*Il Grande Sogno di Maya - ガラスの仮面 - Glass no Kamen  - Glass Mask - Manga, Anime, Drama

Posts written by The Sound Of Silence

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    Non sei l'unica, Giallo. Più il tempo passa, più i luoghi degni di una visita si aggiungono ad una lista che oramai ha più le sembianze di un rotolo di pergamena...
    Comincio a dubitare fortemente che anche un mese sia un lasso di tempo sufficiente ad ammirare con la dovuta calma tutte le cose belle che il Giappone ha da offrire. Forse in un anno...
    Ma dico io: c'è qualcosa in Giappone che non è degno di nota? Ma perché!!! :bast: :;tapin:
    Il villaggio di Ogimachi... vi svelerò che appena ho intravisto le foto in notturna, mi sono subito venute in mente le immagini stampate sui libri di fiabe. :languo: :love:
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    IL MANIERO DEI SAMURAI




    I giapponesi lo chiamano Shirasagi, l'airone bianco, perché le sue pareti sono ornate con candidi stucchi e le tre torri che affiancano il corpo centrale lo fanno assomigliare a un uccello che si libra in volo.
    Himeji-jo, il castello feudale più spettacolare del Paese, era nato allo scopo di difesa e lo stucco venne usato perché ha la proprietà di essere ignifugo. Come tutti gli edifici storici del Sol Levante, infatti, Himeji-jo è costruito in legno e, cinto da tre fossati, domina l'omonima cittadina, nella regione del Kansai.
    A darne l'aspetto che si può ammirare oggi fu, nel 1601, il samurai Ikeda Terumasa: la sua inespugnabile residenza rappresenta l'apice del concetto giapponese di armonia dell'uomo con la natura. La solidità degli interni, in cui le funzioni militare e abitativa si fondono, fanno da contraltare alla raffinatezza delle decorazioni.



    NARA, LA PRIMA CAPITALE




    Il 710 ha segnato la nascita del Giappone. Fu in quell'anno che venne fondata Nara, la prima capitale, che avrebbe conservato questo titolo fino al 784. Un periodo breve, nel quale il Giappone si trasformò in uno stato con un governo e un apparato burocratico e legislativo centralizzato, su modello cinese.
    Eretta a immagine e somiglianza di Xian, capitale della dinastia Tang, Nara venne pianificata secondo i principi della geomazia cinese: avevano posizioni “propizie” il palazzo imperiale, le residenze di corte, i luoghi del commercio e i 50 templi che furono il centro propulsore per la diffusione del buddhismo a scapito dell'“indigeno” shintoismo.
    Il sostenitore più entusiasta della nuova filosofia fu l'imperatore Shomu (che regnò dal 724 al 749), che fece costruire il Todai-ji, il tempio con il primato dell'edificio in legno più grande del mondo, per ospitare una statua in bronzo del Buddha alta 18 metri e pesante 450 tonnellate.
    Se il Todai-ji lascia senza fiato, tutto l'antico complesso urbano rappresenta la meta storica più affascinante del Paese, racchiusa com'è nel Nara-koen, il parco nel cuore della moderna città, che conta poco più di 30mila abitanti.
    A popolare i resti della capitale imperiale, invece, sono rimasti 1200 cervi: considerati sacri in quanto messaggeri degli dei, sono molto amichevoli con i visitatori.



    MISTICA KOYASAN




    A due ore di treno da Osaka, Koyasan è un luogo fuori dal mondo.
    A 900 metri di altitudine, su di una verde montagna sempre avvolta dalla nebbia, è una cittadella con 120 templi a pagoda e una popolazione di 4mila monaci, fondata nell'anno 804 da Kükai, padre spirituale del Giappone nonché maestro dello shingon, la corrente esoterica del buddhismo.
    L'atmosfera è magica e si può fare l'esperienza di soggiornare negli shukubo (le foresterie monastiche), provare la shojin ryori (la cucina vegetariana dei monaci) e partecipare alle meditazioni del mattino.
    In più, Koyasan è la tappa fondamentale del pellegrinaggio nei luoghi sacri della penisola di Kii: il territorio è percorso da 2mila chilometri di sentieri che colegano comunità buddhiste, shintoiste e zen.



