafuoco, principesse imprigionate in incantesimi o castelli con alte torri, fate e streghe; ebbene oggi io vi chiedo di tornare bambini e di ascoltare una favola, e di immaginare questa storia, quella di una protesi robotica che si muove al comando del nostro cervello-

    …e così iniziò la sua affascinante presentazione: Andrew la guardava estasiato, ogni tanto lei lo cercava con gli occhi e lui le faceva cenno di rallentare o che stava andando bene e la rassicurava e la incoraggiava, e alla fine ci fu un lungo applauso, non il solito saluto di circostanza ma una vera e propria ovazione, segno di stima e di gratitudine per quella strana, alternativa ma interessante lezione!!!!

    Quando Lexie ringraziò la platea, invece di tornare al suo posto, uscì quasi correndo dalla sala riunione ed Andrew la raggiunse

    -E’ stata magnifica- lui era contentissimo ma Lexie tremava, era terrorizzata anche se al tempo stesso esaltata

    -Io….Scusami….sono ancora in preda al panico...è stato orribile….-

    -Orribile? È stata la cosa più incredibile che io abbia mai visto: pendevano tutti dalle sue labbra, per nessuno prima erano stati così attenti-

    - Cercavo di ricordare l’ordine delle diapositive e al tempo stesso di descriverle ma senza essere monotona, ma volevo anche essere chiara e precisa, oddio cosa ho fatto!!! Ma che cosa mi passato dalla mente, devo essere impazzita!!!

    Ah, comunque grazie per il tuo aiuto…ho in neuroni in fumo e l’adrenalina a mille…devo scaricarmi, sento che potrei fare qualsiasi cosa… vieni!!!!!- lo prese per mano e iniziò a camminare a passa svelto, aveva le guance rosse e gli aveva dato del tu, senza accorgersene.

    Si fermò al bar:

    -Devo bere qualcosa, un Margarita! – ordinò -sono ancora troppo su di giri-

    -Due per favore- le fece compagnia

    Lei fece fuori il primo velocemente e ordinò un altro giro….

    -Per me no, devo guidare- stava per pagare quando Lexie lo bloccò

    -Li metto sul conto della mia camera, la 315- disse ad alta voce, sicura di se, digitando un codice sulla macchinetta per i pagamenti

    -Ma lei non alloggia qui!!- sussurrò lui

    -E’ la camera di Sloan!!!! shhhh- gli fece cenno di mantenere il segreto

    -Oggi offre lui, mi sembra il minimo-

    -Ma come ha fatto e quando?-

    - L’ho memorizzato poc'anzi dal suo badge mentre mi avviava la sua presentazione -

    -Cioè? Prima del talk? Invece di pensare a come uscire da quel disastro …lei pensava a questo???-

    - Quando sono molto nervosa, e lo ero, devo concentrarmi su qualcosa, altrimenti i miei neuroni diventano anarchici e fanno ciò che vogliono…andiamo a festeggiare!!- disse sorridendo felice

    Mentre stavano per guadagnare l’uscita, Lexie venne richiamata dal presidente dell’associazione nazionale

    -Carissima Lexie, non vedevo l’ora di farle personalmente i miei complimenti: è stata magnifica! Ma non mi dica che sta andando via, non si ferma per la cena sociale? Ci terrei davvero tanto-

    -Gentilissimo Richard, non so cosa risponderle, non lo avevo preventivato e adesso mi trovo in difficoltà, non ho nemmeno l’outfit adeguato- (immaginò subito Isobel tirata a lucido!!!)

    -Se il problema è solo questo, non si deve preoccupare, al piano terra dell’hotel ci sono alcune boutique dove troverà sicuramente qualcosa di adeguato all’occasione, e mi permetta di offrirle anche una camera di appoggio per potersi dare una rinfrescata-

    -Andrew, lei può fermarsi?- chiese dato che le sembrava male rifiutare quell’invito così cortese

    -Certamente professoressa- anche se in realtà avrebbe preferito festeggiare solo con lei

    -Se le cose stanno così allora non posso che accettare- si arrese

    Andarono insieme ai piccoli negozi dell’albergo: Andrew cercava una camicia da indossare al posto della maglia ed una cravatta da abbinare alla sua giacca per renderla meno sportiva;

    Lexie cercava qualcosa di …non lo sapeva nemmeno lei: scartò l’idea di un tailleur e anche dei suoi amati pantaloni; adocchiò un vestitino semplice ma con un po’ di pizzo nei posti giusti, sulla schiena, sui fianchi e sulle cosce a mimare un piccolo spacco laterale, che lo rendeva davvero sexy e sensuale, ma non voleva esagerare; rimase a fissarlo un attimo…

    -Secondo me le starebbe benissimo- le sussurrò Andrew alle spalle prendendola di sorpresa quando la raggiunse con i suoi acquisti in busta

    -Non saprei, non mi sentirei a mio agio… qui poi, è pur sempre lavoro!-

    -Perché? Perché si sarebbe vestita da donna? Ad una cena?? Non abbia timore di osare. Le farò io da cavaliere- le diede la giusta spinta

    Andrew adoperò la camera per primo, sarebbe stato sicuramente più rapido, mentre Lexie si trattenne a discutere con alcuni colleghi.

    Bussò e nessuno rispose, così Lexie entrò, ma prima che lui si fosse infilato la camicia dopo essersi lavato, così lo trovò con solo i pantaloni, a torso nudo.

    -Oddio!!!- esclamò diventando subito rossa, ma senza voltarsi o scappare; rimase incantata a studiarlo curiosa

    -E’ perfetto!!!- le sfuggì, continuando a fissarlo e mettendo in imbarazzo pure lui

    ….anche lei è stupenda…oh grazie!!!
    …allora siamo destinati a stare insieme….a fare follie a letto e a mettere al mondo tanti figli bellissimi e geneticamente perfetti….finchè morte non ci separi
    TOC TOC
    Lexie?….ci sei?…sveglia…..
    di qualcosa coraggio….
    ti sta fissando e soprattutto levati quell’espressione inebetita dalla faccia…



    -Prof.?- cercò di ridestarla….

    -Sembra disegnato da Leonardo! Lo sa che potrei proiettarla a lezione, di sicuro catturerei l’attenzione delle sue colleghe! - concluse seria e professionale, cercando di giustificarsi per quel momento di totale blackout

    -Addirittura…..- lui rispose ma non era contento

    …Andrew rassegnati, non che fosse premeditato e nemmeno mi aspettavo che mi saltasse addosso….ma mi trova così, siamo soli in una stanza…e lei? Mi vede come un argomento da lezione …..non hai speranze, sei solo lo sfondo di una diapositiva per lei



    -Le lascio campo libero…- iniziò ad uscire amareggiato dalla stanza

    -La vedrò di nuovo fuori tra pochissimo- si congedò ancora vergognata

    -Non crede di aver visto abbastanza!!!- schiacciò l’occhio e le diede il colpo di grazia facendola arrossire per bene



    Lexie fece una doccia, si sistemò il trucco alla meno peggio con quello che aveva in borsa e indossò l’abito e le scarpe nuove; una volta pronta entrò nella sala anche se un po’ intimidita e così lo cercò per avere il suo sostegno e la sua approvazione, del resto era stato lui a spingerla a quell’azzardo!

    e lui che parlava con una giovane ricercatrice, la vide riflessa su uno specchio di fronte a lui esattamente così non appena arrivò, di una dolcezza disarmante ma anche di una sensualità sconvolgente*: quel pizzo nei posti giusti le rendeva finalmente giustizia, la scopriva con velata discrezione al mondo e stavolta rimase lui con un’espressione inebetita, che purtroppo però lei non poté cogliere

    Vide dinnanzi a se Andrew: era davvero da togliere il fiato, sembrava un fotomodello con quell’aspetto selvaggio dentro quegli abiti eleganti…

    un brivido caldo… una follia, la mia lucida follia ..



    Ecco come lo percepiva lei!

    Lexie lo vide parlare con una ragazza, mentre le faceva gli occhi dolci completamente rapito…

    ..magari guardasse me con quello sguardo….



    …non capendo che quegli occhi erano invece per lei, “accesi” dalla sua immagine riflessa!!!!

    non ti guarderà mai così….non farti stupide illusioni….
    Lexie smettila e concentrati sulle pubbliche relazioni…stai lavorando…..



    Lui si girò sapendo di trovarla lì e le fece un cenno di approvazione; lei rassicurata sorrise e si buttò nella mischia!!!

    Chiacchierò e rispose a domande sulle sue ricerche con diversi ospiti e docenti venuti da tutto il paese e per una volta tanto non si sentiva di sfigurare rispetto ad Isobel: certo lei aveva qualche centimetro in più di gamba e mooolti centimetri in più di davanzale, il che la rendeva una vera bomba, ma quella sera si sentiva affascinante anche lei, con quel pizzo “vedo e non vedo”

    D’un tratto, si girò e si ritrovò davanti all’ex marito che vacillò un attimo alla sua vista:

    -Sei bellissima- le disse “lui

    -Non dovresti dirmelo-

    -E perché scusa?-

    -Perché sono la tua ex moglie e sei qui con un’altra compagna-

    -Proprio perché sei la mia ex posso dirtelo, nessun secondo fine, solo la verità! -


    -Non lo credevi possibile?-

    -L’ho sempre pensato, anche allora-

    -Ma non me lo dicevi mai….-

    -Non ne avevi bisogno….tra di noi eri tu quella forte-

    -Per questo hai fatto di tutto per rendermi debole e insicura?-

    -L’ho fatto?-

    -I dati li hai…trovati le tue conclusioni-

    -No che non l’ho fatto…. posso offrirti da bere? - sfoderò un sorriso affascinante, era davvero un bell’uomo

    -No- rispose decisa

    -Soltanto un drink, solo noi due-

    -Nooo….- era incredula

    -Come ai vecchi tempi, ricordi, noi soli contro tutto e tutti, per firmare un armistizio….-

    -Sei impazzito?? Ma se fino a 2 ore fa hai sabotato la mia presentazione-

    -Che cosa?- ne fu sorpreso

    -Si esatto! il file….li hai controllati tu non è vero?-

    -Si, e funzionava tutto te lo giuro-

    -Così come mi hai giurato amore eterno? Tornatene da Isobel, non ho ancora capito se devo odiarla o ringraziarla per il favore che mi ha fatto!!!!-

    -Lexie aspetta…io….- l’afferrò per la mano e la tirò a se ma quel gesto inopportuno e la frase (che non passarono inosservati a molti) vennero interrotti da una terribile notizia: la prematura scomparsa di Webber, un luminare del loro campo, che gettò un velo di tristezza su tutti.

    Lexie rimase senza parole, lui era stato suo docente e mentore nei primi anni di ricerca e l’aveva sempre sostenuta e anche coadiuvata nelle sue pubblicazioni; Andrew che aveva assistito di nascosto a tutta la scena tra lei e Sloan, solo adesso vedendo la sua reazione le si avvicinò:

    - Eravate molto amici?- chiese dispiaciuto per lei

    -Era il papà di tutti noi- aveva quasi le lacrime agli occhi -un luminare saggio e moderno, mi ha insegnato come guardare i dati da diverse prospettive e come renderli inconfutabili. Con lui se ne va un pezzo importante della nostra storia, della scienza e del progresso- era davvero sopraffatta, anche Sloan annuì addolorato;

    -Era stupendo- la consolò Isobel pure lei adiacente a loro anche se non l’avevano notata.

