Ultima fermata per l'amore

Non tutte le nuvole sono passeggere - (Racconto originale)

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  1. LaraTania
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    Prima volta che scrivo di altri personaggi che non siano i nostri bradipini e non credo lo farò più, ma questa storia è nata nella mia mente da un fatto realmente accaduto su cui poi, in un momento di tristezza e sconforto durante la malattia di mia suocera, ho ricamato, romanzato, attinto da memorie storiche e voci di corridoio per stare meglio e svagarmi.
    Il mio timore è stato "un conto è scrivere di Maya e Masumi che tutti amiamo ben diverso farlo di due perfetti sconsciuti....fregherà mai a qualcuno di loro??" Io spero di si!!!! e se terrà compagnia anche ad una sola di voi forumine, io sarò contenta!!!!

    Titolo: "Ultima fermata per l'amore "

    Autore: Lara Tania

    Protagonisti: Lei e Lui

    Breve Descrizione: due sconosciuti e le loro complicazioni

    Numero di Capitoli: 9

    Genere di Racconto: simpatica storia di tutti i giorni

    Ispirato a: racconto originale.

    Contenuti Erotici: si



    CAPITOLO 1

    Mira-Non ci credo che abbia postato quella foto!!!-

    Tu-Giuro!! e cosa commenti quando vedi certi cose-

    Mira-Niente, non puoi, ma questo ti fa capire la follia della gente di oggi. Caspita, di nuovo fila chilometrica di auto-

    Tu-Tesoro mi spiace, io sono ancora alla fermata, almeno oggi il sole riscalda-

    Mira-Anche qui un caldo pazzesco! Ieri poi non ho resistito ed ho comprato un altro paio di jeans-

    Tu- Ovviamente!!!-

    Come ogni mattina, anche quel Lunedì, Lexie stava chattando con la sua cara Miranda mentre si dirigevano entrambe al lavoro anche se con mezzi diversi e in città differenti: si scambiavano pettegolezzi su amiche comuni, libri, film, notizie sul traffico e aggiornamenti meteo mentre una guidava incolonnata e l’altra attendeva l’autobus.

    Il sole brillava in modo inusuale per quel periodo dell’anno e lei si era appositamente spostata di un paio di metri dalla pensilina della fermata stranamente deserta per assorbirlo proprio tutto, goderselo e farsi riscaldare, forse sperava che anche il suo cuore prima o poi si sarebbe scongelato.

    Splendeva per entrambe quel giorno quando ad un certo punto il sole su Lexie si oscurò

    …mannaggia si sta annuvolando…e non ho con me nemmeno l’ombrello…
    ….guardare il meteo no vero??.....



    Rifletteva, mentre continuava a mandare rapidi messaggi con entrambi i pollici alla sua “alter ego”, quando oltre all’ombra sulla testa e sul suo smartphone, percepì pure un suono insieme a quello dolce dei tasti del pianoforte intrappolato nelle sue cuffiette; qualcuno le stava rivolgendo la parola ma lei era completamente assorta negli scambi in chat, aveva inserito il suo solito “filtro”, quello che le permetteva di concentrarsi su ciò che stava facendo, che fosse lavoro, messaggi ammazza tempo o la lista della spesa, tagliando fuori il mondo: era fatta così!!! cercava sempre di metterci tutta se stessa e di fare qualsiasi cosa al meglio!

    -Scusa stai aspettando anche tu l’autobus per Stanford?-

    Levò un auricolare e come se stesse piano piano riprendendo contatto con la realtà, sollevò gli occhi dallo schermo del cellulare e capì il perché di quell’ombra su di lei: si trovò davanti una montagna!!

    una bella montagna…… più che una montagna, direi una vera e propria località di vacanza!!!!



    Rimase senza parole, estasiata!
    -SsSi, devooo…. prenderlo pure io…. a breve passerà- riuscì a balbettare

    -Sapevo alle 8,00 ma mi sembra in evidente ritardo-

    Diamine!!! effettivamente sono le 8,20


    Constatò sul suo telefonino
    -Strano!! Di solito è molto puntuale- era stata talmente assorbita dallo scambio di messaggi da non essersene accorta

    Tu: Montagna (digitò impacciata come se stesse chiedendo aiuto)

    Mira: Cosa? Vuoi andare in montagna???? Tu la odi, hai sempre freddo!

    Tu: Ho una montagna… davanti!!!

    Mira: Ma non sei alla solita fermata??