    PICCOLO MONDO ANTICO




    Quando si arriva in Giappone si viene investiti dal... futuro, fatto di città ipertecnologiche, tanto che appare poco realistico pensare che ci sia ancora qualcuno che, con il cappello di paglia a cono, vive con lentezza, coltivando il riso e i valori della tradizione.
    Ebbene, piccole enclave di quel mondo antico resistono e non si trovano neppure in luoghi remoti. Basta prendere un treno per Hida Takayama, a metà strada tra Tokyo e Kyoto, per trovarsi in una cittadina che conserva le dimore in legno del periodo Edo, dove visitare laboratori artigianali di lacche e distillerie di sake.
    E poi, con un'ora di autobus si raggiunge la regione montana di Shirakawa-go, in uno scenario che, nel cuore dei giapponesi, è secondo soltanto al monte Fuji. Qui c'è il villaggio di Ogimachi, tutelato come “tesoro Nazionale” per le 110 abitazioni in legno (in parte abitate da contadini, in parte trasformate in musei del folclore o in ryokan) costruite in stile gassho-zukuri, e cioè “mani giunte” per il tetto molto spiovente ricoperto di paglia. Vale la pena trascorrere un paio di giorni nel villaggio, per vivere con gli abitanti e partecipare alle loro attività, tra cui la danza del leone.



    (articolo tratto da “Meridiani”, anno XXIV, Febbraio 2011, n° 195)



    Castello di Himeji

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    Nara

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    Koyasan

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    Ogimachi

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    Esatto, Giallo: mistero svelato! ;)
    Riguardo il discorso machiya, é vero che hanno un aspetto più rustico, ma emanano questo calore famigliare, questo sapore di tradizione e semplicitá, che se mi proponessero dove alloggiare a Kyoto (durante un'ipotetica - quanto per ora utopica - vacanza) tra un moderno appartamento o un albergo stellato, decisamente la mia scelta cadrebbe sulle kyomachiya. :love:
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    Non posso che concordare con te, Luce!
    Kyoto è invero una città magica. Io stessa ne sono rimasta incantata e stupita man mano che scrutavo le immagini e ne scoprivo i tesori.
    Ha un fascino senza tempo, senza eguali. :rossor: :love:
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    Non c'é di che. 😊
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    Rudyard Kipling la chiamava “la perla d'Oriente”. Oggi Kyoto vive il conflitto fra la propria natura imbevuta di tradizioni millenarie e la tensione verso il nuovo. Nessuno stupore quindi se, a poche centinaia di metri dall'avveniristica JR Station, stazione ferroviaria tutta vetro e acciaio progettata da Hiroshi Hara, il tempio buddhista del Nishi Hongan veglia placido da oltre quattro secoli. O se una parte dei 40 milioni di turisti che ogni anno arriva in città è attratta non solo dagli oltre 1800 templi buddhisti zen e shintoisti ma anche dalla Nintendo, meta di pellegrinaggio degli appassionati di videogiochi.

    In bilico costante tra passato e futuro, Kyoto, con la sua sinfonia di templi antichi dichiarati patrimonio mondiale dell'Unesco, oltre 60 musei e una quarantina tra università e college, resta la riserva aurea della cultura del Sol Levante.
    Il ruolo di depositaria della tradizione nipponica lo deve in parte alla storia di capitale millenaria (a partire dal 794 quando, per volere dell'imperatore Kammu, divenne la città guida dell'impero, e vi rimase fino al 1868), in parte alla sorte: come scrive Yukio Mishima nel suo Padiglione d'Oro, durante la Seconda guerra mondiale, la città “non ebbe mai la visita degli aerei nemici”. L'essere stata risparmiata dalle bombe le ha concesso di non cadere vittima dello scempio che ha snaturato altre città del Giappone.