    -Lo conoscevi? - rimase sorpresa di trovarla lì e per le sue parole gentili

    -Ho fatto solo uno stage di un mese, ma si capiva che uomo fosse. Mi spiace, sapevo quanto fossi legata a lui- prima di riappropriarsi del compagno e di allontanarsi con il suo ex marito

    -Grazie, davvero- non si aspettava quelle parole di conforto

    Rimase un po’ senza parlare, si sentiva triste ma anche confusa

    -Chissà! forse dovrei darle un'altra possibilità- disse a se stessa ma a voce alta….

    -Alla Stevenson?- chiese Andrew meravigliato

    -Lei che ne dice, cosa ne pensa, è stata carina e gentile….magari sono solo io ad essere arrabbiata e invidiosa-

    -Invidiosa?-

    -Certo! Ma l’ha vista? È così bella e giovane e sexy- ammise quasi rassegnata- non lo pensa anche lei?-

    -Sarà, ma io non l’ho notato, lei ne fa mille della Stevenson-

    -Lei è un bugiardo, un adorabile bugiardo, ma le avrei dato lo stesso il massimo dei voti per la tesi!!- cercò di stemperare così il suo dolore

    Qualcuno in sala, picchiettò su un bicchiere con un coltello per silenziare gli invitati e catturarne l’attenzione: era arrivato il momento di osservare un minuto di silenzio e recitare qualche parola di commiato per il professore Webber scomparso così presto.

    Sloan, anche lui suo allievo, ricordò brevemente le tappe fondamentali della sua vita e della sua ricerca, prima di sottolineare come in sala fosse presente la sua discepola preferita.

    - … a questo punto vorrei invitare una persona tanto cara a lui, forse la migliore allieva e mi perdonino gli altri, sicuramente la sua prediletta per sentire dalla sua stessa voce il suo dolce ricordo…-

    Lexie, davvero emozionata, stava per prendere la parola, quando la voce di Isobel si appropriò di quel silenzio.

    -Credo di parlare a nome di tutti quando dico che era il papà di tutti noi- disse con una smorfia di commozione, ma stando comunque attenta a non far sbavare il kajal
    -un luminare saggio e moderno. Ci ha insegnato come guardare e analizzare i dati da prospettive sempre diverse e come renderli inconfutabili…con lui se ne va un pezzo importante della nostra storia, della scienza e del progresso- e si vendicò così per il siparietto visto prima tra gli ex coniugi

    Lexie, Andrew e persino lo stesso Sloan erano increduli; Lexie ingurgitò il suo cocktail, l’ennesimo tutto d’un fiato, e stava per uscire dalla sala, quando….

    “ Lei ne fa mille della Stevenson…”

    …quando invece si prese di coraggio

    -Dottoressa Stevenson, mi ha veramente tolto le parole di bocca!!! ma ci sono molti giovani in sala che non lo conoscevano, sarebbe così gentile da spiegare loro in cosa consiste la sua eredità, il suo insegnamento più importante: il metodo Webber? -

    Isobel impallidì, non era in grado di rispondere e lo notarono tutti

    - O non ne è capace…- finalmente si fece giustizia

    La giovane finse un pianto disperato.

    -Mi spiace, non volevo metterla in difficoltà; deve essere veramente provata per quanto è successo. Credo che tutti la capirebbero se a questo punto volesse lasciare la cena- poi le si avvicinò e senza che altri potessero sentire -Bella la smorfia che hai fatto prima, è nuova? Non te l’avevo mai vista!-

    Isobel non potè esimersi e lasciò la sala ma Sloan non la seguì, e invece si avvicinò a Lexie che le aveva finalmente dato il ben servito!!!!

    -Possiamo parlare in privato?- chiese lui ansioso

    -Non è il momento-

    -Alexandra, andiamo via da qui, ti prego -

    -Noooo!!! Mark sparisci!!! anzi sai che ti dico, me ne vado io!!!!- e lasciò la sala anche lei

    Andrew le corse dietro ma Sloan lo afferrò per il braccio e lo trattenne un attimo:

    -Mi raccomando, tienila d’occhio-

    -Lo avrei fatto a prescindere- e si divincolò infastidito

    La trovò al bar: era furiosa e confusa e contenta….

    …sorride???...



    -Il mio ex ci ha provato con me, lo trovi possibile?- iniziò a ridere nervosa

    -Ha mangiato qualcosa da stamattina o ha solo bevuto?-

    -Hai capito cosa ho detto? con tutte le donne affascinanti che ci sono stasera, con la sua super bomba sexy accanto, ci ha provato con me! - disse ingurgitando un altro bicchiere

    -Sai quando Mark mi ha tradita, non riuscivo a farmene una ragione, sembravamo talmente felicie affiatati, così, non ridere ti prego, ho usato il metodo Webber per analizzare il nostro matrimonio: ho cercato di darmi la colpa di tutto per essere sicura che non fosse colpa mia, che lui non avesse cercato fuori dal matrimonio qualcosa che mancava, che “io” gli avevo fatto mancare; piano piano ho distrutto tutte le ipotesi, solamente ho pensato che non ero abbastanza…..-

    -Abbastanza?-

    -Seducente, sexy….gli uomini fanno caso a queste cose, io sono un po’ un maschiaccio; così in questi anni mi sono sentita sempre un gradino sotto le altre, invece stasera lui ci ha provato con me? Sono così felice!!-

    -E lei? Lo rivorrebbe accanto a se?-

    -Nooo! Che dici!!! Non è questo il punto, ho avuto la conferma che non ero io il problema, che non ho nulla da rimproverarmi per il nostro fallimento: stasera finalmente mi sono sentita desiderabile come Isobel o come quella bella ragazza con cui parlavi poc’anzi…a proposito dov’è? perché non vai da lei, era così carina. Ti ho trascinato e bloccato qui con i miei problemi.

    Divertiti, non serve che mi fai da proff-sitter!!!- rise appagata almeno da quanto accaduto

    -Erano solo quattro chiacchiere, niente di che. Sono esattamente dove voglio essere…qui con lei!!!-

    -Le hai lasciato almeno il numero??-

    -No, non era il mio tipo-

    - Ancora??? Ma si può sapere qual è il tuo tipo…all’inizio pensavo che bastasse che respirassero- rise frivola e forse un po’ alticcia

    Andrew non ebbe il tempo omeglio il coraggio di risponderle che era stato sempre e solo lei il suo tipo, perchè Lexie cambiò discorso

    - Guarda c’è la SPA qui di fronte!!!!- la studiò come una bambina in procinto di fare delle monellerie

    Osservò un inserviente premere una sequenza di numeri sul citofono per entrare e riporre gli asciugamani puliti che aveva accatastati su un carrello, per uscirne subito dopo

    -Mi è venuta una idea…- lo afferrò per la mano e si avvicinarono con indifferenza

    -E’ chiusa!!-

    -E quindi? Ho sbirciato prima il codice per entrare - e aprì, era ovviamente deserta

    -…ma è riservata agli ospiti dell’hotel e lei non ha la camera…..-

    -Ma Sloan si!!! visto che gli piacciono tanto le SPA ai congressi, facciamogli spendere un sacco di soldi-

    E così la piccola fuori legge si guardò intorno per studiare la situazione ed iniziò a digitare il codice come se Sloan avesse usufruito della sauna, del massaggio, dei prodotti estetici; dovunque poteva, inseriva quei numeri per i servizi a pagamento, sorridendo con aria libera e felice

    -Pensi che così possa bastare???- chiese insicura

    -La mente criminale è lei…io sono soltanto un complice-

    -Guarda, la piscina termale! adoro la sensazione dell’acqua calda sulla pelle, io ho sempre freddo: facciamo un tuffo!!!-

    -Ma non abbiamo nemmeno il costume-

    -Perché? Serve?- lo provocò lei

    Per Andrew fu un flashback tremendo: si rivide mesi prima a quella fermata, lui che la stuzzicava, lei che arrossiva; come era cambiata la situazione, ma soprattutto lui e ciò che provava.

    -Vorrà dire che mi arresteranno, così potrò allungare la lista da bad girl! –

    Ma quando lei iniziò ad abbassare la lampo del vestito lui si girò; con la coda dell’occhio vide l’abito col pizzo afflosciarsi sul pavimento, l’ombra del suo corpo sulla parete accanto e poi niente più, solo il rumore dell’acqua.

    -No…io….non….l’aspetterò fuori….-

    Mise accanto al vestito un telo asciutto preso da una mensola vicina e senza voltarsi uscì e si risedette al bar ad aspettarla

    …coglione… coglione…



    Perché non era entrato in acqua con lei? Lo desiderava con tutto se stesso; eppure, aveva avuto paura….

    …ma di cosa????..



    Che succedesse qualcosa o che non succedesse nulla? di rovinare tutto o che qualcosa cambiasse tra loro? lei sembrava così libera e su di giri e lui non voleva fare un passo falso. Sapeva che non avrebbe resistito se lei avesse abbassato ancora un po’ la guardia e conoscendosi, avrebbe cercato quel famoso tatuaggio su tutto il suo corpo, quella piccola figura sconosciuta che lo torturava da mesi

    …ma non solo…



    Lui non voleva questo: lei lo aveva catalogato come l’uomo da una singola avventura, ma lui con lei non voleva una notte, avrebbe voluto tante notti e pure i giorni corrispondenti; aveva intuito bene quel giorno alla fermata, quando l’aveva vista la prima volta, lui voleva una storia, avrebbe voluto scrivere la storia della sua vita con lei!

    -Non immagina cosa si è perso- Lexie uscì dalla SPA accaldata, con le guance rosse e i capelli un po’ bagnati e lo raggiunse al bar di fronte: ecco ricomparso quel fastidioso lei, era tornata in se!

    -Mi ci voleva proprio, l’acqua era caldissima- notò che il barman la guardava contrariato

    -Signor Margarita, lo so!! ha ragione, ma certe occasioni capitano una sola volta nella vita, momenti che non tornano più, pagine che non potremo più rileggere-

    A quel punto anche il barman sorrise a quella dolce spontaneità ed offrì loro l’ultimo giro! Di Margarita ovviamente!

    -Vuole andare da qualche altra parte a festeggiare? - pentito di non esserle stato accanto ma

    -No, no…meglio tornare a casa, non sono proprio nelle condizioni- indicando i vestiti un po’ bagnati -e non aggiungo altro- brindò con il cocktail indicandogli in alto nella sua borsa un fagotto bagnato

    …Sarà il suo intimo???….che tipa…
    fa la spavalda, entra di nascosto e poi è troppo timida
    per fare il bagno nuda anche se sola….



    Ma questo significava che adesso sotto il vestito lei non indossava niente……

    .

    .oddio, Andrew dimenticalo…
    ...che tortura…



    -Va bene, ma si copra- si raccomandò cercando di non immaginarla nuda sotto quella stoffa sottile, mentre le avvolgeva la sua sciarpona intorno al collo per non farle prendere freddo uscendo: sembrava essere diventato lui quello perfettino e ligio al dovere.