    Tu: NO!!! Montagna…. di muscoli!!!! 😱😱

    Nascosta dietro il suo grandissimo paio di Gucci, una sorta di scudo in celluloide per proteggersi dal sole e dalle persone, studiò con discrezione il viso di quel “vichingo”: capelli scuri e lunghi, occhi verdissimi, barba curata, il tutto delicatamente poggiato sopra, ad occhi e croce, 1 metro e 90 cm di muscoli non eccessivi ma molto ben distribuiti, evidenziati dal solo maglione aderente a collo alto, la giacca per lui evidentemente, era un inutile optional nonostante fosse inverno.

    -Dannazione, proprio oggi, non posso permettermi di ritardare, ho esami alle 10,00-

    -Anche io!!!- esclamò sorridendo anche se poi ragionandoci su si preoccupò - Provo a telefonare alla Stazione di Whisman -

    Recuperò in rubrica un paio di numeri ma niente, la stazione non rispondeva, il numero delle informazioni era sempre occupato; riprovò più volte…lui sembrava pensieroso.

    -Rilassati, mal che vada alle 9,00 ci sarà un’altra corsa e dovremmo arrivare al massimo alle 10,15- cercò così di tranquillizzare anche sé stessa.

    -Il famoso quarto d’ora accademico, ecco allora cos’è!!!!- una illuminazione!!!!

    -Esatto!!!!- rise anche lei

    -Oppure potremmo prendere l’autobus in direzione opposta, andiamo sulla spiaggia di Half Moon e bye bye esami del cavolo!!!-

    -Magari!!!!Non tentarmi, adoro il mare- disse sognante

    -Anche io lo adoro, l’unico posto dove riesco a sentirmi libero -

    - E con il sole di oggi poi, tra un po’ farà caldissimo; l’unica cosa che mi trattiene è il non aver con me il costume da bagno- scherzò per bocciare, ovviamente, quella assurda proposta

    -Perché? Serve?- chiese sorpreso, come se quello non rappresentasse un reale problema.

    Una visione della montagna versione integrale si affacciò nella sua mente iperattiva riflettendosi però anche sul suo viso, stavolta “senza filtri”, ovvero arrossì!! e questa reazione lo colpì molto

    -Di solitoo… si usaa… a meno che non vuoi che ci arrestino!!!- cercò di sdrammatizzare mentre impacciata provava a fuggirgli richiamando il numero verde

    -Interessante!!! Questo ancora mi manca nella lista da bad boy- disse fastidiosamente spavaldo

    -Ah, si!!!- … qualcosa scattò in lei …-e quanti ne hai uccisi?- chiese d’istinto, come se si fosse accesa una scintilla che la spingeva a tenergli testa, anche se comunque si sentiva ugualmente un po’ in difficoltà

    -Non abbastanza…e tu? Ne hai ucciso qualcuno? Che cosa manca nella tua lista?? Non dirmi che sei una brava ragazza- la provocò appositamente per aumentare quel delizioso colorito

    -Fin troppo, purtroppo!! ho fatto anche la rima- non poteva barare, non ne era capace

    -Si può sempre rimediare- la provocò lui

    Rise lei fingendo accondiscendenza ma pensando a come scappare da quella “pericolosa” istigazione e cambiare discorso. Finalmente una voce metallica rispose alla chiamata:

    “Per informazioni chiamare il nuovo numero 1803344788, per riascoltare il messaggio premere 1”

    -Ecco, mi sta dettando il nuovo numero, digitalo tu per favore- mise la chiamata in viva voce e ruotò il telefono verso l’alto per agevolargli l’ascolto; lui si piegò per avvicinare l’orecchio allo smartphone che ora era l’unico esiguo ostacolo che separava le loro teste ma che non impedì al profumo di lui di mischiarsi irrimediabilmente con il suo e di imprimersi nella sua memoria olfattiva

    “1803344788”

    Il vichingo riuscì a prendere la linea:
    -Si buongiorno, chiamo per avere informazioni sull’autobus delle 8,00 per Stanford…..che significa che le serve il titolo di viaggio, altrimenti? non può rispondermi??? che importanza ha scusi? Sono informazioni così riservate??? Segreti di stato?? Non posso prendere il biglietto digitale mentre sono in linea con lei-

    -Aspetta ti do il mio- e così Lexie porse il suo cellulare con il ticket al vichingo

    -BJ626YK…si delle 8,00, esatto…perché ora mi passa la collega??? va bene, va bene ho capito- il vivavoce era improponibile per via del rumore causato dalle macchine in transito, così ripeteva a voce alta per rendere anche lei partecipe della discussione e nel mentre sbuffava e alzava gli occhi al cielo scocciato

    Dopo qualche istante e una nuova richiesta di informazioni, gli domandarono nuovamente il codice di viaggio così premette il tasto laterale per illuminare il telefonino della ragazza che aveva ancora in mano ma che si era ormai oscurato e questo, al riavvio, gli mostrò il suo screen saver: fu così che il vichingo si ritrovò di fronte a fissarlo due occhi grandi e magnetici e un viso dolce su cui spiccava un sorriso sincero e contagioso.