    Così, a oltre 1200 anni dalla fondazione, i templi non restano il solo retaggio di questa città, considerata da molti la più bella dell'Asia.
    I suoi giardini offrono uno spettacolo inatteso di natura e armonia: dai parchi da passeggio ai giardini contemplativi, fino ai giardini a secco, geometria essenziale di ghiaia e sassi, come quello che circonda Rokuon-ji. Storia e tradizione trasudano anche dai muri di argilla intonacati in bianco delle machiya, case antiche dalle facciate di legno e le finestre a feritoia, un tempo sintesi di abitazione e bottega. Testimonianze del passato e piccoli mondi a sé stanti, ciascuna con il proprio magazzino, la stufa, un giardino interno, un altare buddhista, le kyomachiya (che significa “case tradizionali di Kyoto”) sono diminuite drammaticamente, sia per la difficoltà strutturale a piegarsi alle esigenze della vita moderna, sia a causa del bisogno incontenibile di questa città di dimostrare la propria tensione verso il futuro, a volte con esiti antiestetici sconfortanti.

    In questi ultimi anni però Kyoto ha capito che preservare la propria tradizione attraverso il rispetto e la tutela dell'ambiente storico-architettonico non è solo un calcolo filo-turistico, ma anche una questione di identità culturale: nel 2003 il governo della città ha deciso di stanziare fondi per i proprietari che vogliono restaurare le case considerate patrimonio culturale. E nel 2007, un piano regolatore ha razionalizzato la speculazione edilizia, limitando l'altezza massima dei palazzi, l'uso di pubblicità chiassose e definendo precisi standard estetici volti a mantenere l'aspetto tradizionale dei quartieri.

    Oggi a Kyoto molte machiya sono state trasformate in negozi, bar o ristoranti di atmosfera: per rendersene conto basta fare un giro a Pontocho dove fascino ed eleganza sono gli ingredienti chiave di questa zona pedonale tra le più seducenti di tutta l'Asia.
    La forza evocativa del quartiere di Gion, famoso per le sue case da tè secolari, dove donne di grande grazia intrattengono a caro prezzo uomini benestanti con le loro performance di arti visive, danza e musica, raggiunge l'apice durante il Gion Matsuri, il più importante festival del Giappone, celebrato ogni anno da ben più di mille estati: nel mese di luglio, sfilate di carri allegorici, donne e uomini avvolti in kimono, musica e cibo attraggono migliaia di turisti e affollano le strade anguste del quartiere.



    (articolo tratto da “Meridiani”, anno XXIV, Febbraio 2011, n° 195)




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    La pagoda del tempio To-ji fondato nel 794


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    Una serie di “torii” (porte) del santuario Fushimi Inari


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    La Kyoto Tower alta 131 metri


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    La foresta di bambù di Arashimaya (Sagano)


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    Lo spettacolo del Kinkaku-ji,
    il Padiglione d'Oro, durante una nevicata


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    Maiko lungo le strade di Gion


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    Tempio di Otowasan Kiyomizu-dera:
    uno dei finalisti per le sette meraviglie del mondo moderno


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    La stazione ferroviaria JR di Kyoto


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    Lanterne di legno rosse
    lungo il cammino per il santuario di Kifune-jinja


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    Piccolo Jizo nel giardino di muschio
    del tempio Sanzen-in


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    Gli “hoko”, carri allegorici,
    lungo le strade di Kyoto
    durante il Festival di Gion

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    Ciao Giallo!
    Sono estremamente arrugginita con questo gioco e la memoria riguardante le singole scene si fa abbastanza confusa, ma ci provo! :lol:
    La scena che mi ha evocato la tua citazione è ambientata a teatro, in alcuni corridoi (o era il foyer? :dubb: ). Maya coglie tra le figure in lontananza Masumi e la sua espressione si fa subito di disgusto, quasi stesse scrutando uno scarafaggio. Masumi voltando lo sguardo la scorge e si avvicina. Maya a quel punto è in trappola: sebbene volesse defilarsi, ora non può più farlo!
    Masumi, divertito (o così da a vedere) le domanda se per una volta non le potrebbe rivolgere un sorriso, anziché la solita smorfia di disprezzo. Neanche a menzionarlo il tentativo di assecondare la richiesta è terribile e non fa che suscitare una risata in Masumi.
    Ma quando? Che bel dilemma! Forse dopo una delle rappresentazioni di 'Anna dei Miracoli', dove Maya rivestiva la parte di Helen Keller, al teatro Daito? :dubb:
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    Forumelle amanti di Skip Beat!, che ne dite di rinfoltire questo topic con qualche "nuova" immaginetta? :rolleyes: :inz:
    Tipo questa... :languo:

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    Per esempio, potremmo iniziare con una carrellata di immagini della protagonista, Kyoko, e delle sue molteplici e camaleontiche trasformazioni nel corso della storia. ;)
    Ecco qua, allora. Buona visione. :lol:

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    Grazie ragazze. :bara: :love: :bara:
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    Da "La collina dei papaveri", cantata da Aoi Teshima, Sayonara no Natsu - Kokuriko Zaka Kara :bara:




    Il testo in italiano:

    La nave che si fa sfocata,
    sul luccicare del mare...
    lascia dietro di sé
    un vaporoso fischio di saluto.

    Se scendessi per
    il dolce pendio,
    chissà se potrei trovare
    un vento color d'estate.

    Il mio amore,
    quello è una melodia...
    che canto
    alta e bassa.

    Il mio amore,
    quello è un gabbiano...
    che vola
    alto e basso.

    Se dentro al tramonto,
    provassi a chiamare...
    chissà se potrei trovare
    la tua gentilezza.

    ***

    Il suono di un pianoforte
    suonato da qualcuno...
    a sentirlo assomiglia
    al mugghiare del mare.

    Nel tardo pomeriggio,
    una persona che incrocio...
    chissà se mi porterà
    un sogno color d'estate.

    Il mio amore,
    quello è un diario...
    che rilega le
    pagine dei giorni.

    Il mio sogno,
    quello è una barchetta....
    che solca il
    mare del cielo.

    Se dentro al tramonto,
    mi volterò indietro...
    chissà se tu
    mi cercherai.

    ***

    I tanti alberi che ondeggiano
    lungo la passeggiata...
    proiettano a terra
    le loro ombre di saluto.

    Una vecchia cappella,
    col galletto segnavento...
    chissà se potrei vedere
    una città color d'estate.

    L'amore di ieri,
    quello sono le lacrime...
    che alla fine si seccano,
    e svaniscono.

    L'amore di domani,
    quello è un ritornello...
    delle parole
    senza una fine.

    Se dentro al tramonto,
    ci dovessimo ritrovare...
    chissà se tu
    mi abbraccerai.

    ,
  11. .

    Ely (:rossor:), Wenny Lea, kamitora, kirichan, linas, kezia, anica, GiallodiMarte, Luce, dadas... :languo:

  12. .
    :languo: :inlov:

    Adoro Skip Beat: il tratto di Nakamura Yoshiki, la trama intrigante e la sua fantastica protagonista, Kyoko (ma gli altri personaggi non sono da meno e poi Ren... :love:).
    Sebbene pubblichi i capitoli a cadenza mensile, però, non è mai abbastanza. :pecche:
    Quest'immagine... beh, che dire: sempre belli. :rossor:
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    CITAZIONE (MarthaGarasu @ 24/2/2017, 10:57) 
    Grazie per i complimenti ragazze innanzitutto! Non é venuto un granché in realtá secondo me, ma vi prometto che ne realizzeró molte di fan art! :lol:
    Questa é un disegno che poi ho colorato con colori ad olio, ma ho sbagliato nel non scannerizzare dopo... ho semplicemente fatto la foto con il cell, per cui i colori hanno preso una sfumatura tutta assurda :sudo:

    Non ho mai utilizzato i colori ad olio e non so nemmeno se ne sarei capace.
    Comunque il risultato finale è davvero interessante.
    Ti rinnovo i miei complimenti. :bye:
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    Tanti cari auguri Icaro,
    Buon Compleanno!


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    Ho visto una nuova Fan Art pubblicata e curiosità sono andata a guardare di cosa si trattasse e... WOW! Che colpo d'occhio, sono rimasta spiazzata.
    Posso domandarti che tecnica hai utilizzato per realizzare questo disegno? E' strano, ma intrigante. :sbrill:
    Grazie di aver condiviso con noi il tuo lavoro. :arigato: Mi piace il tuo stile. :yea:
1266 replies since 20/10/2012
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