    ***

    La settimana dopo, nel tardo pomeriggio…

    -Senta più tardi andremo a bere qualcosa, sa è…-

    -Il suo compleanno- si tradì

    -Come fa a saperlo?-

    …fregato!!!…



    -Devo averlo letto da qualche parte e poi la mia passione per i numeri ha fatto il resto!-

    -Complimenti per la memoria! comunque dicevo che andremo con un paio di amici a bere qualcosa al Ma! Se vuole avvicinare….ah! e porti chi vuole!-

    -La ringrazio, sarà un vero piacere-

    Quando Andrew e Owen arrivarono, erano già tutti pista che ballavano e scherzavano, c’erano anche alcuni professori tra cui April e George oltre ai soliti amici.

    Lexie indossava semplicemente dei jeans a zampa elasticizzati, uno stivaletto col tacco e un top corto ma con le maniche ampie e lunghe che svolazzavano a tempo di musica in armonia con i suoi movimenti; aveva inoltre una larga apertura sulle spalla sinistra, da cui Andrew intravedeva la sporgenza della clavicola

    ….così sexy…



    che avrebbe voluto subito prendere a morsi.

    -Ma sei proprio sicuro che non sia il tuo tipo???- Owen la guardava non si capacitava

    -Completamente diversa da tutte quelle incontrate finora…- confessò anche se l’amico non capì

    -Non vieni a ballare?- chiese Owen

    -Ti raggiungo subito- lui rimase ad ammirarla e a studiarla per un po’; passò in rassegna le parti lasciate scoperte dai vestiti, la vita, la schiena bassa, la spalla sinistra, ma del tatuaggio nessuna traccia….

    ..dove diavolo sarà…



    …era una vera ossessione per lui!

    Quella sera anche il DJ era scatenato: aveva bevuto quanto loro e fomentato da quella allegra combriccola, si stava dando alla pazza gioia alternando rock anni 70, pop 80 e tecno anni 90 ...e quando qualcuno cercava di lasciare la pista per riposarsi, lui subito ripartiva con una HITS che non puoi dire di no e tutti felici di nuovo sfiniti a ballare!

    Ad un certo punto fece rimbombare nel locale “You never can tell”, la colonna sonora della famosa scena di Pulp Fiction

    Andrew imitò subito John Travolta e il suo indimenticabile modo di ballare e Lexie…

    …ma è davvero Lexie????... Lei che non si scompone mai

    …...la osservava la sua amica

    si tolse persino le scarpe e come la migliore delle Uma Thurman, seguì il suo John a centro pista scatenata e felice come non mai!!

    Cristina la guardava sconvolta e piena di gioia, in tutti quegli anni non l’aveva mai vista così spensierata, serena e disinvolta.

    … Lexie, la mia super controllata amica…



    Dopo qualche altro ballo, altri brindisi e qualche tapas da sbocconcellare….qualcuno a sorpresa tirò fuori dei regali per Lexie: una borsa, un profumo, un libro, i classici regali

    …non adatti a lei…



    pensava Andrew, solo Cristina la rese felice con un tour di degustazione attraverso la Napa Valley, l’area vinicola più famosa della California

    -Con tanto di autista, pernottamento e coma etilico incluso!!!- tenne a precisare fra le risate generali

    Owen si scusò per non avere avuto nessuna idea originale, così all’ultimo momento, se non una bottiglia di tequila, Andrew non le portò nulla

    Quando a fine serata Lexie venne riaccompagnata, rientrando a casa trovò davanti la sua porta una scatola di cartone, molto grezza, ma con un grossissimo e appariscente fiocco; entrò subito felice e curiosa e aprì il regalo.

    All’interno della scatola c’era il suo giravite rosa completamente rimesso a nuovo: l’impugnatura era l’originale, ma era stata lucidata e vi era inserita una nuova lama rinforzata con una punta perfetta e sottile, e in più c’erano anche una pinza, una chiave esagonale e un piccolo martello con i manici di una delicata colorazione glicine, solo un po’ più scura del suo “prototipo” in rosa, e nessun biglietto, non serviva.

    Era emozionata come una ragazzina, non aveva il coraggio di chiamarlo ma doveva farlo, voleva farlo; digitò il suo numero…

    -Pronto-

    lo aveva visto fino a pochi minuti prima, ma adesso, concentrata solo sul suono della sua voce, la percepì ancora più calda, intensa e penetrante; faticò a parlare, così sdrammatizzò….

    -Aveva ragione, sono sempre le donne a chiamarla…questa è già la terza volta che lo faccio, senza contare quella per errore durante il pilates -

    -Ma come vede, io le rispondo sempre….- una dichiarazione praticamente!

    -Non so cosa dire, è uno dei regali più belli che io abbia mai ricevuto; ho sempre avuto la sensazione che nessuno pensi veramente a me quando mi compra qualcosa, come se in fondo non mi conoscessero veramente, lei invece…mi ha resa felice….io…grazie…buonanotte-

    -Sono contento anche io. Buonanotte-

    ***

    Edited by LaraTania - 11/4/2024, 17:41
     
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    Eccomi...la sto rileggendo con calma gustando dettagli qua e là che nella prima lettura mi ero persa.
    Mi piace molto, in particolare il pensato di Andrew.
    Me lo vedo con i sudorini intento a non pensare all'assenza di intimo sotto l'abito di lei :uuu: poveretto, ogni capitolo è una prova sempre più dura.
    Spero che alla fine lei si accorga di lui e lo veda davvero, ora mi sembra ancora troppo presa dal riscattarsi con l'ex e forse bloccata dall'età e dal rapporto docente-discente...
    Vedremo, intanto mi pare che lui sia bravo nel smontare mattone su mattone le sue difese... :smac:
     
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    e si! l'età, l'etica e soprattutto il non volersi comportare come l'ex marito, sono tante le paranoie che Lexie si sta facendo e chissà se riuscirà ad andare oltre o se lui farà soltanto da apripista per una nuova vita.... :yea:



    CAP. 8

    In quegli ultimi giorni stavano veramente macinando sassi, non sapevano per quanto avrebbero potuto trattenere l’Axon, quel prezioso strumento, soprattutto ora che Sloan, dopo aver rotto con Isobel in seguito a quella scenetta ed essere stato malamente respinto da Lexie, era ancora più agguerrito…e quindi volevano ottenere il più possibile.

    Si vedevano la mattina presto e lavoravano fino a tardi, scambiandosi anche qualche messaggio alla sera compiaciuti per i risultati ottenuti o per programmare il lavoro del giorno dopo, augurandosi pure “formalmente” la buona notte; ormai erano affiatati, amici, complici: lei gli dava ritmi ordinati, rigore scientifico e stabilità, lui le incasinava il laboratorio, le giornate, la mente e il cuore, facendola sentire di nuovo viva, ma si davano ancora del lei, l’unica cosa che riusciva a tenere a bada quella potente attrazione fisica.

    -Sembra ieri che non voleva accettarmi come tesista…-

    - e sono passati già sei mesi-

    -Com’è romantica tiene il conto???- la provocò

    -Che sciocco che è! era fine sessione invernale di esami, per questo lo ricordo- rideva divertita

    -Faremo tardi anche stasera??- chiese quasi contento e pieno di aspettativa

    -Credo di si, ma se lei ha impegni vada pure- si sentiva in colpa per quanto lo stava spremendo e tenendo legato a se

    -No, assolutamente; pensavo di ordinare due pizze e mangiarle qui, così recuperiamo tempo!-

    -Bella idea…anche le patatine, mi raccomando, ma quelle grandi e miste, dove ci sono pure quelle dolci-

    -Caspita, allora ha intenzioni serie-

    -Mai stata più seria di così, sul cibo non scherzo mai- disse assumendo una espressione seria prima di scoppiare in una grossa risata

    -Eppure dovrebbe ridere di più, si illumina tutta quando lo fa- gli sfuggì, ormai gli era impossibile trattenersi

    Così mentre registravano, stimolavano e applicavano sostanze, nei tempi morti e nelle pause, chiacchieravano spensierati scherzavano e infine quando consegnarono le pizze, cenarono.

    -Lo sa che è proibito mangiare in laboratorio, vero?- disse poco prima di addentare voracemente un triangolo della sua pizza

    -Non ne avevo idea- rispose sinceramente stupito

    -Ecco! Vede! Mi ha abbindolata con la sua impeccabile preparazione riguardo i miei articoli e non ha nemmeno letto le norme di buona pratica di laboratorio-

    -Tanto c’è lei, Miss Perfettina a tenere tutto sotto controllo- si giustificò prendendola in giro

    -Non sono Miss Perfettina- sbuffò ma lui la riprese guardandola di traverso

    -Va bene, è vero, lo ammetto! l’ordine e le regole mi aiutano, dato che non posso controllare ciò che accade alla mia vita, controllo tutto il resto…ma lei me le sta facendo infrangere tutte, lo sa???- e dopo aver masticato un altro bel morso di pizza continuò

    -e lei? perché non ha regole????

    -Non è vero che non ho regole, ho le mie regole-

    -Ah giusto! prima regola di Andrew: non seguire nessuna regola; seconda regola di Andrew: capovolgere il concetto di rubrica telefonica, non telefonare mai a nessuna donna e non rispondere ai numeri memorizzati, ...dimenticavo, terza regola: stravolgere tutta la disposizione ordinata del laboratorio.- Ridevano entrambi

    - Mi dica la verità, perché è qui? Sta facendo i salti mortali per conciliare lavoro e tesi e non ne aveva bisogno, sarebbe bastata una semplice tesi compilativa-

    …per stare con te….!!!



    Avrebbe dovuto risponderle, ma non era solo questo:

    -Ho interrotto i miei studi per via della scomparsa di mio padre, volevo aiutare in famiglia, così mi sono fatto convalidare le materie già date per prendere una laurea breve che fosse il più possibile compatibile e sono finito nella riabilitazione;

    il lavoro non mi manca, credo di essere piuttosto bravo e sto conoscendo tanta gente, ormai sono più di 10 anni, ho il mio giro di pazienti, sportivi soprattutto ma anche gente anziana, o reduci di incidenti e le loro storie mi hanno sicuramente arricchito anche come persona oltre che professionalmente, ma non era questo quello che volevo per me-

    -e cosa voleva per lei???- chiese compenetrata nella sua storia

    -Io voglio lasciare il segno su questo pianeta, fare qualcosa che soltanto io sono in grado di realizzare, fare la differenza! Prendiamo lei, in qualche parte del mondo ci sarà qualcuno che sta leggendo il suo lavoro adesso, che si ispira ai suoi risultati e la cita come fonte autorevole: “Grey e colleghi” hanno trovato questo, scoperto quest’altro, deve essere molto soddisfatta di se stessa-

    … sei una persona magnifica…



    Ma si stava esponendo troppo e faceva ormai fatica a tenere a bada i suoi sentimenti, per cui al solito glissò

    -Birretta?- propose birbante

    -Nooo!!!! Dobbiamo rimanere lucidi, per i dati!-

    -Andiamo!!! L’ho vista bere! Farebbe impallidire un Russo cresciuto a vodka nel biberon!!!!-

    - Che figura, deve avere proprio una buona opinione di me, che bell’esempio che le sto dando!!! Va be, dato che ormai mi ha smascherata, accetto la birra Zorro-

    -Zorro???- non capiva

    -Si, Zorro, il segno, la maschera, non mi dica che è troppo giovane per conoscerlo- alzò gli occhi al cielo esasperata - ma dovremo portarci dietro tutti i resti di questo festino, non possiamo farli trovare alla ditta delle pulizie, ho una reputazione, e questa è la mia prima volta-

    …quante prime volte grazie a te…



    Ancora quattro chiacchiere, tre risate, due sorsi, uno sguardo rapido al monitor e….