    Ridettò il codice e concluse la chiamata.
    -Mi hanno risposto che c’è stato un incidente a 2 Km da qui, ma che l’autobus dovrebbe arrivare a breve, speriamo in tempo-

    -Mi sembra assurdo che non ti davano notizie senza confermare che fossi un reale passeggero…forse temevano che fossi della linea concorrente, non prenderla mai è pessima-

    -Quindi tu viaggi spesso? - iniziò la raccolta informazioni!!!!

    -Sì, almeno tre volte la settimana-

    -Per me è la prima volta…volevo arrivare puntuale e per non avere l’assillo dell’auto e del parcheggio ho preferito farmi trasportare…l’avessi saputo-

    -Vedrai che è comodissimo: cuscino da viaggio, cuffiette per la musica, un bel libro e quest’oretta vola via!!!-

    -Non ci avevo pensato…un’ora di relax quindi-

    -Decisamente, e poi si fa amicizia con i pendolari e si incontrano un sacco di persone interessanti-

    -Questo lo avevo notato!!!!- scrutandola dalla testa in giù

    Sempre più rossa, si concentrò su altro e così mosse le labbra carnose, dandosi pure un piccolo morso a quello inferiore come se stesse parlando ma non si udì nessun suono.

    -Come dici?-

    -Scusa, parlavo con me stessa, mi dicevo che non appena salita, devo trascrivere questo nuovo numero in agenda-

    -Perché semplicemente non lo aggiungi alla rubrica del telefono? -

    -no, cioè anche, ma io in realtà preferisco scrivere… tutto!!!-

    -Se hai problemi con la tecnologia posso aiutarti o sei una di quelle che la detestano - fece lo splendido

    ...solita presunzione maschile...



    -Amo la tecnologia e la uso continuamente, credimi, ma non mi va l’idea di fidarmi esclusivamente di una “memoria esterna”; se ci pensi ultimamente scriviamo così poco e anche la nostra mente ne risente-

    -No, non è vero, io ho una memoria incredibile!!!- si vantò

    -Davvero? Vediamo…..quanti numeri di telefono ricordi a memoria??? Scommetto che sai ancora quello del tuo compagnetto di banco, ma nemmeno uno delle ultime ragazze con cui sei uscito- lo sfidò

    Rise un attimo incredulo….

    …ma da dove sbuca fuori questa tipa???



    -Questo perché di solito sono loro a chiamare me- affermò sicuro

    Lexie si sciolse un po’…e non era l’effetto del sole!!!!

    ….non ho dubbi a riguardo….



    - e ti ringrazio per la fiducia e per aver dato per scontato che siano più di una…..- sorrise pago ….-ma non pensi che possa dipendere anche dal livello di attenzione? Magari di queste ragazze non mi importa nulla, per cui che senso avrebbe sprecare spazio ed energia per conservare informazioni inutili?? - con sorriso arrogante e malizioso

    …effettivamente il suo discorso non fa una piega….

    ammise a se stessa, però…

    -No! Non condivido!! e come fai a sapere che non meritano attenzione se non presti attenzione?? Oggi siamo così sicuri di noi, ciò che ci sfugge è sempre disponibile su internet…una informazione, una data, una strada…ma la vita non è un bel libro in cui possiamo tornare indietro a rileggere una pagina precedente e chissà quante cose importanti ci perdiamo per mancanza di attenzione-

    - Potrebbe…e quindi tu? Quanti numeri di uomini ricordi? Tanti??? e ne è valsa veramente la pena???- la ripagò con la stessa moneta provocandola

    - Magari io sono una di quelle donne che catturano l’attenzione e ”magari” (lo sottolineò) sono gli uomini a ricordare il mio numero, perché dovrebbe valere solo per te!!!-

    -Giusta osservazione! e se fossero stolti o “ magari disattenti” (uso lo stesso tono di lei) come lo sono io?-

    -Tranquillo, quelli svegli lo capiscono subito e degli altri… non mi interessa-

    … grande Lexie!!!...


    se avesse potuto avrebbe stretto pugno e contratto il bicipite per dimostrare la sua soddisfazione: oggi era davvero in gran forma, raramente aveva la risposta così pronta!!!! di solito la risposta giusta le veniva dopo, quando da sola riprovava la conversazione nella sua testa!!!!

    -e quindi??? Se non con i numeri di telefono…con cosa occupi quella bella testolina??? – gli sfuggì ammirando quella massa di ciocche bionde ondulate

    -Non saprei…dati più importanti …tutti i risultati dei super bowl vinti dai San Francisco 49ers ad esempio!- ammise orgogliosa di se stessa

    - Notevole!!!- fischiò -Sei una sportiva quindi?-

    -Non so se guardare il football in tv seduta sul divano con birra e patatine si possa considerare uno sport a tutti gli effetti- finse di rifletterci su, arrotolando civettuola una ciocca di capelli tra le dita

    -Con la giusta compagnia potrebbe…..- una chiara allusione

    -E poi? Cos’altro? - chiese avvicinandosi sempre più incuriosito

    -Beh….Ricordo il nome del miglior cocktail di ogni locale in questa città-

    …ma perché oggi tutta questa vanagloria? che mi succede???? Tutta questa voglia di risultare affascinante…



    -Sempre più interessante- la situazione si stava facendo stimolante: Dio cosa avrebbe dato per una sigaretta. Non fumando più, per colmare quell’astinenza da nicotina, tirò fuori dalla tasca una stecca di chewing gum

    -Vuoi?- e gliene offrì una, notando prima la sua strana titubanza e poi la boccetta con il disinfettante pendere dalla tracolla della sua borsa.

    -Tranquilla- rise incredulo, portandosi una mano alla fronte oscillante- ho già capito il tipo, puoi anche sterilizzarti le mani prima di toccarla, non giudico nessuno io - ma in realtà, sapeva di non aver capito proprio nulla…. chi diavolo aveva davanti? La dottoressa Jekyll o la signora Hyde?

    -Allora si grazie!!!- si decise ad accettare, strofinando energicamente le mani con quel gel dall’odore pungente prima di afferrarne una e di sfiorare le sue labbra con quel candido confetto alla menta.

    Il telefono di Lexie continuava a vibrare all’impazzata….

    Mira: Ehi!!! Allora??? questo tessuto muscolare ben sviluppato???? A chi appartiene???

    Tu: Non posso, sono in compagnia del proprietario dei tessuti, che possiede anche un cervello però :P :XP:

    Mira: poi mi racconti tutto!!!!

    Si distrasse solo un attimo e lo ritrovò a contemplare il cielo

    -Testa fra le nuvole?? – lo stuzzicò lei stavolta

    - E’ perfetta- esclamò guardandone una in particolare -esattamente la nuvola che si disegna da bambini, anche se in realtà non esistono nuvole uguali, sono tutte uniche, bellissime e libere- per un attimo l’aria spocchiosa scomparve

    …che tenero….allora oltre ai muscoli c’è pure un cuore……Lexie!!!!…..non illuderti…sai bene che anche il cuore è un muscolo!!!!



    -Piacciono pure a me, anche quando oscurano il sole come hai fatto tu poco fa, temevo stesse per piovere- scherzò

    …ma perché dovevo dirglielo….cos’è tutta questa sincerità???



    -Come così? - le fece di nuovo ombra avvicinandosi minaccioso-sembri il personaggio di un cartone animato “protetto” dalla sua nuvola personale - la istigò

    Con un rapido movimento lei si scansò e tornò alla luce:
    -Tanto so che dietro una nuvola c’è sempre il sole- disse trionfante

    -Ma potrebbero esserci altre nuvole più scure e impenetrabili delle prime – la minacciò di nuovo

    -Sei sempre così ottimista? - lo freddò

    -No, molto spesso sono cupo e tetro-

    Rise divertita e si illuminò tutta, sembrava lei adesso un raggio di sole

    -e tu vai sempre ad energia solare?- la prese in giro lui ammirandola

    -Ne ho bisogno, ho sempre freddo, mi piace essere baciata dal sole-

    -Solo da lui???- schiacciò l’occhio

    -E poi che male c’è a preferire le mie nuvole soffici e bianche come lo zucchero filato a quelle tue tristi e grigie? -

    - Scontato!!! vuoi mettere una di quelle giornate piovose dove si sta a casa ad aspettare che le nuvole grigie si diradino per far spazio al sole… e nell’attesa, si cerca un modo caldo e piacevole per passare il tempo- con voce suadente la fissò, nemmeno fosse un invito

    Lexie si imporporò di nuovo a quella provocazione e lui continuò
    - Per la cronaca comunque, io preferisco le nuvole al tramonto, quelle che arrossiscono ….proprio come te!!!- concluse appagato

    Era un po’ arrogante e provocatorio ma nei pochi minuti seguenti, a quella fermata “si conobbero” veramente parlando e soprattutto battibeccando (bisogna dirlo!!!!) su un po’ di tutto, nemmeno si fossero ritrovati dopo tanto tempo, divertendosi talmente tanto da dimenticarsi che di li a poco si sarebbero dovuti separare per proseguire con le loro vite….