    -Funziona!!!! Andrew guarda qui FUNZIONA!!!!! FUNZIONA!!!!- disse ridendo, gridando e saltellando e dimenticandosi anche stavolta del LEI!!!

    Lui corse a vedere

    -EVVAI !!!! La favola è diventata realtà! Siamo stati grandi! - e tutto contento si girò e l’abbracciò sollevandola da terra facendole fare pure un paio di giri in aria

    All’inizio fu soltanto un lampo di gioia condivisa, veramente un gesto spontaneo dettato dalla felicità del momento, ma mentre si trovavano così, stretti, vicini, il calore della pelle condiviso, i profumi confusi, l’attrazione scoccata già al primo incontro e tenuta a bada per tutti quei mesi, resa ancora più potente dai sentimenti nati in quelle settimane gomito a gomito, esplose:

    la posò a terra e lei si aggrappò a quei grossi bicipiti per non cadere, le girava tutto, effetto della sua vicinanza e non delle evoluzioni aeree; lui le tolse il fermaglio che stava già per scivolare via liberando quell’ondulata cascata bionda sulle sue spalle e infilò le sue mani in quella chioma spingendo così finalmente il suo volto verso di se .

    Catturò subito la sua bocca, quelle labbra morbide che aveva sfiorato con le dita la sera dell’aggressione e che da allora lo avevano tormentato ancora di più

    Lei si schiuse subito a quel delicato assalto e rispose al bacio che tante volte aveva sognato e immaginato, anche se mai così bello e travolgente

    La stringeva forte mentre si toglievano il fiato con quel bacio e nel momento che entrambi smisero di respirare, iniziarono a vivere veramente.
    Non avrebbe più voluto lasciarla andare, invece allentando la presa per inclinarle la testa all’indietro in modo da poter assalire così anche il suo collo, con questo breve attimo di respiro, permise a cuore e testa di litigare e il cuore di Lexie ancora troppo fragile per imporsi, abdicò.

    -No…Non possiamo…non è giusto…tu, cioè lei è il mio tesista- provò a spingerlo indietro ma era troppo forte per un gesto in realtà non del tutto convinto, ma il repentino crollo di tutte le sue difese la spaventò

    -Fermo!- lo bloccò interponendo fra loro una mano aperta, terrorizzata dai suoi sentimenti ormai chiari nel suo cuore.

    Lui non capiva, gli sembrava tutto così giusto e naturale fra loro ma lei, senza nemmeno guardarlo, afferrò la giacca e scappò via.

    Andrew rimase a finire il lavoro, analizzare i numeri e a rivivere quel breve attimo di seducente follia, cercando di capire cosa non avesse funzionato: era convinto che qualcosa fosse cambiato fra loro in quelle settimane, ma quelle informazioni e quei segnali erano decisamente molto più difficili da interpretare rispetto ai dati scientifici e alla fine si addormentò, trascorrendo tutta la notte lì!!!


    ***
    Lexie si rifugiò in un aula e telefonò alla sua amica per chiederle conforto; senza la forza di muoversi, aspettò nascosta al buio che arrivasse, la testa all’indietro e i piedi sulla cattedra, con tutte le scarpe

    …non avrei mai pensato di stare seduta così in un aula….ma chi sono diventata….



    prima da sfogarsi con lei

    -Oh Cristina…come devo fare, io lo amo, lo amo capisci! ma come è potuto succedere, non doveva andare così- piangeva fra le braccia dell’amica

    -Nemmeno tu puoi prevedere il futuro o comandare eventi e sentimenti-

    -Ma ho fatto di tutto per tenerlo lontano….e ora?-

    -Ma perché ti bagni prima di piovere, non sai cosa prova lui-

    -Ma cosa vuoi che provi per me-

    -Ma ti ha baciata, ti desidera -

    -Sarà stata colpa dell’alcol -

    -Non dire sciocchezze, in quelle birre da asilo nido, l’alcol, sempre se, c’è evapora appena le stappi o nel tragitto tra bocca e stomaco- cercava di farla sorridere ma niente da fare, era disperata…

    -Sapessi quante colleghe giovani e belle gli scodinzolano intorno, potrebbe cambiarne una al giorno, perchè dovrebbe privarsene per una donna di mezza età-

    -Ma io ho visto come si è preoccupato per te la sera dell’aggressione e poi come era geloso di Owen e in altre occasioni, non ho dubbi, lui tiene molto a te!-

    -Ma il fatto che sia un bravo ragazzo e che si sia affezionato a me, non significa che possa provare altro, o che voglia una relazione, magari una notte e via ma io non posso…..basta ho deciso! non devo vederlo più!-

    -No Lexie ti prego, non chiudere di nuovo il tuo cuore, finalmente che si era riaperto…-

    …Solo con lui ti ho vista essere veramente te stessa…
    ...non ignorare questo miracolo…



    Prima di andare via ritornò un attimo in laboratorio per recuperare la borsa, la luce era accesa ma non sentiva rumori, sbirciò furtivamente; lui c’era ancora, ma per fortuna dormiva con la testa abbandonata sulla scrivania davanti al pc, gli si avvicinò, gli diede una leggera carezza, lo guardò e capì il da farsi.

    ***
    ***

    -Che significa!!!!- quasi urlando Andrew entrò nella sua stanza e la raggiunse al computer sventolando il foglio che aveva ricevuto per mail

    -Significa che ha concluso il suo lavoro qui e che proseguirà con 2 mesi di stage in questa importante azienda di ricerca e sviluppo…- rispose seria e controllata Lexie

    -Mi stai cacciando, non è vero? per quello che è successo???- era fuori di se

    -Non è successo niente, non mi sembra di averle concesso il tu e no, non la sto cacciando: ha frequentato per 6 degli 8 mesi minimi previsti e ha fatto un ottimo lavoro; ha raccolto dati per scrivere non una ma ben 10 tesi; mi hanno chiesto un nominativo e io ho pensato che lei sarebbe stato perfetto per questo lavoro;

    vedrà che sarà una magnifica esperienza approcciarsi al mondo della progettazione e realizzazione delle protesi, è quello per cui ha studiato no? e uno stage in questa azienda non è cosa da tutti, arricchirà il suo curriculum in maniera incredibile rendendolo molto competitivo, anche rispetto a laureati più giovani.
    Mi mandi il suo elaborato per le correzioni quando sarà pronto, in bocca al lupo!- e riprese a scrivere sulla tastiera

    Andrew si sentì ferito, lo aveva scaricato così, come uno dei tanti studenti a fine ricevimento

    …o come una delle mie tante avventure…



    Ripensò a tutte quelle donne a cui non aveva risposto o aveva dato un numero sbagliato; non aveva mai fatto mistero delle sue reali intenzioni con loro per cui sapeva di non averle ingannate ma capì come probabilmente si erano sentite, ”di passaggio”, come delle nuvole: lui non contava niente per lei!

    Gli era sembrato di aver costruito un rapporto vero, di stima e di fiducia, che piano piano lei avesse abbassato le sue difese e distrutto anche alcune barriere per lasciarlo entrare, invece si era solo illuso; ma non riusciva ad avercela con lei, era lui che aveva frainteso mentre lei gli stava regalando un’occasione d’oro!

    Lexie aveva sofferto terribilmente mentre gli diceva quelle parole anche se erano vere: lo stage lo avrebbe aiutato tantissimo nel post-laurea, ma lei non lo avrebbe mai voluto lasciare andare e soprattutto trattare in quel modo freddo, non lo meritava, aveva imparato a fidarsi di lui, ma era proprio questo il punto, si era lasciata andare con lui e adesso aveva paura, ma non era colpa sua, semplicemente non era la persona adatta a lei, volevano cose diverse dalla vita!

    Gli ultimi due mesi trascorsero velocemente per Andrew, diviso tra il lavoro in azienda, la sua professione e la scrittura della tesi e lentamente per Lexie, costretta a vivere quel laboratorio ormai vuoto così come il resto della sua vita.

    Ma si tormentavano entrambi: lei lo rivedeva in ogni angolo della stanza, aveva provato a rimettere tutto al posto originario, come per anni era stato nel periodo “pre-Andrew” ma effettivamente funzionava tutto meglio come lo aveva disposto e “disorganizzato” lui!

    Lui cercava di non pensarla, ma il suo nome rimbalzava sulla bocca di tutti in azienda di giorno e nei sui scritti la notte anche se preferiva restare a lavoro fino a tardi per scriverla da lì invece di tornare nel silenzio della sua casa e man mano che andava avanti con la tesi, citava pezzi delle sue ricerche e si trovava a digitare continuamente il suo nome come autore, come non pensarla…..e desiderarla!

    Ascoltò anche alcune delle vecchie registrazioni delle lezioni per recuperare alcune nozioni, le mani strette sulle cuffie, per convogliare quel suono sui suoi recettori uditivi, ma sembrava percepirla non solo con le orecchie, ma con tutti i suoi sensi, attraverso quella dolce voce dentro la sua testa ne sentiva le labbra carnose, il profumo seducente, il suo dolce sapore, la morbida lingua, chiudeva gli occhi per concentrarsi sulle parole, ma la sua mente vagava in altri posti, percorreva morbide curve e talvolta volutamente si addormentava cullato da quel suono.

    -Giovanotto- lo salutò il direttore della DEKA corp. il suo ultimo giorno, quando si presentò per restituire il computer e il cellulare aziendale
    -confesso che quando Lexie mi ha proposto di farle fare due mesi di stage qui, ero molto scettico; non prendo mai principianti e non faccio stage ma Lexie ha insistito così tanto, rassicurandomi sul suo talento che alla fine ho ceduto. Ed aveva ragione! I dispositivi può tenerli- disse sorridendo compiaciuto- le faccio i miei complimenti per il suo lavoro qui da noi e per l’imminente laurea!!!-

    ….come proposto???....mi aveva detto che erano stati loro a chiederle un nome…
    ..allora avevo ragione… mi ha cacciato dal suo laboratorio…
    ...che stronza!!!



    Soltanto la settimana prima della scadenza della consegna, lui le mandò il suo elaborato con solo il titolo nella mail, nessuna frase: era al limite con i tempi, ma aveva fatto un lavoro così eccelso che lei dovette apportare solo poche modifiche; nella mail di risposta gli fece i complimenti, finalmente aveva avuto sue notizie:

    …quanto mi è mancato….