    -Ti dico la Corvette a 6 cilindri, un must!!!- insisteva

    -No la Dodge, fidati!!!-

    -Ovvio, come non potresti preferire la “muscle car” americana per eccellenza, ma ti sbagli!!!-

    Finalmente (o purtroppo!) l’autobus arrivò mettendo tregua a quei piccoli scontri e lui, con eccessiva e voluta galanteria, le fece cenno di passare avanti: ma non era una resa anche se era difficile spuntarla con lei, avrebbero continuato sull’autobus.

    Ma quando Lexie salì si rese conto che era veramente affollato e sarebbe stato impossibile trovare due posti vicini; si sedette nell’unico posto libero nella parte anteriore (altrimenti avrebbe sofferto durante tutto il viaggio) e mentre il vichingo la superava per trovare posto in fondo salutandola con aria buffa e dispiaciuta con la mano, lei lo afferrò dal braccio per trattenerlo un attimo e gli sussurrò:

    -…e comunque bad boy, ho un tatuaggio….shhhh!- le fece cenno di mantenere il segreto con un dito poggiato sulle sue morbidi labbra, ormai si sentiva al sicuro, non lo avrebbe mai più rivisto!!! Ma chissà perché aveva voluto lo stesso essere sincera e impressionarlo.

    Lui, sorpreso e soddisfatto da quella confessione inattesa, si lasciò andare ad una meravigliosa risata prima di proseguire verso il suo sedile

    …sarà merito delle sue gomme????….



    pensò Lexie estasiata da quel sorriso, mascherata per fortuna dai suoi provvidenziali occhiali oversize

    ….peccato!!!...



    Le sarebbe piaciuto proseguire quell’intrigante scambio di idee ma forse era meglio così, quell’uomo le sembrava pericoloso: le faceva venire voglia di essere più esuberante, di lasciarsi andare e uscire dai suoi solititi e rigidi schemi.

    Dopo aver abbassato i poggia gomiti, si disinfettò nuovamente le mani, si tolse la pashmina e la ripiegò, tirò fuori dalla borsa il cuscino per la cervicale, conservato nella sua apposita custodia, rimise le sue AirPods e aprì il libro, conservato anch’esso in una bustina trasparente per non rovinarlo, anche se sapeva già che sarebbe rimasta tutta l’ora a chattare su quel tipo con la sua amica supercuriosa.

    Quando arrivarono alla fermata davanti l’Università erano le 9,40, l’autista aveva mantenuto una velocità molto più sostenuta del solito per recuperare in parte quel ritardo; durante il viaggio non aveva potuto girarsi per sbirciarlo, colpa del suo collo sempre bloccato e dolente. Solo un attimo aveva messo la videocamera interna del telefono a guisa di specchietto e l’aveva alzata per dare un’occhiatina scorgendo però ben poco: dormiva!!!!

    Quando il pullman si svuotò caoticamente, del vichingo più nessuna traccia: era svanito nello stesso modo in cui era apparso

    …forse l’ho sognato!!!! era troppo bello per essere vero!!!!



    Si recò prima nella sua stanza, accese il pc e posò borsa, cappotto e occhiali; si raccolse i capelli e li annodò rapidamente con un grande fermaglio a molla, infilò il camice e di corsa in laboratorio. Avviò anche qui il pc e accese un paio di macchinari, impostò dei programmi prestabiliti e appuntò per iscritto una sequenza di operazioni da svolgere quando, dopo aver depennato soltanto le prime due, osservando il grande orologio di metallo, gadget di una famosa industria biomedica, appeso sulla parete, si accorse che le 10 erano passate da qualche minuto

    Cavolo gli esami!!!! Me li stavo dimenticando!!!!..


    agitata corse nella sua stanza

    che figura…detesto essere in ritardo….



    Non perse tempo a svestirsi e sistemarsi, afferrò al volo dal tavolo occhiali, una penna glitterata molto chic e dei fogli e raggiunse l’auletta dove si sarebbero svolti gli esami.

    Il professore George O’ Malley, un uomo belloccio ma insipido anche se giovanile e dal viso pulito e gentile, aveva già predisposto l’auletta, accendendo le luci e il riscaldamento, ed avviando il registro elettronico sul computer.