    “Ottimo lavoro, ma non avevo dubbi. Se vuole può ripetermi la sua presentazione, mi raccomando al massimo 12 diapositive, avrà a disposizione solamente 15 minuti per esporre il suo elaborato” ma si mantenne fredda e formale

    “Mi dica dove e a che ora, grazie” fu la risposta secca e concisa che la ferì come uno schiaffo ma se lo aspettava

    Alla “prova generale” della sessione di laurea, Lexie si presentò con una piccola scorta di rinforzo: la sua nuova ed inconsapevole tesista (la prima dell’era post-Andrew in laboratorio, all’oscuro del grande vuoto lasciato dal suo predecessore) e George con cui dopo avrebbe dovuto fare esami; sempre in maniera molto formale, si salutarono e Andrew, espressione controllata e seria inserì la pen drive nel pc e si girò verso il video wall e iniziò a presentare i suoi dati; Lexie non lo interruppe ma prese appunti e finita la ripetizione:

    -Direi, eccellente come sempre, soltanto ingrandisca il grafico nella diapositiva 10, cambi colore al titolo, meglio carattere chiaro su sfondo scuro o viceversa per risaltare maggiormente l’importanza del suo dato, separi i diagrammi ognuno in una sua diapositiva per non generare confusione e soprattutto esponga con semplicità: non è detto che i professori in commissione siano pratici delle sue tecniche o dell’analisi per cui, li tratti come se avessero 10 anni e spieghi loro in maniera elementare e vedrà che così anche in aula, amici e parenti riusciranno a seguirla e saranno ancora più orgogliosi-

    …come lo sono io….



    -Ah!! dimenticavo, li guardi negli occhi, si assicuri di avere la loro attenzione e così non si distrarranno!!!-

    Voleva che avesse la giusta gratificazione, era bravo e lo meritava.

    Andrew era soddisfatto del suo operato e di come aveva gestito la situazione: non la vedeva da quel famoso giorno nel suo ufficio, quando lei si era frettolosamente sbarazzata di lui; è vero che l’aveva aiutato tanto e che quei 2 mesi in azienda lo avevano fatto maturare e crescere professionalmente, insegnandogli cose che sui libri non si trovano, ma lui non l’avrebbe mai perdonata per avergli fatto credere che tenesse almeno un po’ a lui o al loro rapporto, invece era stato solo uno dei “tanti” studenti e alla fine di lui le sarebbe rimasta solo la sua tesi in pelle blu e oro, accatastata insieme a tanti altri volumi in pelle e oro.

    Forse se fosse stata sola, avrebbe fatto qualche battuta per metterla in difficoltà, vendicarsi o capirci di più ma non era il posto e il momento adatto; l’aveva trovata più magra e meno sorridente e luminosa, forse stava lavorando troppo o Sloan continuava a perseguitarla, ma non era più suo compito proteggerla.

    Era riuscito ad essere freddo e distaccato, stavolta non si era lasciato intimidire dai suoi occhi magnetici come nei due precedenti esami

    …ma che fatica!..



    perchè in realtà aveva soltanto voglia di tenerla fra le braccia come quella sera in laboratorio.

    ***

    Il giorno della laurea, Lexie andò in confusione…

    …cosa mi metto???...

    pensava….

    è vero che starò sempre seduta, però…..



    in realtà voleva farsi bella per lui anche se non ce ne era più motivo, forse perché sapeva che sarebbe stata l’ultima volta in cui lo avrebbe visto e che dopo sarebbe tornata a vivere “al sicuro” o forse, in cuor suo, sperava in un'altra occasione o almeno in un chiarimento; optò per un tailleur nero sagomato con un body di pizzo trasparente sotto la giacca, che si sarebbe soltanto intravisto in base ai movimenti

    …di nuovo un vedo e non vedo….



    Come il vestito che le aveva suggerito lui e che l’aveva fatta sentire tanto sicura di se; asciugò i capelli in giù come nelle grandi occasioni e quella mattina preferì muoversi con l’auto, non le andava di salire così agghindata sul pullman.

    Cercava disperatamente di seguire le esposizioni degli altri laureandi, tutti suoi studenti ma in verità la sua testa era altrove; inutile provare a guardali in volto o leggere le diapositive…lo cercava tra il pubblico dell’aula magna, e allo stesso tempo si sforzava di individuare la sua famiglia, sua madre e i suoi fratelli, ma di lui nessuna traccia, solo il suo volume blu quasi in fondo alla pila di altri volumi sulla cattedra in freddo marmo.

    Andrew come al solito, preferiva entrare all’ultimo, non voleva saperne niente dei suoi colleghi, voleva concentrarsi solo su stesso e soprattutto non voleva vederla seduta in commissione, finalmente uno degli addetti lo chiamò.

    -Il prossimo sei tu-

    Per un attimo si bloccò a ripensare a tutto quel periodo meraviglioso che si sarebbe concluso in quei brevi 15 minuti….le lezioni in aula, la vita di laboratorio, le scoperte, i battibecchi, il poterle stare vicino, i messaggi alla sera;

    Per certi versi si era divertito a sentirsi un giovane studentello spensierato e alle prime armi, per altri invece era felice di essere già adulto e desiderava solo essere stabilizzato in ambito lavorativo e anche sentimentale, desiderava vivere una storia, la sua storia, invece non l’avrebbe più rivista, non dopo quei 15 minuti a meno che…..

    ..No!!!...non adesso…



    … ora doveva solo concentrarsi!!!

    -Il prossimo candidato è Andrew De luca che esporrà un elaborato dal titolo “New connections between connected robotic prostheses and arm muscles for mental control” è relatrice la Prof.ssa Grey, prego vuole dire qualcosa e introdurre De Luca?-

    -Certamente!- rispose lei sicura alzandosi in piedi

    -Come tutti i miei colleghi sanno bene- con un sorriso ed una occhiata complice e una pausa voluta, aveva catturato tutta l’attenzione della sala -diversamente dagli ignari amici e parenti in aula, l’arrivo di un tesista in laboratorio è sempre un momento di stress e di panico per i docenti che non sanno mai cosa aspettarsi da loro, se saranno degli aiuti o delle mine vaganti e pericolosi ostacoli al normale svolgimento dell’attività- risero tutti

    -Ecco! Andrew De Luca è stata una vera scoperta e una importante risorsa per il mio laboratorio, apportando in pochi mesi modifiche e modi di lavorare che ho scelto di mantenere anche dopo il termine del suo internato ed ottenendo in poco tempo risultati importanti e innovativi che, per ovvi motivi, solo in parte verranno presentati oggi, in quanto non ancora pubblicati, ma proprio per il suo fondamentale apporto a tali risultati ho deciso di inserire il suo nome tra quelli degli autori della pubblicazione, cosa alquanto inusuale per un tesista…-

    Oohhh…
    hai sentito…
    …che bravo…
    …non succede mai…



    -Ma non solo, sono lieta di comunicargli che la DEKA Research & Development Corp. l’azienda presso cui ha effettuato uno stage di 2 mesi è rimasta talmente soddisfatta del suo operato da offrirgli un contratto di lavoro a tempo indeterminato, sempre se vorrà accettarlo e avevo il piacere di comunicarglielo io stessa in prima persona, oggi!

    ..e adesso prego De Luca, può cominciare la sua esposizione, ci racconti la sua favola!-

    …che figlia di…
    ..ma allora lo fai appositamente per mandarmi in tilt…



    Per fortuna aveva ripetuto talmente tante volte il suo discorso, soprattutto dopo i preziosi consigli di Lexie, che le parole uscivano dalla sua bocca in maniera automatica perché la sua mente era altrove: l’articolo, il lavoro, le parole orgogliose di lei…

    …che significa tutto questo?
    ..perchè sembri così fiera di me?...come se ti importasse qualcosa…


    ...e perchè diavolo ti sei vestita così? per tormentarmi?...



    Questi dubbi e pensieri si muovevano, roteavano e rimbalzavano nella sua testa, ma erano soprattutto i suoi occhi e quel pizzo nero che intravedeva sotto la giacca a mandarlo in confusione: avrebbe rinunciato a tutto quanto pur di potergliela sfilare e guardare sotto!

    I loro occhi più volte si incrociarono per sbaglio, ma subito fuggirono, nessuno dei due aveva il coraggio di leggerci dentro e infatti nessuno dei due riuscì a capire ciò che realmente celavano.

    Dopo le proclamazioni e gli applausi, lo vide felice che parlava in alto alla scalinata con i suoi colleghi.

    Infilò l’anteprima del paper tra le pagine della tesi di Andrew, indecisa sul da farsi, sperando che si avvicinasse lui invece, ma niente, era sempre distante e sfuggente, così si alzò per andare via quando vide accostarsi a lei una signora anziana.

    Incrociò un attimo gli occhi della donna e vi riconobbe subito Andrew; c’erano anche altri due ragazzi, dovevano essere suo fratello e sua sorella, che però rimasero in disparte

    -Posso un attimo?? Sono la mamma di…- chiese timidamente

    -La sig. De Luca certo, vi somigliate tantissimo- l’accolse con gentilezza

    -Mia cara professoressa che piacere- le strinse le mani con le sue in maniera affettuosa e riconoscente

    - Il piacere è mio- rispose garbatamente

    -Ho sentito tanto parlare di lei, ma Andrew non mi aveva detto che fosse così bella e giovane!-

    …forse per lui non lo sono….



    -Deve essere molto orgogliosa, ha cresciuto un bravo ragazzo, è davvero in gamba- era quello che pensava, almeno lo stava confessando a lei.

    Andrew stava ancora parlando di spalle con i colleghi e non si accorse di questo scambio

    -Le sono davvero riconoscente per quanto ha fatto per mio figlio, e non solo per questa opportunità di lavoro. E’ cambiato così tanto in questi mesi!
    Fin da piccolo ha sempre avuto la testa fra le nuvole, come suo padre…sa, mio marito era un meteorologo…poi la sua morte è stata un fulmine a ciel sereno, soprattutto per Andrew, si è ritrovato adulto all’improvviso e nonostante si fosse dato tanto da fare per noi, non si era mai perdonato-

    -Per cosa?- Lexie non capiva

    -Mio marito aveva perso un arto da giovane; il giorno della sua morte, Andrew si era offerto di accompagnarlo ma mio marito non volle e lui non insistette; poi ha avuto un incidente. Si sarebbe salvato se avesse potuto usare entrambe le braccia o avesse avuto una protesi funzionante; invece, era solo e..-

    -Quanto mi dispiace, non ne avevo idea-

    - Prima Andrew era sempre così irrequieto, distratto e nervoso, invece da quando ha iniziato a lavorare con lei è diventato così sereno, anche più affettuoso e attento con noi; lo vedo così maturo ora, ha fatto davvero un miracolo.
    Credo pure che frequenti qualcuna, sono convinta che si sia finalmente innamorato, il mio ragazzo!-

    Alla parola “innamorato” le venne da vomitare…

    ..alla fine avrà trovato il suo tipo evidentemente!!!...



    -Mi creda signora, il merito è tutto suo, Congratulazioni! –

    Era davvero finito tutto ma era giusto così; finalmente aveva trovato quel tanto desiderato ostacolo che le avrebbe permesso di metterci una pietra sopra e andare avanti ognuno per la sua strada.

    Lexie se ne andò in silenzio, non riuscì nemmeno a congratularsi o a cercarlo con lo sguardo; chissà cosa aveva sperato, che lui la salutasse, la ringraziasse o che le chiedesse almeno spiegazioni ma non arrivò nulla di tutto questo.

    …che sciocca!!! A quest’ora starà andando a festeggiare con la famiglia, con gli amici…
    ...e con la sua ragazza….



    …e ne aveva di motivi per festeggiare, non soltanto la laurea, ma un contratto alla DEKA Research & Development Corp. era un posto ambito da molti professionisti e non solo per il prestigio ma anche per le gratificazioni economiche.

    …e adesso reset!!!...



    Ritornò a casa consapevole che non lo avrebbe più rivisto, che non avrebbe fatto più parte della sua vita; forse era meglio così, anche senza fidanzata di mezzo, non avrebbe avuto senso lanciarsi in qualcosa che non avrebbe mai portato a nulla di concreto, ma se non lo avesse incrociato a quella fermata, non avrebbe mai ritrovato la voglia di lavorare, di vivere, di sentirsi bella e desiderabile, il coraggio in se stessa e soprattutto la voglia di ritornare ad amare!
    Magari avrebbe incontrato qualcun altro...

    …e così, grata a quel giovane vichingo scrisse il suo finale, convinta di aver definitivamente chiuso l’intera storia e non solo un capitolo, in un modo semplice e anche un po’ triste, ma la realtà era quella e da qualsiasi lato lei guardasse ed analizzasse quei dati, il risultato non sarebbe cambiato.

    ...continua...

    Edited by LaraTania - 9/4/2024, 18:54
     
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    Finalmente posto l'ultimo capitolo, si finalmente così non ci penso più! Taglio questo cordone ombelicale!!
    Quando la posto una storia è come se non fosse più mia, non devo più pensare a come sistemarla, renderla interessante, limarla, se piace o se ci sono commenti, è del Forum e AMEN!!!!

    Ma ci rimarrò sempre affezionata a questa "figlia unica"

    Grazie a chi ha avuto la pazienza e la curiosità di leggerla e ancor di più a chi ha avuto qualche parola di sostegno!


    9 e ULTIMO CAPITOLO

    La intravide andare via senza salutarlo, senza nemmeno cercarlo con lo sguardo o regalargli almeno un sorriso, un ultimo splendido sorriso.
    Troppo orgoglioso per correrle dietro e chiederle spiegazioni, deluso e completamente svuotato dal calo di adrenalina in circolo, prima di lasciare l’aula si guardò intorno consapevole che sarebbe stata l’ultima volta tra quelle mura e si diresse alla cattedra per recuperare la sua tesi stampata, e fu allora che si accorse di alcuni fogli infilati dentro.

    Perplesso, aprì il volume, li prese in mano e la vide: era l’anteprima dell’articolo scientifico pubblicato su Nature, la rivista più importante al mondo e il suo nome era lì nella stringa degli autori, il primo di tutti.

    Un piccolo post-it giallo, attaccato appena sotto il titolo diceva:

    “Direi che è un bel segno per il pianeta, Zorro!!!”



    Lei aveva rinunciato in parte a quel prestigio, d’ora in avanti quei risultati importanti sarebbero per sempre stati legati a lui, sarebbe stato il suo cognome ad essere citato in altri articoli, nei libri e nelle tesi dei futuri studenti e anche nell’ azienda per cui avrebbe lavorato e che si sarebbe basata su quei dati per le nuove progettazioni avrebbero saputo che erano frutto del suo impegno e del suo lavoro.

    … perché l’avresti fatto se non tieni a me…
    ....eppure te ne sei andata così, senza nemmeno salutarmi,
    come uno qualsiasi dei tanti studenti….



    Si chiese dove sarebbe stato adesso se non l’avesse incrociata, se non avesse visto i suoi occhi alla fermata e se non ne fosse rimasto affascinato, che uomo sarebbe stato ora se lei non fosse passata per la sua vita, dandogli più di chiunque altro senza chiedere niente in cambio.

    Era stato fortunato ad incontrarla inaspettatamente, ne aveva davvero bisogno e forse non era stato un caso ma un dono inviatogli da qualcuno; e lui non avrebbe mai voluto che se ne andasse via, lontano, così, in silenzio, come una nuvola passeggera, ma non era stata una sua scelta!

    In un attimo di cedimento, fu tentato di chiamarla e così prese il telefono dalla tasca della giacca quasi emozionato; lui chiamare una donna? Ma voleva chiamarla, sentire la sua voce, chiarire, ringraziarla per tutto, dirle lo stesso quello che pensava e provava.

    Guardò la tastiera per raccogliere le idee e forse anche il coraggio, ma si bloccò, non riuscì a digitare il numero

    …non è possibile…



    mano alla fronte e riso amaro, incredulo, si accorse di avere un completo vuoto di memoria e di non ricordare il suo numero

    …sono il solito cazzone presuntuoso…



    Non gli era mai successo! Come se il suo cervello fosse andato in protezione e lo avesse letteralmente cancellato, e in questo nuovo dispositivo non aveva nemmeno le loro vecchie conversazioni

    …forse doveva andare esattamente così…



    E stringendo l’articolo in una mano e la tesi nell’altra, uscì per l’ultima volta dall’Università!!



    Due mesi dopo

    Quel pomeriggio faceva un freddo tremendo e il cielo era pieno di nuvole scure e pesanti, quelle piene di pioggia; lei era alla solita fermata e stava chiacchierando anzi implorando la sua amica per una uscita quella stessa sera, stretta nel suo piumino bianco, con tanto di cappellino e sciarpona, nemmeno fosse pronta a scalare l’Everest.

    PIII PIII PIII



    -Ma cos’è questo rumore, questa confusione….- nonostante fosse dall’altra parte della cornetta

    - Ma che ne so…un pazzo col clacson…- rise

    Una Corvette fiammante rallentò e le si accostò

    -Buonasera Professoressa, vuole uno strappo?-

    In tilt, chiuse la telefonata bruscamente senza dire nulla all’amica tanto era sorpresa e meravigliata: aveva tagliato i capelli e anche la barba era notevolmente più corta, quasi rasa, non era più un vichingo qualsiasi

    ..adesso è Thor, il figlio di Odino in persona…



    -Ma…ma è….è…incredibile-

    -E’ soltanto un automobile!!!- sdrammatizzò

    -No!!! Lei!!! Non l’avevo riconosciuta con questo nuovo look- ammise arrossendo

    ….balle!!!!
    è solo che sono rimasta senza parole…
    è ancora più figo…!!!!....



    -Avevo promesso a me stesso di far crescere barba e capelli fino a quando non avrei tagliato il traguardo!! E ora finalmente ho tagliato quelli- sorrise soddisfatto
    -Salga l’accompagno a casa-

    -No, non serve grazie-

    -Andiamoooo, lo so che sta congelando e io devo andare proprio da quelle parti-

    -Effettivamente, oggi fa molto freddo e minaccia pioggia, se deve andare proprio nella mia zona…accetto- e salì timorosa sulla sua auto

    -Allora Antony, come sta andando il lavoro alla Artosan?-

    -Benissimo, aveva ragione lei, è quello per cui ho studiato e credo di essere piuttosto bravo; se vedesse la mia stanza, è disordinatamente ordinata, sarebbe fiera di me!!!- si vantò

    -Ne sono davvero felice- la sua capacità di farla sorridere non era cambiata

    -E lei? Ho saputo la grande notizia, devo farle i miei complimenti ”Full Professor” Ray -

    -Ma no, è solo un titolo, forse era solo più una voglia di rivalsa, non sarà questo a cambiare la mia vita- ammise un po’ triste
    -Alla fine ho vinto io e non ha scelto la Dodge- disse compiaciuta

    -Ho capito che la presunzione porta solo a fare sciocchezze! - confermò

    Parlarono ancora un po’ dell’auto, di lavoro e del laboratorio ma arrivarono “fin troppo” presto sotto casa sua

    -Bene la ringrazio, le faccio tanti auguri per il suo futuro…- disse frettolosa, sembrava volere fuggire

    -No, aspetti! Ora che ci penso, in realtà avrei bisogno di parlare con lei- casualmente!!!

    -Ma in auto? Fa troppo freddo e sta iniziando pure a piovere, perché non viene uno di questi giorni in laboratorio così le faccio vedere il nuovo microscopio-

    -Se non è un problema, potrei salire un attimo, magari beviamo un tè, qualcosa di caldo-

    Si!!!! È un grandissimo problema….



    … avrebbe voluto urlare, ma Roxie non rispose così, si arrese e per educazione annuì; entrò imbarazzatissima prima dentro il portone, in ascensore e infine nel suo appartamento, ed Antony la seguì in silenzio, praticamente incollato.

    -Ha cambiato qualcosa nell’arredamento? sembra diverso- diede una occhiata in giro, discorrendo sereno, sollevando qualche soprammobile come se fosse tutto normale, lei invece voleva che se ne andasse il più in fretta possibile, non si sentiva a suo agio con lui vicino; così si guardò intorno e prese la prima bottiglia a tiro, cimelio del tour con l’amica nella Napa Valley.

    Trivellò con il verme del cavatappi ed estrasse facilmente quel piccolo cilindro di sughero e insieme ad esso, portò fuori un intenso e gradevole bouquet aromatico; versò quel liquido rosso rubino in un calice e rapidamente glielo porse; ne versò anche uno per lei, sperando riuscisse a calmarla.

    -Niente té, un bicchiere di vino rosso, già pronto….Allora? Di cosa deve parlarmi?- con un cenno lo invitò a sedersi ma in realtà nessuno dei due lo fece

    - Di recente ho letto un lavoro mooolto interessante su internet, ho analizzato i dati più volte, ma non sono convinto che i risultati siano corretti e vorrei rivedere le conclusioni con lei, professoressa!!!-

    -Mi dica- disse seria e professionale ma lui si era fatto più vicino, pericolosamente vicino

    -Mi piace il soprannome di vichingo !- confessò tra il serio e il divertito

    -Come scusi?- forse aveva capito male

    -La montagna, il vichingo…- adesso il tono era più provocatorio e sensuale

    Roxie bevve agitata ma si affogò con quel sorso di vino

    -Iiio…CUP CUP!!!...non capisco….di cosa…sta parlando…..-

    -Andiamo, Lexie …Andrew, siamo noi!-

    Roxie dovette appoggiarsi alla parete per non cadere a terra, sentiva le gambe di gelatina e le guance rosse fuoco

    -Mia sorella è iscritta ad una community dove vengono postate vicende amatoriali di fantasia; mi ha raccontato di una bellissima e triste storia d’amore tra studente e docente e mi ha confidato, leggendomi anche alcuni passaggi, che il ragazzo le faceva pensare tantissimo a me; non potevo crederci, così curioso ho divorato anche io più volte tutto il racconto…

    ….è la nostra storia, sono i nostri dialoghi, le nostre giornate, la Spa, il giravite in regalo…ha praticamente cambiato i vestiti, romanzato qualche passaggio e sostituito i nomi con quelli, devo ammettere, poco originali dei personaggi di Grey’s Anatomy….-

    -Io…io non avrei mai immaginato… che qualcuno… potesse capire….collegare…-

    -Evidentemente stavolta non ha fatto bene i suoi test statistici …ah, per la cronaca, mia sorella adora il suo modo di scrivere, deve essere un vizio di famiglia!
    Ma non ha gradito a conclusione, a lei piacciono i lieto fine!
    Quindi sarei una bella montagna?- rise

    - Ho preso spunto, ispirazione…ma è solo un racconto di fantasia- cercò di giustificarsi e di prendere le distanze da quella (adesso umiliante) confessione pubblica

    - Quindi sostiene che siano solo fantasie? Eppure è stata bravissima! Mi ha descritto un po’ più profondo e un po’ meno stronzo, ma direi che ci ha preso, veramente!!!