    Gli studenti stavano aspettando fuori il proprio turno poiché la stanza era molto più piccola e angusta rispetto a quella in cui si tenevano abitualmente, ma quel giorno, dato il contemporaneo svolgimento di altri esami e conferenze, era disponibile soltanto quella; per fortuna i candidati iscritti a quella sessione non erano numerosi, ma sarebbero dovuti entrare solamente un paio alla volta.

    ***
    -Perfetto, allora iniziamo con Callie Torres, un documento e firmi qui, con cosa vogliamo iniziare? -
    ….
    -Alex Karev, buongiorno prego…documento e firmi….si accomodi….di cosa vogliamo parlare?-

    Dopo circa tre ore di avanti e dietro di studenti, di interrogazioni, di silenzi o di lunghe digressioni, di lacrime o sorrisi, di risposte tentennanti o sicure, di espressioni intimorite e occhi confusi, Lexie, stanca di rivolgere sempre le stesse domande e di ascoltare sempre le stesse risposte, finalmente sorrise al collega George

    -Questo è l’ultimo- sussurrò e poi a voce squillante chiamò

    -Andrew De Luca-

    Nessuna risposta

    -Andrew De Luca-

    …forse ci avrà ripensato, magari ha assistito agli altri esami e non si sente preparato…



    -Andrew De Luca è assente? - chiese per l’ultima volta con gli occhi affaticati puntati su quel nome impresso sul foglio.

    La penna sbrilluccicosa, regalo dell’ultimo tesista, fremeva, era già pronta a lasciar scivolare fuori da se un po’ di inchiostro, quel tanto che bastava per scrivere vicino a quel nome una bella “A” di assente così da poter dichiarare finalmente chiusa quella sessione di esami quando…

    -Eccomi-

    Lexie sentì una voce calda e profonda risponderle e bloccarla e si ritrovò sotto il naso, posato sulla cattedra, accanto al suo caffè schiumato ormai freddo e senza più schiuma, un documento

    …no …no, aspetta, non può essere…ma questa foto??? È… lui….è lui!!!!....



    Lentamente, incredula e contenta anche se forse ancor di più imbarazzata, alzò gli occhi ma senza muovere la testa, soltanto per permettere alle sue iridi verdi di scavalcare le lenti e la montatura dorata che usava per decifrare quei minuscoli numerini sui documenti di identità e di sbirciare tra le sottili ciocche della frangia.

    Si ritrovò dinanzi il vichingo, con giacca e capelli legati: sembrava più docile e gestibile con questo look ma era pur sempre tanta roba

    …mannaggia non mi sono nemmeno sciolta i capelli…ma che dico!!!! Reset!!! Reset!!! È uno studente, un mio studente….Lexie azzera tutti i pensieri fatti prima….devi essere seria, imparziale e professionale….giù gli occhi da questa località di villeggiatura…e io che gli ho detto pure del tatuaggio…ma da dove mi è venuto….



    -Pppreego, firmi e sssi accomodi-

    Notò accanto al suo nome la dicitura studente lavoratore

    …ah! ecco perché!!!..



    per questo era stato dispensato dalla frequenza alle sue lezioni e lei non lo aveva mai visto prima. Sapeva di essersi colorita e sperò solo potesse essere attribuito ai riscaldamenti elevati per quella piccola aula

    Aprì la sua scheda sulla piattaforma dell’università in cui avrebbe inserito domande ed esito dell’esame e vide che aveva già un titolo, alcune materie convalidate e che aveva ripreso da poco a studiare.

    Lo sbirciò furtivamente un attimo prima di prendere fiato, concentrarsi e fingersi serena: doveva cancellare quanto successo poche ora prima a quella fermata e ricominciare tutto da zero con lui .

    Notò che sembrava diverso: non aveva più lo sguardo sorridente e gioviale di quella mattina, ma non era nervoso o in ansia per l’esame…no,no… sembrava arrabbiato, anzi!!! non sembrava… era decisamente ARRABBIATO!!!

    -Allora di cosa vogliamo parlare?- chiese dolcemente e un po’ impacciata, levandosi gli occhiali, intrecciando le mani sotto il mento e iniziando a guardarlo dritto in viso

    -Cosa dovrei risponderle, scusi…posso parlare di qualsiasi argomento in programma, non ho bisogno di facilitazioni- rispose brusco e indisponente

    -Guardi che incomincio sempre con un argomento a piacere, ma se questa è una domanda troppo difficile per lei… parliamo del cervelletto-

    …e che cavolo!!! …



    Il nuovo inizio fu decisamente meno cordiale e divertente del primo!!! Il processo di formattazione evidentemente non era andato a buon fine!!!

    Il vichingo iniziò ad illustrare l’argomento e Lexie come era solita fare durante gli esami, cercò di fissarlo dritto negli occhi per due motivi: in primo luogo, lo faceva per far capire allo studente che lo stava ascoltando e quindi dargli la giusta attenzione e gratificazione, ma soprattutto lo faceva per non distrarsi
    E’ vero non era molto professionale da ammettere, ma quando alcuni ripetevano in maniera monotona e monocorde qualche argomento, la sua iperattività immaginativa la proiettava in voli pindarici che spaziavano da fatti avvenuti in quei giorni a sogni ad occhi aperti, da cosa avrebbe cucinato quella sera alla prossima meta per le vacanze….

    Così, anche stavolta, puntò i suoi occhi interrogatori delicatamente delineati da un po’ di rimmel e kajal su quelle campagne verdi che erano gli occhi di lui, ma stranamente il suo trucchetto non funzionava: più si concentrava su quegli occhi e più si perdeva e la sua mente vagava in strane fantasie

    Soltanto che, come le succedeva sempre, ad ogni pensiero corrispondeva un’emozione e ad ogni emozione si abbinava un colore o ancora peggio la faccia e l’espressione corrispondente: corrugava la fronte, inclinava la testa, o aggrottava le sopracciglia, arrossiva….insomma lei era un libro aperto, sembrava avere i sottotitoli sul volto e molti la prendevano in giro proprio per le buffe espressioni che assumeva mentre parlava o litigava con se stessa, o come in quel caso, mentre fantasticava in maniera inopportuna.

    .. Nam-myoho-renge-kyo…Nam-myoho-renge-kyo….posso farcela….



    ….e così, per porre rimedio, alternava lo sguardo fintamente attento anche sulla stampa del programma svolto in aula per scegliere una nuova domanda, o al collega e amico George, sorpreso e felice per quegli “occhi dolci” del tutto inaspettati anche se sempre desiderati

    Anche “la montagna” sembrava a disagio: iniziava a ripetere spedito ma talvolta, quando lei lo guardava fisso rallentava, diventava incerto, distratto e si perdeva nei suoi occhi, come se stesse pensando a tutt’altro… ma poi si riprendeva quando riusciva a fuggire il suo sguardo ed esponeva in maniera precisa ed eloquente.

    Lei ad un certo punto lo rivide sulla spiaggia, così come lo aveva immaginato un paio d’ore prima mentre era sul pullman: l’ampio torace perfetto, le gambe lunghe e muscolose e integralmente “nudo”….

    Scosse il capo, come per farlo cadere giù dai suoi pensieri e buttarlo fuori dalla sua testa, e rifiutando quella visione audace che si muoveva verso di lei, allungando la mano per sfiorarla….

    -Fermo!- esclamò a voce alta

    -Sto sbagliando qualcosa??? Io credevo che….- si preoccupò

    -No, no, va benissimo… volevo solo cambiare argomento!!!!- sorrise mortificata

    …mannaggia alle mie visoni e alle discussioni che intraprendo con me stessa!!!!!...



    -Per me può bastare- lo interruppe stufo George dopo altri 10 minuti, sembrava che Lexie volesse farlo parlare all’infinito; si consultarono e …

    -Approvato con B+ – comunicò Lexie

    -Grazie !!!-lui si alzò nervosamente, si diresse verso le sedie dove aveva poggiato sacca e zaino e afferrò scorbuticamente la sua roba pronto a lasciare l’aula, si capiva che non era soddisfatto del voto ma soprattutto della sua performance.

    -Signor De Luca aspetti- Lexie lo raggiunse con passo svelto e deciso, si sentiva un po’ in colpa

    -Non deve essere arrabbiato, ha fatto un buon esame, solo qualche piccola esitazione- cercò di giustificare il voto

    -Non era così che doveva andare- rispose secco

    -Guardi che questo è solo il primo modulo; se nel secondo dovesse prendere il massimo non avrei nessun problema a confermarle anche una A o A+, non sono così fiscale-

    La verità era che Andrew si era lasciato turbare dalla sua presenza…
    -Perché non me lo ha detto?- l’assalì

    -Cosa mi scusi?- fece finta di non capire ma lo sapeva eccome!!! Ed effettivamente quanto vissuto alla fermata aveva imbarazzato anche lei: avevano parlato così liberamente di tante cose, anche personali e poi lui l’aveva provocata e lei stranamente era stata al gioco, flirtando un po’

    …anche più di un po’!!!!...