    Come ci è riuscita? a leggermi così bene dentro, a sapere cose di me che nemmeno io ero mai riuscito a mettere a fuoco …eppure l’ho sempre sospettato, fin dal nostro primo incontro a quella fermata e anche dopo, durante l’esame, quando mi sono perso nei suoi grandi occhi ipnotici, in grado di capirmi rapidamente anche senza avermi conosciuto prima-

    Non disse più nulla, adesso toccava a lei parlare, ma non lo fece, così lui la incalzò.

    -Quella notte in laboratorio, è stata lei quindi a mettermi sopra una coperta mentre dormivo davanti al computer….-

    ….al ricordo di quel famoso bacio in laboratorio Roxie sentì come una pugnalata al cuore.

    Si era sfogata scrivendo la loro storia, per provare a dare un senso a tutto, toglierselo dalla testa, mettere la parola fine e poter così dimenticare e ricominciare, ma ora lui stava facendo riaffiorare ogni singola emozione.

    Lui si avvicinò a lei ancora senza parole guardandola serio:

    -…e non sapevo che avesse parlato con mia madre, evidentemente lei se ne era accorta ancora prima di me…-

    Si stava sicuramente riferendo al suo innamoramento, alla sua fidanzata…

    …. che delusione quella scoperta..



    Lei volle tagliare lì il discorso:

    -Perché è qui? Non è stato un incontro casuale! - chiese sofferente ma curiosa al tempo stesso

    -Per cambiare il finale, per riscrivere la storia… con lei! Non avrei mai dovuto lasciarla andare quel giorno dopo la mia laurea, sarei dovuto correrle dietro senza esitare e impedirle di uscire in quel modo dalla mia vita- confessò guardando il liquido dentro il bicchiere

    -Ma non l’ha fatto, temeva un rifiuto sul suo curriculum? -disse quasi pungente, per difendersi

    -Temevo di non essere abbastanza….-

    Gli sguardi si incrociarono un attimo e fu come se il tempo non fosse mai passato, la scintilla si riaccese….

    -Ha idea della fatica che ho fatto quel giorno? Per tutto il tempo della mia discussione ho pensato solo ai suoi occhi, alle sue labbra e alla voglia di sfilarle quella cavolo di giacca nera……- ammise avvicinandosi e iniziando a sfiorarla -Lo ha fatto apposta a vestirsi in quel modo?-

    -Antony ma cosa…-cercò di sfuggirgli ma era ancora appoggiata alla parete e quindi si ritrovò in trappola, il suo respirò accelerò, il corpo iniziò a tremare…e il suo cuore, il suo cuore poteva udirsi anche dall’esterno

    Lui le afferrò il viso tra le mani e iniziò a sfamarsi sfiorandola delicatamente con la bocca

    -Ma Antony…che..fa...fermo…-

    Anche stavolta la zittì con due dita sulle sue morbide labbra.

    -Adesso non sono più un tuo tesista, e non devo obbedirti, essere accondiscendente o darti dello stupido e odioso “lei”…-e nel mentre l’annusava, un odore così familiare, una miscela conturbante di paura e desiderio con qualche goccia del suo profumo, e la respirava e l’assaggiava…

    -…e non sono più uno studente e non dovrò mai più rimettere piede in quella università per cui non ci sono più etica o scuse, a meno che tu abbia veramente inventato tutto quello che hai scritto su di noi- ma non aveva bisogno di altre conferme, il corpo fremente e la bocca avida di Roxie stavano rispondendo per lei.

    Si sfilò la giacca mentre iniziava ad accarezzarla infilandole, affamato, la mano sotto il maglione e a quel caldo contatto in entrambi esplose quella disperata urgenza: non era più solo desiderio ma un vero e proprio bisogno fisico di sfiorarsi, toccarsi, conoscersi e completarsi, l’esigenza di sentire addosso la pelle rovente dell’altro.

    La sollevò dai glutei e lei si avvinghiò a lui che con fare sicuro si diresse verso la camera da letto: spalancò la porta con una sola mano, buttò per terra i vestiti piegati sul letto, i cuscini all’aria e tutto quanto potesse essere di intralcio e la posò su quella morbida piattaforma, tutto il resto non contava ed era inutile….esistevano solo i loro corpi.

    Rapidamente si tolse ancora abbottonata la camicia prima di dedicarsi completamente a lei.

    Roxie non riuscì a trovare scuse per fermarlo e del resto non voleva farlo, non più, si abbandonò totalmente a lui e a tutto quel piacere.

    …al diavolo…qualsiasi cosa significhi…
    ..voglio solo godermi questo momento….



    Piano piano le sfilò gli abiti insieme alle paure e alle sue insicurezze stando attento a non farle male e finalmente l’ebbe davanti così come tante volte l’aveva immaginata e sognata, già da quel primo viaggio in autobus all’incirca un anno prima….

    -Sapessi quante volte ti ho spogliata nei miei pensieri, quante volte ho immaginato di percorrere ogni tua curva, ogni centimetro della tua pelle, quante volte ti ho toccata e violata senza sfiorarti;

    se solo potessi sbirciare nella mia mente e vedere quello che i miei pensieri hanno fatto con te, altro che guance rosse…e adesso finalmente quei desideri sono diventati mani e labbra….e dita!- disse trasformando energicamente quelle parole in gesti e facendola sussultare

    Lei non riusciva più a parlare, a ragionare; si sentiva nuda come non mai e la cosa le piacque terribilmente: esisteva solo lui, la sua bocca, la sua lingua e le sue mani!

    -Professoressa Ray…Hai idea da quanto desidero fare questo e questo…..- la sfiorava delicatamente sull’addome e subito dopo le afferrava un seno tra le mani stringendolo, un gesto dolce seguito da uno più intenso e passionale.

    -Ascoltavo le tue lezioni la notte mentre al suo della tua voce il mio corpo fantasticava su tutt’altro; lo sai che significa doverti dare del lei mentre nella mia mente ti vedevo nuda e aggrappata alla mia schiena? - le succhiava un capezzolo mentre le graffiava la schiena.

    -Sapessi quante volte ho baciato quel nostro unico bacio, chiudevo gli occhi e accarezzavo le mie labbra per rivivere le tue…perché diavolo se sei scappata quella sera! abbiamo perso tanto di quel tempo…-

    Lui la sommerse completamente di bruciante passione ma sempre stando attento alle sue reazioni e trattandola con estrema delicatezza, nemmeno temesse di romperla sotto la sua imponente massa.

    La accarezzava e la baciava tutta durante quella ricerca disperata della sua ossessione, il suo tatuaggio, e quando lo vide, nell’inguine, su quella piccola sporgenza ossea, diventò matto

    -Non ci credo!- rise mentre cercava di prendergliela a morsi, quella nuvoletta da cui timidamente sorgeva il sole: era il suo paradiso, il suo dono del cielo, il simbolo della imprevedibilità e soprattutto del suo sogno diventato realtà.

    Con una mano le ruotò la testa per sussurrarle all’orecchio, come si confida un desiderio segreto:

    -Mentre tu mi facevi impazzire dietro a tutti quei dati e grafici, io volevo solo farti impazzire di piacere, stravolgere tutto il tuo ordine e le tue regole, sentirti urlare il mio nome mentre sono sopra di te- prima di morderle il lobo, mentre con l’altra afferrava stringendolo un gluteo

    Stavolta però, sarebbe stato lui a torturarla, così mentre la stimolava e la accarezzava, sul più bello si fermava e si allontanava…e dopo un attimo riprendeva, condannando entrambi ad una lenta agonia.

    -Antony…ah…ti prego…. Perché mi fai questo? mi stai punendo per qualcosa? ammettilo che ti stai vendicando….. - lei stava delirando: si piegava, si contorceva, muoveva convulsamente le sue gambe umide.

    -Non era questo che facevi con me? mi permettevi di avvicinarmi e poi con quel dannatissimo lei mi spingevi indietro, mi tenevi a distanza….esattamente così!! che te ne sembra, ti piace? o serve soltanto a far crescere ancora di più il desiderio, tormentandoci??-

    Ma alla fine indugiando e premendo sui punti più sensibili l’accontentò e fece esplodere i suoi sensi, e mentre lei ancora tremava e cercava di riprendere fiato dopo quel momento di intenso piacere, senza darle tregua si spogliò e distese sopra e disperato, come chi trova un’oasi dopo essere stato senza acqua per troppo tempo, riuscendo a stento a sopravvivere…

    ...finalmente entrò dentro di lei, muovendosi prima dolcemente e poi selvaggiamente, e poi piano per godersi i suoi orgasmi e di nuovo forte e poi ancora con spinte sempre più forti e sempre più intense fino a che, stremato anche lui da quell’attesa lunga mesi, con intensa, ruvida e disperata urgenza, fece in modo che entrambi esplodessero in gemiti osceni e sospiri violenti.

    E lei finì con l’esaudirlo il suo desiderio, quello che lei stessa aveva scatenato, urlando il suo nome mentre si aggrappava alla sua schiena per paura di perdersi in tutto quel piacere!

    Antony si sentì appagato e insoddisfatto al tempo stesso, così non gli bastava; lui che aveva avuto così tante donne, così tante “prime volte”, si rese conto che cambiando sempre partner non faceva altro che ripetere sempre uno stesso copione, una stessa monotona scena, dando poco o niente di se;

    mentre con lei…con lei era diverso, voleva fosse diverso: stavolta lui c’era tutto, corpo mente e cervello e anche da lei desiderava tutto, testa, cuore, pelle, respiri e gemiti.

    Realizzò che sarebbe stato amarla sempre in modo diverso e sempre più intenso la vera novità per lui, con lei voleva raggiungere intesa e complicità, così riprese a sfiorarla dolcemente e spudoratamente mentre rifletteva su questo.

    E lei al suo tocco, intimo e passionale al tempo stesso, al pensiero di come si era lasciata andare e di quello che lui aveva letto su quel sito, arrossì e tirò su il lenzuolo per coprirsi imbarazzata

    ma veramente ancora si imbarazza dopo come ci siamo sfamati e appartenuti?
    ….allora forse non è stato abbastanza…non ha capito….



    Quel “candido” rossore ridestò il suo desiderio e la sua eccitazione e così immediatamente riprese a baciarla e ad accarezzarla, ormai sapeva come, era bravo ad apprendere velocemente e dopo aver riacceso pure lei che si lasciò andare a gemiti di desiderio..