    - Che era una professoressa…gli esami….io ero sicuro…che come me..-

    -Non che mi sia stato espressamente chiesto- precisò -e non pensavo di dover dare tutti questi dettagli della mia vita ad un perfetto sconosciuto-

    …oltre a quelli sull’alcol, sul tatuaggio, sulle nuvole e sulla spiaggia….che figura….



    ….e continuò… -.. e poi credevo che anche lei stesse viaggiando per lavoro!-

    Ecco la batosta per lui: notò il disappunto nei suoi occhi!!

    -Le chiedo scusa non volevo di certo prenderla in giro….forse con gli occhiali da sole le sarò sembrata più giovane di quel che sono in realtà- cercò di giustificarsi anche se non era tenuta a farlo, non aveva di certo mentito

    -Lasci stare, sono io che sono troppo cresciuto per essere uno studente…le sembrerò ridicolo-

    -Assolutamente non dica così, ho visto dalla sua carriera che ha già una mini laurea e poi ci vuole molta forza di volontà per studiare e lavorare: lei invece è da ammirare- disse sincera ma..

    l ’occhiata che le lanciò valeva molto più di mille parole, la passò da parte a parte segnando un solco, che difficilmente si sarebbe cancellato in tempi brevi.

    -Arrivederci- e fu così che la montagna si allontanò ma stavolta il sole non tornò a splendere su Lexie.

    ***

    Mira: Mannaggia e quindi con la montagna?? non se ne fa niente?

    Tu: In ogni caso, non se ne sarebbe fatto niente, lo sai che ho chiuso con gli uomini, ancor di più con quelli belli e affascinanti

    Mira: Scusa? Quanto tempo è passato???

    Tu: Non abbastanza, non sono ancora pronta

    Mira: 3 anni mi sembrano più che ragionevoli per avere almeno una storiella

    Tu: Figurati sono più vecchia di lui….avrà tutte le ragazzine ai suoi piedi, non potrà mai desiderarmi, e sono stata più io a flirtare o più probabilmente è un tipo da “basta che respira, è una in più sulla lista da bad boy (e mentalmente gli fece il verso e pure una linguaccia!!!!) …e poi è un mio studente, l’etica mi impedisce anche solo un giro sulla giostra…ma di cosa stiamo discutendo, poi? di uno con cui ho parlato per 5 minuti, mi è sembrato pure arrogante e chissà quando lo rivedrò…e nemmeno mi piacciono gli uomini con i capelli lunghi…

    Mira: stai cercando di convincere me o te???

    Tu: chiudiamola qua, va bene?? e tu? Oggi?? Novità???

    Mira: Lavoro, lavoro, caffè e lavoro: sono stata al telefono per almeno un’ora con un cliente, devastante, ops scusa sono arrivata, a domani tesoro!!!

    Tu: Io ora palestra e ninna, a domani!!!

    Per fortuna la lezione in palestra e la confusione del market a cui si fermò per fare la spesa, le tennero la mente occupata…

    ma quando poi si ritrovò da sola in casa, spesso il suo splendido sorriso e i suoi occhi verde prato, il profumo sensuale, la voce calda e le battute pungenti tornavano a fare capolino nella sua mente….

    …basta, non ci devo pensare più!!! Per fortuna non lo rivedrò che agli esami di fine semestre….ho almeno 4 mesi per disintossicarmi!!!!



    e rassegnata, si mise a leggere, musica relax di sottofondo finché Morfeo non cosparse di sabbia i suoi occhi stanchi e sognanti!!!

    Quella settimana trascorse velocemente e riuscì a dedicarsi un po’ di più alla casa e alla palestra; finiti gli esami e non essendo ancora iniziate le lezioni del secondo semestre, aveva molto più tempo libero, così ne approfittò per fare shopping con gli sconti, allenarsi un po’ di più e cambiare mobili e suppellettili del suo appartamento: c’erano ancora troppe tracce di “Lui” e lei voleva cancellarle tutte….così piano piano stava sostituendo tutto ciò che avevano scelto o comprato insieme, quello che era solo suo glielo aveva già spedito o buttato con gran soddisfazione!!!!!!



    ..continua.....

    Una nuvola non sa perché si muove in una certa direzione e a una certa velocità.
    Segue un impulso, è li che deve andare.
    Ma il cielo conosce le ragioni e gli schemi al di là delle nuvole, e anche tu li conoscerai, quando ti librerai abbastanza in alto per vedere l’orizzonte.
    Richard Bach



    Edited by LaraTania - 3/4/2024, 22:53
     
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