    -Come dice scusi? Non ho capito! Soltanto una B+?- si finse deluso e poi continuò

    -Magari se mi applicassi di più potrei meritare anche una A+, non credo sia così fiscale, che ne pensa professoressa-

    Lei all’inizio non capì e rise ma lui si girò per ricominciare subito, se la sistemò sopra, afferrò sicuro le mani delicate di lei nelle sue e …

    -Insegnami! - le ordinò….

    …e come quella volta in laboratorio, lei gli fece vedere come muoverle, solo che stavolta non si trattava di strumenti o macchinari, lei si accarezzò e si diede piacere attraverso le sue mani e lui assaporò ogni movimento che fino ad allora aveva solo potuto immaginare, realizzando fantasie che nemmeno sapevano di avere e godendo egli stesso attraverso il suo piacere e le sue mani; poi toccò a lui farle vedere come…e fu oltremodo straordinario!

    Antony non si era mai sentito così in vita sua, compreso, completo, felice, vivo… mentre lui le insegnava a fare bene l’amore lei gli stava insegnando ad amare e tutto questo lo colpì nel profondo, entrandogli nell’anima, passando, attraverso la pelle e il respiro, nei muscoli, nel sangue e nelle ossa: meraviglioso!!!

    Fino a quando al limite, senza mai lasciargliele quelle mani, le afferrò i glutei e spingendola sempre più verso di se, avanti e indietro, avanti e indietro, sempre più in fondo, nudi come non lo erano mai stati, dita intrecciate, corpi incastrati e anime fuse, non portò entrambi ad un intensissimo ed indimenticabile orgasmo!

    Un emozione così forte, uno choc quasi violento, come sconvolgente era stato capire che con Roxie non gli sarebbe bastato solo una volta e solo una notte, voleva tante altre volte e altrettante notti e infine voleva rimanere a dormire nel suo letto e svegliarsi con lei accanto al mattino ancora stretti; l’abbracciò felice ma spaventato al tempo stesso.

    Rimasero così, soddisfatti e rilassati, immersi nei loro pensieri, fino a che lei, esausta per tutta quella passione travolgente si addormentò.
    Quando riaprì gli occhi, fuori era ormai buio ed era sola: lui non c’era più!

    Afferrò distrattamente la sua mini vestaglia di seta e l’infilò prima di raggiungere il soggiorno, ma non era nemmeno li…

    …che cosa pretendevo!!! Che mi giurasse amore eterno?…
    ..forse voleva solo soddisfare una sua fantasia…..una storia con la sua prof. è comprensibile…
    ..magari ha letto il mio racconto e ha pensato di andare a colpo sicuro ….



    La sua solita insicurezza, ma intanto aveva vissuto il sesso più bello e travolgente della sua vita; ricordava ancora le sue primissime volte con compagni di liceo o università, poi solo “lui, il suo futuro ex marito, ma con nessuno mai si era lasciata così totalmente andare, nessuno mai l’aveva fatta urlare e le aveva fatto provare tutte quelle sensazioni e tutto quel piacere;

    Si rattristò al pensiero che molto presto il suo sapore sarebbe scomparso dalla sua bocca e dalla sua pelle, svanito dai suoi ricordi…

    …accontentiamoci di questo…..



    Cercò di consolarsi così, pensando di regalarsi un bagno caldo e rilassante, quando sentì le chiavi nella serratura: solo la sua amica Kristen ne aveva un duplicato, probabilmente si era preoccupata e voleva sapere come stava, effettivamente non l’aveva più chiamata dopo aver chiuso bruscamente la telefonata alla fermata e quando la porta si aprì lo vide.

    -Antony??- esclamò sorpresa

    -Aspettavi qualcun altro?- chiese stupito

    -No…io …veramente pensavo fossi andato via….-

    -Ma per chi mi hai preso!!! E poi non hai letto il biglietto sul cuscino? -

    -Io veramente….-

    -Sono andato a prendere questi- e le mostrò una bottiglia di champagne, un box di sushi e una rosa rossa -Scusa se ho preso le tue chiavi, ma non volevo svegliarti-

    Lei si sentì spiazzata, felice e in colpa per aver pensato male.

    Lui porgendole la rosa, la prese fra le braccia e la baciò, stavolta dolcemente.

    -Dobbiamo festeggiare- disse felice

    -Antony io non lo so se è stata una buona idea…- aveva paura, una fottutissima paura e doveva dire quelle parole anche se non le pensava veramente, prima di perdersi di nuovo fra le sue braccia e di non essere più capace di ragionare e difendersi: forse doveva issare di nuovo le sue barriere, non voleva illudersi, non avrebbe sopportato di perderlo di nuovo.

    - Roxie –

    ..che strano effetto sentirgli pronunciare il suo nome….

    -Io lo so che tieni a me, non mi avresti ceduto il posto da primo autore sull’articolo, non dopo quello che ti ha fatto il tuo ex; e so anche che mi desideri, non solo per quello che ho letto, ma ne ho avuto abbondantemente prova un paio di ore fa e ne porto ancora i segni addosso ... scusa, non ero io Zorro???-

    Lei arrossì al ricordo di quanto successo e delle unghiate con cui gli aveva graffiato la schiena e le braccia e non solo

    -Quindi qual è il problema? Tutti abbiamo paura di farci male, anche tu potresti farmi soffrire ma è la vita, non possiamo avere certezze, garanzie, ne prevedere quali saranno i risultati delle nostre azioni, non funziona tutto come i dati scientifici-

    -Ma tu sei così……noi vogliamo cose diverse, lo hai detto tu stesso che non richiami mai nessuna il giorno dopo…..è il tuo modo di vivere…-

    -Non è questo che voglio con te-

    -E cosa vuoi con me?-

    -Quello che ho capito in questi mesi è che io voglio prendermi cura di te ma anche lasciarmi guidare da te, voglio fare la spesa con te perché nessuno dei due scherza col cibo; litigare per dove mettere il piatto o la sedia; massaggiarti il collo e sciogliere la tensione di una giornata di lavoro; ubriacarmi insieme a te e poi fare l’amore anche se so che reggi l’alcol molto meglio di me; mangiare le patatine sul divano mentre vediamo la partita e farti arrabbiare per le briciole.

    E voglio dormire con te e vederti al mattino bere un caffè con la schiuma mentre hai ancora i capelli arruffati per la notte di passione e non ordinati e annodati sulla testa, o poltrire a letto abbracciati mentre aspettiamo che fuori smetta di piovere.

    E voglio sentire il tuo profumo su di me e sui miei vestiti quando siamo lontani e sono a lavoro, e ti penso.

    E poi voglio fare quel famoso bagno nudi che non ho avuto il coraggio di fare quella volta...e di sicuro voglio strapparti di dosso ogni body di pizzo che comprerai o che ti regalerò.
    Non siamo tutti come lui ed è ora che tu te ne renda conto, non credo potrò mai stancarmi di te-

    -Ma sono più grande di te?-

    -E quindi? io sono più alto e tu più intelligente e io decisamente più simpatico, non è mica una gara-

    -Perché? potresti avere chiunque, anche donne più belle e più giovani, perché proprio io?-

    -Quel giorno alla fermata….

    Sai, io vivevo solo perseguendo il mio obiettivo, concentrato su quello, senza effettivamente prestare attenzione a ciò che mi circondava: fatti, persone, erano solo nuvole passeggere per me. Poi quella assurda mattina, a quella fermata, non so come, ma tu sei riuscita a distrarmi un attimo, ed è stato allora che ho iniziato a capire che mi stavo perdendo tutto ciò che c’era intorno e solo dopo io ho cominciato a vivere veramente-

    Fece una pausa ed inspirò

    - Vuoi sapere una cosa che non ho mai detto a nessuno?

    Io ti amo Roxie!

    Fa l'amore con me, adesso, ti prego-

    La tirò a se e la sfiorò seguendo con un dito il contorno della sottile vestaglia di seta, allargandolo un po’ per poter sbirciare il suo corpo armonioso mentre si mordeva il labbro inferiore per il desiderio non ancora placato, semmai ancora più intenso, sperando che lei si arrendesse e si lasciasse andare; adesso che l’aveva finalmente assaggiata sapeva che non gli sarebbe mai bastata.

    Lei, dopo aver riflettuto un attimo, lo spinse indietro e si sottrasse a quel dito insolente, si girò e se ne andò dandogli le spalle e facendolo tremare per la paura di non essere riuscito a distruggere le sue barriere.

    Ma mentre camminava verso la sua stanza, si sfilò la vestaglia e la lasciò cadere a terra continuando a muoversi, completamente nuda

    -Detesto aspettare….- disse seria col suo solito piglio da perfettina

    Sorridendo felice lui rapidamente la raggiunse…

    …e di segni quella notte se ne lasciarono parecchi... e non solo sulla pelle…

    E fu quella la prima volta in cui Roxie pensò che la montagna fosse meglio, mooolto meglio del mare!



    Breve epilogo



    -Questi si possono buttare?- chiese lui sfinito; ogni foglio da eliminare doveva essere controllato e ricontrollato mille volte, passando da una pila all’altra fino al cestino

    -No quelli vanno nella quarta pila- rispose seria e concentrata

    -Quella dei “forse”?- alzando gli occhi al cielo spazientito

    -No, quella è la terza…quella dei probabilmente!!!-

    -E questi? Sono ricevute di tavolo, poltrone e sedie…ma non avevi buttato mai niente prima di conoscermi?-

    -Tu ancora non lo sai, ma tutto può servire prima o poi! e se vuoi che ti faccia spazio nei miei mobili, lamentati di meno e lavora di più- e gli diede un bacio per addolcire il suo rimprovero

    Aprì una carpetta e in cima a tante altre c’era una foto di Roxie con l’ex marito, giovanissimi e sorridenti, e sotto ancora foto di lui ad alcuni congressi… che rabbia e gelosia, avrebbe voluto cestinare tutto senza dirle niente, ma si pentì subito e la girò verso Roxie.

    -E’ di Marck, butta tutto!!!-

    Ma mentre stava per farlo, Antony con la coda dell’occhio riconobbe una sagoma familiare.

    -Aspetta! Guarda! Sembra l’Axon!!!- ruotò dei fogli verso di lei

    -Non sembra, è l’Axon…..buffo…era stato qui per tutto questo tempo e io non lo sapevo..-

    -Cosa?- porgendole i fogli

    -Lo schema, il mio progetto….la bozza dell’Axon- li studiò attentamente

    -Quello che avresti potuto brevettare???- suggerì

    -Antony, sei un genio!!!….ma non è per questo che ti amo!-

    -Quindi non per il mio cervello? Ma solo per il mio fisico imponente?….sei tremenda!!!!!-

    -Faccio del mio meglio - e lanciò i fogli per aria prima di fiondarsi su di lui, che con lei tra le braccia si sdraiò sul pavimento, facendo cadere tutte le pile di fogli che avevano con fatica organizzato e suddiviso in quelle ore.

    -Allora non sei più Miss Perfettina?- la strinse a se felice

    - Ovvio che lo sono!!! Adesso siamo in un “perfetto” caos, ma non lo sai che il caos genera l’ordine?- disse salendo sopra di lui per fare l’amore così, per terra, fra il disordine e i fogli sparsi

    - e adesso è tutto perfettamente al proprio posto-

    FINE

     
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